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Re: Il lavoro per chi sta male
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1) Non mi sto autocommiserando, stavo solo spiegando come sto in modo oggettivo, infatti cercavo di capire come fare a lavorare pur tenendomi i miei problemi psicologici. 2) Sai tutto di me come vedo, non è che sei per caso la mia psicologa in incognito? 3) Cosa ne sai tu della mia situazione familiare e di quanto gravi siano i miei problemi? Non ti sembra quantomeno un po' presuntuoso ciò che scrivi? 3) Non ho mai scritto di aver rifiutato lavori fisici, infatti in estate lavoro in campagna, ho solo detto che avendo problemi di salute devo scartare a priori i lavori troppo pesanti... |
Re: Il lavoro per chi sta male
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Nello stage lavorativo che feci anni fa stavo perfettamente a mio agio solo quando finivo in magazzino a fare un lavoro meccanico e ripetitivo lol. |
Re: Il lavoro per chi sta male
Se posso permettermi, faccio solo una piccola osservazione. Io trovo molto antipatico il termine autocommiserazione. E' un termine che credo sia scorretto nel caso in cui si ha a che fare con un disturbo come il nostro. Mi piacerebbe che si cercasse di evitare di usarlo. :pensando:
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Re: Il lavoro per chi sta male
Permettetemi tutti quanti un OT e permettetemi di essere odioso ancora una volta.
Il tuo post è la mia migliore risposta a chi continua a scrivermi che "a me non importa della vita, degli amici, della socialità". Basta un lavoro? E se il lavoro non ti servisse per mangiare cosa faresti? Non avresti nemmeno bisogno di un lavoro, nel caso in cui in qualche modo - per quanto degno - ottieni in soldi in qualche altro modo? Pensi davvero sia così? Pensi davvero che poi la scala finisce, non si può scendere ancora? Si può sempre scendere nelle proprie pretese di vita eh... Permettimi di farmi odiare per quello che dico: non puoi fare a meno di vivere , anche se dentro ti senti morire, e il lavoro non è l'eccezione, non è quella cosa che DEVI fare. E' parte di tutto il resto. Non puoi evitare di uscire di casa, di prenderti i tuoi rischi, di correre dietro ad una persona che ti piace, di aprirti ad un amico, di uscire il sabato e tutte le cazzate da vita moderna. Che poi definirla moderna è sbagliato, non è che nel medioevo la gente stava chiusa in casa a Non puoi, non esistono eccezioni che reggano. Prima capirai che cercare un lavoro non è un eccezione, ma fa parte di tutto il resto, prima cambierai la situazione in cui ti trovi. Ha senso cercare un lavoro solo se lo userai come un mezzo per ricostruire la tua vita, per risorgere. E non venitemi a dire che se uno è brutto deve arrendersi e che sul lavoro se sei bello riesci, alcune delle persone che più stimo sono brutte ma veramente dei grandi dentro. |
Re: Il lavoro per chi sta male
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Re: Il lavoro per chi sta male
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lavorare non dovrebbe essere cosi,...a me è andata anche peggio cmq... |
Re: Il lavoro per chi sta male
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se la domenica serve per riposarti,poi....stai fresco hermanno,...anche con l'abilità sociali e il talento nelle relazioni,non hai fisicamente e mentalmente voglia,ti ammazza il lavoro,ti senti uno schiavo ingabbiato e aspetti le tue ore d'aria,qui da me in veneto si lavora molto,ma non si produce ricchezza,si produce merda,questo è il discorso,e la tua vita se ne va |
Re: Il lavoro per chi sta male
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Verissimo.... purtroppo.. il weekend serve giusto giusto per recuperare dalle fatiche della settimana.. prima che dopo poco ne inizi un altra -_- |
Re: Il lavoro per chi sta male
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Re: Il lavoro per chi sta male
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Sono un'insegnante di scuola media e quest'anno lavoro nella periferia più ostile e degradata della mia città. Insegnare è dura perché il tuo operato è costantemente sotto gli occhi degli allievi, sei sempre giudicato anche dai genitori, dai colleghi (se ce ne sono di str***) e dalla dirigente scolastica. In più, questo tipo di ruolo può essere ben svolto se si ha la giusta sicurezza in se stessi, se si è decisi e convinti delle proprie capacità, altrimenti difficilmente avrai presa sugli studenti, che sono come esseri primordiali in grado di cogliere subito ogni incertezza e indecisione da parte dell'adulto. Insomma, devi avere un'aura e un carisma che in genere è frutto di esperienza, sicurezza in se stessi e forte personalità. Per questo affermo di non essere tagliata per questo lavoro, anche se nel sostegno (dove lavoro adesso io) queste doti di carisma e sicurezza forse valgono meno: conta di più l'empatia e la pazienza. In genere i docenti non amano essere insegnanti di sostegno, perchè si sentono messi da parte e temono di ricoprire un ruolo secondario. A me invece piace, non solo perchè mi sento molto utile, ma lo preferisco anche perchè è un ruolo più tranquillo e defilato, anche se ti possono capitare casi umani molto complicati (come mi è appunto successo quest'anno!)....sono l'unica però a pensarlo ed è difficile spiegare ai colleghi perché mi piaccia di più. Chi non è insicuro non può comprendere il perché di determinate decisioni..:timidezza: |
Re: Il lavoro per chi sta male
C'è la voglia di lavorare ma non ce lo fanno fare!:moltoarrabbiato:
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Re: Il lavoro per chi sta male
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merda! ..e mia mamma che mi dice sempre non tenere i soldi nel portafoglio!... questa volta la lezione l'ho imparata.. ma a che costo. Persi.. Per me che ne ho pochi quelle poche centinaia di euro erano tanto... magari per qualcuno è una cazzata. It's been a bad day. |
Re: Il lavoro per chi sta male
La situazione non è affatto migliorata :(
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Re: Il lavoro per chi sta male
È passato un anno dal mio ultimo messaggio in questa vecchia discussione e l'unica cosa diversa è che nel frattempo ho scoperto di non essere fobico, di non essere depresso, di non essere strano in modo patologico. Mi dicono che io sia brillante, interessante, intelligente, loquace, onesto, socievole, leale. Sono tuttavia una persona triste e senza risorse incapace di adoperarsi adeguatamente nella ricerca del lavoro e nel suo proficuo svolgimento. Certo se lavori veri ce ne fossero come quasi chiunque riuscirei a trovarlo, è il periodo di crisi nera che ci penalizza di brutto. Adesso però non credo più che non riuscirei a lavorare se venissi messo nelle condizioni, anzi sono certo che opportunamente formato e facendo la cosa adatta al mio temperamento e alla mia situazione psicologica potrei dare grandi risultati. peccato che questo sia un ragionamento sterile poiché queste condizioni non si verificano, i se e i ma non fanno la storia, solo i fatti. Altra cosa diversa rispetto al passato: prima pensavo di non essere normale, ora mi rendo conto di essere un comunissimo triste essere umano problematico, bel passo avanti!
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