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re: Una vita da disoccupati
Che è deloitte? Ho cercato su Google ma non ho capito di che si occupa.
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re: Una vita da disoccupati
Un azienda di body rental it tipo accenture
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re: Una vita da disoccupati
Non ho capito lo stesso...
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
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Per quella che è stata la mia esperienza ma anche guardandomi intorno, non è che abbia visto grandi risultati portati dalla scuola. Quote:
Purtroppo quelli che volano più basso finiscono sempre più in basso e lì vengono lasciati. Quote:
Si fatica già ad arrivare a fine mese. Ma tanto il problema non si pone perché è troppo complesso per me. Quote:
Nella realtà non frega a nessuno delle persone; basta dare un'occhiata a come va il mondo. |
re: Una vita da disoccupati
Io avevo un attività e andata a rotoli con la pandemia.secondo me se uno ha lo stipendio fisso anche 1300 al mese in tanti posti del mondo può vivere bene.gli imprenditori ci sono rischi e bisogna avere soldi da investire magari attraverso le famiglie.se vai a lavorare col relax comprato a Napoli fai ridere e poi sei povero.ci vuole un coraggio.il romeo pazzesco
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re: Una vita da disoccupati
Come diceva qualcuno in qualche post prima nel pubblico c'è stato un discreto ricambio dopo anni di blocco turnover. Cominciano ad andare in pensione anche persone nate nei '60, inoltre ci saranno parecchi soldi per il PNRR con relativi concorsi.
Si tratterà però quasi sicuramente di concorsi per soli D, quindi bisogna avere la laurea. I concorsi da C stanno scomparendo. |
Male che va mi compro un furgone usato di quelli più robusti come un Peugeot o un Citroen e mi metto a fare giardini, tanto lo so fare bene.
Il problema è che ci sono un mare di giardinieri dalle mie parti e devi farti un tuo giro quindi lavorare per meno soldi. |
re: Una vita da disoccupati
Ma per chi è ancora in tempo e potrebbe andarsene da sto Paese, perché non studiate infermieristica o una professione sanitaria e poi ve ne andate in UK?
Uno così ha un lavoro stabile e ben pagato e non va a fare il lavapiatti sfruttato che non arriva a fine mese. Conosco un paio di ex compagni di liceo che l’hanno fatto e non tornerebbero indietro. |
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Devo assolutamente rientrarci, sarebbe quello il vero regalo di Natale... Probabilmente assumerò tranquillanti prima dell'orale. |
re: Una vita da disoccupati
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a parte poi che pagare dei "D" per mansioni che possono fare tranquillamente i "C" (impiegati) non avrebbe senso. Per il resto concordo, io stesso avevo postato una discussione simile qualche pagina fa... la mia generazione e quella subito dopo è stata quella maggiormente sfavorita, con 2 crisi pesanti (2008 e 2011), una riforma delle pensioni (la Fornero del 2011) che ha bloccato tutti i pensionamenti. Per il resto secondo me anche nel futuro (almeno a breve-medio termine ma direi anche nei prossimi 10/15) di lavoro ce ne sarà, la generazione tra gli anni 50 e 60 è quella più numerosa ma sta andando un po' alla volta in pensione... giovani ce ne sono pochissimi in confronto e ce ne saranno sempre meno (quindi molta meno concorrenza). Poi i fondi Europei (Recovery Fund) destinati al rilancio post-covid dovrebbero essere molto utili per creare sviluppo e lavoro (sempre se saranno utilizzati correttamente) Paradossalmente proprio il Covid potrebbe aver dato uno "scossone" all'economia, prima in negativo e poi in positivo visti i fondi previsti (è come quando dopo una guerra si procedere ad una "ricostruzione") |
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Boh secondo me se qualcuno sta ad aspettare il lavoro "perfetto" e non ha studiato tanto può pure morire disoccupato, tocca farsi sfruttare...sempre se si voglia rimanere qua.
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E se non sbaglio, bisogna fare 2 anni per specializzarsi...mi pare di aver sentito una cosa del genere, ma non ne sono sicuro. |
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re: Una vita da disoccupati
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I concorsi da C si evitano anche per non avere una marea di candidati, quindi chiedendo la laurea fai già una importante scrematura iniziale. Poi vabbè in ambito universitario probabilmente si spinge in tal senso (non avrebbe molto senso fare concorsi per diplomati in un'università, anche solo per una questione di logica). Per il futuro lavorativo il pubblico diventerà sempre di più l'unica ancora di salvezza, ma ripeto bisognerà avere quasi certamente una laurea per entrare. Il privato invece, tra dumping salariale e condizioni di lavoro sempre peggiori, lo vedo sempre più degradante, tranne per figure davvero qualificate. |
re: Una vita da disoccupati
Ma io vedo che invece i laureati li inquadrano nel settore C, magari fosse il D…
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re: Una vita da disoccupati
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Mah, tutti i lavoro hanno i loro problemi, se è già un posto sicuro e ben pagato è una conquista ormai. Poi in UK hanno ovviamente molte più tutele che in Italia, questa cosa non è da poco (mi riferisco ai conoscenti che erano stati contrattualizzati pre-brexit, ora non so se è cambiato qualcosa). |
re: Una vita da disoccupati
Se perdo il lavoro mi ammazzo, ormai non sono più fisicamente e psicologicamente in grado di ricominciare da qualche altra parte.
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re: Una vita da disoccupati
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Per la formazione non ne ho idea perché mia madre l'ha fatta tanti anni fa e oggi è cambiato tutto. Quote:
Poi vabbé manca anche tutto il resto, la formazione, le capacità, la forza e la stabilità mentale Ma poi ora con la brexit non è diventato più complicato? A me se fosse stato possibile e fossi stato in grado mi sarebbe piaciuto spostarmi in Canada o paesi scandinavi. |
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