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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
Se io non fossi un solitario e ci metto pure il reddito non sufficiente per molte a 36 anni al di là che a me le donne da caviale non piacciono,avrei più interessate perché esteticamente oggi non credo manchi niente..comunq il mio era un problema legato anche al contesto dove vivevo meridionale dove non mi sono mai identificato..pero con le straniere credo sia più facile perché non stanno attente a quelle cose delle italiche o comunq di meno.a me bergamo piaceva ma vedevo donne troppo abituate a roba costosa,una piccola Milano,credo che l'utente medio con le straniere abbia veramente molte più chances..
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
Se facessi una vita di clausura totale sarebbe più facile rassegnarsi, uscendo per lavoro è normale che si inneschino dinamiche imprevedibili.
Io non vorrei arrendermi mai, per un periodo l'ho fatto. Sostanzialmente durante il lockdown e anche durante i periodi miei di depressione. Inviato dal mio moto g32 utilizzando Tapatalk |
Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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O meglio: sto con te in quanto te, perché sei valore aggiunto alla mia vita e fai la differenza rispetto ad eventuali altri, non perché sto alla canna del gas che mi voglio ammazzare dalla solitudine e ho bisogno che qualcuno (qualsiasi) mi ci salvi. |
Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
Mettersi insieme a qualcuno per colmare un vuoto e tanto per non stare soli è un errore, un grosso errore. Agendo in questo modo gli scenari possono essere 2: o si idealizza l'altra persona e passata la "sbornia" del primo periodo poi ci si lascia, oppure ci si aggrappa morbosamente all'altra persona e se l'altra persona ci lascia se ne esce distrutti. Come è un errore mettersi insieme per questione di status, di rispettabilità e accettazione da parte degli altri. Ovviamente SECONDO ME.
Non bisogna mai pensare "sto con lei/lui perché ho solo lei/lui altrimenti sto solo", perché è il terreno perfetto per rapporti malsani. Ma vale anche per le amicizie eh non solo per i rapporti amorosi. Io in passato nelle amicizie l'ho fatto questo errore quindi la lezione l'ho imparata. |
Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Può certamente accadere di doversi ( reciprocamente)aiutare nell'ambito della stessa ci mancherebbe , ma essere da premessa l'appiglio dell'altro bisognoso crea subalternità. I presupposti, insomma, non sono ottimali. Per me. |
Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
di norma se la persona è evidentemente bisognosa, tendo ad allontanarmi, se in ottica di relazione ( non solo sentimentale ).
Vorrei qualcuno che mi completi, con cui stare bene e che sia un valore aggiunto, allo stesso modo voglio che l'altra persona abbia lo stesso pensiero, e non che si attacchi a me perchè non ha altro. Anche perchè, nella mia esperienza, spesso persone così tendono a passare ad altro con estrema facilità, lasciandoti col dubbio di essere fondamentalmente intercambiabile. Che non ti scelgano perchè sei "tu", ma perchè sei la prima che gli ha dato attenzioni. |
Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
Aggiungo che non é di certo una colpa da scontare il fatto di ritrovarsi in stato di bisogno - alla canna del gas esistenziale per questo o quel motivo.
Ma non si dovrebbe ( sempre per me) , cercare la totale salvezza nella relazione, sia perché si investe l'altro di una responsabilità enorme, sia perché si mette in subalternità se stessi. Insomma si può avere una vita di merda ma comunque far prevalere nella relazione il piacere di stare con QUELLA persona ( e non con uno/a), al bisogno di salvarsi e di risolvere tutto. Insomma darle il giusto peso e valore a prescindere dai bisogni. |
Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
Io ho raggiunto diversi obiettivi negli ultimi tempi, la relazione giusta sarebbe la ciliegina sulla torta, la favola a lieto fine.
E invece sono sempre nella mischia, a sgomitare, sembra di essere un maledetto. Come diceva Max Pezzali è la dura legge del gol, qua si fa calcio champagne ma si prendono i complimenti e basta. |
Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
Non hai capito niente ma va bene lo stesso.
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Re: C'è qualcuno che è riuscito ad accettare il fatto di rimanere sola/o a vita?
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Anche il " dare tutto" di QWERTY ha un senso romantico tipo "ti darei la Luna" e ci sta ( per gli amanti del genere :D), io mi riferivo ad altro tipo di situazioni in cui ci si sente gravemente mancanti in qualcosa e si considera l'altro come ancora di salvezza : economica, o del vuoto della propria vita, o della solitudine disperata, o della depressione, o di una casa dove vivere, o tipo "non riesco neanche a fare la spesa da solo mi serve la persona", e tanti altri bisogni, perché c'è sia il rischio del "va bene chiunque basta che mi tolga da dove sto", che del crearsi della subalternità e dipendenza. |
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