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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
Non capisco perché una roba simile dovrebbe aiutarci.
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
Vediamo se ho capito. Spesso i fobici si fanno delle paranoie a volte infondate, per il semplice fatto che spesso...uno ha paura ad affrontare qualcosa che magari prima affrontava, ma ora la forza e la paura è come se non rendessero lucide le persone. Qui con occhio critico ognuno può commentare l'altro, quando questo si sfoga...perchè riabituarsi ad un qualcosa è difficile e spesso è come se non si sapesse cosa fare in una data situazione....come se non ci si ricordasse come si fa una cosa...
E' così giusto? Perchè se è così ne ho bisogno........................................... .......... |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Adoro Carmelo Bene, ti porterei a vedere Salomè di Oscar Wilde. |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
'azzarola si vola alto...rilancio con Bene che recita la Nuvola in calzoni di Majakovskij
Che potenza... |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
Anche a me sembra un gruppo di auto-aiuto. L'idea però mi lascia un po' scettico, Intro. Infatti la fobia sociale non ha sempre le stesse cause. Percui tra gli utenti del forum c'è una certa diversità e quindi i rimedi da prendere saranno diversi. Per cui è difficile capirsi. Comunque io ci sto all'iniziativa.
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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anche per ricalibrare le mie idee. Per prima cosa tendo a precisare che sono in merda come chiunque altro, giusto per definire la cosa principale. non sono quindi un guru né un master un leader...ho solo lanciato l'idea. In secondo luogo sono convinto che tutto abbia un fondamento motivazionale e non oscuro. l'oscurità si installa in stati di confusione e paura che, per effetto della sopravvivenza, ottunde la mente lucida e attiva i sistemi di difesa quindi le scelte in questi stati sono spesso radicali e impulsive. Da mia esperienza, se radicalizzato, questo comportamento porta SEMPRE a vivere male e distruggere le basi di una identità sana, per quanto tu ovviamente te ne accorgi solo nei rari momenti di lucidità (e diventare un presagio negli altri momenti). questo penso sia un meccanismo di tutti, anke se in questo caso la MIA causa (quindi anke gli effetti) possono essere diversi da quelli degli altri. più in generale quando uno è convinto di valere un cazzo ecco che il meccanismo è simile. ci si sputtana nel vero senso della parola. Quindi se tutto o quasi ha una motivazione/una spiegazione/una caratteristica, basta acquietare la propria coscienza su limiti personali e in un certo senso sapere chi si è. è una operazione difficile, si sa. però quando parte la paranoia da prestazione sicuramente si finisce male. questo gruppo, ke alla fine si è praticamente uguale a quello ke ho letto essere un gruppo di aiutoaiuto, vorrei funzionasse proprio così: parlare di sé il che inevitabilmente farà cadere il discorso sui rapporti e da li sbrogliare conflitti sia interni ke esterni. insomma è un po' come andare da uno psicologo (lo dico in linea di massima...tecnicamente uno psicologo è sicuramente manna, ma il fatto principale è capire ke la parte importante è l'umanità e cosa ancora + importante è la parte umana persa quando si è proprio dispersi). sembro lucido mentre scrivo ma xke intuisco come le cose DOVREBBERO essere e non come sono in realtà dentro di me altrimenti dovrei scrivere un misto tra un horror, un pulp e un concerto post moderno. insomma, detto papale papale, mi servono persone ke ancora credano in qualcosa. fondamentalmente come discorso principale parlerei proprio della rabbia, della paura, di come la affrontiamo etc etc. quello ke manca secondo me quando vai dallo psicologo (xke? x mille motivi, ma il principale è ke non hai controllo sulla realtà, oggettivamente, secondo me, oltre ad una seconda motivazione teorica e metodologica della psicanalisi) è la possibilità di dare agli altri la tua idea del mondo, se è molto distante dalla tua. Questo la psicanalisi non lo contempla. la psicanalisi normalizza sui moduli di comportamento giustificandoli come giusti oppure fa comprendere il mondo così com'è. spazio ai sogni però 0, mentre tutti i grandi diversi su quello hanno fatto leva: sul messaggio sociale. se gandhi o martin luther king si fossero fatti psicanalizzare dalla dottoressa Bacelli (nome a caso) magari non sarebbero a pagina 624 del libro di storia. Io sono convinto che i fobici o ki ha nello spettro delle reazioni la paura e una rabbia nel senso della giustizia sono tutti un po' marthin luther king. io è da una vita ke vado contro i mulini a vento e non perché sono pazzo (ci sono diventato, ma non lottando, bensì normalizzandomi con conseguente rabbia e senso di colpa da rabbia). ma di base ho notato una netta differenza tra normali e ki diventa poi "fobico" proprio nel senso di giustizia ed empatia. quello ke vorrei fare io è dimostrare ke in alcuni ambiti la violenza ke vediamo fuori è frutto di mancato ascolto e ke la stessa violenza ke si genera in noi è praticamente totalmente di origine difensivo/anticipatoria (e su questo sono lucido, invece). ecco xke questo thread. il valore culturale di queste discussioni (che se vi impegnate e ne troverete secondo me tanto, a tutti i livelli xke poi si può scegliere). ecco che da un gruppo di autoaiuto (magari non tutti sono completamente flippati qui dentro) diventa più un meeting di teste che sono curiose nel capire o nel non essere proprio medioman (Senza nulla togliere, ma io non ci riesco), che si sono accorti dell'assurdità dei conflitti fuori e di conseguenza dentro. io non sono molto acculturato, io ho + capacità emotivo-logiche adattabili alle situazioni, so astrarre, sono poco specifico tranne rari casi. però non nego ke chi ha specificità le possa usare, anzi proprio per mancanza mia lo stimo. vedere la sua parte astrattabile come io la mia pecifica. al peggio si può collaborare. è questo l'anello mancante di una società più equilibrata secondo me: la mancanza di collaborazione sull'altare dell'egoismo ke alla fine purtroppo non rovina tutti, ma proprio quelli meno specifici, questo va detto. le persone molto capaci ad anestetizzarsi e a sopravvivere comunque ce la fanno benone e di fatti questi anni lo dimostrano. si, sono egoista. oggi. domani sarò utile (e alcuni fatti della mia vita lo dimostrano. quali? quando "i normali" sono in merda spesso vengono da quelli come noi per essere ascoltati non solo umanamente, ma anke tecnicamente -la crisi è appunto l'epoca delle astrazioni e noi astraiamo alla grande-) |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
Provo a fare una sintesi:
"i segni di squilibrio dovuti all'incompatibilità cosciente sono sintomo di igiene mentale", (cit.) il mondo è una merda, siccome siamo ipersensibili non riusciamo a sopportarlo, creaiamo qui un "fuori" protetto in cui siamo compatibili e portiamolo "dentro" per stare meglio nel "fuori" merda. Ci azzecca? Ma non è lo scopo del forum dopotutto? Almeno in teoria... |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
comunque per rispondere a ciko: è kiaro ke per un obiettivo del genere gioco forza ci sarà la necessità di un limite sia in caratteristiche ke in età ke in numero, credo...questo non per escludere gli altri (anke se tendenzialmente non vorrei essere buonista)
per rispondere invece all'ultimo post di nothing, proprio per un discorso ke vedrai sotto, io credo poco all'etichetta "fobia sociale" ke per me ha poco significato e di fatti genera, in persone confuse, solo altro stigma e ruolo micro e macro sociale cui incredibilmente (appunto, essendo confusi) si tende. aggiungo una nota: sono capitato su sto sito per un motivo, ora i miei obiettivi sono cambiati. ho trovato voi che ho contattato che secondo me siete persone interessanti e interessate al mondo e vanno oltre la menata di torrone (nel mio cervello ormai poco gradita) e oltre al giudizio dei normali. personalmente in questo forum ho trovato veramente tanto pessimismo e soprattutto la voglia di rimanere impantanati non tanto nella "fobia sociale" ke appunto è comunque frutto di caratteristiche e caos emotivo, ma proprio in un circolo di pessimismo gratuito e ironia sulle tragedie da cui mi tiro fuori completamente. per assurdo potremmo scoprire, da sto gruppo, ke magari ci imponiamo obiettivi impossibili da raggiungere (gruppi, tipe, divertimenti...filo-normalità) e per questo siamo tristi...e da qui arriva la fobia sociale (magari la soluzione sarebbe invece diventare topi da biblioteca, innamorarsi delle opere classiche e incontrare una bibliotecaria). non xke siamo fobici siamo tristi. magari scopriamo ke abbiamo bisogno di poche amicizie strette e non di figa...il senso stesso della figa cambierebbe. certo ke di fronte a tutti i problemi ke una vita di un sensibile pone...continuare a puntare il dito sempre su: figa, sfiga, paure....eeeee...abbiamo capito. troviamo come evitare di avere paura (mica è tutta infondata sta paura, no?) |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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per la seconda parte, scusami, ma ho già spiegato. questo sito ha toppato alla grande (ovviamente per quanto posso aver visto io da...diciamo agosto). è una riproduzione in scala del mondo normale, solo più estremizzato. a parte rari casi vale sempre essere fighi e cercare figa, non si parla di nient'altro, ma al contempo serpeggia la depressione, il terrore e la non speranza. le persone vengono qui in cerca di aiuto e si perdono ancora di più. per quanto mi riguarda nullo su tutta la linea. comunque esorto chiunque si senta di rispondere e a chi può credere nello spirito di qualcosa del genere a rispondere alle domande. ripeto: ho solo fegato, non ho risposte, ma tutti un po' di risposte possiamo averle |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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capisco meglio sinceramente la psicodinamica: come si generano le dipendenze e la depressione e un doc. allora si, le etichette hanno senso (se fatte bene). ma a livello di mera caratteristica per me vale come un 2 di picche a briscola. infatti per esempio il doc ha degli stati depressivi dovuti alla tensione, altri alla rabbia...insomma...come la spieghi allora a quel punto la depressione (etichetta)? una cosa ke ho trovato in questi siti dove si parla di doc, dep, depressioni etc etc non è "come sono arrivato qui e cosa posso fare per..." ma "ho questi sintomi, cosa ho, cosa devo usare per diventare normale". ke è diverso. faccio un esempio: ki ha il dep per esempio dice di sentirsi nullo, di non avere amor proprio. un timido dice che siccome non ha ragazza si incazza con sé stesso. un depresso sente ke la sua vita non ha senso, ke niente ha senso, ke prova rabbia etc etc. secondo me non è un fatto di etichette, ma di sensazioni io dico che dipende tutto da ke ambito ti trovi e da ke obiettivi hai. ho visto persone assolutamente miti essere serene. io non so cosa sono, di certo sto sbagliando qualcosa altrimenti starei bene |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
capire serve a poco con le paure irrazionali
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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hai il tuo gruppo di cui parlare di alcune cose, ma la cosa ke cambia è l'affettività. in un qualunque gruppo ke porta avanti qualcosa kiunque è libero di fare quello ke vuole. certo ke se te sei legato al tuo gruppo di rappresentazioni teatrali prima di andartene dall'oggi al domani li avvisi prima! si fondamentalmente saremmo un gruppo di autoaiuto, a sto punto, anke se io non so minimamente cosa sia |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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"è questione di equilibrio, non è mica faaaaacileeeee" (cit.) |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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"ho paura a mangiare in pubblico" che mi rispondi? |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
io uscirei senza mangiare in pub...
comunque probabilmente avrei problemi più grossi probabilmente legati alla sfera del giudizio, come è capitato a me ke mi sentivo osservato da tutti |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
bere per me è ancora peggio
ma come mai con persone fidate che conoscono il problema riesco mentre con chi non sa nulla no? |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
ma non è un problema...esci con persone fidate e basta. non è un problema. quando gli estranei diventeranno fidati mangerai pure con loro. vedi qual è l'errore? diventare normali. trovare la causa e modificare
ci sono fasi della vita, ci sono bambini ke non mangiano niente o ke hanno paurissima di tutto e poi imparano...l'importante è ascoltare, non essere violenti. proprio questa violenza nei miei confronti mi ha fatto sclerare ke è poi ogni tipo di violenza ke tutti (anke i normali) subiscono, solo ke loro sanno reggere (fingendo e diventando disumani), noi no. almeno. io no |
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