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Re: Inoppugnabile destino
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Il geocentrismo è un modello astronomico sostenuto da Aristotele, sì, ma soprattutto da Tolomeo, geografo del secondo sec dopo Cristo, operante ad Alessandria d'Egitto, ritenuto il massimo esperto in materia geografica dell'antichità. Dopo di lui nessuno più opererà la correzione del disegno della Terra fino al quindicesimo secolo.:occhiali: Quote:
Socrate di Atene era un filosofo del quinto secolo avanti Cristo. Un suo amico di nome Cherefonte interrogò l'oracolo di Delfi, e il responso dell'oracolo era che "di tutti gli uomini Socrate è il più sapiente". Le sue parole furono un enigma, per risolvere il quale decise di intraprenderre il suo cammino filosofico. Non credendosi un sapiente e tuttavia sapendo che l'oracolo non può mentire, egli interrogò i più sapienti dei cittadini: politici, poeti, tecnici. Non pervenne a una risposta soddisfacente: il sapere di costoro apparve ristretto e specialistico, incapace di giungere alla verità. E invece interrogando se stesso che Socrate riuscì a interpretare le parole dell'oracolo. Quel che il dio intendeva dire è che la sapienza umana vale in realtà poco o nulla. Il più sapiente tra tutti era dunque proprio colui che, come Socrate , sa di non sapere. per il resto della sua vita Socrate si dedicò alla missione di rendere consapevoli gli uomini della loro ignoranza, così da indurli alla cura della propria anima, secondo la prescrizione dell'antico motto delfico "Conosci te stesso" (dal greco "Γνῶθι σεαυτόν" e dal latino "Nosce te ipsum"). D'altronde studio lettere antiche, no?:occhiali: Roy io possiedo la conoscenza suprema:occhiali:, come vedi... Se vuoi fare una "riflessione profonda" su "il mondo e la tua rappresentazione" fai pure. Ma non fare generalizzazioni e non creare leggi universali. Ricordati Socrate ti vede... Qualcuno diceva: ""Anche qui siamo diversi" ...già, già... |
Re: Inoppugnabile destino
E bravo Daniele89, hai capito che era il motto delfico! Bravo!:applauso:
E' perchè ti chiami come me!:applauso: |
Re: Inoppugnabile destino
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P.S.: Quote:
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Re: Inoppugnabile destino
La frase completa era"uomo conosci te stesso e conoscerai l'universo e gli dei che in esso dimorano":)
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Re: Inoppugnabile destino
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Re: Inoppugnabile destino
Io non insulto nessuno, vorrei la dimostrazione pratica di maggior acume nelle vostre risposte. La mia non è una domanda filosofica, non voglio lezioni di lettere antiche... filosofia trita e ritrita con i rispettivi esponenti... Alvinn Toffler scrisse: "le differenze del 2000 saranno dettate più che dal denaro, da chi sa e da chi non sa". Ma non sempre si fa la figura migliore nel mostrare il proprio sapere, specialmente se è fuori luogo. Perciò attenetevi al tema della riflessione iniziale.
Winston_Smith credo tu sia un utente storico del forum e in un certo qual modo me ne dispiaccio, nel modo più fraterno possibile (chiaro almeno questo?). Persino Gandhi usò innumerevoli volte la parola violenza mischiata alla parola non-violenza... le mie frasi non sono contraddittorie, oltre che sintatticamente corrette. Non ho bisogno di difendere le mie teorie e non lo faccio. Ripeto: attenetevi al tema, altrimenti continueremo a scrivere di tutt'altro. |
Re: Inoppugnabile destino
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Sì, OK prendo atto del tuo dispiacere, grazie mille, ma veniamo al sodo. Quote:
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Re: Inoppugnabile destino
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Dovrebbe finire nel nono cerchio dell'Inferno :male: (prima o seconda zona? :pensando:) |
Re: Inoppugnabile destino
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Parliamo invece del fatto che tu hai un curriculum di esperienze con l'altro sesso che io alla tua età mi sognavo... Quote:
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Re: Inoppugnabile destino
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Hai tradito la patria (Fobia Sociale.com) venendo meno alla prima legge del sociofobico: "Sono tutte fidanzate". Tu hai trovato una fidanzata, vergogna :male: Pentiti :male: |
Re: Inoppugnabile destino
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Re: Inoppugnabile destino
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Re: Inoppugnabile destino
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Re: Inoppugnabile destino
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e vabbè ognuno fa gli esempi con ciò che legge :miodio: i fumetti hanno pur sempre il loro perchè http://emoticonforum.altervista.org/.../sieno/146.gif |
Re: Inoppugnabile destino
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Re: Inoppugnabile destino
Mi dai fastidio.
Altro che raziocinio e intelligenza pragmatica. Credo che sia una questione di compatibilità, non aver nulla da raccontare non significa necessariamente non aver nulla da dire o vuoto interiore ma può essere sintomo di molte e molte cose (se trovo noiosa una persona onversarci diventa automaticamente pesante e mi viene difficile trovare di che parlare), al contrario, se ho una certa affinità con qualcuno potrei parlare con lei giorni e giorni di cose inutili senza mai "stancarmi", per così dire. Mi è capitato di incontrare ragazze con cui non riuscivo a spiccicare parola e mi è capitato di fare conversazioni di 40 minuti che sembravano esserne passati 5. Probabilmente il reale problema è quello del coraggio e, mi spiace, si può superare solo con la "pratica" e l'incremeto dell'autostima. Poi vabè, in genere ogni individuo fa storia a sè e i problemi in realtà possono essere moltissimi. |
Re: Inoppugnabile destino
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Re: Inoppugnabile destino
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Noi non veniamo visti funzionali a tale teatrino e quindi veniamo più o meno gentilmente accantonati.... |
Re: Inoppugnabile destino
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,di valutare positivamente le risposte che ti aggradano Quote:
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Vorrei fare anch'io delle riflessioni su di te, caro Roy. Il tuo esordire con questa discussione, mi lascia intendere che tu non abbia ben presente cosa sia la "fobia sociale", come rimarca il continuo prendere le distanze riferendosi alla seconda persona plurale e aggettivi e pronomi possessivi alla seconsa persona plurale Quote:
Ho guardato la tua presentazione, che menziona brevemente e genericamente tuoi problemi di ansia. Personalmente mi sembra doveroso che, prima di parlare, si debba necessariamente avere un quadro completo della situazione, e personalmente non accetto consigli nè critiche da chi non è sociofobico, nè sa cosa significhi esserlo, nè possiede alcuna competenza a riguardo..."Sutor ne ultra crepidam", insomma. Credo tu possa trovare ciò interessante http://www.fobiasociale.com/ansia-sociale.phphttp://www.fobiasociale.com/cause.php Mi sembra di aver pure già visto qualcosa di simile, postato da un utente non sociofobico http://www.fobiasociale.com/siete-pi...-realta-14794/. Quote:
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Il primo caso, che tu dai per raro, è parecchio frequente. Sono molte le persone qui che lamentano casi di bullismo, umiliazione, derisione, emarginazione, discriminazione, scarso affetto da parte dei genitori... durante l'infanzia, la fanciullezza e l'adolescenza, ossia le fasi di crescita della persona, in cui essa è più debole. La ripetizione di questi casi nel tempo, porta a effetti che non sono difficili da immaginare. Per il secondo caso tu parli di problemi relazionali che influenzano il personale; non vedo grande differenza, anche perchè ci sarebbe da chiedersi donde provengano tali problemi relazionali. E' ovvio che poi i problemi sociali invalidano la sfera personale. Fai l'esempio della volontà di trovare l'amore, e del non riuscirvi per mancanza di coraggio: ma cosa ha portato a non averlo quel coraggio? Proviene da bassa autostima, da scarso contatto sociale, dall'aver subito bullismo, poco affetto...siamo sempre lì. I problemi personali generano quelli relazionali, che a loro volta invadono la sfera personale, portando nel peggiore dei casi a depressione e avolizione. Quello che tu chiami mancanza di coraggio è mancanza di un "ubi consistam": Archimede diceva: "Da mihi ubi consistam, terram caelumque movebo" ossia "Dami dove appoggiarmi, e muoverò terra e cielo". Anche nel caso in cui una persona si sia volutamente isolata e non abbia avuto grossi problemi personali, mancando di esperienza sociale e avendo scarsa autostima, sicurezza, e paura, non sa "dove appoggiarsi" per trarre forza e sicurezza. E' come sprofondare nelle sabbie mobili e non avere radici e rami da stringere per destarsi; manca il punto d'appoggio e i mezzi necessari. P.S. Quote:
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Re: Inoppugnabile destino
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"Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre sì come sire: quelli è Omero poeta sovrano; l’altro è Orazio satiro che vene; Ovidio è ’l terzo, e l’ultimo Lucano. Però che ciascun meco si convene nel nome che sonò la voce sola, fannomi onore, e di ciò fanno bene". Così vid’i’ adunar la bella scola di quel segnor de l’altissimo canto che sovra li altri com’aquila vola. Da ch’ebber ragionato insieme alquanto, volsersi a me con salutevol cenno, e ’l mio maestro sorrise di tanto; e più d’onore ancora assai mi fenno, ch’e’ sì mi fecer de la loro schiera, sì ch’io fui sesto tra cotanto senno. (Inferno IV, 85-102) :occhiali: |
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