Originariamente inviata da Liedacil
(Messaggio 681487)
Ecco mi ritrovo a scrivere in un topic che non parla (esplicitamente...) di fobia sociale, timidezza e similari... Evidentemente non ho molto da dire :ridacchiare: (:mannaggia:)
Farsi le domande è già di per sé una cosa importante, anche se non sempre si hanno delle risposte!
Ora non voglio fare un discorso concernente l'aspetto religioso/spirituale, in quanto "risposte" in questo caso ce ne sono (ma davvero? È uno degli scopi, credo), ma hanno una pecca: di religioni o credenze o addirittura superstizioni ce ne sono tante (o tante varianti)...
Da dove vengono le anime? Io chiederei ancora prima, ma una cosa che si chiama "anima" esiste?
Dove andremo a finire? Vista la tendenza attuale, probabilmente molto male :ridacchiare:
Naturalmente, la dipendenza della nostra destinazione "dopo" dal modo in cui conduciamo la nostra vita è chiaramente relazionata alle molteplici varianti di cui sopra...
Ora, non vedo come la nostra esistenza possa essere inficiata dalla non esistenza di un "dopo" (metafisico). Voglio dire, non è necessario ammettere l'esistenza di "qualcos'altro" per garantire la nostra esistenza... Credo che sia molto più semplice ammettere la nostra esistenza (intendo l'esistenza del nostro universo) piuttosto che dire: assumo che esista un'entità esterna che poi ha posto in essere il nostro universo; ma così dovrei ammettere l'esistenza a priori di questa entità che ho introdotto per spiegare la nostra esistenza. E l'ho introdotta proprio per svicolare il problema di un'esistenza "a priori" (non so se è l'espressione corretta). A rigore dovrei quindi cercare un'altra entità B con cui spiegare l'entità A. Ma allora diventa una catena infinita. Non so se poi si possa arrivare a qualcosa di definito, ma non è più semplice troncare questa catena all'inizio e ammettere direttamente la nostra esistenza e basta?
Naturalmente però questo non delegittima la domanda: "Ma da dove è saltato fuori il nostro universo?" Quello che viene escluso e che provoca la catena infinita, è una ricerca di un'entità esterna (penso); nulla impedisce di capire come si sia evoluto l'universo. Ma a questo punto possiamo venire al problema dell'eternità. Anche in questo caso, se dico "l'universo, assieme allo spazio-tempo, è nato col big-bang, in un preciso 'momento' ", mi ritrovo con lo stesso problema di prima, verrebbe da chiedermi "Ma cosa c'era 'prima'?". Niente... per quanto ne sappiamo (e non è che quello che sappiamo sia molto). Voglio dire, se posso parlare di un "momento", di un "dopo", allora mi viene spontaneo pensare ad un "prima" (ma forse proprio in questo ragionamento c'è un vizio logico che non vedo).
Da questo punto di vista, a mio parere, l'eternità è più semplice. Anche se il nostro universo è nato col big-bang, posso sempre pensare che comunque esista un "multiverso" in cui continuamente spuntino nuovi universi (o altre spiegazioni che assumano l'esistenza di qualcosa senza un "prima" e un "dopo"). Però, arrivati fin qui, è la mia mente che chiede pietà non sapendo gestire il concetto di eternità, tropo vasto per essere concepito appieno. In questo senso mi suscita una sensazione di soffocamento, di nullità...
Ok, ho sproloquiato anche troppo...:ridacchiare:
|