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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
si fa prima a buttarsi...
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Re: Una vita da disoccupati
Ho appena compilato una listina di cinque realtà che lavorano nel mio settore a cui spedire il CV tra 10-15 giorni, quando sarò meno impegnato.
Con una di queste ho lavorato tantissimi anni fa, ormai si saranno dimenticati di me e nel frattempo sono anche cambiate le persone che la dirigono. A un'altra avevo spedito il CV una decina di anni fa, quindi tanto vale rispedirlo. A un'altra ancora l'avevo spedito un annetto fa, ma rispedirlo non fa male, e poi sono dei tipi per cui mi piacerebbe tanto poter lavorare. Le due restanti non ho mai provato a contattarle, anche perché sono realtà molto piccole. |
Re: Una vita da disoccupati
Mi sono candidato per una posizione in un’agenzia NATO
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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In mezzo a soldatoni braccioni mmmmmmmmmm mamma mia speriamo |
Re: Una vita da disoccupati
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#andiamoinorbitamiocapitano |
Re: Una vita da disoccupati
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Prima cosa faccio bombardare quella oca del piano di sopra che soddisfazione mamma mia |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Io penso che al giorno d oggi sia molto più forte la questione solitudine ... Che il fattore economico ma pochi vogliono ammetterlo ..questo e solo il mio punto di vista |
Ho fatto la domanda da eurospin sia come stagista che come addetto ortofrutta full time, spero più nella seconda…assumono anche senza diploma
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Re: Una vita da disoccupati
Ancora con sta storia del diploma ma guarda che ormai alla soglia dei 30 anni secondo te fra centinaia di candidati vanno a chiamare che scuola superiore hanno fatto .. ma ti pare epz .. scrivi una data realistica e una scuola statale della tua zona... Ci vuole anche un po' di Savoir fare nella vita sennò ciao
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Re: Una vita da disoccupati
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Comunque grazie al cazzo a tutti quelli che dicono che i genitori prima o poi schiattano, grazie della vostra insight illuminante. Il problema è proprio che a causa dei disturbi mentali non si sia riusciti a mettersi nelle condizioni di formarsi e di lavorare, oltre al problema dell'atto pratico del lavorare stesso. In un forum sulla fobia sociale e depressione ci si aspetterebbe che almeno questa semplice cosa possa venire compresa, purtroppo non è così. Sanno solo tutti dirti che i genitori prima o poi schiattano, che siano normaloni o gente che non risponde al citofono perché prima deve correre al cesso colla cagarella. Nessuno è in grado di comprendere i problemi altrui, la capacità di empatia è zero. |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
Prendo atto che su fobia sociale non si può dire di non riuscire a lavorare, in effetti skills trp basic per i fobicotti. Saluti dai.
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Poi è normale leggere di persone che scrivono in modo lucidissimo, che magari escono pure ed hanno una vita sociale, però dichiarano che non riescono a lavorare.. un po' il dubbio ti viene che se ne stiano forse approfittando della bontà dei genitori, ci potrebbero essere dei casi del genere, ma ce ne sono sicuramente altrettanti che non riescono, ci credo sicuramente, poiché anche io ho non poche difficoltà a lavorare. |
Re: Una vita da disoccupati
L'empatia non esiste, ognuno guarda al suo.
Ieri parlavo con uno di politica estera e io continuavo a dire "Gaza" e lui si ma se andiamo in guerra per colpa della Nato ci caschiamo in mezzo noi. E io si ma la gente di Gaza? E lui si ma qua ci tocca a noi andare in guerra. È così, la gente si guarda il suo, se poi riguarda anche altri allora è "solidarietà". Quelli che si interessano ed empatizzano per cose che non li riguardano affatto ma provano a mettersi nei panni (effettivi, cioè considerando veramente l'intera situazione dell'altro, senza liquidare con semplificazioni tipo "mi tirerei su le maniche") sono rarissimi. Vedo anche persone giudicate molto carine ed empatiche perché stanno sempre sul politically correct e non offendono, però poi quando si tratta di comprendere i problemi , portano ad esempio (guarda caso) i loro, quelli che li riguardano o li hanno riguardati, perché li triggerano e gli parte la vena emozionale personale. Nessuno fa lo sforzo in più di dire pure se sta cosa a me non capita, come mi sentirei? Non nella mia situazione, ma nella sua, totale. Cioè non cosa farei se IO fossi disoccupato , ma cosa farei nei panni di questo che è disoccupato in uno stato mentale e situazionale diverso dal mio. Nessuno, o pochissimi e in quanto tali, disarmati nell'aiutare, perché le soluzioni ci sono solo per chi ha voce e viene cagato da gente che ha i suoi stessi guai e le forze per farci qualcosa. Per il resto, ognuno sta solo sul cuor della terra. Speriamo venga subito sera. |
Io non mento sul curriculum, dicevo così che non serve il diploma mica per qualcosa, mamma mia non si può dire più niente…stamani mi chiama una tizia di Napoli sfondata di soldi che cerca un giardiniere tutto l’anno per curargli 300mq di giardino, mo gli devo fare un preventivo ma per meno di 150€ al mese non vado…Una piccola entrata in più in mancanza d’altro……
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Re: Una vita da disoccupati
Non mi devo innervosire ché già è un periodo pesante ed è inutile che me lo guasti di più.
Basterebbe non far sentire gli altri ancora più sbagliati per le proprie difficoltà o incapacità. Essendo nella fase depressiva del disturbo bipolare poi ho l'autostima a zero e i sensi di colpa molto alti. Nelle fasi ipomaniacali (comunque brevi) magari sono più solida, adesso sono anche senza farmaci quindi sono ancora più fragile. Il discorso del socializzare e del fare nei disturbi bipolari c'entra poco, visto che magari le fasi di ipomania o di eutimia sono alternate a fasi molto più lunghe di depressione. Perché il punto non è quanti exploit si riescano a fare, ma quanto si sia stabili e regolari nel portare avanti gli impegni quotidiani, nel riuscire a portarli avanti. Siamo in un forum che tratta di disturbi mentali e a volte sembra di stare al bar. |
Re: Una vita da disoccupati
come detto sopra, son tutti concentrati sui proprio problemi e le proprie modalità, se hai un problema diverso allora è comunque meno importante del loro ( e magari, fingi anche un pò ).
Empatia zero, ma nulla di nuovo sotto i tetti. Se hai problemi col lavoro a livello mentale ma esci, allora magari in realtà vuoi solo stare a casa a fare un cazzo. E' tutto a compartimenti stagni impostati su come loro vedono la vita, se non ci rientri o hai problemi diversi che loro non hanno, e che ci vuole, basta poco. Stesse persone che guidano e si domandano come facciano ad esistere persone che non guidano perchè magari hanno problemi a guidare ( eh, si potrebbero sforzare! - sottotesto, "io ci riesco, quindi se tu non riesci vuol dire non ti impegni o hai il culo pesante" ). I problemi che hanno loro però prova a sminuirli due secondi e allora sei stronza e anche misandrica ( così, de botto, senza senso ). Ondine, non alterarti, non ne vale la pena. Vedi anche da che pulpito viene la predica ( sottesa, ovviamente, mascherata da un pò di paternalismo ), si puà intuire che in certi casi bisogna solo sorridere e andare avanti. |
Re: Una vita da disoccupati
Giusto, la moneta va sempre presa per quello che vale.
Se però posso permettermi, con il disturbo bipolare, rimanere scoperti dalla terapia è deleterio che io sappia. Non essendo guaribile, so che bisogna rimanere sempre in cura come per qualsiasi altra patologia cronica. Solo un suggerimento da non addetta ai lavori, che mi sento di dare a livello generale poiché conosco persone affette, poi ognuno sa i motivi delle proprie scelte personali e valuta. |
Sono seguita dal csm e devo portare le analisi del sangue a breve. Dopodiché se riterranno mi daranno la terapia farmacologica (litio).
Scusate ora non ho più voglia di stare a giustificarmi, ci sentiamo più avanti Anche perché potete benissimo pensare che a me pesi il culo e io non abbia voglia di fare niente, è la verità. Non cambia che sia dovuto alla depressione o meno. Forse non saprò mai chi sarei stata senza questa malattia, la vita rovinata è la mia ma poi sono gli altri che si risentono perché non partecipi al collettivo supplizio del lavoro (a dire il vero non credo sia nemmeno questo il motivo per cui la gente va in panico se sente che non lavori, perché non tutti vivono così male il lavoro). Sarà che è una cosa talmente normale e viene considerata la principale fonte di sostentamento (perché lo è) che il fatto che qualcuno appartenente alla classe lavoratrice* non lavori crea biasimo e sgomento. O sarà che il valore di qualcuno viene fatto corrispondere a come e quanto lavora, oltre al discorso del ruolo sociale. Quindi esclusi e mazziati. *intendo persone che non posseggono altro che la propria forza lavoro da mettere in vendita per sopravvivere |
Re: Una vita da disoccupati
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Va bene, esco dal discorso, non è neanche un thread dove dovrei stare.. magari un giorno potrei anche averne diritto, chi lo sa.. |
Re: Una vita da disoccupati
Mai giustificarsi quando non si fa niente di sbagliato. Gli altri non sanno niente delle situazioni altrui, a volte conviene abbozzare e lasciar credere quello che vogliono, per difendere il proprio diritto a non spiattellare tutto a tutti. Guardassero la punta dell'iceberg e pensassero quello che gli pare. Altre volte è bene spiegarsi e confidare, qualora ci si tenga ad essere compresi da certe persone , per dare modo di essere visti nel modo più vicino possibile al reale.
I giudizi e l'opinione altrui pesano come pietre al sociofobici , ma bisogna imporsi ( qualora sia il caso) di essere i primi ad avere rispetto di sé e del proprio percorso di vita. Poi l'inconscio facesse pure quello che vuole, incubi, disagio,sentirsi sbagliati, figuracce. Ma si rimanga razionalmente consapevoli del proprio valore( qualora si ritenga di averne. )E di quanto poco contino le opinioni non circostanziate. Buon pranzo. |
Ma poi è inutile che io faccia questi discorsi, sono solo uno sfogo.
Sono i sensi di colpa che mi portano a sbattere la testa ancora e ancora su questa cosa. La vita affetta è la mia. Spero che comunque andrà, quando sarà il momento, riuscirò a trovare una maniera per campare senza volermi ammazzare, fine. Quando si è in depressione ansiosa è normale stare così, stare male vedendo che non si è riusciti a costruire una maniera per campare. Mi manca l'ipomania, tranne la sua rabbia e aggressività, almeno non c'era ansia e senso di colpa ad ogni respiro. |
Re: Una vita da disoccupati
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Sono molto d'accordo, però avevo consigliato la ricerca tramite agenzia perchè è da quando sono maggiorenne (2007) che io speranze altrove non ne ho trovate; sarà anche stata incapacità mia Gli addetti del centro per l'impiego della mia area purtroppo sono sempre stati avvolti da una retorica da timorati di Dio, di lavoro come qualcosa di provvidenziale, vago, e una lentezza disarmante come da cliché. Non c'era tempo per aspettare questi, che per altro non hanno oggettivamente una soluzione il più delle volte. Cosa rimaneva? La piccola attività -bisogna vedere di cosa- proponeva 400 euro al mese in nero per 40h settimanali, e sono d'accordo sul fatto che in teoria sarebbe "più giusto" rispetto ad altro, ma il problema maggiore è che non c'erano garanzie sul piano umano. È pieno di stronzi anche fra i piccoli artigiani tanto cantati E se non hai placement universitari a cui molti si appoggiano, l'ultima spiaggia rimangono le agenzie che però a me son risultate le uniche reattive Paradossalmente nelle agenzie per il lavoro ho trovato più umanità nei colloqui che altrove. So che c'è una logica dietro, però ti danno più speranza che al bar, in Italia i commenti lapidari completamente a caso sono l'unico contributo sul tema |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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È una formalità ma non si sa mai Per l'attivazione di percorsi tutelati se chiedono un titolo non puoi dichiarare il falso perchè di solito controllano |
Re: Una vita da disoccupati
Capisco bene come puoi sentirti @~~~ :consolare:
Io per esempio ho un lavoro, ma in nero e la cosa la vivo male, poi gli altri si intromettono dicendo "eh ma poi come fai senza contributi?" come se non ci pensassi ogni giorno... Odio il lavoro che faccio ma forse per assurdo penso che sia meglio così piuttosto di affrontare la realtà, i colloqui, delle nuove situazioni, gli eventuali colleghi, ecc. Almeno così posso gestirmi io anche se fisicamente mi pesa. Ma poi una cosa che mi chiedo è: come fa la gente che lavora minimo 8 ore al giorno a fare anche tutto il resto? Tra hobby, amicizie, relazioni, visite, parrucchiere, estetiste, shopping, cura della casa, ecc.? Sono stanca morta solo a pensarci! Eppure nonostante la depressione sono anche abbastanza attiva perché riesco un po' a gestire anche il resto, tranne la casa u.u Quella è un disastro, ma non dipende solo da me. Se facessi più ore penso che mi sentirei morire e non esco manco tanto. Cerco di non isolarmi, ma sembra che io faccia di tutto pur di evitare l'argomento del lavoro. Ogni tanto mando dei curriculum, ma mi sembra inutile dato che a parte questo lavoro non ho fatto altro, mi vergogno di me e della mia inesperienza, della mia inadeguatezza. Il lavoro è il mio tallone d'Achille ed è la cosa fondamentale nella vita perché ti fa sopravvivere. Senza la mia famiglia sarei costretta a cercare veramente qualcosa che mi dia un minimo di sicurezza economica. Ho la fortuna di non ammalarmi quasi mai altrimenti i giorni a casa non me li paga nessuno. Per lo stato sono disoccupata e non sono nemmeno fiera di guadagnare i miei soldi così, quindi capisco come si sente chi è a casa senza lavoro : ( Quello che faccio mi permette di pagarmi la psicologa per esempio, purtroppo non costa così poco. Lei infatti spinge ad aiutarmi su questo campo, ma non è facile se il lavoro è la paura più grande che ho. Volevo un po' sfogarmi anche io e so quanto si viene giudicati riguardo a questo ambito della vita. Auguro a tutti noi disgraziati (con affetto, sia chiaro :3) di trovare un lavoro che ci faccia sentire meno esclusi dalla società. |
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Re: Una vita da disoccupati
Non ho capito chi manca di empatia tutti stiamo dicendo la stessa cosa e sono anche cose risapute e ripetute un po' da tutti.. nn c'entrano le malattie mentali o paturnie varie o mancanze di empatia ..
Oggi giorno la vita e sempre più una merda .. nn ce motivazione.. si sta 12 ore fuori casa x non mettere da parte nulla a fine mese .. si lavora x i 4 gatti a casa al caldo o i 2 cani che dormono vicino al calorifero quando siamo in stazione ad aspettare il treno fra africani e tossici o fuori a -1 a grattare il ghiaccio dalla macchina x arrivare in orario.. Nessuna nazione nessun patriottismo Nessuna famiglia nessun amici niente figli niente ragazzo o ragazza questo il progresso .. nn c'entra nulla le paturnie mentali quando mancano le basi x una vita normale chi te lo fa di lavorare .. si sta male senza lavorare mica se inizia a lavorare si sta meglio .. anzi e peggio ... Come sempre si guarda il dito e nn la luna.. neanche il nostro paese fraga qualcosa dei propri connazionali.. xò nessuno prova a fare dietrofront o a dire che forse c'è qualcosa di sbagliato.. meglio prendere un altro gatto o un cane e calarsi giù qualche nuovo farmaco miracoloso con la ricetta dello psichiatra aspettando cambi qualcosa .. guai a dire che la vita fa sempre più schifo e mancano le basi x una società sana e normale Non c'entrano niente fobie sociali o contributi ma in pochi abbiamo il coraggio a parlare come stanno le cose |
Re: Una vita da disoccupati
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Nessuno si ribella perché ormai l'Europa e l'occidente sono impostati così. Quando dico che stanno meglio gli Africani nessuno mi crede.. ok, forse non staranno meglio, ma neanche noi stiamo meglio. |
Re: Una vita da disoccupati
A me piace sempre essere sincero non mi vedrete mai indorare la pillola ... Sono un grande realista empatico.. pensato sempre che la cosa peggiore che puoi fare a una persona e mentirgli o raccontargli cose non vere anche fosse a fin di bene .. xké la strada x l inferno e lastricata di buone intenzioni .. il punto gira e rigira come vuoi .. capriole e voli pindarelliani ma la realtà rimane una sola che chi non lavora ed ha cmq vitto alloggio e qualche extra allo stato attuale delle cose e un privilegiato .. fine non c'entra molto l empatia e non c'entra se uno non lavora x motivi a lui involontari o volontari .. nn fa differenza xké l alternativa attuale e che se non hai entrate finisci a dormire nelle strutture o in strada, mangiare alla Caritas, fare piccoli furti e chiedere l elemosina o prostituirsi ..
Chi può permettersi di non lavorare rimane un privilegiato .. che non significa che non soffra o che non abbia problemi ma questa e la realtà e bisogna anche accettarla.. xké l alternativa quale e scusate... Nn c'entra molto l empatia in sto discorso .. E se uno ha problemi mentali o fisici e non può lavorare a maggior ragione e fortunato che cmq riesce ad avere vitto alloggio .. pensa se fosse costretto alla strada o a dover sbattersi a lavoro con pure i problemi mentali e fisici del caso |
Barra ha ragione. Io mi sono rotto i coglioni di lavorare in nero, una a pranzo oggi mi chiama che ero a tavola se potevo andare a vedere il
Suo giardino da 300mq cerca uno per mantenere il prato tutto l’anno ma sempre a nero è, mi sento scoglionato, non ho più voglia di fare giardinaggio a nero a meno che ripeto lo faccio nei paraggi di casa, se devo uscire come questa fare 7/8 km con l’auto, caricare attrezzi già mi passa la voglia, poi devo mettere il rasaerba dietro la punto, ste robe le può fare un pensionato per arrotondare, poi penso se mi fermano che gli dico…per 100/120 euro che manco sai se te le danno, ma per cosa, ma perché… |
Re: Una vita da disoccupati
Ormai la poltrona col sedere l'ho lucidata bene. :D Non è un lavoro molto appagante ma l'importante è che alla fine del mese arriva sempre puntuale il bonifico con lo stipendio. :mrgreen:
I soldi non faranno la felicità ma aiutano. |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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