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re: Una vita da disoccupati
Qualche giorno fa ho avuto un video colloquio con una signorina di una nota agenzia interinale.
Ad un certo punto mi chiede: "ma sei timida?", inutile negare quindi le rispondo di sì; poi passa a chiedermi se ho problemi a collaborare coi colleghi, le dico di no e che mi sono sempre trovata bene in ambito lavorativo e gli altri con me (ed è vero). Probabilmente non richiameranno più, ma poco male perché per mia fortuna ho già trovato un altro lavoro senza interinale di mezzo. |
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io mi alzo volentieri la mattina, solo che non avendo uno scopo fuori dal lavoro vivo in funzione di questo. mentre i miei colleghi hanno una famiglia che è il loro obiettivo principale, e il lavoro è quel luogo dove devono passare delle ore per dedicarsi al loro scopo.
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Molte volte mi è stato detto "ti vedo un pò nervoso" e io "nono tutto apposto", forse dovrei fare più esposizione, sicuramente... |
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Non riesco ad accettare che non ci sia un'alternativa a questo tipo di società, che il lavoro sia TUTTO e che senza di esso sei spacciato. |
re: Una vita da disoccupati
Il lavoro non è tutto ,ma senza di esso sicuramente non si può vivere ,a meno che non si sia in una condizione finanziaria che consente di vivere senza un entrata ma solo uscite. Condizione che non tutti hanno e comunque credo che chi possiede tale possibilità, in ogni caso investa il suo capitale.
Oppure l'unica soluzione è di vivere da mantenuto/a da parenti o sussidi. C'è un effettivo problema di disoccupazione e carenza di lavoro "adeguato", ma in alcune condizioni ,se hai da pagare l'affitto o semplicemente nutrirti serve il denaro. Questo è un FATTO. C'è chi vive anche senza lavorare per scelta, dedicando la vita ad altro. Quelle sono scelte. Chi invece spera sempre in un ipotetico cambiamento ,incolpando unicamente e solamente l'ambiente circostante, magari anche con la supponenza di criticarlo, normalmente conduce un esistenza vuota. Poi ci sono l'eccezioni e quelle è giusto che vengano tutelate da ogni punto di vista lavorativo anche con i sussidi, ma per il resto... Cavolo ci sono dei ragazzini/e persi ,che non fanno nulla ,in alcuni casi danni. Diverso la persona, magari con un età tra i 40-e 50,ingiustamente poco appetibile per il mercato del lavoro, che magari deve anche sostenere famiglia. |
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https://www.corriere.it/cook/news/22...f244e_amp.html https://www.ilfattoquotidiano.it/202...oquio/6637755/ E' tutto un sistema di merda; è ridicolo. C'è chi ha tutto e continua ad avere sempre di più e chi invece non ha nulla e per provare ad avere un minimo, qualcosina che possa rendere la vita un pelo più dignitosa deve sottostare a condizioni da schiavo. Quote:
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Purtroppo è passato troppo tempo e non posso mettere il "ringrazia" ai post ma la penso esattamente come voi. Non ho idea di come faccia la gente comune a lavorare 8 ore o più al giorno per 6 o 7 giorni la settimana e portare a casa quel minimo per sopravvivere di mese in mese. I miei sono distrutti da una vita così e non hanno tempo per nient'altro; tornano dal lavoro distrutti, mangiano, vanno a letto e il giorno dopo si ricomincia tutto da capo, così per 40-50 anni se va bene. Niente distrazioni, niente hobby, niente tempo libero, niente riposo per il corpo e per la mente. Ormai non si lavora per vivere, si vive per lavorare. |
re: Una vita da disoccupati
Ogni volta che al corso che sto facendo esce fuori il discorso dei colloqui, che dovremo fare prima di iniziare lo stage, mi viene voglia di sbattere la testa al muro. Gente che parla di 3 colloqui di seguito da fare in una sola azienda, pure in inglese, per lavorare gratis per qualche mese, "dovete rendervi interessanti nel curriculum, altrimenti lo buttano, non scrivete che siete bravi nel team working perché quello lo sanno fare tutti", ma chi lo sa fare? Io no, riesco appena ad uscire di casa, ogni mattina in cui devo andare a sto corso del cavolo mi sento male per la preoccupazione di dover stare tutto il giorno insieme ad altri, quando ci sono lezioni per cui non sono portata ho il continuo sospetto di stare per fare una figura terribile e questi parlano di atteggiamento positivo e di motivazione e di persone che se cerchi di non passare da disadattato completo al colloquio "se ne accorgono e non ti assumono". Ma che posso farci se pure io, disadattata vera, ho bisogno di non morire di fame? È una colpa così irrimediabile non essere persone socievoli e positive? Mi sento senza speranza e senza futuro.
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re: Una vita da disoccupati
l'estate prossima sarò di nuovo disoccupato, dovrò riniziare la via crucis nel trovare un lavoro estivo qualsiasi...che vi devo dire, magari abbandonando l'azienda agricola con un nuovo lavoro conosco qualcuno
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Avevo fatto qualche giorno come cameriere ma ho trovato un ambiente totalmente incompatibile ed ero andato via.
Non so se tentare in un altro ambiente, ma non riesco ancora a smaltire la delusione nell'aver abbandonato l'ennesimo lavoro. |
re: Una vita da disoccupati
io ho fatto domanda di disoccupazione, nel frattempo ho ancora due stipendi arretrati che aspetto da due mesi :miodio:
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re: Una vita da disoccupati
C'è qualcuno di voi che ha mai pensato di mettersi in proprio o con contratto cocopro?
Io è da tempo che ci penso, ma sono consapevole che se ci volessi campare dovrei prima essere mentalmente serena e performante sotto stress.Fino a che non capisco come gestire questa ansia e la depressione maggiore ,rimarrò bloccata. |
Mi sa che mi butto a fare il rider per quest'anno
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Ma poi se non risolvo questo problema al piede non potrei neanche lavorare in questo momento..
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re: Una vita da disoccupati
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