![]() |
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Quote:
Sinceramente non ho capito bene come mai, ma quando lavoravo in un altro posto (in produzione) non mi si filava nessuno. Ero molto triste (non depresso) all'epoca, il lavoro non mi piaceva affatto. E penso che la cosa si notasse lontano un miglio. Forse sembravo depresso. E probabilmente posso esser sicuro che non fosse depressione solo perché ci sono passato anni prima. Ma non sono riuscito a legare granché. Qualcosa, ogni tanto. Probabilmente mi autosabotavo, immagino. O forse non mi trovavo con gli altri. Avevo problemi di memoria all'epoca, legati anche al fatto che lavoravo spesso di notte e cercavo di studiare. Adesso è tutto un altro film. Da circa 4 anni in cui ho cambiato mestiere, sarà perché ho un socio che è estremamente estroverso e quindi mi tira in ballo (siamo in due a fare questo lavoro quindi è ovvio che mi chiami), sarà perché grazie alla sua presenza sono riuscito a imparare come lasciarmi andare di più, sarà che ho anche un aspetto più felice, sarà che essendo più felice mi sento più integrato e ogni tanto sparo qualche battuta che fa spanciare tutti. Sta di fatto che adesso mi sono integrato davvero bene al lavoro! Quindi, mi viene da pensare che dovresti fare un po' di lavoro: 1) riuscire ad essere concentrata, non solo al lavoro, ma durante le situazioni sociali. Il fobico, o per lo meno quello che ero io quando ero fobico (evitante), avendo un'ansia sociale, tende spesso in situazioni sociali a chiudersi nei suoi pensieri, quando non addirittura ad alienarsi o a sentirsi alienato. Per quella che è la tua possibilità, cerca di fare in modo che questo non avvenga. Sarà faticoso. Tieniti forzatamente vigile e attenta su quello che dicono gli altri tutte le volte che capiti in compagnia altrui. Ripensaci. Non puoi dimenticare le cose base, come i nomi, le età o se qualcuno ha qualche particolarità (qualche hobby o altro); 2) osserva con attenzione emulativa le persone "estroverse". Questa parte sul forum me la criticano TUTTI, ma io è da quando ho 16 anni che vado avanti a imitare le persone e non credo di essere affatto privo di personalità. Il segreto è prendere solo ciò che ti piace, oppure imitare gli schemi comportamentali che non conosci. Se ad esempio vedi che una ragazza ad un certo punto va dalle altre e chiede "Caffé?" sventolando la chiavetta per il distributore automatico, pensa che potresti farlo pure te. Se vedi che una ragazza nuova viene approcciata da una più anziana, fà caso alle domande che gli vengono poste: cosa fai, cosa facevi come lavoro prima di venire qui, stai studiando, hai hobby, ecc. Cerca di capire se c'è uno schema, un leit motif, cosicché la prossima novizia che arriva l'acchiappi te, e fai pratica+amicizia ;) 3) cerca di trovare sintonia almeno con una persona, ma anche più di una se riesci. Così con loro sai che ti troverai bene anche in un gruppo più numeroso. Sfrutta le occasioni che ti capitano per rapporti a due, in modo da poter dialogare con una certa intimità, e non aver paura di scoprirti un pochettino, di raccontare qualcosa di te, se vedi che la persona ti ispira fiducia oppure ti dice qualcosa di lei. 4) ogni tanto osa. Prova a proporre un caffé, magari dici "lo offro io" (se si usa da voi). Mi rendo conto che sono consigli di difficile applicazione per un fobico, ma se ci provi, anche se non ci riesci, ti aiuterà. Laddove non riesci saprai di avere una difficoltà, e quindi saprai che quello è un punto da migliorare. E mi raccomando, non lasciare quest'opportunità del lavoro! Vedilo come fosse un dono, un'occasione per migliorarti socialmente! |
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Quote:
E' chiaro che in un ambiente del genere è escluso fare amicizia o avere buoni rapporti veri: la competizione fra gli operatori non può portare a nulla di buono, solo sorrisi di facciata e tante frecciatine alle spalle (al di là che uno sia sociofobico o meno). Pensala come un'esperienza a termine (1-2 anni), e sfruttala per allenarti a vincere la fobia o la timidezza, intanto ci prendi anche qualche soldino, che di questi tempi non è male. I Call Center sono stati definiti giustappunto "la catena di montaggio del 3° millennio": si viene considerati solo un fattore da "spremere" fino a quando uno non ce la fa più e si trova costretto a mollare... |
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Secondo me devi solo prendere confidenza col lavoro, l'ambiente e i colleghi. Col passare del tempo avrai senz'altro possibilità per socializzare coi tuoi colleghi.
Un po' come quando si andava a scuola: all'inizio ognuno per sé, poi si prende confidenza e si formano i gruppi |
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Quote:
|
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Io ho lasciato diversi lavori per questo motivo e purtroppo non riesco ancora ad individuare la causa .
|
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Un paio di volte mi è capitato di lasciare il lavoro per il pessimo rapporto con i colleghi poi ho cominciato a fregarmene. In particolare in una delle mie ultime esperienze lavorative cercavo di scambiare qualche chiacchera con le colleghe nei momenti morti (facevo la commessa). Insomma nonostante la fs non mi sembrava di essere così discriminata e mi consideravo quasi "aperta" anche se non si poteva parlare di amicizia. Un giorno mi capitò di essere chiamata da una superiore mia coetanea per un cartellino mancante ad un pantalone o qualcosa del genere, io feci il mio lavoro poi sentì allontanandomi che questa superiore con un collega diceva "questa non da confidenza a nessuno". Non ebbi il coraggio di andare da lei a chiederle perché avesse detto ciò poi pensai "che senso ha, in fondo ha ragione, sono io che continuo a negare l'evidenza". A distanza di 2 anni a ripensarci mi sento male e rabbrividisco al pensiero di come possa essere vista dagli altri.
|
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Quote:
Sono contento per te, io invece al primo giorno ho avuto difficoltà enormi tanto che a fine serata ho chiamato i responsabili e gli ho detto che questo lavoro non faceva per me poichè non riuscivo ad essere sciolto al telefono, ero nervoso e poi la gente ti rispondeva male.Ma la cosa più assurda era quella di sbattersi per 5 ore al giorno e sentire persone al telefono che ti rispondono in malo modo poi aggiungiamoci anche che non riuscivo a capire niente con le cuffiette che avevo in quanto non isolavano una cippa col resto dei colleghi, non mi riuscivo neppure a concentrare. Se poi aggiungiamo -cosa più importante- la paga veramente vergognosa, gli stimoli per andare avanti erano ridotti ai minimi termini per cui ho preferito abbandonare e menomale che l'ho capito subito che era un lavoro non adatto alle mie caratteristiche altrimenti sarei uscito pazzo :) |
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Quote:
''Questa non dà confidenza a nessuno'' : esatto, corretto, giusto, sul lavoro non si dà confidenza a nessuno, non è una amicizia, non è una serata tra amici, è un luogo dove si fanno i propri interessi: tu capo vuoi confidenza?vattela a cercare in appuntamenti serali. La confidenza che puoi dare sul lavoro è strettamente lavorativa secondo me, dal momento che se ti confidassi veramente(sul lavoro, non parlo nella vita spontanea, libera del fuori-lavoro) ti castigherebbero amaramente con commenti, battutacce, sfottò. Spesso il lavoro è il luogo della non-umanità, della non-comprensione. Ti sembra che fare i proprio interessi, il guadagno, il profitto, coincidano con la comprensione del prossimo? Riflettendo con la mia psicoterapeuta, in effetti sto realizzando che il luogo di lavoro è un mondo a parte, dove non vigono le regole generali tra persone, l'empatia, la comprensione, l'ascolto, ma vigono solamente regole che altri fanno e con le quali bisogna rapportarsi, a meno che non si è in una posizione alta tale da fare le regole noi. Vogliamo rispettarle?Non vogliamo rispettarle?A noi sta il comportamento, in entrambe i casi abbiamo prezzi da pagare, l'uno della fatica, dell'adattamento, della funzionalità, della infelicità della finzione, nell'altro della libertà di essere noi stessi pagata con i rimproveri, l'incomprensione, l'emarginazione, l'allontanamento. Sono pochi i casi in cui si può essere pienamente se stessi sul posto di lavoro, a quanto mi è dato di comprendere sempre più, e bisogna considerarlo un lusso, anzi un extra lusso! |
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Quote:
bon, a quel punto se lei è estroversa attacca con il chiacchericcio http://emoticonforum.altervista.org/.../sieno/146.gif tu non dovrai far altro che assecondarla |
Re: Lavoro, colleghi e fobia sociale
Mi è capitato di fare uno stage in uno studio e scaduto il termine mi dissero che volevano assumermi, ho rifiutato; era un bell'ambiente, tutti cordiali, non credo di essere socio fobico, però mi disturbava il fatto che volessero a tutti i costi interagire con me, ma non per paura di sfigurare o cosa, proprio non mi interessava saper nulla di nessuno, arrivavo lì già con la luna storta mi siedevo e facevo quello che dovevo fare, come una macchina, e cercavo di alienarmi così tutto il giorno, e poi la pausa, mi invitavano a bere il caffè, le prime volte accettai ma poi dopo essermi trovato in mezzo alle puttanate di cui discutevano, saltavo anche quella.. Sono troppo cupo e depresso per stare in quegli ambienti. Sta di fatto che io a loro, credo di aver fatto una bella impressione, lo stage doveva essere non retribuito e invece mi diedero denaro e in più, ripeto, volevano assumermi; l'ultimo giorno vennero tutti a salutarmi raccomandandosi di passare a trovarli in futuro, salutai e ovviamente non mi feci più vivo.
Quindi la risposta è, non riesco a conciliare il lavoro con, nel mio caso, la depressione. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 06:49. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.