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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Sottolineerei una parte della risposta di Kitsune, ossia il fatto che la fobia sociale non implica necessariamente odio, ribrezzo o sentimenti d'attacco verso l'esterno (non credo fosse quello che volevi dire, ma sempre bene precisare). Il malessere è vero... spesso porta fuori il peggio delle persone. Ed è una cosa importante a ben pensarci. Perchè quando ci si rende conto di essere su un limite, in una crisi che potrebbe portarci a un punto di non ritorno, quello è il momento in cui si può davvero decidere di cambiare. :bene: Quote:
(potrebbe essere letta anche come "il fobico è tale perché non ha ancora deciso di cambiare" - lungi da me pensare una cosa simile) |
Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Tra il teneresi la propria fs senza farci niente e avere come unico obiettivo diventare identico in tutto e per tutto alle persone che si veodno fuori, esistono anche altre via, altre alternative.... Ovviamente la maggior parte dei "normaloni" non hanno i nostri problemi a livello sociale, non che li hanno anche loro ma li combattono e bla bla, non li hanno....Ne hanno altri, tipo lavoro, salute, disgrazie che ti capitano, tutte cose che possiamo avere anche noi, in più a differenza loro abbiamo i casini che abbiamo a livello di relazioni interpersonali. La personalità è impossibile non averla, ce l'hai anche se vivi da sempre in un'isola deserta, è un interfaccia per rapportarti con l'esterno, anche se questo esterno è il deserto. Forse i casi in cui non c'è si possono ritrovare in gravi malformazioni, cioè persone che vivono su di un letto, paralizzate, sorde cieche e mute, negli altri casi la personalità c'è.... |
Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Comunque io non mi esprimo più, sono veramente parole al vento. |
Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
e a te si può sapere che può importare?
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
Non capisco a che serva poi fare a gara su chi sta peggio,o far continuamente notare che l'altra persona non sta male come stai male tu...farlo aiuta forse a risolvere i propri problemi?
Trovo questo topic molto costruttivo e pieno di spunti di riflessione ...:bene: Un altra cosa che ho notato(come si è detto prima) è il sovrappore la parola estroverso a parole come stupido,superficiale,tamarro...quando non è cosi,ci sono queste categorie tra gli estroversi come ci sono tra gli introversi... Immaginiamo per un attimo il mondo al contrario.....dove i sociofobici sono una maggioranza e gli estroversi una minima parte....per l'idea che molte persone hanno qui(cioè di essere migliori ,più profondi ecc...) gli estroversi verrebbero trattati da sfigati,emarginati,tutti senza distinzione,esattamente come molte persone qui lamentano di essere trattate...molti sociofobici lamentano di essere giudicati...ma giudicano e giudicano etichettando negativamente tutto in insiemi identici e generali(donne superficiali,estroversi superficiali ecc...)....io stessa mi ritrovo a cadere spesso in certi errori,ma se non altro ho capito che non è giusto... Cercare di non ragionare per stereotipi mi sembra molto salutare,in quanto essi sono nati è vero per "semplificare" e facilitare processi mentali...ma a mio avviso uccidono la curiosità,non permettono di aprire la mente e scoprire cose o fare esperienze nuove,e al posto di liberarti ti ingabbiano nei tuoi problemi... Certo è bello cullarsi nella convinzione che noi siamo migliori di tutto il resto...in molti casi si è sicuramente meglio di certe persone...ma elevarsi quasi a Semidei lo trovo un prendere in giro se stessi... |
Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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non credo si tratti di una gara a chi ha più problemi, però se si mostra di stare meglio, di essere talvolta più allegri e positivi si passa per falsi ed "estroversi"... trovo il topic costruttivo, è un buon confronto.. l'essere introversi o sociofobici non creda impedisca di affrontare la vita con un sorriso sulle labbra...a me è quello che mi fa andare avanti, cercare il meglio in ogni cosa, ma questo non vuole certo dire che dietro questo proposito non ci sia una voragine... |
Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
Non bisogna nemmeno sfogare la propria non-amarezza sugli altri, ovviamente parlando del forum, perché fuori di qui c'è un luogo ed un tempo per ogni cosa.
Il rispetto deve essere reciproco, troppo comodo pretenderlo a senso unico, e questo vale per tutto. |
Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
Ogni tanto compaiono interventi partendo dal presupposto che il fobico debba aprirsi, dimenticandosi o ignorando di considerare che la chiusura è una difesa perché l'apertura è una condizione che arreca malesseri ingestibili e alle volte inguaribili, dimenticando o ignorando che per aprirsi bisogna lavorarci prima sopra creando quelle che sono le difese immunitarie per evitare condizioni di peggioramento.
Discorsi sull'automiglioramento? Qui per la maggior parte dei casi è necessario parlare di vere e proprie terapie comportamentali e cognitive. Medaglie al problema? giudicare? Qui per tanti casi parliamo di disturbi con diagnosi psichiatriche, gente che assume dei farmaci. Strumenti che aiutano a meglio inquadrare i problemi per essere aiutati con le giuste soluzioni. Questi sono i soliti discorsi contro i luoghi comuni, sappiamo benissimo che esistono e che dividono l'utenza. Cosa otteniamo criticando quelle persone depresse che sono diventate pessimiste? è questo lo spunto di crescita? esorcizzare il male? Chi era che giudicava chi? Visto che filosofeggiamo, a cosa serve millantare il solito stato mentale di "enlightenment peace and love" che nessuno raggiunge mai se non per 5 minuti ogni morte di papa? La verità è sempre la stessa, qui siamo tutti diversi e ognuno ha la propria unica strada da percorrere. |
Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
Ciao a tutti,vorrei dare la mia opinione a riguado.
Penso che Klav non abbia tutti i torti. In passato mi è capitato di avere reazioni orgogliose e di sentirmi in guerra con il mondo. Pensavo che se il mondo non mi accettava allora non mi meritava e che erano tutti degli idioti superficiali. Sinceramente penso che questo mio attaggiamento fosse un po' come la storia della volpe e dell'uva, ma a breve termine mi ha aiutato ad affrontare la mia situazione, a sentirmi meno debole.Alla lunga però non mi ha portato a niente se non ad isolarmi ancora di piu. Oramai considero la mia fobia sociale un handicap che devo assolutamente superare. Mi ha fatto perdere tantissime occasioni e la mia vita sarebbe stata molto migliore senza. Accetto che sia una parte di me, ma io pretendo di piu da e per me stesso. |
Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
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e se qualcuno è talmente ipersensibile da non sopportare neanche di leggere di sfuggita atteggiamenti che persino ipoteticamente denotino una parvenza di serenità interiore, il problema è di questa persona. il mondo non si può adeguare alle pare di pochi elementi. penso sia inevitabile il contrario! è un po' quello che porta un fobico a chiudersi in sé stesso, la sua incapacità di adattarsi. ma purtroppo, o ti adatti o ti isoli. ci siamo passati tutti. |
Re: Alcune considerazioni sulla fobia sociale
Quoto Kitsune.
E aggiungo che ognuno ha i suoi limiti, alcuni soggettivi ma altri oggettivi. Se questi non esistessero il pensiero positivo sarebbe qualcosa che si differenzia dal pensiero magico primitivo, dato che invece esistono il modo con cui spesso s'intende il primo finisce per coincidere col secondo. Se partiamo dal fatto che volere non è potere, si può trovare un punto d'incontro tra pessimisti e ottimisti. Sicuramente, qui prevale un'ottica svalutativa, nessuno lo nega, ma la strada per uscirne non per tutti può essere quella di emulare una personalità differente dalla propria. (Personalmente la ritengo una strada pericolosa, ma chi sono io per dirlo?). Altri, hanno trovato più utile partire dalla piena accettazione di quello che si è, che non è orgoglio per il disagio mentale ma stima per la propria persona, per quello che si è riusciti a fare nonostante il peso che ci si trascina dietro. Detto questo, non è nemmeno vero che la fobia impedisce "ogni" relazione, sappiamo che l'ansia sociale ha varie declinazioni e accettare che probabilmente mai nella vita ci farà piacere entrare in una discoteca non significa che non possiamo coltivare relazioni in altri contesti a noi più consoni. Voler cercare di guarire sotto questo aspetto secondo me è alienante, per molti frustrante perchè realmente impossibile in quanto si scontra con i limiti di cui parlavo prima. Guarire nel nostro caso significa stare bene, e stare bene può voler dire trovare un equilibrio tra le nostre inclinazioni e le esigenze della vita sociale. Bisogna sempre ricordare che la solitudine può essere una scelta, l'esclusione invece è imposta ed è quella che fa soffrire. |
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