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Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
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Non conosco la tua età (e non te la chiedo), ma è possibile che ti ritenga troppo giovane per una terapia farmacologica? |
Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
No, infatti, anche secondo me non è giustificabile.
Soprattutto perché parli di depressione. Io, per dire, ho iniziato a vent'anni con gli antidepressivi. |
Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
Capisco che tu possa sentirti molto male e possa essere convinto di aver bisogno di una cura farmacologica mirata, ma se un professionista che ne vede a bizzeffe di pazienti con problemi più o meno seri ogni giorno ti dice che non sei a livelli estremi significa che evidentemente al momento saresti in grado di ripigliarti da solo e sarebbe un peccato votarti agli psicofarmaci fin da ora se non c'è n'è urgenza.
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Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
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Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
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Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
quanto paghi a seduta ?
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Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
Io non me ne intendo ma secondo me i farmaci più che stimolarti a fare le cose inibiscono ciò che ti blocca e ti impedisce di farle.
Ma il resto ce lo devi mettere tu. Poi bho, non vorrei che poi magari riponessi aspettative in qualcosa che non penso ti risolva la vita :nonso: |
Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
Mi rispecchio molto nella situazione descritta da Vanitas: anche io penso di essere depresso, non ho più interesse in nulla, non riesco a fare le cose (è più di un anno che mi manca solo la tesi per laurearmi); in più, se prima ero pessimista, ora non mi definirei più tale semplicemente perché non ho più quei sogni e desideri che eppure prima avevo, nonostante mi sembrassero irrealizzabili.
Anche io credo di non essere riuscito a far capire alla mia psicologa e al mio psichiatra la reale situazione pressapoco per gli stessi motivi enunciati da Vanitas. Gli psicofarmaci finora mi sono stati elargiti col contagocce e posso dire di non averne beneficiato alcun effetto. La mia psicoterapia ormai va avanti da più di tre anni e, se penso mi sia stata molto utile per quanto riguarda altri problemi (quelli per cui l'avevo iniziata e che si sono molto ridotti), dal punto di vista della depressione - che è sorta durante la terapia - non mi sento né compreso né aiutato: allo psichiatra ho deciso io di rivolgermi un anno fa per dei farmaci, ma se non lo avessi deciso io nessuno lo avrebbe deciso per me. Francamente mi sono stufato di dover pensare - io - a come cercare di curarmi, se uno ha una malattia non psicologica non è che deve mettersi a pensare lui a come poter guarire. Dovrebbe essere un medico a farlo, essendo pagato per ciò. Il problema è che qui la malattia non si vede (non si può fare una radiografia o un qualche esame che la oggettivizza), e quindi prima di riuscire ad essere curati bisogna anche riuscire a far capire di essere malati. Quegli stessi pregiudizi ("è solo questione di forza di volontà") che molti psichiatri giustamente tentano di combattere, secondo me allignano in profondità anche tra gli stessi specialisti del campo, e comunque è sempre labile il confine tra le due cose (pigrizia e depressione). Siccome però uno dei sintomi della depressione è quello di farti sembrare tutto vano e inutile, anche comunicare il proprio malessere e farsi curare finisce per sembrare tale, perché sembra che tanto non serva a niente. Una critica che pertanto mi sento di fare a psicologi e psichiatri è che, essendo loro consci di ciò, dovrebbero essere più attivi e meno passivi nel reperimento di quelle informazioni che servono loro per approcciare una diagnosi e quindi una possibile terapia. Per il resto, a Vanitas sento anche di dire che 5-6 sedute sono comunque probabilmente un po' pochine per pretendere già un cambiamento nell'ambito di un problema - la depressione - che non mi sembra né circoscritto né così facilmente gestibile. |
Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
I farmaci non curano solo il sintomo. E'un discorso più complesso riguardo cui ho chiesto spiegazioni al mio psichiatra che negli anni e'rimasto quasi l'unico che io abbia consultato e nel quale ho fiducia.
Sulla necessita'o meno di una terapia farmacologica, almeno per quella che e'la mia esperienza, gli specialisti si basano su quanto osservano e quanto riportiamo loro. Spesso fanno domande mirate per capire se il disagio espresso dal paziente gli impedisce di svolgere le normali attivita' quotidiane, ecc. Indagano sulla vita dello stesso (inclusi rapporti sociali, sentimentali, ecc.). Infine traggono le loro personali conclusioni considerando che la psichiatria come la medicina non sono scienze esatte. Le medicine dovrebbero essere prescritte in assoluta consapevolezza confrontandone rischi e benefici. Da lettrice della tua situazione, posso solo pensare che lo psichiatra o anche gli altri che hai consultati, ritengano per te di prima linea la terapia psicologica senza il supporto di medicinali. Se non ne sei convinto, potrai certamente sentire un altro parere e prima o poi troverai la persona disposta ad assegnarti una terapia. Anche in questo campo c'e'molta speculazione!!! |
Re: Nuovo psicologo e psichiatra e stessa solfa
In che senso parli di un ego spropositato:interrogativo:
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