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Mappa sulla seconda nazionalità più presente nei vari paesi.
http://brilliantmaps.com/wp-content/...ationality.png La Russia con la bandiera dell'Ucraina fa morire :mrgreen: |
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fìga questa mappa
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Anche Albania-Grecia e Finlandia-Svezia "invertite" non sono male... |
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Veramente è la Russia che fa morire gli ucraini.. e non di risate |
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Ho controllato e sembra corretta la grandezza della Georgia, però non tiene conto di Abkazia e Ossezia del Sud che sono di fatto indipendenti mi pare e che ci fu anche una guerra con la Russia nel 2008 per questo motivo.
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vabbè, ma sono 4 oppure 5 ? diteci almeno il numero esatto http://psyco.forumfree.org/html/emoticons/000.gif
ci sarà uno che ancora non si sente sicuro nel guidare la jeep o non sa sparare con l'automatico :-/ http://rightnation.it/2015/09/19/il-...iana-in-siria/ |
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Interessante articolo sulla questione "gender"
http://www.ilfoglio.it/articoli/2014...riche_c311.htm |
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come cavolo hanno fatto ad apportare un'evirazione al posto di una circoncisione? :o:interrogativo: comunque interessante |
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L'errore chirurgico mi pare il meno.. È quello che è venuto dopo.. Un branco di pazzi poveraccio |
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Adesso, le edizioni San Paolo colmano il vuoto editoriale e portano “Come l’aveva fatto madre natura” in Italia, dove avanza proprio quella teoria del genere che aveva reso la vita di David un abisso di vergogna e timore Eccallà la strumentalizzazione dei baciapile a convenienza di casa nostra. Attenti, i vostri bambini diventeranno come lui, bruciamo i libri maledetti come dice il buon sindaco di Venezia! Nel 1986 Money pubblicò “Lovemaps”, le mappe amorose, studio di pratiche come il sadomasochismo, la coprofilia, il feticismo, l’auto-strangolamento e altri comportamenti che egli chiamava non perversioni, ma “parafilie”, per destigmatizzarle e decriminalizzarle. Secondo colpo: visto che ci troviamo, diamo anche una mazzata a quei "pervertiti" che si ostinano a non considerarsi tali. Il tema della pedofilia divenne un interesse particolare, e Money ne sposò pubblicamente la causa E buttiamoci anche la pedofilia, che viene sempre comoda in casi come questo. Il riassunto per il lettore medio del Foglio è: chiunque parli di gender o di sessualità alternativa, di identità sessuale percepita dal soggetto diversamente da quanto direbbero le sue caratteristiche fisiche esteriori, è un maniaco con deliri di onnipotenza e un potenziale pedofilo, al rogo, fuori dalle nostre scuole! E soprattutto ci terrei a richiamare l'attenzione sulla conclusione: Non puoi cambiare “XY”. Neppure tramite la rieducazione fisica e psicologica. Infatti mi pare che il dibattito in corso negli ultimi tempi non verta certo sulla possibilità di plagiare i bambini per farli sentire uomo o donna, se non nella fantasia di qualche esaltato. Di certo, però, come dimostrano numerosi casi, non tutti quelli nati come XX o come XY hanno le stesse inclinazioni e aspettative. Non puoi cambiare XX o XY, ma neanche nominarti suo interprete universale. |
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L'articolo è abbastanza fazioso in effetti, anche a far notare piccolezze come l'ascensore vecchio e l'edificio oscuro giusto per dare un'impressione negativa al lettore.
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all'inizio si diceva fosse tutta un' invenzione di quattro esaltati bigotti, adinolfi, cl, fascisti, repressi eccetera..... questo libro ad un bambino crea solo casini, oltre che affermare il falso. http://www.iltimone.org/images/news_...pg/483x309.jpg http://www.consumatrici.it/wp-conten...7637257912.jpg andare contro sta roba non è essere omofobi, razzisti, cattivi contro i gay o chissà quale altra mostruosità, è semplicemente buon senso. e son convinto che il 99% della popolazione gay la pensi così. una cosa è educare alla tolleranza e combattere razzismo omofobia eccetera, un'altra è raccontar balle e modificare la realtà. il bambino del libro nel link l'ha messo al mondo Nancy. affermare altro crea solo danni. i generi sono due. bisogna accettare le proprie e le altrui tendenze sessuali, voler bene a tutti, ai bambini che vivono con persone dello stesso sesso o che vivono con un genitore solo, ma non esiste di inventarsi storie per il quieto vivere. quella sarà al massimo responsabilità che si prenderà l'adulto che ha il bambino in affidamento voglio vedere quale possa essere il papà omo che racconta al figlio che è stato messo al mondo da lui e dal compagno -_- nessuno (giustamente) lo farebbe. |
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ragion per cui e' totalmente fuorviante raccontare che due uomini li hanno messi al mondo, genera solamente confusione. Non esiste genitore responsabile (etero o gay e' uguale) che si azzarderebbe a raccontare cio'. |
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Ecco, dopo la pedofilia il nazismo. Alè, il quadro è completo. Viva la famiglia tradizionale.
:miodio: |
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Difendere la famiglia tradizionale è reazionario, certo, ma rivendicare il diritto alla famiglia di quelle forze sociali che l'istituzione della famiglia dovrebbero scompaginarla è peggio ancora: è da moderati.
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Penso che l'ideologia gender sia l'estremo opposto dell'Arabia Saudita, due estremismi frutto delle peggiori mentalità umane.
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Ritornando al discorso dei sovietici cattivi che reprimono il grido di libertà del popolo ungherese.
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Ma Nagy quindi non era l'ispiratore di questi eccidi? E come mai è stato poi giustiziato? Sverso, non so se ti rendi conto che l'unica difesa che viene per lo più addotta verso i crimini del totalitarismo "rosso" (non dico socialista per non bestemmiare) è quella degli alunni delle elementari: "Maestra, ma anche lui". Uno non è meno criminale solo perché ce ne sono anche altri come lui. Questo "socialismo" mi pare molto simile a quello del PSI di Craxi: tutti colpevoli, nessun colpevole. O meglio, tutti colpevoli, quindi noi non siamo colpevoli. |
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Se uno vuole creare una famiglia e vuole vederne riconosciuti dei diritti, non vedo che ci sia da protestare. Se uno non vuole farsi una famiglia, è libero di non farlo. |
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Ma perché vivete l'allargamento dei nostri diritti ad altre persone come se ve li togliessero? Paura che vi rompano il giochino?
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Però sticazzi. Secondo, l'allargamento dei diritti non è una regola universale per l'apparire di un progresso sociale, anzi molto spesso la legislazione interviene su conflitti ancora in stato embrionale e sancisce un compromesso sulla base di una concessione formale proprio per impedirne gli sviluppi più corrosivi. Insomma, si tratta di bloccare il processo minoritario di una minoranza e lo si fa disunendola, individuandone i membri come soggetti di diritto: io, maggioranza, accondiscendo a una tua richiesta, ti concedo di essere come me; quando invece la minoranza può restare se stessa solo a condizione di avanzare in nome della società intera (e non per le contingenza di questo o quel membro), società nella quale essa si insedia come un corpo estraneo e, dal fondo di questa vita clandestina, pone in dubbio la legittimità della struttura in cui essa istintivamente non s'era riconosciuta. Inoltre il pensiero, per così dire, riformista, il quale confida nell'acquisizione progressiva dei diritti (cioè: se oggi abbiamo ottenuto A, domani otterremo B, poi C..) è del tutto incapace di cogliere una brutta, ma fondata, verità: che basta un lieve cambio di scenario nell'assetto socio-economico per rispedire i diritti acquisiti indietro di decenni (si veda quanto accade ai lavoratori in italia oggi). Poi certo, che ci vuole a farsi un pensiero politico sloganando "diritti per tutti". E grazie al cazzo, questo vale finché si legge la società dal punto di vista dell'individuo, ma l'individuo non è mai un soggetto storico*. Non appena si tenta di risalire alla comprensione delle forze reali, che prevede l'assunzione di aggregati e non di atomi, quali soggetti della storia e dunque di un progresso sociale possibile (che comunque da nulla ci è garantito e di cui è impossibile pensare i limiti), le cose si fanno più complesse. O le parole non hanno senso, oppure tutto questo è ciò su cui un progressista deve interrogarsi. Poi per carità, mica pretendo di dare la diagnosi del presente, né possiedo la scienza della Storia, però ritengo che fuori da questi presupposti una discussione costruttiva manco può iniziare, e a me sembra che tu questi presupposti non li condividi. Chiedo di non quotare, del resto non ne vedo l'utilità *Da cui il ridicolo e la cecità implicite nella demonizzazione del dittatore di turno nonché i discorsi del tipo: -C'è stata la rivoluzione -Ma a Gigi gl'hanno sparato in bocca. Brutta la vita eh? |
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la mafia esulta (col giubileo poi) per le dimissioni di marino che la ha dovuta estirpare anche dal suo partito con fermezza e in tempi non sospetti anche....
la gogna mediatica che si sta costruendo da mesi su di lui con montature mediatiche deve allarmarci tutti.... le tv sono in mano alle mafie e comandano i social e il volere popolare.... e noi ci siamo cascati ancora |
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@ Daniele89: Io vedrei invece l'utilità del quotare, ma comunque visto che me lo chiedi non ho problemi ad accontentarti.
Cerco di andare per punti. Fascismo: Sì, ovviamente il fascismo ha sempre incoraggiato un modello familiare, ma appunto nell'ottica reazionaria (famiglia tradizionale con moglie-madre-angelo del focolare e numero=potenza, Dio-Patria-famiglia, ecc.). Personalmente però reputo che fascismo non sia solo ciò che è reazionario, ma anche tutto quello che è inquadramento e totalitarismo, l'imposizione di un modello unico così come anche la negazione di modi e possibilità di organizzazione sociale. Quindi, se la negazione dei diritti è fascismo, negare la possibilità di organizzare una famiglia lo è anch'esso. Sarà una definizione "larga" di fascismo, ma personalmente trovo che non lo sia meno della tua di moderatismo, specialmente nell'accezione fortemente negativa (peggio della reazione) in cui l'hai proposta. Allargamento dei diritti: sono abbastanza d'accordo con l'affermazione che si danno diversi casi in cui si fanno concessioni alle minoranze per prevenire il "peggio" e più o meno implicitamente per "assimilarle". Nel caso in questione, però, dammi pure dell'ingenuo o del limitato ma non mi pare si stia parlando di una cooptazione delle élite greche o celtiche nel Senato di Roma per portarle dalla parte dell'Impero e assicurarsene il contributo nello sfruttamento delle province. Non vedo una "corruzione" dei singoli membri della minoranza a favore della maggioranza, vedo solo delle possibilità che prima non erano riconosciute a tutti e dopo sì. Del resto, non mi pare neanche che la minoranza stessa istintivamente non si riconosca nella struttura familiare (tra i gay c'è tranquillamente sia chi sarebbe interessato a costruirne una sia chi no): per come la vedo io, la famiglia in quanto tale è una scelta e in quanto tale è demandata all'individuo, non è una struttura che rappresenta gli interessi della maggioranza contro quelli della minoranza. Ovviamente questo a meno che non venga inalberata a mo' di stendardo dai reazionari e trasformata in un'icona militarizzata (Dio-Patria-famiglia) che proclami e verifichi la superiorità di certi orientamenti contro altri. Ma se la famiglia viene concepita e vissuta come unione di più persone legate da vincoli affettivi e chiamate alla reciproca assistenza, non vedo sinceramente come questo modello possa risultare un qualcosa di non accessibile, di illegittimo o di discriminante per una minoranza più o meno estesa di persone. O come questo debba essere visto come un qualcosa da combattere e da scardinare a prescindere: casomai, con il riconoscimento e la legittimazione di più modelli di famiglia oltre a quella tradizionale, lo scardinamento sarà nei fatti. Diritti individuali vs "aggregati": Qui probabilmente c'è la divergenza più profonda, quella sui presupposti a cui accennavi, per cui se pensi che la discussione ne risulti non costruttiva per me possiamo anche chiuderla qui. Reputo condivisibili le tue affermazioni sul peso dei macroscenari e delle aggregazioni sociali nel determinare le condizioni di vita e i diritti individuali, ma non per questo penso che anche il singolo individuo non possa e non debba essere soggetto storico. Non penso che i diritti del singolo e quelli delle categorie sociali debbano essere per forza sempre in contrasto (affermare il contrario penso sia uno slogan come se non più di "diritti per tutti"). Per esempio, contrastare la riduzione dei diritti dei lavoratori portata avanti ormai da un trentennio non mi pare contrasti con la visione di un'acquisizione progressiva dei diritti individuali: la storia non è sempre una freccia puntata in avanti, conosce anche fasi di recessione morale e materiale, giri in tondo, ritorni all'indietro, ecc. L'importante è conservare e comunicare la visione progressiva e progressista di come dovrebbe funzionare al meglio la società per garantire il maggior benessere possibile al maggior numero di persone, con il minor numero possibile di squilibri al suo interno. Non è che si vinca sempre, l'importante è continuare a lottare. Postilla: Ovviamente non condivido la diagnosi di ridicolaggine e di cecità per le critiche al "dittatore di turno", ma in particolare vorrei evidenziare quanto segue. Se "il ridicolo e la cecità" di tali accuse sono tali in virtù dell'assunzione che l'individuo non è un soggetto storico, temo allora che quest'ultima possa diventare una sorta di giustificazionismo per le peggiori nefandezze della storia umana. Mi spiego meglio: intanto l'esempio di "dialogo" da te fatto sembra concludere che "quando c'è la rivoluzione" non ci si può lamentare se muore qualcuno (la rivoluzione non è un pranzo di gala, cit.). Ma si stava parlando di "demonizzazione del dittatore di turno", ergo mi pare un po' riduttivo chiudere la questione in questo modo, non fosse altro che perché la "rivoluzione" potrebbe diventare nient'altro che una maschera dietro la quale il dittatore o l'oligarchia di turno potrebbero portare avanti interessi di potere e imporre la propria supremazia con la scusa della difesa dai "nemici della rivoluzione" (tra i quali in ultima analisi vengono compresi anche tutti coloro che non si allineano supinamente al potere). E del resto, anche Hitler e Mussolini adottavano schemi di questo tipo, parlando di vite sacrificabili per i "superiori interessi" della razza o della Patria (più prosaicamente si trattava invece di morti necessari per sedere al tavolo della pace). Non a caso è un tratto comune a tutti i totalitarismi, quello di nullificare l'individuo come soggetto degno di interesse e di tutela. E in questo senso e in quest'accezione, l'affermazione che l'individuo non è un soggetto storico può trovare declinazioni ed estremizzazioni particolarmente sinistre (p.es. l'annullamento del singolo nella mistica collettiva dei raduni nazisti, la preminenza del "miglioramento" della razza e del Volk a scapito dei diritti del singolo). Quindi non trovo affatto né ridicolo né miope demonizzare le aberrazioni del dittatore di turno anche in nome dei diritti del singolo individuo, mentre trovo invece cinismo e opportunismo nelle agiografie volte a santificare l'oppressione e la prevaricazione in nome della (presunta) "rivoluzione". |
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Non è che si pretendessero miracoli da lui, né è pieno di persone in grado di far molto meglio, ma nel suo ruolo almeno certe scivolate si sarebbero dovute evitare. Quote:
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nella vita un'acca scappa a tutti prima o poi, persino agli intellettuali maggiormente preparati, sarà certamente colpa del T9 :leggendo:
https://pbs.twimg.com/media/CQ23yQBWgAA3A5B.jpg |
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Sulla vicenda Marino vado controcorrente.
Come ha detto giustamente un amico il problema non è lui, ma i romani, così come il problema non è Renzi, ma gli italiani. Inoltre mi fanno sorridere quegli che hanno esultato per le dimissioni di Marino, manco fossero stati loro a cacciarlo ma lo stesso Renzi, percè lo riteneva un peso morto. |
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Qualcuno non conosce il termine "maccartismo" :sisi: |
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L’Unione Sovietica era fondamentalmente un paese capitalista. La prima cosa che fecero Lenin e Trockij quando presero il potere nell’ottobre 1917 fu distruggere tutte le forme di iniziativa socialista che si erano sviluppate in Russia dall’inizio della rivoluzione di Febbraio (lo Zar fu detronizzato da una rivoluzione popolare nel febbraio 1917; i bolscevichi di Lenin presero il potere 8 mesi più tardi con un colpo di stato) […] i bolscevichi distrussero i consigli di fabbrica, sabotarono i soviet, eliminarono l’Assemblea Costituente. In pratica smantellarono ogni forma di organizzazione popolare in Russia e imposero un’economia dirigistica con salari e profitti, una sorta di capitalismo centralizzato.
Noam Chomsky |
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