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Gaara 04-09-2012 22:10

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
@ HurryUp

E' senza dubbio un'ottima cosa. Noti miglioramenti?

Yumenohashi 04-09-2012 22:11

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Io avevo pensato di cominciare a far teatro proprio per sciogliermi e diventare più espressiva, peccato che costi :testata:

Pietro 04-09-2012 22:12

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da VUCHAN94 (Messaggio 848928)
Io avevo pensato di cominciare a far teatro proprio per sciogliermi e diventare più espressiva, peccato che costi :testata:

buon metodo il teatro

HurryUp 04-09-2012 22:13

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da zucchina (Messaggio 848919)
fiko, ma ci farai lezione dal vivo o è un amico virtuale?

Lo faremo dal vivo, è un amico reale :)

HurryUp 04-09-2012 22:14

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da Gaara (Messaggio 848926)
@ HurryUp

E' senza dubbio un'ottima cosa. Noti miglioramenti?

Ancora non ho iniziato, è un'idea che mi ha lanciato ieri, che siamo usciti e gli ho parlato dei miei blocchi e della mia ricerca di soluzioni. In questi giorni lo sentirò e lo solleciterò a iniziare.

Layne 05-09-2012 17:49

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 848843)
Cercherò di riassumere… Per prima cosa s'individuano i pensieri disfunzionali, ossia si spiega al paziente perché certi suoi modi di pensare sono sbagliati; poi gli si fanno fare una serie di esercizi teorici (compilazione di grafici, tabelle, ecc.) volti a fargli capire quando e quanto i P.D. lo influenzano; infine si passa agli esercizi pratici, consistenti nel fare qualcosa che i P.D. impediscono di fare.
--- FINE DELLA PARTE SERIA ---
P.es. se uno ha paura di andare in discoteca, gli si spiega che non è vero che è piena di figobulli, fighetti, tamarri, estroversoni, donne superficiali et similia, che, anche se ci fossero, avrebbero altro da fare, che l'essere totalmente privi di senso del ritmo non impedisce di divertirsi, che non è obbligatorio ballare, che non è vero che chi esce dalla discoteca senza avere almeno baciato una donna è uno sfigato e che nessuno storcerà il naso se uno non beve; poi gli si fa compilare una tabella sui pro e contro dell'andare in discoteca; dopodiché lo si spinge senza troppi complimenti in una discoteca. Se il paziente sviene in seguito ad un attacco di panico lo si accusa di non voler guarire e gli si da altri “compiti a casa” :ridacchiare:

Mannò dai...Così è troppo semplicistico. D'accordo che non sei un sostenitore della TCC (mi pare d'aver capito :ridacchiare:), ma da quello che hai scritto pare sia quasi una baggianata utile solo per arraffare soldi agli ignari pazienti.

Ho fatto un percorso TCC di due anni.
Hai ragione, il terapeuta mi ha proposto esercizi teorici, ma niente grafici, tabelle o quant'altro; in pratica io esponevo un problema relativo ad una mia paura specifica nell'affrontare una situazione di disagio, poi insieme cercavamo di analizzare perché questa situazione mi causasse disagio e, sviscerando insieme la questione, spesso mi proponeva un cambio di prospettiva, una sorta di "messa a fuoco del problema" (perché le mie paure derivavano spesso da ansie immotivate*: tipo "ho paura che se mi comporto così poi le persone reagiranno nel tal modo e quindi mi giudicheranno negativamente"...); il suo compito, in quel caso, consisteva nell'aiutarmi a tenere sotto controllo l'ansia, nel riuscire a gestirla...Considerando varie soluzioni: provando a spostare l'attenzione verso altri pensieri e propositi "positivi" (pensieri che già esistevano in me, soltanto che erano sopraffatti dalle mie insicurezze che incessantemente spuntavano fuori per ogni minima questione), oppure proponendomi altre strategie alle quali non avevo pensato, cercando di farmi ragionare su queste e se potevano risultare validi spunti da poter mettere in pratica.

Un'altra cosa importante: non è mai successo che definisse "sbagliato" un mio pensiero o convinzione (se così fosse stato me ne sarei andato all'istante); ascoltava le mie idee, anche riguardanti eventuali soluzioni che mi venivano in mente, ed a seconda dei casi mi spronava ad attuarle o mi esortava a rifletterci su, senza giudicare nulla (che per me poi era fondamentale).





*Nel mio caso immotivate; le preoccupazioni pre-evento ansiogeno mi portavano al desiderio di evitare le situazioni (e spesso le ho evitate).
Dopo aver affrontato "l'evento ansiogeno", ciò che avevo temuto di più non si verificava. E questo è statisticamente provato, nella stragrande maggioranza dei casi non succedeva nulla di ciò che mi turbava.

Ishtar)O( 05-09-2012 18:10

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 848843)
Cercherò di riassumere… Per prima cosa s'individuano i pensieri disfunzionali, ossia si spiega al paziente perché certi suoi modi di pensare sono sbagliati; poi gli si fanno fare una serie di esercizi teorici (compilazione di grafici, tabelle, ecc.) volti a fargli capire quando e quanto i P.D. lo influenzano; infine si passa agli esercizi pratici, consistenti nel fare qualcosa che i P.D. impediscono di fare.
--- FINE DELLA PARTE SERIA ---
P.es. se uno ha paura di andare in discoteca, gli si spiega che non è vero che è piena di figobulli, fighetti, tamarri, estroversoni, donne superficiali et similia, che, anche se ci fossero, avrebbero altro da fare, che l'essere totalmente privi di senso del ritmo non impedisce di divertirsi, che non è obbligatorio ballare, che non è vero che chi esce dalla discoteca senza avere almeno baciato una donna è uno sfigato e che nessuno storcerà il naso se uno non beve; poi gli si fa compilare una tabella sui pro e contro dell'andare in discoteca; dopodiché lo si spinge senza troppi complimenti in una discoteca. Se il paziente sviene in seguito ad un attacco di panico lo si accusa di non voler guarire e gli si da altri “compiti a casa” :ridacchiare:

Interessante ... ma tu l'hai fatta senza alcun risultato?

Lian 05-09-2012 18:35

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Rispondo a Barclay riportando la mia esperienza di TCC per quanto riguarda i famigerati "compiti":

Se non riesco a svolgere i "compiti" non vengo certo criticata, e tantomeno colpevolizzata... anzi! La terapeuta prova ad "abbassare il tiro" finché non trovo il "livello giusto" di difficoltà, per poi alzarlo a poco a poco.

Esempi:
a) Per imparare a gestire il mio tempo mi sforzo di tenere una lista giornaliera di cose da fare. Quando non riesco a rispettarla, mi viene proposto di riprovare il giorno successivo con un programma più leggero.
b) C'è un professore con cui non riesco a parlare da mesi. Come "compito" mi viene dato di presentarmi al suo ricevimento, ma all'ultimo non ce la fo e rimango a casa. La seduta successiva mi viene proposto di scrivere una e-mail, e di ritentare in seguito.



Insomma: se hai effettivamente sperimentato ciò che hai descritto, credo tu non abbia avuto buoni terapeuti. Se hai cercato di descrivere una situazione verosimile, sappi che io ho provato la TCC con tre terapeuti diversi, e tutti sono sempre stati molto comprensivi, flessibili e attenti al mio caso personale.
Così rischi di diffondere informazioni non dico "sbagliate", ma perlomeno poco obiettive.

Marco Russo 05-09-2012 19:15

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
io sono sempre più convinto che Barclay abbia dei pregiudizi sulla TCC, alimentata specialmente da interpretazioni della sua lettura, ovvero da un libro sbagliato (Cognitive-Behavioural therapy for dummies).

Se leggete infatti scoprirete che Barclay non ha MAI fatto TCC.

Marco Russo 05-09-2012 19:30

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Visto che è bene dare esperienze in prima persona:
8 anni fa andavo da una psicologa (ASL), non mi ero informato dei vari orientamenti e non mi aspettavo ci fosse una tale eterogeneità nelle terapie.
Premetto che di mio sono una persona che tende a darsi dei compiti e a "forzarsi".
Comunque fatto sta che dopo 2 anni di chiacchere a strarilento (eravamo finiti a vederci 1 volta/mese, e in queste ultime sedute lei non interveniva quasi mai, mi lasciava raccontare tutte le mie avventure) e aver risolto soltanto i problemi più eclatanti, ho deciso di lasciar perdere e di considerarmi guarito.

Quando sono tornato all'asl e fui assegnato a un'altra psicologa, chiesi il suo orientamento, e già che c'ero quella della mia precedente.
Credevo che la precedente fosse una classica analista, e invece scoprii che era una terapista cognitivo-comportamentale!

Tutto quello che avevo letto a riguardo su wikipedia non trovava alcun riscontro con quello che era stata la mia esperienza!
Prima di conoscere quella verità ero assai attratto dalla TCC; ma successivamente mi trovai a farmi delle domande.

Perché tutte queste storie dei "compiti" non sono state fatte su di me?
Può essere che siano state fatte e non me ne ricordo? Può essere, ero stravoltissimo all'epoca e ho dei buchi mnemonici paurosi.
Può essere che siano state fatte in maniera molto trasparente, vista la mia disponibilità a buttarmi in gioco; cioé che colloquialmente mi ha suggerito di fare delle cose senza metterle come se fossero compiti, io le facevo e credevo di farle di mia sponte?
Boh, può essere anche questo.
Può essere che mi davo così tanti obiettivi di mio che non c'era alcun bisogno che lei mi fornisse ulteriori sfide da superare? Al momento mi rimane la spiegazione più verosimile.

Sta di fatto che senza quella parte dei compiti, la TCC che ho fatto con questa psicologa mi è risultata pressoché inutile, non avevo uno straccio di diagnosi (quando ho dovuto farmi riprescrivere una visita al cps dal medico di base ero imbarazzatissimo, non sapevo cosa dirgli!), non interveniva mai e gli unici interventi che ha fatto durante le prime sedute erano per smontare incongruenze nei miei sragionamenti talmente palesi che credo qualsiasi essere umano adulto di media intelligenza e medio senso critico avrebbe notato, a volermi parlare.

L'attuale terapeuta è psicodinamica e mi ci sto trovando a fasi alterne, probabilmente però è più adatta alla mia inclinazione "doverizzante" rispetto a un percorso di TCC.


Credo comunque che alla fine il 50% della buona riuscita dipenda dalla sintonia che si trova tra terapeuta e paziente, paradossalmente una terapia in cui ci sia ottima sintonia con un orientamento ormai sorpassato secondo me ha maggiori margini di successo.

cancellato11905 05-09-2012 20:25

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Anche io ero intenzionata a fare questa terapia,:pensando: pero' non so' se ho voglia di fare i "compiti " credo di avere pure una lieve depressione latente .Non so ,man mano che passa il tempo la voglia di far niente sta aumentando ,riesco a malapena a lavorare :testata: Domanda la serotonina viene prodotta dal cervello e da buon umore ,non c'e' qualche alimento con cui integrarla :interrogativo:Raramente mi capita di svegliarmi di buon umore e un po' piu' sicura di me ,non e' che dipende da cosa mangiamo la sera prima :interrogativo:

barclay 05-09-2012 20:27

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 849654)
Se leggete infatti scoprirete che Barclay non ha MAI fatto TCC.

Lo confermo: non conosco la TCC per esperienza diretta e non ho mai detto il contrario (il mio è uno psicanalista della "corrente" di J. Sandler). Comunque, pensavo fosse chiaro che la seconda parte del mio post era ironica, se non altro perché ho messo l'header «--- FINE DELLA PARTE SERIA ---». Chiedo comunque scusa a chi è stato indotto in errore :blushing:
Preciso che ho maggiore familiarità con la TCC applicata ai tossicodipendenti, che, evidentemente, richiede al terapista un ruolo più propositivo. Il libro da me citato è molto serio, ma sono stato costretto a riassumere in poche parole centinaia di pagine :nonso:

Wrong 05-09-2012 21:10

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Alla fine basta credere alle cose che ti dice lo psicologo -_-
Una mia conoscente ha iniziato e si trova benissimo ma lei è una che crede a tutto, anche a uno che la vuole sposare dopo un giorno di conoscenza e che dopo sparisce

Martello 05-09-2012 21:46

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Ne sto svolgendo una. E' molto dura. Lo\la psicoterapeuta ha una funzione dialettica accentuata, in pratica cerca di modificare gli schemi mentali. E' molto differente dalla psicoanalisi. E' di origine anglosassone. Si viene spesso contraddetti, tramite queste terapia ''traumatica'' si dovrebbe rinsavire.

Layne 06-09-2012 01:29

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 849737)
Lo confermo: non conosco la TCC per esperienza diretta e non ho mai detto il contrario (il mio è uno psicanalista della "corrente" di J. Sandler). Comunque, pensavo fosse chiaro che la seconda parte del mio post era ironica, se non altro perché ho messo l'header «--- FINE DELLA PARTE SERIA ---». Chiedo comunque scusa a chi è stato indotto in errore :blushing:
Preciso che ho maggiore familiarità con la TCC applicata ai tossicodipendenti, che, evidentemente, richiede al terapista un ruolo più propositivo. Il libro da me citato è molto serio, ma sono stato costretto a riassumere in poche parole centinaia di pagine :nonso:

Si si, avevo notato la divisione del tuo post serio/ironico...Mi dispiaceva far passare il messaggio che la TCC è scarsamente utile...Diciamo che in alcuni casi può essere un buon "percorso", forse in altri meno (poi certo una prerogativa importante è l'essere in "sintonia" con il proprio terapeuta).:sole:

NoSurrender 06-09-2012 01:31

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da Layne (Messaggio 850093)
(poi certo una prerogativa importante è l'essere in "sintonia" con il proprio terapeuta).:sole:

è vero, anzi direi che è addirittura fondamentale.

HurryUp 06-09-2012 12:50

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da Martello (Messaggio 849877)
Ne sto svolgendo una. E' molto dura. Lo\la psicoterapeuta ha una funzione dialettica accentuata, in pratica cerca di modificare gli schemi mentali. E' molto differente dalla psicoanalisi. E' di origine anglosassone. Si viene spesso contraddetti, tramite queste terapia ''traumatica'' si dovrebbe rinsavire.

Ecco, messa così già capisco che non fa per me. Io sono già analitico di mio, se qualcuno vuole fare una maieutica socratica su di me deve avere i c******* rettangolari, se vuoi modificare i miei schemi cognitivi, o anche solo indurre un "cambio di prospettiva"... non credere che sia così facile :) per questo mi lascia scettico la parte "cognitiva" della TCC, perchè se il terapeuta fallisce il proposito di correggere uno schema cognitivo "disfunzionale" facendolo uscire addirittura rafforzato... è finita.
Per questo mi chiedo: la TCC funziona con personalità analitiche? O questi è meglio che si arrangino da soli secondo il motto "chi fa da se fa per tre"?

barclay 06-09-2012 13:19

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 850411)
Per questo mi chiedo: la TCC funziona con personalità analitiche? O questi è meglio che si arrangino da soli secondo il motto "chi fa da se fa per tre"?

Questa è una buona ipotesi: anch'io sono molto analitico ed è molto difficile convincermi di qualcosa usando argomenti esclusivamente logici: infatti il mio psicanalista insiste molto nell'analisi dei miei sentimenti e di tutti quegli aspetti della vita in cui la ragione non è coinvolta.

Otago 06-09-2012 14:29

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Secondo me più che il tipo di terapia bisogna trovare il bravo professionista.
Poi dipende anche dal "carattere" della persona, credo che la TCC non sia fatta per tutti; io ad esempio vivrei i vari compiti come degli obblighi che mi vengono imposti e non come qualcosa che nasce da me.

HurryUp 06-09-2012 14:38

Re: Terapia cognitivo-comportamentale
 
Quote:

Originariamente inviata da Otago (Messaggio 850552)
Secondo me più che il tipo di terapia bisogna trovare il bravo professionista.
Poi dipende anche dal "carattere" della persona, credo che la TCC non sia fatta per tutti; io ad esempio vivrei i vari compiti come degli obblighi che mi vengono imposti e non come qualcosa che nasce da me.

Io invece vivrei bene i compiti e male la parte dialettica della messa in discussione degli schemi cognitivi :)


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