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Da un paio di giorni sto rispondendo ad annunci di lavoro per cameriere, visto che ultimamente si stanno tutti pubblicamente lamentando che non trovano personale (l'ultimo quello che avrebbe detto "ditemi quanto volete"). Io vorrei pure farla un'esperienza di questo tipo
Ma mi chiedo, come è possibile che non trovano se io sto vedendo centinaia di candidati per ogni offerta? Ma il problema è il reddito di cittadinanza! |
Ci sono diversi concorsi per categorie protette,e non tentarne neanche uno sarebbe un occasione da non sprecare..dal centro in su ce ne sono parecchi,pochi posti,ma e per invalidi..che sono sempre meno dei sani vedremo..
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Un tizio che conosco é andato a fare il lavapiatti, anche lui diplomato, questa é la conferma che il diploma é carta straccia nella maggior parte dei casi, purtroppo. É un lavoro stagionale, ma gli offrono vito e alloggio...non sò di preciso quali siano gli orari, ma posso immaginare...penso che 1200-1300 al mese netti riesca a portarli a casa...
L' unica soluzione é andare all' estero a 'sto punto. |
re: Una vita da disoccupati
dall'andamento delle borse vedo che in generale l'economia sta andando molto male, quest'autunno rischiamo una grossa crisi sociale con l'aumento dei prezzi del gas e l'inflazione. nonostante draghi lo spread è tornato ad aumentare, i tassi di interesse salgono, e il debito che dobbiamo ripagare aumenta.
stiamo diventando un paese rischioso, too big to fail, ma si vede che la pandemia è finita. i falchi a bruxelles sono tornati a pungolarci. mala tempora currunt, molte situazioni negative per l'economia si stanno allineando e ci troveremo senz'altro più poveri. |
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Ma loro non sanno. |
re: Una vita da disoccupati
io lo ammetto un po' anche perche' sono entrato nella Comfort Zone ,( ormai non lavoro da quasi 2 anni, solo lavoretti saltuari mal pagati in nero )
ho rifiutato un paio di lavori che mi hanno proposto , stagionali e alcuni che c'erano da fare delle notti ,(lavori che tempo fa' NON avrei mai RiFIUTATO ) lavori ben pagati ma a sto punto dopo tante scottature sono sempre timoroso anche perche' facendo dei colloqui sono andato vicinissimo all'assunzione di lavorI di 38/40 ore settimanali 1300/1400 euro mensili , NO TURNI NOTTURNI |
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A me dicono che appaio molto calma e sempre felice quando dentro ho ben altro. |
re: Una vita da disoccupati
Ho da poco cominciato un lavoro che mi vergogno anche di nominare, perché non voglio essere identificato con esso e avrei le competenze per fare ben altro, ma ormai non so più neanch'io cosa voglio.
Sono poche ore al giorno, ma guai a stare fermi un momento. Odio questa cosa dell'essere veloci sul lavoro, anche perché immancabilmente è una cosa per cui vengo spesso ripreso e anche qui, già dopo qualche giorno me l'hanno fatto notare. Mi chiedo certa gente come riesca a lavorare 8 ore al giorno, avere un coniuge, magari crescere dei figli, pagare le bollette... per me sono dei supereroi, hanno dei superpoteri e sicuramente c'è qualcosa di sbagliato in questo sistema, che ti obbliga a lavorare gran parte della giornata per guadagnare soldi tramite i quali compri del cibo per sopravvivere. |
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molte persone sono dei supereroi, anche se alcune situazioni se le sono andate a complicare loro. però è indiscutibile la loro abnegazione e il loro senso del dovere, l'italia migliore è composta da questa gente. io rispetto a loro mi sento un uomo a metà, perché faccio sacrifici ma senza sapere nemmeno io quello che voglio. |
re: Una vita da disoccupati
Io mi chiedo soprattutto come possano essere CONTENTI di quella vita. C'è addirittura gente che sostiene di essere felice di lavorare. Capisco che ci siano lavori migliori di altri, ma odierei qualsiasi cosa dopo averla fatta per anni, tutti i giorni 8 o più ore al giorno, seguendo i tempi stabiliti da qualcun altro, sapendo di non poter sbagliare e che da quello dipende la tua vita. Cioè, capisco la necessità, il lavoro serve per sopravvivere, ma la gente che è felice di farlo proprio non la comprendo. Non lo dico né con disprezzo né con invidia (ok, un po' li invidio), ma con curiosità: come si sblocca la caratteristica "sono contento di alzarmi ogni mattina e andare a lavorare"?
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
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Ma la maggior parte dei lavori non capisco proprio come possano sul serio recare piacere, soprattutto - come dici - se svolti per anni ogni giorno similmente al precedente. Penso che tanti lavori sarebbero decisamente migliori se svolti solo per brevi periodi e senza il pensiero di doverli fare per forza per poter sopravvivere. Anche un mese da spazzino o da operaio sarebbero interessanti, ma se fatti come esperienza di vita, esperienza conoscitiva. Se portati avanti per un'intera esistenza invece diventano alienanti. |
re: Una vita da disoccupati
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Se tutti si adattano e si danno da fare senza problemi in lavori mediocri, non ci può essere nessun cambiamento. Non stimo chi si accontenta di poco. Per me l'Italia migliore a cui accenni è composta da: a) chi davvero riesce a costruirsi una vita appagante e degna di essere vissuta, quindi anche con un lavoro in cui si realizzi e trovi soddisfazione b) chi si trova in condizioni di vita e lavoro sfavorevoli e disagianti ma mantiene l'ambizione e non si piega al sistema che lo vuole povero, alienato ma contento. |
E poi ci sono i geni che trovano vie traverse per inseguire i loro obiettivi dentro nessuno spartito
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re: Una vita da disoccupati
Qualche giorno fa ho avuto un video colloquio con una signorina di una nota agenzia interinale.
Ad un certo punto mi chiede: "ma sei timida?", inutile negare quindi le rispondo di sì; poi passa a chiedermi se ho problemi a collaborare coi colleghi, le dico di no e che mi sono sempre trovata bene in ambito lavorativo e gli altri con me (ed è vero). Probabilmente non richiameranno più, ma poco male perché per mia fortuna ho già trovato un altro lavoro senza interinale di mezzo. |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
io mi alzo volentieri la mattina, solo che non avendo uno scopo fuori dal lavoro vivo in funzione di questo. mentre i miei colleghi hanno una famiglia che è il loro obiettivo principale, e il lavoro è quel luogo dove devono passare delle ore per dedicarsi al loro scopo.
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re: Una vita da disoccupati
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