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Robedain 24-06-2010 02:00

Re: La Felicità, la Paura e la Meditazione.
 
Io medito per una quindicina di minuti (non tutti i giorni, lo ammetto): mi siedo comodo nella mia stanza, chiudo gli occhi, rilasso il corpo e semplicemente non penso a nulla, ascolto solo il ritmo regolare del mio respiro...
Quando mi faccio distrarre dal vortice dei miei pensieri (il che accade spesso ed è fastidioso ma è inevitabile, specie all'inizio), mi concentro sul momento presente e lascio scivolare via quei pensieri...
Poi, ogni mattina al risveglio, pratico dei semplici esercizi yoga chiamati i 5 tibetani, ne ho già parlato in un altro post...

Ciko 28-06-2010 18:12

Re: La Felicità, la Paura e la Meditazione.
 
Quote:

Originariamente inviata da kocis666 (Messaggio 362007)
ma in cosa consiste sta meditazione ? Cioè come si fà ? papale papale!

Questa meditazione consiste essenzialmente nella recitazione del titolo del Sutra del Loto, la frase: NAM MYOHO RENGE KYO ( che si legge Nam mio ho renghe chiò).
Si recita ripetendo questa frase più volte come accade per i Mantra, arrivando a produrre un suono e una vibrazione che inducono la mente in un profondo stato meditativo.

Nam myoho renge kyo, Nam myoho renge kyo, Nam myoho renge kyo.

Nocturno83 28-06-2010 18:17

Re: La Felicità, la Paura e la Meditazione.
 
non ci riuscirei, appena leggo questo mantra ripenso alla scenetta dei Simpson in cui lo ripeteva Lisa, che si era appena fatta buddista, :laugh:

Ciko 28-06-2010 18:20

Re: La Felicità, la Paura e la Meditazione.
 
Quote:

Originariamente inviata da Nocturno83 (Messaggio 364851)
non ci riuscirei, appena leggo questo mantra ripenso alla scenetta dei Simpson in cui lo ripeteva Lisa, che si era appena fatta buddista, :laugh:

Ahahah! Davvero si sente proprio questo mantra in una puntata dei Simpson?
Sei sicuro che sia proprio questo?

Nocturno83 28-06-2010 18:25

Re: La Felicità, la Paura e la Meditazione.
 
mi pare proprio di si

Ciko 23-07-2010 13:36

Re: La Felicità, la Paura e la Meditazione.
 
YouTube- flower ps3 daimoku

Grande Fobia 23-07-2010 17:02

Re: La Felicità, la Paura e la Meditazione.
 
Quote:

Originariamente inviata da Ciko (Messaggio 364849)
Questa meditazione consiste essenzialmente nella recitazione del titolo del Sutra del Loto, la frase: NAM MYOHO RENGE KYO ( che si legge Nam mio ho renghe chiò).
Si recita ripetendo questa frase più volte come accade per i Mantra, arrivando a produrre un suono e una vibrazione che inducono la mente in un profondo stato meditativo.

Nam myoho renge kyo, Nam myoho renge kyo, Nam myoho renge kyo.

Se cantiamo coca-cola va bene lo stesso?

soloio 23-07-2010 19:22

Re: La Felicità, la Paura e la Meditazione.
 
Quote:

Originariamente inviata da Ciko (Messaggio 361954)
Sicuramente i dubbi e le paure che affollano le nostre menti ci ostacolano pesantemente, disperdono le nostre energie e non ci permettono di vivere pienamente.
Ancora una volta scopriamo che la Paura ha un ruolo centrale anche qui, matrice comune di tante problematiche e sofferenze.
La paura ha origine dalle nostre illusioni, dalle convinzioni erronee ormai radicate in noi e che non siamo disposti facilmente a mettere in discussione, dalla nostra "ignoranza" sulle cose della Vita: continuamo a restare "attaccati" a idee e falsi concetti che ci fanno soffrire.
Col tempo con sorpresa ho scoperto che ciò che risolve le nostre paure, non è il coraggio spicciolo che chiamiamo audacia, ma quel coraggio più profondo e autentico che nasce dalla fiamma del nostro "Spirito di ricerca" e ci conduce alla "Saggezza". Questa diventa la chiave per vederci chiaro e superare le paure: la chiarezza ha un ruolo fondamentale, e quando siamo presi dalle nostre paure sorgono mille dubbi e viviamo nella confusione.

Le paure radicate in noi (scusate se uso il plurale, ma voglio includere chi si ritrova nel mio stesso stato), cioè la paura dell’abbandono, del distacco, dell’umiliazione, del confronto, riescono a prendere sempre il sopravvento e ci impediscono di fidarci, di affidarci, di lasciarci avvicinare. La “migliore” soluzione sembra sempre quella della fuga. Meglio non esporsi. Meglio non vivere in prima persona la nostra vita. Meglio non essere coinvolti. Meglio la solitudine.
E così, le relazioni interpersonali che per i “normali” risultano semplici da affrontare, per noi sono praticamente impossibili da sostenere.
Ed anche se proviamo sentimenti positivi e coinvolgenti verso qualcuno non riusciamo in concreto a viverli, perché… perché siamo fatti troppo male. Troppo diversi dalla “normalità”.
Ma è inutile pensare che debbano essere gli altri a capire il nostro mondo (di sicuro non ci arriverebbero mai, visto che viene difficile a noi stessi capire del perchè siamo così), dovremmo essere noi a fare lo sforzo per cercare di avvicinarci ad essere “normali”.
Ben venga quindi la meditazione o tutto ciò che ci può aiutare a capire come siamo fatti; quali sono le nostre paure, quali i meccanismi mentali che governano il nostro io, quali i nostri limiti.

(E’ brutto rendersi conto che per paura di vivere, ci stiamo lasciando morire).


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