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re: Una vita da disoccupati
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Se pensate che fare gli informatici sia un lavoro per taciturni vi sbagliate anche perché si lavora come consulenti il che vuol dire parlare interloquire presentare soluzioni ecc ci sono parecchi contatti mica sei da solo davanti al computerino..in più sei quello con cui prendersela quando le cose non funzionano
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Poi c'è anche la parte in cui una tua foto corredata da immaginette buffe fatta con PS sul sito aziendale per testimoniare quanto è divertente e affiatato il team e l'azienda in cui lavori XD
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Concludo raccontando un episodio capitatomi qualche anno fa: ero arrivato ad occuparmi per hobby di un evento in lingua inglese, moderando un tavolo di conversazione. Ogni persona parlava di sé, raccontando fatti ed esperienze di vita, tra cui anche quelle lavorative. Un giorno capitarono, tra gli altri, due ragazze entrambe laureate in materie umanistiche: la prima, piuttosto timida, ma comunque provvista di una buona dialettica e, si presume, di una buona intelligenza emotiva e un'altra invece che pareva avere la testa di una bambina di dieci anni nel corpo di una trentenne. La prima svolgeva un interessante lavoro da web content editor (malgrado una semplice laurea in filosofia), la seconda (fornita di laurea in lingue) era disoccupata e senza contatti. Cos'avrà mai potuto fare la differenza tra le sorti delle due? |
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no non sono d'accordo. Mi sembra una sorta di scusa per non darsi da fare nel limite delle proprie possibilità, e magari per giustificare anche il sottile razzismo che vige verso le persone timide: della serie conta solo l'apparenza, e se sei simpatico vuol dire che vali altrimenti cavoli tuoi (effetto alone ecc.) Tieni presente che anche io faccio un lavoro a contatto con le persone, e ho passato un adolescenza dove stavo sul cacchio a tutti, ma proprio tutti i miei compagni di classe...quindi secondo la tua teoria dovrei stare sotto un ponte a fare il barbone, o peggio: ok lavori ma togliendo il pane a chi lo meriterebbe di più, perchè ci sa fare a trattare le persone e tu invece nel tuo posto di lavoro ci stai come i cavoli a merenda.. il fatto è che si cresce proprio andando contro i propri limiti, anche se di questi bisogna tenerne conto. Infine diciamocela tutta: ma dove stanno tutte ste persone esperte nel trattare con gli altri? se fossero esperte saprebbero trattare anche con i timidi, che invece hanno vita dura (e non ci sono neanche leggi anti discriminazione che li proteggano) ...ergo nella vita bisogna tentare, anche se si ha una deprezzata laurea umanistica e non si hanno neppure capacità relazionali molto elevate |
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Settimana prossima dovrei andare ad aiutare un idraulico, domani mi da' la conferma. Mi sto cacando addosso e voglio schiattare.
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Si era partiti dicendo che non si danno lavori alle persone con lauree umanistiche, e ora si è arrivati al solito discorso della discriminazione verso i timidi. Allora qual è il busillis? Non ci sono lavori per gli umanisti, o non ci sono lavori per i timidi? I lavori per gli umanisti ci sono, ma sono pochi e prediligono le persone con buone capacità relazionali ed intelligenza emotiva, che non significa essere gradassi e strafottenti in ossequio a quella logica che va tanto per la maggiore qui dentro, per cui il timido sarebbe un soggetto fragile e pervaso di buoni sentimenti ostaggio di un mondo che lo avversa, mentre il non-timido sarebbe un cinico opportunista e prevaricatore. Il timido è tale in quanto dubita di se stesso, si critica in maniera eccessiva e sproporzionata, poco importa da dove nasca (genetica o famiglia) quest'esagerata svalutazione di sé. Se egli pensa "non valgo niente", poco importa cosa pensino gli altri, visto che è il parere che lui ha di sé ad influenzare le sue scelte, il suo modo di comportarsi col prossimo e i suoi risultati. Gli altri potranno anche pensare "questo non ha fiducia in sé quindi lo scartiamo", ma il pensiero autosvalutativo parte in primis dal timido stesso ed è lui a doversi impegnare per cambiarlo. L'aiuto degli altri può svolgere un ruolo chiave nella modifica di questi assunti autosvalutanti, ma spesso c'é una barriera troppo spessa di pregiudizi verso di sé e verso il mondo cinico e cattivo che non ci accetta, che deve essere prima abbattuta. |
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io vedo che proprio contattano poco per fare colloqui..su 8 cv mandati mi han contattato in 2
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Se la società fosse empatica ci sarebbe un posto per tutti,uno potrebbe presentarsi ai colloqui dichiarando la sua timidezza senza vergognarsene.Ma la società non integra ,senza la bella spigliatezzina ti lasciano a piedi,siamo minoranze che ci dobbiamo adattare,curare,e soccombere. |
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In 4 anni, dal 2012 che sono rimasta disoccupata e ho iniziato a cercare lavoro fino al' inizio di questo anno che poi ho iniziato questo mio attuale lavoro ho fatto in tutto 5 colloqui per lavori seri
- uno a leroy marlin che poi non mi hanno assunto , e' stato solo uno stage ma io ci ho sofferto tantissimo perche' mi ero illusa . - uno in un posto come impiegata che non avevano nessun interesse ad assumermi perchè cercavano una al centralino e io sono troppo timida x stare al centralino , non so nemmeno perchè sono andata a quel colloquio , forse perchè ero disperata e le stavo provando tutte - poi ho fatto un colloquio a Emergency - una batosta di colloquio , mi hanno tenuto lì 4 ore , prima ho fatto un colloquio di gruppo poi singolo , avevano comunicato all'agenzia che io ero la candidata ideale e che mi avrebbero chiamata in tempi brevi , li ho aspettati tantissimo perchè era un posto a cui aspiravo tanto e poi anche lì ho preso un 'inculata perchè mi hanno bidonata , poi hanno detto che chi mi aveva fatto il colloquio aveva dato le dimissioni e io sono stata veramente sfortunata a capitare in quel momento , sti cazz , batoste su batoste . - Poi ho trovato un lavoro alla Scala di milano , anche li colloquio va benissimo inizio a lavorare , era un posto come guardarobiera al Museo della Scala , i primi tempi mi piaceva ma poi c'era da ammazzarsi la vita era stancante al massimo , arrivavo a casa morta ammazzata , non facevo in tempo a riprendermi per il giorno dopo , poi mi facevano stare in piedi dei giorni come guardia del museo , madonna santa ... tutta la vita cosiì mi sarei ammazzata . Dopo la scala sono entrata in depressione perchè ho rinunciato a un posto sicuro perchè non ce la facevo fisicamente a sopportare tutto quello sforzo e mi sono buttata tantissimo giù ho iniziato veramente a vedere zero opportunità perchè lavori pesanti fisicamente io non ho il fisico per farli mi stanco troppo , lavori come impiegata non sapevo dove e come cercarli perchè cercano tutti ragionieri o laureati .. E poi dopo che ormai ci avevo perso tutte le mie speranze , ormai mi ero data per persa , è uscito questo posto ma in 4 anni da disoccupata 4 colloqui , c'era veramente da deprimersi , non sapevo più dove sbattere la testa . Lavori buoni non ce ne sono tutta fuffa , tutte cose che dopo pochi mesi ti lasciano a casa , non hanno nessuna intenzione di assumere, vogliono solo sfruttare . Ormai le aziende serie sono veramente poche . |
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comunque veramente uno che è timido viene considerato così meno di zero, uno sfigato, bah non ho più parole. Non tutti sono bravi nelle relazioni e allora? non vuol dire che si è handicappati o cosa
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l' unica cosa è adottare le strategie per passare , ansiolitico e altri svincoli per scamparla |
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Per esempio al termine di uno stage lavorativo la mia timidezza è stata annotata come un difetto nel giudizio finale. |
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Nel senso che nel secondo si afferma che poco importa cosa pensano gli altri del timido, mentre nel primo si afferma che ci sono delle aspettative sul modo di gestire la socialità e che chi non riesce a soddisfarle viene scartato (quindi il giudizio altrui incide eccome). Nel secondo post si critica l'idea che esista un mondo che non accetta i timidi, si dice che è un pregiudizio, e nel primo si dice invece papale papale che tale rifiuto esiste eccome e che i timidi probabilmente vengono snobbati sul lavoro perché non sanno gestire la socialità secondo le aspetattive più comuni (e discorsi analoghi, aggiungo, si potrebbero fare in altri ambiti). E così via... in più ovviamente alla fine della fiera la colpa ricade sul timido che si autosvaluta (così, dal nulla, per divertimento, perché gli piace farlo, senza un vero perché e senza alcun legame con vissuti ed esperienze problematiche familiari e/o sociali) e non sulle suddette aspettative che in quanto in linea col pensiero della maggioranza sono scolpite nel marmo del Sinai e non vanno mai messe in discussione, pena la comparsa dei quattro cavalieri dell'Apocalisse. |
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Nel lavoro purtroppo la fobia sociale e l'insicurezza sono veramente limitanti....per un fobico è difficile trovare e mantenere un lavoro, nonostante i vari sforzi
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Ho letto un annuncio di lavoro in cui cercano operai da inquadrare come stagisti con rimborse spese che significa comunque lavorare gratis,non sapevo che anche gli operai potessero essere assunti come stagisti,se sia impiegati che commessi che operai possono essere inquadrati come stagisti ne consegue che andremo sempre di più a lavorare gratis.
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pazzesco, ormai ci vuole esperienza e la laurea anche per fare lo spazzino! :D
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Per quanto riguarda la società direi che ci troviamo di fronte ad una società più empatica di un tempo (i timidi una volta potevano a malapena sperare di sopravvivere), e se non riconosciamo i progressi fatti non potremo farne di ulteriori. E' un po' come quando costruisci una casa: non puoi arrivare al tetto se non ti basi sulle fondamenta, idem per i progressi sociali relativi all'empatia. Quote:
Se volessi fare il centometrista e mi scartassero perché non ho abbastanza fiducia nelle mie capacità di correre veloce, quella mancanza di fiducia dipende da me. Importa poco cosa pensano gli altri di me quindi, se io continuo a pensare di me il peggio possibile. Se io pensassi di essere brutto e inguardabile (come certi utenti), importa poco se gli altri siano o meno d'accordo: finché continuerò a giudicarmi repellente, non vi sarà santo che tenga. |
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comunque non ho mai capito perchè negli annunci su indeed o infojobs ci sono solo posizioni di customer care.. ergo call center.. ma boh e le agenzie cercano solo per queste posizioni qui, tutti gli altri lavori non esistono
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Ma per muttley tutto ciò che è psichico si può e si deve superare grazie al grande potere della mente. Io dico che spetterebbe alla società anzichè al singolo includere tutti,visto che sei insegnante(muttley)saprai come nelle ultime linee guida si vada verso la personalizzazione e la centralità della persona come unica. Certo sentirsi adeguati spetta a noi,ma se ti scartano sempre perchè sei timido ,se subisci umiliazioni e brutte situazioni a causa di tue caratteristiche personali avoja a darti fiducia comunque.Già non ce l'hai di tuo.Vai nel mondo,e quello ti demolisce.Tipo fai mille colloqui e tutti ti dicono di no per il carattere.E tu in tutto questo devi non solo mantenere la stima di te stesso ma anche auto curarti dalla fs.Insomma.Una società piú empatica e contesti non svalutanti sarebbero auspicabili .Perchè ripeto chi giudica male un fobico in quanto tale è lui che sbaglia,non il fobico.Essere fobici non è un delitto, si hanno degli handicap in certe cose ma si può essere bravi in altre,non si stanno facendo azioni scorrette e deprecabili nel manifestare timidezza.Pertanto chi denigra e giudica il timido è in errore.Altrimenti giustifichiamo pure anche le offese agli handicappati ,li pestino pure sotto ai piedi che tanto,è compito loro inserirsi,mica della società! |
re: Una vita da disoccupati
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Non puoi delegare sempre tutto. Punto primo. Se hai l'impressione che il mondo ti demolisca, non sarà anche per la fragilità e convizioni tue estremamente radicate? Sei stata tu a scrivere che, nonostante i continui complimenti e congratulazioni dei colleghi, continuavi comunque a sentirti incapace e inadeguata. Come vedi c'è una coltre di autopregiudizi che spetta a noi demolire. Se pensiamo che basti l'aiuto esterno a cambiare le nostre convizioni interne, allora è come se ci rimettessimo all'idea di essere destinati ad vitam alla "carità" altrui. Magari anche il più agguerrito esponente del forum dei brutti potrà convincersi di non essere brutto o che non esista la bruttezza oggettiva™ se un cospicuo numero di fighe facesse la fila per dargliela. Oppure il più agguerrito dei razzisti potrebbe mitigare la sua xenofobia se tutti gli appartenenti ad etnie non caucasiche smettessero improvvisamente di commettere il minimo crimine... |
re: Una vita da disoccupati
Ma voi non avete ansia forte quando dovete iniziare un nuovo lavoro? No perché ieri ho detto a una mia conoscente, dopo essermi lamentato della mia forte ansia, che spero di non essere chiamato a lavorare e mi è stato risposto che "dovrei baciare il terreno anche solo per aver la possibilità di un lavoro, indipendentemente dalla mia fobia". Per carità ha ragione eh, però ci sono rimasto male. Speravo in un po' di comprensione, ma non ce l'hanno neanche le persone di questo forum a quanto pare...
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Però ti ammiro perché hai le palle di provarci, io invece sono un fallito totale e tendo sempre a tirarmi indietro. Un abbraccio, anche se solo virtuale... |
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In quanto al mettersi in discussione, anzichè aspettarsi che sia il mondo (cattivo o buono poco importa) a cambiare, bisogna vedere cosa si intende . Perchè se mettersi in discussione significa diventare estroversi da timidi che si era mi sembra molto improbabile riuscirci (il che non significa che sia sbagliato cercare di migliorare). Se invece mettersi in discussione significa abbandonare l'idea autocastrante secondo cui con la timidezza non si va lontano siamo d'accordo . Ma tu mi pare sia il primo a non metterti in discussione, iNFATTI SCRIVI: "Conosco fior fiori di ragazzotti che ambiscono a fare i copywriter, i webwriter o gli autori radiotelevisivi (io ci andai vicinissimo ma rinunciai per l'ansia), ma il mercato non è in grado di assorbire tutta la loro "buona volontà". Magari senza questa idea preconcetta (secondo cui con la tua ansia quel lavoro non lo potevi fare) ai tuoi sogni non ci rinunciavi. A me il realismo va benissimo. Ed è vero che sul mercato certe lauree valgono meno, il mercato non vuole certe figure, ecc. ecc. Il problema è che spesso si rinuncia al primo fallimento, senza cercare la strada b, c, d. O magari ancor prima di fallire, perchè tanto sono timido, ci ho l'ansia, ecc. |
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