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Re: Che significa fare dei propri difetti un punto di forza?
Conoscevo almeno un paio di soggetti. Loro se ne fottevano delle loro sfighe, forse in parte non se ne rendevano conto. E fondamentalmente quelli che gli stavano attorno se ne fottevano anche loro, o ci avevano fatto l'abitudine, qualche comportamento rivedibile gli arrivava lo stesso certo piu di quanto si facevano gli altri tra di loro. Ma loro c'erano dentro, e poteva non essere male in fondo.
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Re: Che significa fare dei propri difetti un punto di forza?
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Re: Che significa fare dei propri difetti un punto di forza?
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sto a morì ahahahahah |
Re: Che significa fare dei propri difetti un punto di forza?
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Vedo di spiegarmi meglio. Nella prima parte faccio una mia definizione di difetto: il criterio della qualità risponde ad una definizione d'ordine, dove a qualitá maggiore corrisponde una sovrapponibilità, in senso monodirezionale, con la qualità minore. Faccio l'esempio della bottiglia e della tanica. Poi metto in luce che tutto dipende da come si sceglie il criterio di qualità, scelta che definisco arbitraria. Tu parli di soggettività, io di arbitrarietà. E' qui che non ci troviamo. Io includo la soggettività nell'arbitrarietà, ma in un discorso puramente astratto, è chiaro che non sempre il criterio è soggettivo. Se l'analisi è di tipo utilitaristica è ovvio che il criterio sará oggettivo, e vedrá come miglior rappresentante ora la tanica, ora la bottiglia, ora la vasca, a seconda dello scopo. Ritornando IT è chiaro che quando parliamo dei difetti delle persone, il tutto rientra nell'ambito della soggettività. A me ad esempio le ragazze piccoline piacciono un macello, mentre so che altri preferiscono le stangone. |
Re: Che significa fare dei propri difetti un punto di forza?
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