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Siamo tutti schiavi del sistema ma forse le nostre catene sono più lunghe
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re: Una vita da disoccupati
"L'umanità io l'ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali.
La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza. Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell'ombra grigia di un'esistenza grama. I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l'autorità, l'abilità o l'intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera" Totò |
re: Una vita da disoccupati
Me n'è venuta in mente un'altra sempre sui colloqui, un giorno uno degli insegnanti del corso mentre stava parlando di "Metaverso" e simili disse che in qualche azienda di cui non ricordo il nome era stato provato un nuovo metodo per svolgere i colloqui, che consiste nel far "giocare" in gruppo le persone (mi pare 10 alla volta) da assumere ad una specie di videogioco in cui ognuno interpreta un personaggio diverso e devono interagire tra loro per completare delle missioni. Dal comportamento tenuto nel gioco e dai risultati ottenuti stabilivano poi chi quali fossero il carattere e le attitudini di questa gente, scegliendo uno che avrebbe potuto avere qualità da "leader", due che non erano da buttar via ma, se assunti, avrebbero avuto un ruolo in cui sarebbero stati sempre guidati da altri, tutti i restanti fuori e a casa. A questo insegnante sembrava un metodo innovativo ed entusiasmante, a me pare una roba da film distopico.
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Non temere che anche qua a Lisbona è la stessa cosa e infatti hanno organizzato il 18 marzo la marcia popolare per poter aumentare gli stipendi e le pensioni, specie anche per colpa degli affitti che aumentano anno dopo anno. Se nel 2012-2017 le camere singole con bagno e cucina le trovavi a massimo 200-300 al mese (incluse le bollette), ora a Lisbona le trovi a 600 circa nelle zone più sperdute del padre eterno (devi andare infatti a Coimbra che sta al Sud del Portogallo o a Porto che sta al Nord per risparmiare ora, o in zone campagnole di Sintra). Ora poi anche comprare casa sembra che sta diventando un problema, specie per il costo delle ristrutturazioni che costano per passare alle nuove classi energetiche... infatti molti stan pensando di vendere e passare in affitto.
Non temete, tanto col tempo ci estingueremo tutti e per me spero arrivi quanto prima possibile. |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Il crollo della banca delle startup causa inflazione e aumento tassi di interesse su mutui e prestiti ne e l'emblema.. sintomo di un economia scricchiolare,io non terrei in banca i soldi oggi ma nel soffitto
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Io probabilmente lascio un giardino, questa mi da 30€", evo andare in città caricare la punto, tagliare erba, rastrellare, mettere nelle buste è portare via...prossimo mese gli dico 50€ o trovi qualcun altro. Oggi gli ho fatto un ottimo lavoro trapiantando una mimosa, tutto bello fatto a mestiere e sempre 30€ mi ha dato...
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Quelli che lavorano in Italia nel privato guadagnano perlopiù una miseria a fine mese...non significa un cazzo creare occupazione se poi lavorano a 900-1000€ al mese per un full time, ricco e benestante non ci diventa nessuno.
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re: Una vita da disoccupati
Gli unici che davvero staranno bene ora saranno solo gli statali, il resto amen.
Questo si che mi da una spinta in più di ritornare subito all'estero dopo il periodo pasquale (pure in Grecia o tra 6 mesi quando a TP Portogallo posso rifare l'application), basta che qua mi levo dalle palle. |
re: Una vita da disoccupati
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Come si sta in Grecia? Voglio dire, lavorativamente? Come Paese non mi attira, un mio amico ci vive e non riesce ad imparare la lingua nonostante tanti anni che sta lì, ma dice che la lingua non è importante, che l'inglese va benissimo. Ci hai mai lavorato tu in Grecia?
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Va beh stai calmo però che ti avevo fatto una semplice domanda.
E comunque ti devo contraddire sulla crisi dappertutto perché io ho lavorato in Germania, in Islanda e in Inghilterra e nessuno è andato a guardare i miei problemi "psicologici" né a scrutare il cv con la lente di ingrandimento, serviva personale qualificato per quelle mansioni, ho fatto il colloquio e mi hanno presa a lavorare. In Italia non funziona così. Quote:
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re: Una vita da disoccupati
"La popolazione invecchia, ogni anno spariscono 200 mila lavoratori: ecco perché cala la disoccupazione"
https://www.corriere.it/economia/lav...11fcbe95.shtml |
re: Una vita da disoccupati
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Germania, Islanda, Inghilterra...li siamo su Marte rispetto all'Italia per quel che riguarda il lavoro.
C'è un rispetto sul posto di lavoro che noi ci sogniamo. Certo la pecora nera che sfrutta può esserci ma gli fanno chiudere l'azienda. |
Da Londra per fine contratto e non riuscivo a trovare un altro lavoro a breve tempo quindi pagare l'affitto era un'impresa, dall'islanda sono tornata per fine contratto e fine vacanza (ero li in vacanza e un amico mi aveva consigliato di provare a fare il colloquio in una scuola di lingue, mi hanno fatto il contratto subito e finito il contratto sono tornata, dalla Germania per fine contratto. L'ultima volta che ho lavorato all'estero volevo restare lì comunque ma a causa di problemi miei ho preferito tornare un po' in Italia. Lavorare all'estero non è facile né impossibile, ci vuole pazienza, adattamento e conoscenza della lingua del posto. Nulla è impossibile se si vuole!
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Forse farò colloquio in una multinazionale che lavora nel militare, epico
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
giusto per raccontare un aneddoto l'altro giorno leggevo un articolo del wall street journal dove dicevano che i giovani americani non vogliono più fare i contabili e che le aziende faticano a trovarne. adesso non ricordo l'esatto contenuto dell'articolo ma il senso era "non è cool fare contabilità, è da sfigati, è noioso, ecc."
ebbene io mi sono laureato in economia nel 2014, ho provato diverse volte a entrare come contabile in azineda ma non mi hanno mai voluto. quando andavo all'estero, per non dire che ero disoccupato o che lavoricchiavo, dicevo che ero accountant...facevano di quelle facce annoiate che non avete idea, eppure stavo mentendo per rendermi interessante. avrei dovuto dire sono neet o faccio consegne a domicilio, probabilmente sarebbe stata la stessa cosa. viaggiando ho conosciuto molta gente che faceva l'anno sabbatico, anni a viaggiare a scrocco dai genitori. c'è molto benessere in occidente, ogni volta che conosco qualche americano, nord-europeo, giapponese, ecc, mi vergogno di quello che faccio, mi sento proprio un miserabile. |
Due CV inviati: non mi hanno preso in considerazione.
Il diploma é carta straccia, sempre detto. Meglio avere qualche conoscenza che 'sto pezzo di carta quasi inutile. |
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Secondo me se uno ha conoscenze può addirittura aggirare l'ostacolo dei requisiti richiesti, ad esempio il diploma. Un tizio che conosco di vista lavora per conto di una ditta che si occupa di impianti elettrici, non ha il diploma, ha fatto esperienza da giovane grazie ad alcuni artigiani che si occupavano di piccole riparazioni, eppure questa azienda l' ha assunto, sicuramente grazie a qualche spintarella. Se una persona decidesse di prendere in considerazione un' offerta del genere, magari inviando la candidatura sul sito, sicuramente gli chiederebbero il diploma, stesso discorso per lavori tipo commesso ad esempio. |
re: Una vita da disoccupati
Lho visto a malta c'è un rispetto ed un senso civico e una cordialità.. che in Italia si sognano e ci sono le regole sopratutto..non il fattore il prossimo e il mangia mangia..se mi sento prvero un concorso per invalidi c'era un link..avevo un attività,ringrazio i sussidi ma con quest inflazione sono briciole..e non puoi pianificare nulla
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Se non conosci nessuno un lavoro buono difficile che te lo danno, poi se sei bravo bravo nel tuo campo è diverso, ma in Italia funziona così...
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re: Una vita da disoccupati
Tra uno o due mesi ricomincio il tirocinio perché bisogna attendere altra burocrazia, ovviamente.
Questa volta però è stata messa un po' in chiaro dall'inizio la questione degli orari da chi mi segue per l'autismo. |
re: Una vita da disoccupati
1 allegato(i)
numero inattivi 15-64 anni...forse non è assecondata dai numeri la teoria per cui fra un po' saremo tutti a casa e i robot a lavoro
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re: Una vita da disoccupati
Dei due nuovi assunti, uno di 22 e uno di 46 anni terranno il secondo
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re: Una vita da disoccupati
Non vedo l'ora di scappare da quest'Italia del cavolo. :laugh:
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re: Una vita da disoccupati
Ho avuto un collega che aveva perso il lavoro in Italia e a 60 anni, dopo aver fatto un corso da pizzaiolo, è andato in Inghilterra a lavorare. All'estero ti fanno lavorare anche se hai 1001 anni, in Italia sei morto a 35 anni.
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re: Una vita da disoccupati
diciamo che all'estero, l'italiano può spendere ancora benino il gettone "gastronomia" in senso generale. Pure io conosco, tramite amicizie di famiglia, un ragazzo che fa il pizzaiolo in Belgio (o Olanda, non ricordo) e s'è fatto pure famiglia con cerbiattina del posto.
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Si ragà ma la ristorazione non è vita, troppi sacrifici, io mi sono sparato tre stagioni nella ristorazione, lido e pizzerie, ti scoppiano di brutto e ho conoscenti che sono andati al Conad a 800€ al mese e venivano da un lavoro da cuoco da 2.500€ al mese..è vero in Inghilterra non farete fatica a a trovare lavoro come cuoco, cameriere, pizzettaro, e fast food, ma farete starete sempre tappati in un ristorante, ci sono ragazzi che dopo anni di Londra a fare quei lavori sono tornati in Italia, esauriti tra l'altro.
All'estero senza laurea quei lavori si trovano, per fare lavori come meccanico, elettricista, idraulico, gommista, giardiniere, muratore, etc...devi avere certificazioni prese sul posto! E per prenderle ci vuole un ottimo livello di inglese. Senza alte qualifiche fate ristorazione, commessi o operai. |
re: Una vita da disoccupati
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Si ma poi ti deve anche piacere stare in cucina io non ce la farei non mi piace spadellare lo faccio solo per necessità, preferisco fare l'operaio. Che poi operaio è un termine parecchio generico, non è che l'operaio fa sempre lavori ripetitivi e meccanici dipende dalle mansioni.
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