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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Saluterò di nuovo il sole
Saluterò di nuovo il sole, e il torrente che mi scorreva in petto, e saluterò le nuvole dei miei lunghi pensieri e la crescita dolorosa dei pioppi in giardino che con me hanno percorso le secche stagioni. Saluterò gli stormi di corvi che a sera mi portavano in offerta l’odore dei campi notturni. Saluterò mia madre, che viveva in uno specchio e aveva il volto della mia vecchiaia. E saluterò la terra, il suo desiderio ardente di ripetermi e riempire di semi verdi il suo ventre infiammato, sì, la saluterò la saluterò di nuovo. Arrivo, arrivo, arrivo, con i miei capelli, l’odore che è sotto la terra, e i miei occhi, l’esperienza densa del buio. Con gli arbusti che ho strappato ai boschi dietro il muro. Arrivo, arrivo, arrivo, e la soglia trabocca d’amore ed io ad attendere quelli che amano e la ragazza che è ancora lì, nella soglia traboccante d’amore, io la saluterò di nuovo. Forugh Farrokhzad |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Canto rassegnato
Vieni, mio dolce amico: sulla bianca e soda strada noi seguiteremo finché tutta la valle s'inazzurri. Vieni: è tanto soave camminare a te d'accanto, anche se tu non m'ami. C'è tanto verde, intorno, tanto odore di timo c'è, e sono così ariose, nell'indorato cielo, le montagne: è quasi come se anche tu mi amassi. Arriveremo giù, fino a quel ponte sorretto dallo scroscio del torrente: là tu continuerai pel tuo cammino. Io resterò sul greto, fra i cespugli, dove l'acqua non giunge, fra le pietre chiare, rotonde, immote, come dorsi di una gregge accosciata. Col mio pianto vitreo, pari a lente che non pecca, io specchierò e raddoppierò le stelle. Antonia Pozzi (Milano 1912 - Milano 1938) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il paradiso sui tetti
Sarà un giorno tranquillo, di luce fredda come il sole che nasce o che muore, e il vetro chiuderà l'aria sudicia fuori del cielo. Ci si sveglia un mattino, una volta per sempre, nel tepore dell'ultimo sonno: l'ombra sarà come il tepore. Empirà la stanza per la grande finestra un cielo più grande. Dalla scala salita un giorno per sempre non verranno più voci, né visi morti. Non sarà necessario lasciare il letto. Solo l'alba entrerà nella stanza vuota. Basterà la finestra a vestire ogni cosa di un chiarore tranquillo, quasi una luce. Poserà un'ombra scarna sul volto supino. I ricordi saranno dei grumi d'ombra appiattati così come vecchia brace nel camino. Il ricordo sarà la vampa che ancor ieri mordeva negli occhi spenti. Cesare Pavese |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Io non sono nessuno! E tu chi sei?
Nessuno pure tu? Allora siamo in due, ma non lo dire! Potrebbero bandirci, e tu lo sai! Che grande noia, essere qualcuno! Quanto volgare dire il nome tuo Per tutto giugno-come fa la rana- a un pantano che ti ammira. Emily Dickinson |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il tempo perso
Sulla porta dell'officina d'improvviso si ferma l'operaio la bella giornata l'ha tirato per la giacca e non appena volta lo sguardo per osservare il sole tutto rosso tutto tondo sorridente nel suo cielo di piombo fa l'occhiolino familiarmente Dimmi dunque compagno Sole davvero non ti sembra che sia un po’ da coglione regalare una giornata come questa ad un padrone? Jacques Prevert |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il salice
E il decrepito fascio degli alberi PUSKIN Io crebbi in un silenzio arabescato, in un'ariosa stanza del nuovo secolo. Non mi era cara la voce dell'uomo ma comprendevo quella del vento. Amavo la lappola e l'ortica, e più di ogni altro un salice d'argento. Riconoscente, lui visse con me la vita intera, alitando di sogni con i rami piangenti la mia insonnia. Strana cosa, ora gli sopravvivo. Lì sporge il ceppo, e con voci estranee parlano di qualcosa gli altri salici sotto quel cielo, sotto il nostro cielo. Io taccio....come se fosse morto un fratello. Anna Achmatova |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Accarezzami, amore,
ma come il sole che tocca la dolce fronte della luna. Non venirmi a molestare anche tu con quelle sciocche ricerche sulle tracce del divino. Dio arriverà all'alba se io sarò tra le tue braccia. Alda Merini, da "Alla tua salute, amore mio" |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Srečko Kosovel - PAROLE SEMPLICI
Amo queste semplici parole dei nostri carsici contadini, le amo, sì, le amp più di voi, poeti cittadini. Son come la limpida landa sopra una quiete, verde dolina, son come i pini e le pietre che vegliano sulla dolina. Le amo, amo il loro aspro silenzio; come una ruvida mano, ancora, bimbo smarrito, mi chiamano sempre di nuovo a sé... |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Un'oasi nell'attimo
Se venite a cercarmi, sono dietro il territorio del nulla. Dietro il territorio del nulla c'è un luogo. Dietro il territorio del nulla le vene dell'aria [sono] ricolme di messaggeri che notizie riportano, dei fiori dischiusi dei più lontani cespugli della terra. E sulle sabbie, incisi sono i segni dei cavalli di teneri cavalieri che all'alba corsero su in cima alla collina, là dove s'innalza il papavero al cielo. Dietro il territorio del nulla, è dischiuso l'ombrello della supplica: suona la campanella della pioggia, perché corra la brezza di un'arsura al picciolo di una foglia. Qui l'uomo è solo e in questa solitudine, scorre l'ombra di un olmo fino all'eternità. Sa a cercarmi venite, venite delicati e lenti, non sia mai che si screpoli la fragile porcellana della mia solitudine. Sohrab Sepehri |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ah, io solo so
quanto mi duole il cuore senza fede né legge, senza melodia né ragione. Solo io, solo io, e non lo posso dire perché sentire è come il cielo. Si vede, e non c'è nulla da vedere. Fernardo Pessoa |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Poesia
Ogni giorno dimentico com'è. Guardo il fiume salire a grandi passi sopra la città. A nessuno appartengo. Poi mi ricordo delle scarpe, come calzarle, come curvarmi per allacciarle e scrutare la terra. Charles Simic |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole: ed è subito sera. (Salvatore Quasimodo - Ed è subito sera) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Primo giorno
Lenzuola bianche in un armadio Lenzuola rosse in un letto Un figlio in una madre La madre nei dolori Il padre davanti alla stanza La stanza nella casa La casa nella città La città nella notte La morte in un grido E il figlio nella vita. Jacques Prevert |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
In famiglia
La madre fa la maglia Il figlio fa la guerra Lei la madre lo trova del tutto naturale E il padre invece il padre cosa fa? Lui fa gli affari Sua moglie fa la maglia Suo figlio fa la guerra Lui il padre fa gli affari E lo trova del tutto naturale E il figlio Il figlio lui cosa ne pensa? Niente non pensa proprio niente il figlio La madre fa la maglia il padre fa gli affari lui fa la guerra Quando l'avrà finita Farà gli affari con suo padre La guerra continua la madre continua con la maglia Il padre continua con gli affari Il figlio muore ammazzato e non continua La madre e il padre vanno al cimitero Trovano questo del tutto naturale padre e madre La vita continua con la sua maglia la sua guerra e i suoi affari Affari e guerra maglia e guerra Affari affari affari La vita continua con il suo cimitero. Jacques prevert |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
due tra le mie preferite di Bertolt Brecht
1) Quello che in te era altura Quello che in te era altura lo hanno spianato e la tua valle L'hanno interrata Sopra di te passa una strada comoda. 2) Da leggere il mattino e la sera Quello che amo mi ha detto che ha bisogno di me Per questo ho cura di me stessa guardo dove cammino e temo che ogni goccia di pioggia mi possa uccidere. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La gioia avvenire
Potrebbe essere un fiume grandissimo Una cavalcata di scalpiti un tumulto un furore Una rabbia strappata uno stelo sbranato Un urlo altissimo Ma anche una minuscola erba per i ritorni Il crollo d’una pigna bruciata nella fiamma Una mano che sfiora al passaggio O l’indecisione fissando senza vedere Qualcosa comunque che non possiamo perdere Anche se ogni altra cosa è perduta E che perpetuamente celebreremo Perché ogni cosa nasce da quella soltanto Ma prima di giungervi Prima la miseria profonda come la lebbra E le maledizioni imbrogliate e la vera morte Tu che credi dimenticare vanitoso O mascherato di rivoluzione La scuola della gioia è piena di pianto e sangue Ma anche di eternità E dalle bocche sparite dei santi Come le siepi del marzo brillano le verità. Franco Fortini, Foglio di via |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Io sono ciò che manca
Io sono ciò che manca dal mondo in cui vivo, colui che tra tutti non incontrerò mai. Ruotando su me stesso ora coincido con ciò che mi è sottratto. Io sono la mia eclissi la contumacia e la malinconia l’oggetto geometrico di cui per sempre dovrò fare a meno. Valerio Magrelli |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ho visto che nel thread non è citata ...vige troppo patriottismo ..troppo Montale e Alighieri :D
Inizio a contribuire con una bellissima (e forse è un eufemismo) poesia di Neruda : POSSO SCRIVERE I VERSI PIU' TRISTI Posso scrivere i versi più tristi questa notte. Scrivere, ad esempio : La notte è stellata, e tremolano, azzurri, gli astri in lontananza. Il vento della notte gira nel cielo e canta. Posso scrivere i versi più tristi questa notte. Io l'amai , e a volte anche lei mi amò . Nelle notti come questa la tenni tra le mie braccia. La baciai tante volte sotto il cielo infinito. Lei mi amò, a volte anch'io l'amavo. Come non amare i suoi grandi occhi fissi. Posso scrivere i versi più tristi questa notte. Pensare che non l'ho. Sentire che l'ho perduta. Udire la notte immensa, più immensa senza lei. E il verso cade sull'anima come sull'erba la rugiada. Che importa che il mio amore non potesse conservarla. La notte è stellata e lei non è con me. E' tutto. In lontananza qualcuno canta. In lontananza. La mia anima non si rassegna ad averla perduta. Come per avvicinarla il mio sguardo la cerca. Il mio cuore la cerca, e lei non è con me. La stessa notte che fa biancheggiare gli stessi alberi. Noi quelli di allora, più non siamo gli stessi. Più non l'amo, è certo, ma quanto l'amai. La mia voce cercava il vento per toccare il suo udito. D'altro. Sarà d'altro. Come prima dei suoi baci. La sua voce, il suo corpo chiaro . I suoi occhi infiniti. Più non l'amo, è certo, ma forse l'amo . E' così breve l'amore, ed è sì lungo l'oblio. Perché in notti come questa la tenni tra le mie braccia, la mia anima non si rassegna ad averla perduta. Benché questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa e questi siano gli ultimi versi che io le scrivo. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
E dopo la poesia struggente e malinconica ,una per farsi 2 risate (oddio.....) ...la politica "all'italiana" xD
ER COMPAGNO SCOMPAGNO di Trilussa Un Gatto, che faceva er socialista solo a lo scopo d'arivà in un posto, se stava lavoranno1 un pollo arosto ne la cucina d'un capitalista. Quanno da un finestrino su per aria s'affacciò un antro Gatto: - Amico mio, pensa - je disse - che ce so' pur'io ch'appartengo a la classe proletaria! Io che conosco bene l'idee tue so' certo che quer pollo che te magni, se vengo giù, sarà diviso in due: mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni! - No, no: - rispose er Gatto senza core io nun divido gnente co' nessuno: fo er socialista quanno sto a diggiuno, ma quanno magno so' conservatore! |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Rincaro la dose :D sempre di Trilussa!
L' ELEZZIONE DER PRESIDENTE Un giorno tutti quanti l'animali Sottomessi ar lavoro Decisero d'elegge' un Presidente Che je guardasse l'interessi loro. C'era la Societa de li Majali, La Societa der Toro, Er Circolo der Basto e de la Soma, La Lega indipendente Fra li Somari residenti a Roma, C'era la Fratellanza De li Gatti soriani, de li Cani, De li Cavalli senza vetturini, La Lega fra le Vacche, Bovi e affini... Tutti pijorno parte a l'adunanza. Un Somarello, che pe' l'ambizzione De fasse elegge' s'era messo addosso La pelle d'un leone, Disse: - Bestie elettore, io so' commosso: La civirtà, la libbertà, er progresso... Ecco er vero programma che ciò io, Ch'è l'istesso der popolo! Per cui Voterete compatti er nome mio... - Defatti venne eletto propio lui. Er Somaro, contento, fece un rajo, E allora solo er popolo bestione S'accorse de lo sbajo D'ave' pijato un ciuccio p'un leone! - Miffarolo!... Imbrojone!... Buvattaro!... - Ho pijato possesso, - Disse allora er Somaro - e nu' la pianto Nemmanco si morite d'accidente; Silenzio! e rispettate er Presidente! |
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