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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
Mi dispiace ma non sono d'accordo con chi dice che essere introversi/riservati/timidi non sia un problema in questa società. Oggi viviamo in una società dove le persone estroverse hanno la strada spianata in ambito sociale, lavorativo, relazionale ecc...
Oltre ad essere estroverso devi poi essere brillante, propositivo, ottimista, viaggiatore, cittadino del mondo, appassionato e poi anche essere ricco/benestante e di bell'aspetto non guasta. Una persona che per timidezza/fobia non ha amici, non lavora o ha un lavoro di basso livello, non viaggia è considerato quando va bene strano e quando va male viene emarginato da tutti come è successo a me per quasi 40 anni. Se poi qualche utente ha trovato nella sua vita delle persone che lo hanno accettato nonostante i suoi problemi di socializzazione se lo tenga ben stretto. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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se vuole organizzare una cena o un viaggio lo organizza, non ha paura del giudizio. Questo tipo di introversione non è affatto patologica. |
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Credimi, ho visto casi umani superare molti talentuosi solo perché credevano di essere migliori. |
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Le scuse per emarginarmi erano sempre le stesse: "parli poco", "sei troppo chiuso", "sei troppo introverso" e così via senza contare le battute sul mio aspetto ma questo è un altro discorso. Io poi non vedo in giro tutta questa voglia di socializzare da parte delle persone in generale anzi, molti non hanno la minima voglia di ascoltarti se non parli di gossip, di reality show, di calcio e di sesso. Hai dei problemi? La risposta più carina che possono darti (e che mi è stato detto nella realtà) è: cavoli tuoi, io penso a divertirmi. Per non parlare di tutte le volte che mi è stata augurata la morte da parte di persone estroverse, bene inserite, con un buon lavoro, amici, moglie e figli (augurio che io ho prontamente rivolto a mia volta a queste persone). Poi è ovvio che se sono introverso, disoccupato e brutto come la fame ma ho l'intelligenza di Einstein o la fantasia di Tolkien le cose cambiano ma parliamo di eccellenze, di 1 su 1.000.000 ma nel mio caso non ho nessuna caratteristica particolare per emergere, sono il classico tipo qualunque a cui dedicare al massimo un'occhiata compassionevole e niente di più, anzi, a volte neppure quella visto che spesso le persone preferiscono guardare lo schermo dello smartphone piuttosto che il loro interlocutore. La mia colpa più grande è stata quella di fidarmi sempre degli altri affidandomi e fidandomi di loro: tutte le volte che ho ragionato con la mia testa e ho preso una decisione è andata bene mentre quando mi sono fidato è andata male. Adesso la mia fiducia nelle persone è finita. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Sono relativamente da poco su questo forum ma ho notato subito che l'estroversione è percepita come unica dote/cura possibile per vivere in questo mondo. Ho letto assurdità del tipo: "tutti i giovani di oggi sono estroversi" "il mondo è degli estroversi" nulla di più sbagliato pensare cose del genere. Bisogna soltanto essere maturi, conoscere i propri limiti e non fare mai cose che vanno contro i propri principi o regole. Il più delle volte è proprio il fatto di voler provare determinate cose, soltanto perché le fanno gli altri, a portare confusione e delusione. |
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Comunque se fare sport non basta, cercare di fare del bene non basta e partecipare ad eventi sociali non basta dove li troviamo noi introversi/fobici/timidi gli amici? Non possiamo mica fermare la gente per strada e chiedergli di diventare amici o di fare cose insieme. |
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Evidentemente é un tratto così comune nella popolazione che non puó che essere considerato normale. |
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Spesso anche se ci sono le disponibilitá economiche, la famiglia è assente (e non sa proprio nulla dei problemi del soggetto e quello di cui ha bisogno) o proprio fisicamente non c'è, e allora si deve avere la lucidità di capire cosa fare e le energie per affrontare il tutto da soli. E spesso ciò non avviene. Ritengo che il supporto (emotivo) dato da chi è vicino alla persona sia fondamentale, quantomeno per iniziare il cambiamento (quindi cioè iniziare un percorso di terapia, che sarebbe solo il primo passo). Purtroppo spesso accade anche che il contesto è tutto al negativo: persone di supporto completamente assenti (fisicamente o meno), problemi "più urgenti" da risolvere, come lavoro in primis, ma anche situazioni famigliari difficili, economici. E quindi ci si ritrova al di là dei "propri" problemi, immersi in altri più urgenti e in questi casi sia le energie, sia le concrete possibilità di fare ciò che serve, possono essere poche e davvero scoraggianti. (Tuttavia alcuni in questi scenari, forse perché messi alle strette, riescono a fare molto più di altri.) Condivido la tua frase "chi vuole cambiare cambia" nell'accezione che deve essere l'individuo in primo luogo a volere cambiare (e quindi ad impegnarsi). Se non è proprio così le persone vicino a lui possono tuttavia incoraggiarlo e accompagnarlo quantomeno all'inizio, quando magari le energie sono poche. Tuttavia non tutti hanno questa volontà (e non credono che le cose possono cambiare) e/o non tutti si trovano in buone condizioni per attuarla. (Mi ha incuriosito il tuo esempio con il disturbo narcisistico, pensavo che la fs fosse tra le più difficili da trattare se di un certo livello, comorbiditá parte) |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Io prima avevo un'introversione selettiva sul lavoro. Parlavo di più con chi mi stava simpatico e molto meno, quasi niente con gli altri. Col senno di poi ho capito che questa cosa mi ha creato non pochi problemi, e ora una parola la rivolga più o meno a tutti se capita. Lo so che non è piacevole, ma visto che belli non siamo, interessi fighi e tanti soldi non ne abbiamo.. dobbiamo lavorare sull'ambito relazionale, che è l'unico su cui c'è un po' di margine di miglioramento. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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