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Re: Se questo è un uomo (cit.)
Cioè, in che senso? E comunque a me sembra che l'unico che non sia visto come essere umano qui sia il condannato...
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Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Tutto sommato, è un ragionamento dotato di logica...alla base di ciò c'è il concetto che lo stato e la legge possono uccidere, a determinate condizioni. Per loro il fatto che lo stato abbia il potere di uccidere è una minaccia in grado di impedire i reati (se c'è la pena di morte, secondo loro, un assassino ci pensa due volte prima di ammazzare una persona)..quindi per quegli esecutori uccidere quell'uomo equivale a salvarne dieci, o cento. |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
nel senso che comunque mi pare che non sappiamo spiegarci perché quella gente lo fa, se non pensandoli come alienati, per megalomania o per chissà cos'altro, dalla loro umanità.
il che ci può anche stare, ma allora vorrebbe dire che non ci rimane molto da fare. forse è che sbagliamo a pensare che tutto sta alle scelte dei singoli, e che sia il loro consenso a perpetuare ogni forma di orrore, come a pensare che il rifiuto di ognuno potrebbe dare uno stop a tutto questo. |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
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tu metti un segno meno alla società, uccidendo, io metto un segno più, uccidendoti. |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Se tutti dicessero NO, la pena di morte finirebbe domani, almeno negli Stati democratici come gli USA dove il consenso popolare conta qualcosa. |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
finirebbe la sua istituzione. il problema è ciò che porta a fondarla.
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Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Non bisogna cessare di parlare e di tentare di convincere quanta più gente possibile. |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Sulla pena di morte ho dei dubbi ma non di natura etica bensì legati alla possibilità di errore e al fatto che in diversi stati è una pena a cose che per me non sono meritevoli di morte e addirittura non andrebbero considerate reato. Io non penso comunque sia arrogante che uno che non ha mai ucciso nessuno consideri meritevole di morire uno che ha assassinato o violentato. |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
Ovviamente io sono contrario, e l'arroganza per me sta nel fatto che ci si ritiene capaci di un atto dalle conseguenze estreme e irreparabili come quello della morte, di togliere la vita (cosa che non dovrebbe essere concessa a nessun uomo).
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Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Nell'avanzatissima svizzera, che è più frammentata degli usa, un piccolo cantone è riuscito a impedire il voto alle donne fino al 1990 questo fa venire qualche dubbio sulla validità di certe opinioni diffuse in italia che vedono nel federalismo la cura di tutti i mali |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Non ricordo se alla fine furono decisivi anche alcuni pronunciamenti della Corte Suprema, ma per la pena di morte si potrebbe seguire un percorso analogo, ovviamente "preparando il terreno" nelle coscienze della gente. |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Per il resto in America i neri sono sempre quelli che si puzzano di fame e che si prendono 30 anni per il furto di un televisore, o no? Degli americani però si può dire che sono ingenui, ma non sono il male, sono come cera: sopra ci puoi scrivere di tutto, tanto basta una passata. E' così che ci mettono entusiasmo: dalla rivoluzione ai diritti civili passando per lo sterminio degli indiani, qualche strega bruciacchiata e lo schiavismo. |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
Volevo chiarire la mia posizione riguardo alla pena di morte.
Io credo che in uno Stato civile la detenzione dovrebbe avere due scopi: 1) proteggere la comunità dalle azioni delittuose di alcuni suoi membri; 2) svolgere una funzione di espiazione della pena che faccia rendere conto al detenuto del male commesso e lo riprepari alla vita in società. Attualmente, per come sta messa la giustizia in Italia, entrambi gli scopi sembrano abbastanza difficili da raggiungere (il primo viene reso più difficile da certe leggi salva-tutti), ma questo è un discorso a parte. E' però certo che la pena di morte può al massimo assolvere al primo dei due scopi, non al secondo. E il primo scopo può essere comunque raggiunto con una legislazione che garantisca la certezza della pena, che a mio parere è l'unico vero deterrente in grado di scoraggiare l'aumento del crimine: la pena di morte può al massimo incattivire gli animi e portare chi ha intenzione di delinquere a farlo cercando il peggio per il peggio. Ad ogni modo, uccidendo il condannato si realizza un processo alle intenzioni, non alle azioni. Cioè si giudica a priori il condannato incapace di recuperare una modalità di vita accettabile per la società, anzi una modalità di vita tout court. In quest'ottica io parlo di presunzione, come se si potesse leggere nella mente e nel cuore di un uomo a tal punto da capire come andrà la sua vita da quel momento in poi e se essa è degna di essere vissuta. Senza contare il fatto che, se proprio il detenuto dovesse essere giudicato "irrecuperabile", ci sarebbe sempre l'ergastolo... Il criterio "una vita per una vita", invece, non lo prendo proprio in considerazione. Il fatto che uno abbia ucciso non autorizza nessuno a diventare un assassino come lui. Il desiderio di vendetta (perché di questo si tratta) può essere naturale nei parenti della vittima, ma proprio per questo la giustizia è stata sottratta agli odi di parte, e affidata a persone terze, se no si tornerebbe ai tempi dei Longobardi e delle faide, come dicevo prima. E se dovessimo stabilire il criterio "una vita per una vita", allora come ci regoleremmo in caso di stupro, di rapimento di un bambino? Si dovrebbe stuprare la moglie del colpevole, rapirne il bambino? L'ottusa proporzionalità è quella... E trovo davvero barbaro e primitivo, oltre alla possibilità lasciata dallo Stato a dei cittadini volontari (sia pure appartenenti alle forze dell'ordine) di uccidere, lasciando spazio ad eventuali desideri di vendetta o impulsi da giustiziere, anche la possibilità lasciata ai parenti delle vittime di andare a vedere l'esecuzione dell'assassino, istigandoli all'odio e a far venir fuori il lato peggiore di sè (indipendentemente da ciò che essi possono provare di per sè) e riportando la concezione della giustizia a quella di una faida personale. Non mi sembra di aver mai letto che il dolore di qualcuno sia mai stato alleviato da un tale spettacolo... Cosa ci sia di buono nell'assistere a scene del genere, non saprei: ![]() |
Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Re: Se questo è un uomo (cit.)
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Re: Se questo è un uomo (cit.)
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