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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Resta comunque il fatto che, pur non condividendo le affermazioni di chi dice che non c'è nulla da fare in maniera aprioristica, anche quelle tipo "Chi vuol cambiare cambia, punto" (come se bastasse solo la volontà) mi sanno di frasi fatte e (queste sì) di scarsa volontà di approfondire la conoscenza della situazione del singolo individuo che si ha davanti. Se sono valide non sono scuse, sono problemi che vanno affrontati e non minimizzati. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
Almeno piantala di fingere di essere un dottore..grazie
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Se pensi che sia scontato dire "Tutti possono cambiare se lo vogliono davvero", non lo è affatto, gran parte dei miei colleghi sono convinti che, ad esempio, i narcisisti non cambiano (migliorano). Chiaro poi che in quel tutti non si tengono in considerazione le eccezioni.... |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Non me lo sarei mai aspettato :D |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
Dai, per fortuna è arrivato lui :D ora siamo salvi, possiamo cambiare! :bene::bene:
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E' in effetti un problema che qualsiasi utente di lunga data conosce: le persone che "guariscono" si disiscrivono o smettono di partecipare. E rimangono i casi più complessi. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Si, purtroppo è così, ed essendo gli introversi in minoranza si richiede che siano essi ad adattarsi e non viceversa. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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[ipnosi] La maggior parte degli approcci psicoterapeutici si basa sull’utilizzo della parola, partendo dal presupposto che la rinarrazione di sé, l’espressione dei vissuti emotivi e la rielaborazione delle esperienze vissute siano curative e capaci di produrre un cambiamento positivo. Deve però essere considerato, che molto spesso i traumi, in particolar modo di matrice arcaica, tendono a bloccarsi e fissarsi in quella che viene denominata fase preverbale di elaborazione e pertanto è arduo accederci attraverso la verbalizzazione (parola). Ciò è particolarmente vero nei casi, per esempio, di abuso o maltrattamento infantile: in questi casi il trauma si fissa sul corpo in un’epoca in cui la parola non è ancora in grado di dare un senso a quanto sperimentato ed è lì che il trauma si radica diventando indicibile e del specificatamente innarrabile in quanto verificatosi in antecedenza all’avvento della parola e dunque non può essere verbalizzato. Anche in fasi evolutive successive a quella preverbale, le esperienze shoccanti si congelano a livello di memoria sensoriale e non riescono a evolvere fino al mondo della rappresentazione verbale. Il trauma è spesso muto, costituito da sensazioni corporee sconnesse, destabilizzanti e scarsamente controllabili. Di fronte a situazioni di questo genere, l’approccio psicoterapeutico classico diventa arduo e rischia di destabilizzare ulteriormente i pazienti già fragili, i quali, di fronte all’impossibilità di narrasi come richiesto, potrebbero irrigidirsi o battere in ritirata. dominio/sottomissione, l'autostima, la vergogna, i sensi di colpa sono alcuni degli aspetti su cui si lavora con chi soffre di fobia sociale, alcune persone, le più giovani soprattutto, riescono ad ottenere ottimi risultati anche in brevi periodi, mentre chi ha un pensiero radicato da più anni tendenzialmente richiede anni di terapia. I meccanismi specifici dipendono da paziente a paziente (ad esempio ognuno ha i suoi traumi), per qualcuno si tratta di concentrarsi molto più sulla rabbia, per altri sull'intelligenza emotiva, non c'è una regola, solo il clinico che conosce la storia del paziente sa cosa "smuovere" |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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nn è detto che tutti cerchino le stesse cose .... nn è una critica è solo un pensiero . è come se i "medici" cercano di curare la gente e farla diventare quasi tutta simile , perchè bene o male sanno che certe cose fanno stare tranquilli e rendere la vita vivibile , me domando , ma se qualcuno nn vuole stare tranquillo? XD ... o viene abbandonato o nn so faccio esempi estremi solo perchè in effetti esistono e molte volte vengono appunto categorizzati come " da abbandonare" solo perchè nn hanno un risvolto voluto .... i classici fallimenti medici o per meglio dire , il loro naturale svolgimento , che molte volte nn è accettato da chi cura .... ribadisco che sono casi rari o cmq nn legati a sto sito , in caso qualcuno si senta preso in causa .... parlo per casi estremi per vagliare ogni possibilità |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
La vera difficoltà non è tanto curare il trauma, quanto risolvere le dinamiche alla base delle quali i traumi si autoperpetuano.
Non è un discorso per tutti ma imho vale per tantissimi qui dentro. Se ad esempio alla base del trauma c'è un' "anormalitá" neurologica tale da rendere meno compatibili con la società per come è costituita (senza voler sputare nel piatto in cui mangio e pur consapevole che esistono e sono esistite società ben peggiori sfido chiunque a non riconoscere elementi patologici nell'odierna organizzazione sociale, a partire dal sistema educativo e lavorativo), lo sforzo di adattamento comporterà necessariamente il riacuirsi del trauma. Ciò detto, comprendo che alla base dei post di DrPsiche c'è il desiderio sincero di motivare al cambiamento chi risulta rassegnato prima ancora di un numero ragionevole di tentativi; tuttavia la derubricazione della problematica a un atto di mero sforzo di volontà risulta minimizzante al punto da risultare giocoforza offensivo nei confronti di chi da svariati lustri litiga con le proprie problematiche. Mi stupisce che un dottore non se ne renda conto, ma solo fino a un certo punto, dacché di dottori capre ne ho conosciuti a josa. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Quando si parla di traumi non vuol dire che la risoluzione degli stessi generi guarigione, altrimenti "rimossi" i traumi e tutti guariti in una sola seduta, il fatto che grazie all'ipnosi sia vantaggioso e talvolta sia l'unico modo di poterli elaborare, è un'evidenza scientifica in grado di permetterti di lavorare meglio con il paziente. L'ipnosi, nella maggior parte degli approcci, è uno strumento integrato nella terapia, non l'unica terapia. Quote:
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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