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Re: Quanto siamo misogini?
A me però è rimasta qualche curiosità insoddisfatta.
Ci riprovo, non si sa mai... :cool: Quote:
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Re: Quanto siamo misogini?
Ma secondo me è una vaga paraculata preventiva che viene detta a livello istintivo per non inimicarsi la categoria di persone che ha il cotello dalla parte del manico nel fornirti amore e/o sesso. Scusate la sparata para-psicologica :)
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Re: Quanto siamo misogini?
no, non è niente di impressionante.
balliamo dal politically correct alla teoria dell'emancipazione dello zerbino. toni come quelli di BarbaZoo non sono niente. si leggono nei niubbi dei forum PNL o Seduzione o similari dei toni ben più preoccupanti. mi ricordo di uno che per cuccare usava un mantra prima di andare a dormire del tipo "le donne sono esseri meravigliosi che conoscono benissimo il proprio corpo". (gli uomini invece sono dei cretini che non sanno dov'è il pisello, immagino :laugh:) ve lo giuro non ho riso davanti al monitor perché la PENA in quel momento superava le altre sensazioni. sul forum della Lidi invece, c'è il top of the tops del patetismo. maremma ladra. |
Re: Quanto siamo misogini?
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La cosa che mi fa più incazzare è che se provassi a dire a 'sto tizio "Ma come fai a dire questo di TUTTE le donne (e magari a dire che non è così per gli uomini)? Le conosci tutte?", passerei per Barbablu. Quote:
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Re: Quanto siamo misogini?
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(sono tutti modi di fare non-paritari, dalla coda di pavone, al commento acido, oltre che a tutta la manipolazione verbale) dall'altra, intimamente, queste maschere sono la prova palese che ciò che a loro importa è appagare le donne. le donne in generale. non una specifica. le donne, perché ovviamente la "prova" della loro identità sta nell'approvazione sessuale femminile. è una cosa cmq non da sottovalutare, perché è una malattia più diffusa dell'influenza. tutti, prima o poi, ci passiamo. siamo educati da donne, quindi siamo nati cercando l'approvazione materna e poi la cerchiamo sulle altre. che questa approvazione sia di stampo zerbinistico emotivo, o meramente sessuale (come nei siti di seduzione) è la stessa cosa. un comportamento di derivazione infantile, prettamente narcisistico. d'altronde nessuna scopata, NESSUNA, vale tutto quell'impegno e quella dedizione. ci vuole una motivazione profonda per smuoverli ed è appunto una ricerca identitaria, idiota, ma tale è. ^^ Quote:
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Re: Quanto siamo misogini?
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Re: Quanto siamo misogini?
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Re: Quanto siamo misogini?
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annamo bene. quindi di grazia il metodo scientifico a cosa lo applichiamo? alla fisica teorica che non si basa sull'osservazione? :laugh: Quote:
ideologia è un "sistema di idee organizzato". non è esistito mai un sistema di idee organizzato che abbia stabilito una superiorità maschile. se è esistito è nato in concomitanza col femminismo, mai prima. sono esistite religioni, credenze, culture che hanno diviso i ruoli con una predominanza maschile nel campo politico e che garantivano al maschio diritti maggiori in ambito pubblico. cose che si sono verificate ai capi opposti del pianeta, quindi impossibile stabilire una ideologia comune di partenza. sono in realtà culture e religioni nate su esigenze pragmatiche correlazionate all'habitat ed al livello tecnologico. tutto il resto è mistificazione. rileggere la storia sulla base delle recenti evoluzioni del pensiero è una cacata. un esempio tipico è l'esaltazione della figura di Spartaco da parte dei socialisti e comunisti, come una figura di ribellione e volontà di uguaglianza. cosa smentita ovviamente, perché Spartaco ebbe schiavi e non voleva assolutamente sovvertire nessun ordine di idee, ma solo liberarsi. portare regressivamente idee illuministe, come l'uguaglianza, per confermare un presunto complotto patriarcale o una ingiustizia storica è idiota. l'uguaglianza esiste nel pensiero da pochi secoli e lo sviluppo delle culture è conseguenza di ragioni ben precise atte a garantirne la sopravvivenva. cosa diversa quello che accade oggi. il femminismo E' un sistema di idee, con diverse correnti, con una storia precisa. il femminismo nasce in un sistema tecnicizzato che ha permesso alle donne di non dipendere dalle specificità maschili (forza, aggressività, astrazione) ed ha radicalmente influenzato la società. dopo la giusta rivendicazione di diritti negati si è spinto oltre, forse anche per inerzia, forse anche per la caduta della cultura pregressa, influenzando i tratti del sistema. ha spostato la parità nei diritti, in parità tout-court, in cancellazione delle differenze di genere, ha attaccato i costumi ed ha favorito il consumismo (il consumismo nasce con le boutique di abbigliamento femminile a Parigi), ha stigmatizzato ogni tratto maschile sia estetico, che biologico, che culturale (la virilità è diventata machismo, l'aggressività è diventata prepotenza, la barba è diventata laida, il gioco è diventato infantile, ecc.) oltre che sessuale (la sessualità maschile è goffa, il maschio è inadeguato, ecc.), ha favorito un cambio totale nell'approccio educativo (dall'autorità all'empatia creando il mammonismo), ha (ed è stata quella la sua forza) portato il privato della coppia nel pubblico (confondendo l'avance con la molestia), ha favorito la cristallizzazione del sistema in un ciclo (Grande Madre) di produzione-consumo tipico del nido (allattamento) sfavorendo il rischio, l'audacia, il contatto con l'esterno. è oggi buffo vedere al cinema un calcio nelle palle di lei a lui. è invece orribile vedere al cinema un pugno nelle tette di lui a lei. ogni spot presenta gli uomini come bamboccioni, e le donne come intraprendenti indipendenti. il linguaggio è sempre ossequioso nei confronti della donna, verso l'uomo si usa spesso l'epiteto "maschietto". il linguaggio è diventato consequenziale a ciò: cazzata è dispregiativo. figata è positivo. vado avanti? ti parlo della figura del padre nella ns. società? |
Re: Quanto siamo misogini?
quel poco di misogeno che avevo lo ho perso ultimamente...accetto il fatto che ogni tanto non le capisco, a volte le amo, a volte le odio, il giusto!
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Re: Quanto siamo misogini?
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Re: Quanto siamo misogini?
non si capisce per quale motivo un tratto femminile (o maschile) debba essere considerato un difetto quando invece potrebbe essere un difetto la percezione del difetto, o il giudizio su ciò che si presume difetto. :baccio:
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Re: Quanto siamo misogini?
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Comunque il tuo discorso di qualche post fa è come spiegare ad un cieco come sono i colori. Io lascerei perdere, fossi in te. |
Re: Quanto siamo misogini?
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---------------------------- Concludendo: a parte che voi anti-femministi non ho ancora capito se ce l'avete solo con presunte discriminazioni ai danni del maschio nella società attuale (su cui posso essere d'accordo valutando caso per caso) oppure se pensate che uomo e donna sono proprio diversi e ciascuno debba avere ruoli ben precisi (su cui sono in gran parte in disaccordo). Voglio dire che posso essere anche d'accordo su temi specifici, come i privilegi femminili per quanto concerne il divorzio o l'insensatezza delle quote rosa (non è questione di essere femministi o anti-femministi, anche una donna dovrebbe essere contraria alle quote rosa a mio avviso), ma da qui a parlare di femminilizzazione della società o di complotto femminista cercandone ovunque le tracce, ce ne corre. |
Re: Quanto siamo misogini?
retorica & fuffa di luoghi comuni caro Moon.
son puerili argomentazioni da talk show. secondo il tuo approccio quindi è vero quello che sostieni tu, sulla base di niente, mentre quello che sostengo io è falso perché il metodo scientifico ha dei limiti? :laugh: « Solo con lo zaino colmo di filosofia posso scalare l'enorme montagna della matematica. » (Ludwig Wittgenstein) nei miei post faccio riferimento a diversi studiosi del tema, contestabilissimi, ma non sparo idiozie e inesattezze come quelle che hai scritto sotto. hai mai sentito parlare di Jung? il simbolismo dei miti è parte della formazione psichica dell'essere umano. la virilità è parte del maschile, non c'è nessuna nostalgia: quello che ha un problema è chi ha paura del virile, perché è come se avesse paura del suo pisello. e poi hai qualcosa contro le tradizioni? e per quale motivo se poi le prendi ad esempio sotto? il femminismo non è una scienza. io non vedo dati sufficienti a contestare le mie "supposizioni" perché quello che hai riportato tu non ha nulla di tangibile quando non palesemente falso. stai chiedendo verifiche impossibili da fornire ma contrapponi un'ideologia da prendere per buona perché di senso comune? a parte che non è vero che si ragiona per "schemi mentali" (yin/yang schemi mentali, le risate...), è uno schema mentale anche ragionare per sistemi neutri allora. è sempre uno schema. inoltre l'uomo non può guardare la realtà senza l'influenza del suo background culturale, storico, sociale, emotivo. non siamo strumenti. se non guardassi la realtà sulla base delle mie conoscenze, non saprei nemmeno trarre conclusioni. lo scopo non è per forza arrivare a qualcosa di produttivo, il confronto parte dal non accettare assiomaticamente le posizioni che stai con sforzo difendendo implicitamente. senza contare che la finalità "volemose bbbene" a me proprio non interessa minimamente. a me interessa capire il malessere prodotto dalla società in diversi campi, ed il femminismo ha un suo settore di competenza a produrre malessere sia al maschio che alla femmina nel mondo occidentale. sottolineare le differenze uomo-donna e il prodotto sociale del femminismo è fare sessismo? e da quando? ti rendi conto della sciocchezza? è come dire che enunciare le differenze mediche e strutturali delle etnie è fare razzismo. io studierei la storia e lascerei da parte un momentino la matematica. parli di supremazia: su quali basi? la supremazia era politica e culturale in determinate civiltà. o contestualizziamo o stiamo parlando di NULLA. esistono e sono esistite civiltà matrilineari. sono esistiti infiniti casi di regnanti donne e società con ruoli equiparabili, con l'economia divisa equamente (prendiamo Sparta, Egitto, Mesopotamia pre-Assira, ecc.). la preponderanza maschile nel potere politico deriva da un'esigenza alla sopravvivenza perché la tecnologia non permetteva una parità funzionale. la forza maschile (per non parlare del bisogno di astrazione) hanno relegato le donne a ruoli sociali più vicini al focolare domestico, o a compiti di natura religiosa. ma questo era vero non sempre e non ovunque. l'hai usato tu poi il termine ideologia, ti ricordo. il femminismo nasce più di un secolo prima del fascismo, almeno da un punto di vista intellettuale/illuminista (fine 1700, in concomitanza, putacaso con la Rivoluzione Francese), ma si potrebbe andare anche più indietro. quali sono stati storicamente i diritti negati alle donne come costante che non siano attribuibili ad esigenze di sopravvivenza sociale? e soprattutto questi diritti sono sempre stati concessi agli uomini, o invero erano diritti più legati alla classe sociale e all'assenza del concetto di uguaglianza? chi è che ragiona per schemi mentali? ^^ Quote:
a relazionarsi con le donne. cmq non ci sarebbe nulla di male, basta non negare l'evidenza e non parlare di parità. i sistemi a guida femminile non sono sbagliati a prescindere, ma devono avere una funzionalità e una coerenza. un sistema che si basa sull'esaltazione della donna ma allo stesso tempo la pone come vittima, e per contro colpevolizza il maschio di essere tale, è un sistema malato. Quote:
cos'era. Quote:
il potere sessuale è un potere che fa sparire il potere politico. come cazzo si fa a narrare dnq la storia senza considerare il potere "non palesato" dei rapporti sociali e quindi del potere sessuale? Quote:
non si capisce perché la prova contraria la dovrebbe fornire chi ha dimostrato che i cervelli son differenti, visto che quanto hai appena enunciato NON HA NULLA DI SCIENTIFICO, ma è il mantra del femminismo delle origini. opinione è contraddetta da centinaia di lavori sperimentali pubblicati negli ultimi anni che dimostrano le basi organiche degli orientamenti e dei comportamenti sessuali. l’organizzazione funzionale del cervello è sessuata. tra l'altro è una cosa superata dal femminismo stesso (femminismo della differenza) che ha appunto poi poggiato il suo pensiero sulla specificità femminile. (L.Irigaray, autrice apprezzabile), senza contare la grande Camille Paglia, che ha notato lo sbilanciamento del movimento femminista senza rinnegarne le lotte. non può essere audace, mediamente, una donna. lei procrea, come tale deve pensare alla sua salvaguardia. è biologico. Quote:
bisogni e attitudini diverse. proprio non lo capisco. cmq è uno sbilanciamento che ha creato mammoni, che evita di fissare regole. ti piace l'approccio empatico? vai sulla Lidi, dove possono minacciarti via mail, ma siccome bisogna essere comprensivi i warning li danno ad altri utenti. ecco il prodotto dell'empatia e della conciliazione: regole diverse e faziose a seconda dello stato emotivo. un approccio prettamente mamma-figlio, da campana di vetro, che si nota anche in società (tipo la Svezia) che è appunto archetipica della Grande Madre che tutto vuol controllare, annullando il dinamismo (e difatti han fatto trionfare anche lì le destre dopo un dominio placido della socialdemocrazia tutto welfare). Quote:
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il femminismo è un prodotto storico del capitalismo, e potenzialmente avrebbe potuto pure scardinarlo. peccato che invece si è adeguato ad esso, creando o alimentando il consumismo. perché dal 68 in poi, la liberazione dei costumi è stata un modo per aumentare a dismisura il consumo di merci, attraverso l'aspettativa sessuale (l'abbigliamento, l'estetica, gli status symbols, ecc.) le donne che lavoravano, che potevano spendere, hanno alimentato il ciclo produzione-consumo. la manodopera femminile ha abbattuto i costi di manodopera abbassando i salari degli uomini (questo fin dalla riv. industriale). storia. Quote:
siamo al delirio. Quote:
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così come non esiste di Jack Lo Squartatore. Camille Paglia docet. se non si accetta questo, significa che non si accetta che le specie abbiano due sessi. Quote:
tutto il resto è cercare di fare entrare un esagono dentro una formina triangolare. il discorso dei ruoli non ha senso assoluto. ogni cultura, ogni tempo, ogni posto ha esigenze differenti da cui derivano ruoli differenti. nel ns. sistema potrebbe anche decadere il discorso dei ruoli, ma chiedo coerenza. è troppo comoda pretendere gli stessi sforzi dall'uomo in campo sociale mantenendo i privilegi di passività. è troppo comoda far finta di niente davanti a tutele maggiori alla donna (considerate sacrosante), e poi fare le vittime per una parità non raggiunta (basandosi sempre su risultati e non su condizioni di partenza, tralasciando volutamente di considerare le scelte individuali che hanno trend precisi) la parola complotto andrebbe abolita anche quando si parla dell'11/9 (dubitare è diventato complottismo... siamo al delirio) la femminilizzazione non è un complotto: è un evento. http://vocedellafogna.wordpress.com/...e-delle-elite/ articolo illuminante di De Benoist. |
Re: Quanto siamo misogini?
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Questi ragionamenti sono molto pericolosi e potenzialmente giustificano abusi di vario genere, non a caso si sentono spesso in giro. Non si ripara a un'ingiustizia con un'altra ingiustizia, equality forever :cool: |
Re: Quanto siamo misogini?
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Se il virile è il pisello, chi ha paura del virile, ha paura del pisello. Dare una definizione di virile, per piacere, così ognuno potrà dire se ne ha paura oppure no. Per dire, se il virile è la mancanza di logica, io ne sono terrorizzata. Se virile è la foresta di insulti attraverso cui CI si deve far largo per capire cosa vuoi dire, è un gran rottura. Più sotto, ti guardi dal precisare quali differenze uomo-donna, possono essere sottilineate senza incorrere in accuse di sessismo. Sul razzismo hai specificato. Per piacere, specificare. Se le diffrenze che rilevi sono state omesse dai testi di anatomia umana, sappi che sono a forte rischio sessismo e razzismo. |
Re: Quanto siamo misogini?
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sbaglia moon a dire che si ragiona schematicamente. si ragiona per archetipi che non vanno a definire il singolo, ma sicuramente definiscono un territorio di partenza, un pregresso psicologico biologico e culturale di partenza. per virile potremmo prendere tutto il comparto istintivo maschile, che va dalla pulsione sessuale specifica, alla necessità di astrazione/immaginazione, all'aggressività (vista anche come slancio, dono, passione, ribellione), lo spirito guerriero, l'homo ludens, ecc. ciò che il maschio comunemente nella ns. società femminilizzata teme è appunto se stesso, perché i tratti giocosi, aggressivi, ribelli, astratti e idealisti, nonché un certo grado di introversione, sono stigmatizzati. fortemente stigmatizzati. prevale il sociale, la comunicazione, il concreto, la conciliazione, l'empatia, l'utilità. Quote:
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il che è ovviamente scontato. maschile e femminile sono aspetti complementari e differenti, che appartengono all'uomo e alla donna. l'uomo ha una parte femminile e viceversa. È stato accertato infatti che esistono forti condizionamenti neurobiologici che permettono di parlare di un modo maschile o femminile di apprendere e di conoscere. Tali condizionamenti non possono essere eliminati e non possono essere ignorati dagli insegnanti senza produrre danno. La cognizione della donna è in genere più emotiva e sintetica, più completa, ed è meno analitica. I ragazzi, di solito, hanno più facilità nella percezione spaziale, nel ragionamento astratto, nel fare programmi a lunga scadenza e nello svolgere attività fisico-motorie, mentre le ragazze sono meglio predisposte alla padronanza del linguaggio, all’arte e alle scienze sociali restando nel campo prettamente scientifico: le donne hanno un olfatto più sviluppato, l'area cerebrale dello sviluppo linguistico viene utilizzata dalla donna in maniera maggiore, percezione spaziale migliore nel maschio, percezione cromatica migliore nella femmina, la stessa medicina sta sviluppando la medicina di genere in quanto le patologie si differenziano per genere oltre che per etnia come grado di incidenza. patologie non solo di tipo anatomico ma anche psicologico e cognitivo. Mentre si trovano nella pancia materna, i maschi sono esposti ad alti livelli di testosterone, che sviluppa in loro maggiore competitività, personalità dominante, propensione agli atteggiamenti audaci e vendicativi. Al contrario, le donne ricevono dosi massicce di ossitocina già a livello fetale, che facilita in la comprensione delle emozioni altrui e la tendenza ad aiutare il prossimo. tutto ciò ovviamente va considerato sulla base dell'educazione e dell'influenza culturale oltre che dalla specificità individuale. come dire: costruzione culturale un par de palle. la De Beauvoir, non per colpa sua, sbagliava clamorosamente. è anzi il contrario: A woman simply is, but a man must become. Masculinity is risky and elusive. It is achieved by a revolt from woman, and it is confirmed only by other men questo perché il maschio nasce cmq da ventre materno e per svilupparsi deve "troncare il cordone ombelicale" attraverso un processo di maturazione e di identificazione nel gruppo maschile. |
Re: Quanto siamo misogini?
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Anch'io non so spiegarmi quest'ossessione di pensarci tutti uguali... :eek: |
Re: Quanto siamo misogini?
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Per quanto riguarda l'Egitto sul piano economico la donna era alla pari dell'uomo, poteva possedere ed ereditare beni ma continuavano comunque a non avere alcun ruolo nella vita pubblica (o comunque in forma secondaria) e l'uomo poteva essere poligamo ma la donna no. A Babilonia e in Persia la donna poteva ricevere una parte di eredità dei beni ed anche qui era in uso la poligamia (maschile). Quindi economia divisa più o meno equamente sì, ma solo quella. Quote:
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Ok, un'eccessiva empatia è sbagliata, come lo sarebbe anche un'eccessiva autorità maschile. Dovrebbero contribuire entrambe le componenti in misura non eccessiva per l'educazione dei figli. Quote:
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Re: Quanto siamo misogini?
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