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Re: vale la pena andare dallo strizza?
io ho smesso di andare dalla mia psicopazza da anni ( dopo averne cambiati innumerevoli, comprese le terapie di gruppo: l'orrore, l'orrore!)
ho smesso di andarci perchè avevo iniziato a mentirle spudoratamente e perchè dopo 4 anni un bel pomeriggio mi disse "sei come una figlia per me" una delle batoste più enormi della mia vita. ma come io ti pago fior di quattrini, se non vengo mi fai pagare lo stesso la seduta dicendomi che è per punirmi perchè non si saltano le sedute,ti mento e tu non te ne accorgi e tu hai pure il coraggio di affezionarti a me e dirmelo?? mah. e poi mi spifferava gli affari degli altri pazienti. o meglio faceva degli esempi; insomma,spifferava. però in fondo mi ha evitato un tso ,una volta. |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
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http://www.fobiasociale.com/massaggi...9642/pagina-7/ ma non farti influenzare dal titolo, poiché con la solita deriva degli argomenti ho finito per raccontare di esperienze molto diverse. |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
grazie per i vostri consigli ,ne faro' tesoro. il massaggio tantrico ???!! si bello ma io non ho inibizioni sessuali ,anzi e' l'unico modo che ho per comunicare bene con le donne....come diceva un mio amico :il sesso e' comunicazione.......anche se mi tocca pagare ....ma va beh'.......comunque mi sono iscritto ai balli latino americani ...inizio domani ...devo dire che sono stato accolto con grande cortesìa e amicizia dall'istruttore che sembrava un tipo molto professionale....e mi ha assicurato che per socializzare sono nel posto giusto....mah speriamo. counque non vi nascondo che subito dopo uscito di la avevo la serotonina e la dopamina a mille .ero stracontento ,anche se ho la brutta abitudine di farmi le pippe mentali immaginando chissa' quali situazioni erotiche o cose del genere. il mio difetto e' che quando la realta' non soddisfa le aspettative lì ricado nello stato depressivo . devo cercare di mantenere un certo equilibrio senza questi sbalzi d'umore e gratificarmi per ogni piccolo risultato.
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Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Insomma, disillusioni a pacchi e autostima al di sotto del livello del mare: no, grazie. |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Non sono però una cosa da respingere, anzi la stessa possibilità di fare errori in un contesto abbastanza “protetto” può essere molto ma molto importante. Per me, tutto questo ha avuto un’ importanza notevole per imparare a interpretare la comunicazione non verbale di una donna, una delle cose che normalmente si impara con l’intuito nell’adolescenza. Vivendo esperienze simili da adulto ho imparato per prove ed errori evitando così di farmi troppo “male” nella vita di tutti i giorni: una situazione del genere in un contesto normale può diventare ingestibile, esporre al ridicolo o una profonda umiliazione pubblica. Nello spazio più circoscritto di un corso le sviste sono meno drammatiche, si possono eventualmente sdrammatizzare con una risata e consentono di affinare delle capacità che poi si useranno anche nel mondo esterno. All’inizio le sbagliavo quasi tutte e mi infilavo in situazioni un po’ surreali, man mano che passava il tempo diventavo sempre più bravo ed eventuali errori erano utilizzati come feedback per imparare e migliorare il tiro. |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
Mi ha sempre attirato parecchio il ballo. Ma non ho mai frequentato corsi, perché mi vergognavo per il fatto che nessuno li frequentava, boh, mi facevo paranoie sul fatto che potevo sembrare strano o sfigato a frequentarli. Ora pure a 22 sono un po' restio perché non conosco nessuno che ci va, e mi sentirei strano. E poi sono anche parecchio pigro verso qualsiasi attività fisica. Però mi attira sempre l'idea...
Mah, forse quest'inverno è la volta buona. |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Ho qualche dubbio sulla "protezione" assicurata dal contesto...avrei paura che nell'ambito del corso si spargesse su di me la fama del morto di f... che sbava non appena una donna lo saluta. No, mi dispiace, ho preso già troppe delusioni, non ho voglia di illudermi ancora e buttarmi a testa bassa chissà quante volte (e poi, tra parentesi, non è che mi senta proprio portato per balli di questo tipo). |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Buttarsi nella mischia, lottare, cadere, rialzarsi, sbagliare, imparare dagli errori, sbagliare ancora, migliorare, impegnarsi, competere, raccogliere delle sfide, impegnarsi per vincerle, ricorrere dei sogni, perdere, lottare ancora e così via. Proprio per questo motivo i rifiuti, gli scorni, le delusioni, l’impotenza, la frustrazione fanno semplicemente parte di tutti i campi dell’esistenza: inutile far finta che non esistano o cercare di evitarli. Detta in altro modo, nessuno ci impedisce di fare gli struzzi e di nascondere la testa sotto la sabbia, ma poi non lamentiamoci se stiamo con il culo per aria. Molto meglio imparare a gestire queste cose senza che facciano troppo danno e soprattutto cercare di imparare da esse. Quel che volevo anche dire è che uno dei momenti di svolta della mia vicenda personale è stato quando ho imparato a far fronte alle delusioni senza che esse mi travolgano! Prima si impara a non lasciarsi buttare a terra, prima arrivano i risultati. Nello specifico, prima se si giunge ad uno stato in cui assecondare la propria naturale curiosità verso le atre persone non è più frenata dalla paura del rifiuto le opportunità si moltiplicano da sole. Il resto arriva. Attenzione quindi a non buttar via il bambino con l’acqua sporca, perché la situazione può anche essere considerata da un punto di vista opposto. Può infatti accadere che l’errore di interpretazione sia dall’altro lato, e di conseguenza di dover gestire gli approcci di donne che sono incappate nel medesimo fraintendimento. A me è successo, ed ha significato due cose molte importanti. Ho potuto vivere l’esperienza di essere desiderato, e vi potete immaginare cosa abbia significato, in relazione alla mia esperienza personale, vivere una situazione dove è una donna a cercarmi. E’ stata una scossa incredibile che ha contribuito molto a mettere in movimento dei meccanismi che poi hanno dato buoni frutti. In secondo luogo, potevo, per la prima volta, gestire la situazione invece di essere eternamente prigioniero delle iniziative e delle mosse altrui: potevo ciò decidere se portare avanti la conoscenza, dire gentilmente “no grazie non sei il mio tipo”, lasciare che la cosa resti un’amicizia e così via. Non ero più uno spettatore inerme, né dovevo buttarmi sulla prima occasione con l’ansia da ultima spiaggia. |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Quello su cui c'è buio pesto, però, è come realizzare nella pratica tutto ciò, cercando di aumentare le mie possibilità di successo e senza buttarmi ad occhi chiusi sulla prima donna che passa (con probabilità di rifiuto altissime), cosa che non riuscirei comunque a fare mai. Quote:
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Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Cito da un tuo vecchio post: "molto probabilmente la vicinanza fisica con delle ragazze e l'eventuale sintonia stabilitasi durante il ballo mi farebbero fare parecchi "voli pindarici" da cui mi risveglierei sbattendo il muso contro il muro". Ecco, proprio questo. Gli stessi voli pindarici può farli altrettanto bene una donna, e tu potresti esserne l'oggetto. |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
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A farla breve incontrai una persona, ci scambiammo i numeri di telefono lasciandoci con la promessa che lei si sarebbe fatto viva nel week-end. Passai due giorni attaccato al cellulare e nel tardo pomeriggio di domenica ero ormai arrivato ad una fase di disperazione che mi aveva portato a degli scenari da autentica tragedia. Ero angosciato dal pensiero che lei avesse percepito la mia inesperienza, la mia “ansia da risultato” o tutte le due le cose insieme. Mi affliggevo pensando che se avessi fatto o detto la cosa giusta tutto avrebbe preso un’altra piega, ripetendo come un mantra il mio consueto pensiero ossessivo “Se solo fossi davvero attraente, questo non succederebbe e lei mi avrebbe cercato subito”. Arrivai a delle vette di irraggiungibile ossessione quando immaginavo che appena dopo il nostro incontro lei si fosse attaccata al telefono ansiosa di spettegolare con un’ amica, alla quale avrebbe detto più o meno: “Ma ti rendi conto? Ci stava provando con me!”, “Certo che gli uomini sono proprio ridicoli… “Che cretino, come avrà solo potuto illudersi che lui mi piacesse?” e avanti di questo tono. Uno dei momenti più angoscianti che io ricordi… Lo scorso mesi sperimentai una sera un po’ storta. Ero infatti in un posto pubblico che conoscevo bene, ma accaddero diverse situazioni sgradevoli. Provai ad avvicinare una ragazza molto attraente che incuriosiva molto, ma mi scodellò un no bello tondo davanti a tutti, salvo poi accettare di buon grado l’invito di un'altra persona che si era fatta avanti non appena avevo girato i tacchi; una persona che a me non interessa non la smetteva di venirmi dietro in modo esplicito e plateale, lusingandomi con complimenti e parole tenere e dovetti dirgli gentilmente che non era il caso; infine una mia amica che corteggiavo e sondavo da un po’ scompare improvvisamente, ma quando mi metto a cercarla mi accorgo che è in angolo buio avvinghiata ad un mio conoscente con cui stavo chiacchierando solo pochi minuti prima. Cosa accadde? Tornai a casa piuttosto irritato, il giorno dopo ero di cattivo umore, il giorno dopo ancora la cosa mi era sostanzialmente passata ma dopo una settimana non me ne ricordavo già più. Eppure, pensando a ciò che era successo, conclusi che in quella serata si erano concentrate tutte le situazioni per me più spaventosamente terrificanti, e che se un anno prima avevo messo su una tragedia greca per un fatto minimo, una situazione del genere mi avrebbe teoricamente gettato nella più cupa prostrazione per mesi, si sarebbe trasformata in un autentico trauma che mi avrebbe perseguitato per chi sa quanto tempo e probabilmente sarei sparito dall’ambiente per la vergogna e l’umiliazione. La differenza fra le due situazioni sta semplicemente nell’aver sviluppato una certa capacità di “incassare i colpi” senza troppi danni, raggiungere cioè la condizione in cui un ostacolo, un rifiuto sono sì sgradevoli ma “non fanno testo”. |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Re: vale la pena andare dallo strizza?
per me è il solito discorso...lo piscologo/psichiatra per me serve in due casi...
non hai l'autoconsapevolezza e la capacità di analisi necessaria per farti arrivare alle cause e ai possibili sbocchi da solo... sei una persona malleabile facilmente... diversamente puoi starci anche una vita, ma non può fare niente che tu non possa fare per conto tuo motivo x cui io mai ci sono stato e piuttosto faccio un autoterapia giorno per giorno con la mia testa... |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
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sbagliato, lo psicologo è particolarmente indicato per chi è un grande autoanalizzatore, perché lui non è una persona che ti ipnotizza o cerca di soggiogarti, ma un aiuto nella tua autoanalisi... insomma per quelli come me/te è doppiamente utile il problema infatti è che autoanalizzandoci da soli e senza aiuto esterno spesso non riuciamo a vederci bene, è come tagliarci i capelli da soli e senza specchio:rolleyes: inoltre per noi che abbiamo mille intuizioni, qualcuna è giusta, qualcuna è sbagliata, e lui ti aiuta a tener quelle buone e buttar via le sbagliate;) |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Nel corso della terapia mi capitò qualche volta di riflettere sull’estrema facilità con cui una persona potrebbe influire sulle decisioni di un'altra. Personalmente mi ritengo assai fortunato, perché non ho mai ricevuto pressioni di nessun tipo, ed anzi quando ero io stesso a chiedere un consiglio su cosa fare o non fare in quella specifica situazione ho sempre ottenuto un rifiuto cortese. Mi sembra quindi un problema di etica professionale, non della psicologia in quanto disciplina. Un po’ come la pretesa di eliminare le automobili perché qualcuno si mette al volante ubriaco. |
Re: vale la pena andare dallo strizza?
Qualche aggiunta sull'esperienza che ho raccontato sopra. Ci sono dei forti codici culturali per cui una persona – e specialmente una donna - non rivela facilmente le proprie intenzioni, bensì gioca a velarle e ad offuscarle in modo ambiguo, lasciando così spazio alla scoperta ed alla curiosità, che sono per altro delle componenti fondamentali di questo genere di situazioni.
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Re: vale la pena andare dallo strizza?
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Re: vale la pena andare dallo strizza?
A ME SEMBRA CHE POI ALLA FIN FINE QUESTA BENDETTA FOBIA SOCIALE SI MANIFESTI SOPRATUTTO NEI RAPPORTI CON L'ALTRO SESSO PERCHE' E' QUESTO CHE INTERESSA ALLA FIN FINE TUTTI NOI Sìa UOMINI CHE DONNE . il problema e' che non siamo piu' dei semplici animali con tanto istinto e poco cervello oggi i messaggi sono molto piu' complessi che all'eta' delle caverne e l'arte del corteggiamento non e' piu' qualcosa di istintivo ,ma va imparato con l'apprendimento dei comportamenti sociali ed e' per questo che le persone con questo tipo di problematiche come noi hanno molte piu' difficolta'. personalmente mi sono giocato un sacco di occasioni con ragazze che esplicitamente mi facevano il sorrisetto malizioso ,ma che non avevo il coraggio di abbordare per paura e timidezza.....com. al diavolo lo strizza ho comprato un libro che si chiama: il timore degli altri ,vincere la fobia sociale . lo sto leggendo ed e' molto interessante ,ed abbinandolo ad un'auto costrizione sociale sono deciso a ridimensionare fortemente il probelma .voglio vivere cazzo... com. inizio a ballare domani che bello.....
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