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E io preferisco che un centro anti-violenza si occupi di della donna picchiata dal marito o del tizio al quale hanno tirato l'acido addosso che di me. Mi vedo come assai meno grave rispetto a loro, anche se non dovrebbe essere una gara. Ognuno ha le sue sofferenze.
Ohi, comunque io non credo che il tuo caso sia assai più lieve del mio :). Come sei arrivato a tali conclusioni? Insomma, pokorny tu non hai praticamente mai avuto una vita. Quanti anni hai? 50? 60? E ancora convivi con tua madre. Il tuo limite di sopportazione dev'essere agli sgoccioli.
[...] Apprezzo molto gli interventi di entrambi. Anche se non ci sono soluzioni, è bello essere un po' capiti.
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Mi sono fatto l'idea da certe descrizioni che fai e tanti dettagli. Che mio padre fosse "costrittivo" quasi quanto il tuo ci credo anche se mi pare fosse meno prepotente del tuo. La sua sfumatura di cattiveria era mentale. Non mi avrebbe mai intestato qualcosa di pericoloso controvoglia o costretto a partecipare ad aste, ma gli episodi classificabili in questo meccanismo hanno sempre avuto un carattere ricattativo. Non fai questo? E allora io non farò niente per te. Fai quello che voglio io? E allora ti aiuto. Ma io sono stato sempre libero di scegliere, foss'anche non cedere. E non per forza di carattere ma perché semplicemente non ero in grado di fare quello che voleva. E' una cosa che non ha mai voluto né capire né accettare, e ci riprovava in continuazione con società e altre follie.
Con mia madre convivo essenzialmente d'estate e d'inverno passo un paio di gg alla settimana da lei. Il problema è che casa mia non è casa mia. Se scambio di posto due piatti, anche con un inverno di assenza lei ricorda e mette in atto il solito ricatto: capisco, è casa tua, non mi vuoi, me ne vado. Torna in città e dato che la casa è espostissima a sole e rumore, si sente male e tocca tornare a prenderla. Potessi fare quel che voglio di casa mia sarebbe sopportabile, ma di fatto vivo nella casa di una donna di una generazione prima con le sue tende, soprammobili, divani leziosi, quattro canterani che contengono 25 servizi di piatti, una quantità di cuscini che se anche non sono creduto occupano mezza stanza, rosa e colori sfumati anche sulle maniglie. E non posso toccare niente perché se tenta il ricattino e poi ci resta secca starei male per il resto della vita. Lei sa che può tirare la corda ma inizia ad avere i sintomi dell'invecchiamento cerebrale ed è possibilissimo che per far vedere che tiene il punto prima o poi resti secca. Non posso avere ospiti perché mi vergogno un po' di quello che è casa mia. Sembra il set di "il vizietto" o "piume di struzzo" :D E se non c'è fisicamente c'è con almeno 3-4 telefonate al giorno per la minima cosa. E' come un elastico, più ci si allontana maggiore la forza di richiamo.
Ecco, il punto è che mio padre e mia madre anche nei momenti peggiori non si sono sognati di chiedermi l'accesso o cointestazione del conto o venire direttamente in camera mia a prendere qualcosa senza chiedere. Quindi penso leggendo le tue descrizioni che il tipo di problema sia lo stesso ma che nel tuo caso si presenti in forma cinquanta volte peggiore. Altra cosa in comune, ce lo siamo detti, è la pletora di società, casini, e iniziative che "proseguono" dopo la morte. Tutt'ora io ho a che fare con diversi avvocati e diversi commercialisti perché tali e tanti sono stati i casini che nessuna figura ha le competenze per tutto. Serve l'esperto di società, l'amministrativista e tanto altro. So che quasi tutto quello che mi entra e fino a che vivrò servirà a pagare tasse per situazioni in-risolvibili. Però ecco l'altra differenza; sono sicuro che mio padre non fosse "accecato" (e te ne chiedo scusa, è solo l'impressione che traggo da quello che scrivi) al punto di combinare problemi pericolosi per la sussistenza; semplicemente, grazie a uno straccio di prudenza che ha avuto, sono privato di quasi tutte le possibili entrate, ma non molto di più.
Anche per queste cose: spero che nel momento in cui sarai libera potrai chiudere baracche e burattini; per me stesso ho ancora la speranza di riuscirci per godermi uno o due anni di vita se arrivo a 88-90 anni, e spero che per te sarà molto prima (intendo sempre dal momento in cui non avrai legami).
Infine, sì, forse oggettivamente è meno peggio il tuo caso ma per me, vivendolo in parte, credo che non sia così tanto tanto meno importante di quelli che ho citato; c'è anche un acido mentale, non solo quello che si getta addosso al malcapitato o malcapitata di turno. Sarebbe giusto che lo stato potesse trattarli allo stesso livello di importanza.