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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1263704)
... (anche nel mondo animale la libido femminile è ridotta, infatti sono pochi gli esemplari maschili delle varie specie che riescono ad accoppiarsi, la monogamia è una forma di "ridistribuzione" delle risorse sessuali, ed è tipica solo degli essermi umani, perché è un costrutto culturale e, come tale, non può che nascere tra una specie animale, la nostra appunto, provvista di un sistema culturale). La propensione maschile alla poligamia è stata limitata in tutte le società a partire dall'avvento del cristianesimo, non dal femminismo.
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1264405)
A) Una rondine non fa primavera, la casistica non fa la statistica (cit.)
B) No, non ha modificato, ha semplicemente represso, la gente non ha perso o modificato gli istinti, li ha soltanto sotterrati, ma sono sempre venuti a galla in un modo o nell'altro. Reprimere ≠ sopprimere, far emergere ≠ aumentare
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In primo luogo che una monogamia (tendenziale) possa essere solo un prodotto culturale di un' unica specie, quella umana, è semplicemente falso perché di specie animali (tendenzialmente) monogame se ne trovano, sia di solitarie sia addirittura di coloniali (mica lo dico io, è un dato scientifico assodato da tempo, vedasi ad esempio i notissimi studi di Lorenz su oche e corvidi ). Quindi, come ti è gà stato fatto notare, questo aspetto delle tue teorie semplicemente non corrisponde alla realtà dei fatti, non è questione di presunte "casistiche che non farebbero statistica".
Poi, tra le peculiarità umane potremmo però anche annoverare il fatto che la femmina di questa specie è potenzialmente fertile lungo tutto l' arco dell' anno, non solo in un ristretto periodo di estro limitato a giorni o addirittura ore (mettendo a paragone il medesimo periodo, ovvero l' anno solare di 365 gg ) … quindi, se si può sicuramente concordare sul fatto che il maschio umano nutra un maggiore ( e differente) interesse sessuale rispetto alla femmina, è comunque ragionevole supporre che anche quest' ultima, se paragonata ad altre specie animali, debba necessariamente avere una propensione alla sessualità non da poco.
Un' altra peculiarità della specie umana è sicuramente la sua ( potenziale :mrgreen: ) superiore intelligenza, che la mette in condizione, tra l' altro, di riconoscere individualmente i suoi simili, cosa che invece molte specie animali promiscue semplicemente non sono in grado di fare. Non è una differenza da poco, ne consegue che l' essere umano è in grado di rapportarsi al suo simile anche in funzione di una capacità di comprensione della sua sfera interiore, molto complessa, che differenzia ulteriormente un individuo da un altro. Questo ovviamente si ripercuote su ogni ambito della vita di relazione, quindi anche sul contesto sentimentale/sessuale.
In sintesi, per quanto concerne il discorso che stiamo ( state :D ) portando avanti, la specie umana è caratterizzata da due aspetti, sia da una carica sessuale notevole, sia da una enorme capacità ( potenziale ) di percepire la diversità un individuo e l' altro: mi pare evidente quindi che ciò che da sempre media tra una tendenza promiscua (che vorrebbe assecondare il primo aspetto, più indifferenziato) e una tendenza monogama ( che al contrario è intrinsecamente differenziatrice ) è proprio la cultura del nucleo sociale di appartenenza, che, imponendo delle regole (o anche trovando degli stratagemmi come ad es. la prostituzione ) e facendo sì che i singoli individui le interiorizzino, ricopre anche una funzione strumentale di garanzia della coesione del gruppo stesso (che invece in una situazione di continua disputa per motivi di scelta del partner vedrebbe seriamente minata la sua tenuta interna).