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-   -   Il verso giusto. L'angolo della poesia. (https://fobiasociale.com/il-verso-giusto-langolo-della-poesia-21354/)

cancellato25904 22-08-2022 13:04

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Le ragazze, quelle che camminano
con stivali di occhi neri
sui fiori del mio cuore.
Le ragazze, che abbassano le lance
sui laghi delle proprie ciglia.
Le ragazze che lavano le gambe
nel lago delle mie parole.

Velimir Chlébnikov

Abuela 17-09-2022 20:49

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Un’ora alla pazzia e alla gioia! O furiosa! Oh, non imprigionatemi!
(Che cosa è mai che così mi libera nelle tempeste?
E che mai vogliono dire i miei urli tra i lampi, tra i venti in procella?)

Oh, bere i misteriosi deliri più profondamente di qualsiasi altro uomo!
Selvagge e tenere pene! (A voi le trasmetto, miei figli,
A voi le narro, e a buon motivo, o sposo e sposa).

Oh, abbandonarmi a te, chiunque tu sia, e tu abbandonarti a me, a dispetto del mondo!
Oh, ritornare al Paradiso! Oh, timida e femminile!
Oh, attirarti a me e su te imprimere per la prima volta le labbra d’un uomo deciso.

Oh, fuggire dove alla fine si trova lo spazio che basta, l’aria che basta!
Svincolarsi da precedenti legami e convenzioni, io mai miei, tu dai tuoi!
Trovarsi in un nuovo, impensato accordo con il meglio della Natura!
Sentirsi il bavaglio cader dalla bocca!
Avere il senso che in questo giorno, in qualsiasi giorno, basto così come sono.

Oh, qualcosa di non provato! qualcosa in un’estasi!
Completamente staccarsi dalle ancore, sganciarsi dagli altri!
Procedere libero! libero amare! scagliarsi con furia violenta!
Corteggiar la rovina con provocazioni e inviti!
Ascendere, balzare ai cieli d’amore che mi son designati!
Salire sin lassù con l’anima mia inebriata!
Perdermi, se così mi tocca!
Alimentare il resto della mia vita con un’ora di plenitudine e libertà!
Con un’ora fugace di pazzia e di gioia!

(“Un’ora alla pazzia e alla gioia”/FIGLI D’ADAMO – Foglie d’erba –*Walt Whitman)

Vespa1976 17-09-2022 21:10

Fuori sta soffiando un vento impetuoso e freddo...
il suo dolce suono risveglia in me ricordi della mia giovinezza...
il campeggio nei boschi ed il fruscio notturno della brezza fra i rami degli alberi...
un po' spaventava e un po' cullava i miei sogni...
quanto vorrei essere nuovamente quel ragazzo...
felice, spensierato, ottimista, votato al futuro...
se solo questo vento potesse spazzare via ogni segno delle mie paure...

cancellato25904 17-09-2022 21:15

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Alla povera mia fragilità

Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei di marmo, ma io canto,
tu – statua, ma io – volo.

So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno – è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa.

Marina Cvetaeva

cancellato25904 20-09-2022 19:01

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Non ho camminato nei tuoi sogni

Non ho camminato nei tuoi sogni,
né mi sono mostrato in mezzo alla folla,
non sono apparso nel cortile
dove pioveva o meglio cominciava
a piovere (questo verso
lo cancello e non lo sostituirò),
era allettante credere, come uno stupido,
che ti avrei incontrato presto,
eri tu che mi apparivi in sogno
(e mi prendeva una dolce tenerezza),
mi sistemavi i capelli sulle tempie.
Quell’autunno perfino le poesie
in parte mi riuscivano bene
(però mancava sempre un verso o una rima
per essere felice).

Boris Ryžhy

Vespa1976 20-09-2022 23:11

Ogni giorno dobbiamo combattere...
per sopravvivere...
per dare tregua al tormento...
per cercare di cambiare il futuro...
ma il futuro si potrà cambiare?...
nella nostra mente...
nel nostro cuore...
sappiamo che...sì...è possibile...
se sappiamo vedere dentro di noi...
nell'abisso del nostro io...
più lontano di qualunque stella dell'universo...
troveremo un nuovo uomo...
per un nuovo inizio...finalmente...

Vespa1976 21-09-2022 23:57

Finisce un altra estate...
le prime piogge, le serate fresche...
la ruota del tempo gira inesorabile...
mi assale la malinconia ma non voglio cedervi...
sarò abbastanza forte?...
osservo il cielo stellato e cerco la risposta nell'infinito...
sale la speranza dentro di me ma domani sarà già svanita...
la ruota continuerà a girare ed io...con essa...continuerò a sperare...

Vespa1976 22-09-2022 22:59

Questo mio bacio accogli sulla fronte!
E, da te ora separandomi,
lascia che io ti dica
che non sbagli se pensi
che furono un sogno i miei giorni;
e, tuttavia, se la speranza volo' via
in una notte o in un giorno,
in una visione o in nient' altro,
e' forse per questo meno svanita?
Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo
non e' che un sogno dentro un sogno.

Edgar Allan Poe

gaucho 22-09-2022 23:04

Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
.

Norlit 31-07-2023 11:37

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Poesia trovata per caso su fb scritta da un tale Andrew Faber, mi ha molto colpito:


"Avete mai visto una donna
indossare un paio di collant?
Chiudere un jeans.
Tirare su una gonna.
Sciogliersi i capelli.
Sciacquarsi il viso.
Indicare un qualsiasi punto della schiena.
Stropicciare gli occhi la mattina.
Prima di dire buongiorno.
Ogni volta che una donna sfiora il suo corpo.
Insegna ad un uomo come si fa l’amore."

Brutton 31-07-2023 15:31

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Mi perdo nella mia tristezza,
odendo quel silenzio assordante che mi pervade anima.
Combatto i miei demoni,
ieri, oggi e domani.
A te che sei la mia tristezza,
ti lancio un grido d'aiuto, disperato.
Un grido che resterà tale,
vienimi incontro, dammi un segnale.
Ma tu, chi sei veramente?

Delta80 31-07-2023 15:36

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Non mi piacciono le poesie, poi quelle un po’ lunghe alla seconda riga mi perdo e non capisco più niente :D, mi sembrano dei “pipponi” allucinanti

cuginosmorfio 31-07-2023 16:29

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Delta80 (Messaggio 2862694)
Non mi piacciono le poesie, poi quelle un po’ lunghe alla seconda riga mi perdo e non capisco più niente :D, mi sembrano dei “pipponi” allucinanti

Tendenzialmente sarei d'accordo ma la cosa bella dell'arte è che puoi sempre trovare quella persona che incredibilmente tocca e smuove qualcosa dentro di te.

A me per esempio piacciono alcuni componimenti (sarebbero rime) di Michelangelo:

Sol io ardendo all’ombra mi rimango,
quand’el sol de’ suo razzi el mondo spoglia:
ogni altro per piacere, e io per doglia,
prostrato in terra, mi lamento e piango

Delta80 31-07-2023 16:31

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da cuginosmorfio (Messaggio 2862714)
Tendenzialmente sarei d'accordo ma la cosa bella dell'arte è che puoi sempre trovare quella persona che incredibilmente tocca e smuove qualcosa dentro di te.

A me per esempio piacciono alcuni componimenti (sarebbero rime) di Michelangelo:

Sol io ardendo all’ombra mi rimango,
quand’el sol de’ suo razzi el mondo spoglia:
ogni altro per piacere, e io per doglia,
prostrato in terra, mi lamento e piango

Io conosco Michelangelo delle Tartarughe Ninja :)

cuginosmorfio 31-07-2023 16:46

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Non ne dubitavo, data la passione che entrambi avete per la pizza :)

gaucho 08-10-2023 09:38

Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
[canticchiato]
Sarà capitato anche a voi
Di avere un casino in famiglia
Il padre che scopa la figlia
Il nonno finocchio
Che incula il marmocchio

Hassell 08-10-2023 10:07

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Aldo Palazzeschi, geniale scrittore e poeta poco celebrato. Ecco una sua poesia che forse in questo forum ci sta tutta.



Poesia di Aldo Palazzeschi
Chi sono?
---------------------------------------------------------
Chi sono?
Chi sono?
Son forse un poeta?
No certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
follia.
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
malinconia.
Un musico allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
nella tastiera dell'anima mia:
nostalgia.
Son dunque...che cosa?
Io metto una lente
dinanzi al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.

Antares93 19-10-2023 23:47

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Tempo di collera


Voi, tombe che camminano
insulti viventi alla vita
assassini del vostro stesso pensiero
manichini antropomorfi

Voi che invidiate le bestie
che offendete l'idea del Creato
che chiedete rifugio all'ignoranza
permettete alla Paura di farvi da guida

Voi che avete dimenticato il Passato
che vedete il Presente con occhi appannati
che non avete interesse per il futuro
che respirate solo per morire

Voi che solo per gli applausi avete mani
e che domani applaudirete
più forte di tutti come sempre
e come ieri, e come oggi

Sappiate allora voi
scuse viventi di ogni tirannia
che i tiranni li odio tanto
quanto ho nausea di voi


Alekos Panagulis

Antares93 22-10-2023 23:02

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Forse un mattino

Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

Eugenio Montale

Edwin 10-01-2024 22:52

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
High Windows
Di Philip Larkin

When I see a couple of kids
And guess he’s fucking her and she’s
Taking pills or wearing a diaphragm,
I know this is paradise

Everyone old has dreamed of all their lives—
Bonds and gestures pushed to one side
Like an outdated combine harvester,
And everyone young going down the long slide

To happiness, endlessly. I wonder if
Anyone looked at me, forty years back,
And thought, That’ll be the life;
No God any more, or sweating in the dark

About hell and that, or having to hide
What you think of the priest. He
And his lot will all go down the long slide
Like free bloody birds. And immediately

Rather than words comes the thought of high windows:
The sun-comprehending glass,
And beyond it, the deep blue air, that shows
Nothing, and is nowhere, and is endless.


-

Quando vedo una coppia di ragazzi
e penso che lui se la scopa e che lei
prende la pillola o si mette il diaframma,
so che questo è il paradiso

che ogni vecchio ha sognato per tutta la vita –
legami e gesti messi da parte
come una mietitrebbia arrugginita,
e ogni giovane che va giù per lo scivolo

di una felicità senza fine. Chissà
se qualcuno osservandomi, quarant’anni fa,
ha pensato: Quella sarà la vita;
non più Dio, non più sudore e paura la notte

per l’inferno e per tutto il resto, non più
il dovere di nascondere quello che pensi del prete.
Lui e quelli come lui tutti giù per lo scivolo
come maledetti uccelli liberi. E all’improvviso

non una parola viene, ma il pensiero di finestre alte:
il vetro che assorbe il sole,
e, al di là, l’aria azzurra e profonda, che non mostra
nulla, che non è da nessuna parte, che non ha fine.

claire 10-01-2024 23:02

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
[QUOTE=Edwin;2917590][B]

-

Quando vedo una coppia di ragazzi
e penso che lui se la scopa e che lei
prende la pillola o si mette il diaframma,
so che questo è il paradiso





Che cukold colossale!!!!

Edwin 10-01-2024 23:24

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
[quote=claire;2917591]
Quote:

Originariamente inviata da Edwin (Messaggio 2917590)
[B]

-

Quando vedo una coppia di ragazzi
e penso che lui se la scopa e che lei
prende la pillola o si mette il diaframma,
so che questo è il paradiso





Che cukold colossale!!!!

Non me la sento di giudicare un padre di famiglia

claire 10-01-2024 23:28

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
[quote=Edwin;2917599]
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 2917591)
Non me la sento di giudicare un padre di famiglia

Ah, pure! Uno sporcaccione allora

Edwin 12-01-2024 20:59

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Aubade
Di Philip Larkin spero si sia inuito mi stia prendendo questo autore

I work all day, and get half-drunk at night.
Waking at four to soundless dark, I stare.
In time the curtain-edges will grow light.
Till then I see what’s really always there:
Unresting death, a whole day nearer now,
Making all thought impossible but how
And where and when I shall myself die.
Arid interrogation: yet the dread
Of dying, and being dead,
Flashes afresh to hold and horrify.

The mind blanks at the glare. Not in remorse
—The good not done, the love not given, time
Torn off unused—nor wretchedly because
An only life can take so long to climb
Clear of its wrong beginnings, and may never;
But at the total emptiness for ever,
The sure extinction that we travel to
And shall be lost in always. Not to be here,
Not to be anywhere,
And soon; nothing more terrible, nothing more true.

This is a special way of being afraid
No trick dispels. Religion used to try,
That vast moth-eaten musical brocade
Created to pretend we never die,
And specious stuff that says No rational being
Can fear a thing it will not feel, not seeing
That this is what we fear—no sight, no sound,
No touch or taste or smell, nothing to think with,
Nothing to love or link with,
The anaesthetic from which none come round.

And so it stays just on the edge of vision,
A small unfocused blur, a standing chill
That slows each impulse down to indecision.
Most things may never happen: this one will,
And realisation of it rages out
In furnace-fear when we are caught without
People or drink. Courage is no good:
It means not scaring others. Being brave
Lets no one off the grave.
Death is no different whined at than withstood.

Slowly light strengthens, and the room takes shape.
It stands plain as a wardrobe, what we know,
Have always known, know that we can’t escape,
Yet can’t accept. One side will have to go.
Meanwhile telephones crouch, getting ready to ring
In locked-up offices, and all the uncaring
Intricate rented world begins to rouse.
The sky is white as clay, with no sun.
Work has to be done.
Postmen like doctors go from house to house.


-
Lavoro tutto il giorno, a sera sono brillo.
Alle quattro sto sveglio nel buio muto, fisso.
Gli orli delle tende via via schiariranno.
Frattanto vedo quello che in realtà c’è sempre:
la morte infaticabile, d’un giorno intero più vicina,
che rende ogni pensiero impossibile tranne
come dove e quando dovrò morire io stesso.
Arido interrogarsi: eppure la paura
di morire, d’essere già morto,
lampeggia nuovamente, avvince e terrorizza.

La mente sbianca all’abbaglio. Ma non di rimorso
– il bene non fatto, l’amore non dato, il tempo
strappato e non usato – né disgraziatamente
perché una sola vita può spendersi tutta a riscattare
i suoi inizi sbagliati, e non riuscirci mai;
ma per il vuoto totale ed eterno,
la sicura estinzione alla quale andiamo incontro,
dove saremo persi per sempre. Non essere qui,
né in nessun altro luogo,
e presto. Nulla di più terribile, nulla di più vero.

Ecco un modo speciale di prendersi quella paura
che nessun trucco scaccia. Provò la religione,
quel logoro e vasto broccato musicale
creato a farci credere che non morremo mai,
tutte quelle sciocchezze del tipo Nessun essere pensante
può temere una cosa che non sente, senza accorgersi
che è questo a spaventarci: niente vista, niente suono,
niente tatto o sapore, né odore, niente con cui pensare,
niente da amare e niente a cui legarsi,
l’anestesia dalla quale nessuno si risveglia.

Così rimane ai margini della visione,
una piccola fioca presenza, un freddo immobile
che frena i nostri impulsi fino all’indecisione.
Tante cose potrebbero non accadere mai:
questa accadrà, e il capirlo deflagra furioso
in bruciante paura se ci coglie senza niente
da bere o compagnia. Il coraggio non serve:
vale a non spaventare altri. L’essere forte
non risparmia la tomba a nessuno.
La morte non cambia se frigni o se l’affronti.

Lentamente la luce cresce, la stanza prende forma.
Certo come un armadio sta quello che sappiamo,
che abbiamo sempre saputo, che non si può sfuggire,
ma nemmeno accettare. Una parte dovrà cedere.
Frattanto i telefoni vegliano, pronti a squillare
in uffici ancora chiusi, e l’intero indifferente
intricato mondo in affitto comincia a svegliarsi.
Il cielo è bianco come calce, senza sole.
Il lavoro va fatto.
Postini come dottori vanno di casa in casa.

Edwin 21-01-2024 16:30

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Prologo di La Nuvola in Calzoni
Vladimir Vladimirovič Majakovskij

Il vostro pensiero,
sognante sul cervello rammollito,
come un lacche rimpinguato su un unto sofà
stuzzicherò contro l’insanguinato brandello del cuore:
mordace e impudente, schernirò a sazietà.
Non c’è nel mio animo un solo capello canuto,
e nemmeno senile tenerezza!
Intronando l’universo con la possanza della mia voce,
cammino – bello,
ventiduenne.
Teneri!
Voi coricate l’amore sui violini.
Il rozzo sui timballi corica l’amore.
Ma come me non potete slogarvi,
per essere labbra soltanto da capo a piedi!
Venite a istruirvi
dal salotto, vestita di batista,
decente funzionaria dell’angelica lega,
voi che sfogliate le labbra tranquillamente
come una cuoca le pagine del libro di cucina.
Se volete,
sarò rabbioso a furia di carne,
e, come il cielo mutando i toni,
se volete,
sarò tenero in modo inappuntabile,
non uomo, ma nuvola in calzoni!
Non credo che esista una Nizza floreale!
Da me di nuovo sono esaltati
uomini che a lungo hanno poltrito come un ospedale
e donne logore come un proverbio.

gaucho 07-03-2024 11:28

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Il Sole splende
Il cielo è blu
Orco*** che vita di merda

Fiorella Mannoia

Edwin 22-03-2024 11:23

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
My wife and I have asked a crowd of craps
To come and waste their time and ours: perhaps
You’d care to join us?
In a pig’s arse, friend.
Day comes to an end.
The gas fire breathes, the trees are darkly swayed.
And so Dear Warlock-Williams: I’m afraid—

Funny how hard it is to be alone.
I could spend half my evenings, if I wanted,
Holding a glass of washing sherry, canted
Over to catch the drivel of some bitch
Who’s read nothing but Which;
Just think of all the spare time that has flown

Straight into nothingness by being filled
With forks and faces, rather than repaid
Under a lamp, hearing the noise of wind,
And looking out to see the moon thinned
To an air-sharpened blade.
A life, and yet how sternly it’s instilled

All solitude is selfish. No one now
Believes the hermit with his gown and dish
Talking to God (who’s gone too); the big wish
Is to have people nice to you, which means
Doing it back somehow.
Virtue is social. Are, then, these routines

Playing at goodness, like going to church?
Something that bores us, something we don’t do well
(Asking that ass about his fool research)
But try to feel, because, however crudely,
It shows us what should be?
Too subtle, that. Too decent, too. Oh hell,

Only the young can be alone freely.
The time is shorter now for company,
And sitting by a lamp more often brings
Not peace, but other things.
Beyond the light stand failure and remorse
Whispering Dear Warlock-Williams: Why, of course—

Edwin 14-04-2024 20:35

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Ma è aprile!

I. The Burial of the Dead

April is the cruellest month, breeding
Lilacs out of the dead land, mixing
Memory and desire, stirring
Dull roots with spring rain.
Winter kept us warm, covering
Earth in forgetful snow, feeding
A little life with dried tubers.
Summer surprised us, coming over the Starnbergersee
With a shower of rain; we stopped in the colonnade,
And went on in sunlight, into the Hofgarten,
And drank coffee, and talked for an hour.
Bin gar keine Russin, stamm’ aus Litauen, echt deutsch.
And when we were children, staying at the archduke’s,
My cousin’s, he took me out on a sled,
And I was frightened. He said, Marie,
Marie, hold on tight. And down we went.
In the mountains, there you feel free.
I read, much of the night, and go south in the winter.

What are the roots that clutch, what branches grow
Out of this stony rubbish? Son of man,
You cannot say, or guess, for you know only
A heap of broken images, where the sun beats,
And the dead tree gives no shelter, the cricket no relief,
And the dry stone no sound of water. Only
There is shadow under this red rock,
(Come in under the shadow of this red rock),
And I will show you something different from either
Your shadow at morning striding behind you
Or your shadow at evening rising to meet you;
I will show you fear in a handful of dust.
Frisch weht der Wind
Der Heimat zu
Mein Irisch Kind,
Wo weilest du?

‘You gave me hyacinths first a year ago;
‘They called me the hyacinth girl.’
—Yet when we came back, late, from the Hyacinth garden,
Your arms full, and your hair wet, I could not
Speak, and my eyes failed, I was neither
Living nor dead, and I knew nothing,
Looking into the heart of light, the silence.
Oed’ und leer das Meer.

Madame Sosostris, famous clairvoyante,
Had a bad cold, nevertheless
Is known to be the wisest woman in Europe,
With a wicked pack of cards. Here, said she,
Is your card, the drowned Phoenician Sailor,
(Those are pearls that were his eyes. Look!)
Here is Belladonna, the Lady of the Rocks,
The lady of situations.
Here is the man with three staves, and here the Wheel,
And here is the one-eyed merchant, and this card,
Which is blank, is something he carries on his back,
Which I am forbidden to see. I do not find
The Hanged Man. Fear death by water.
I see crowds of people, walking round in a ring.
Thank you. If you see dear Mrs. Equitone,
Tell her I bring the horoscope myself:
One must be so careful these days.

Unreal City,
Under the brown fog of a winter dawn,
A crowd flowed over London Bridge, so many,
I had not thought death had undone so many.
Sighs, short and infrequent, were exhaled,
And each man fixed his eyes before his feet.
Flowed up the hill and down King William Street,
To where Saint Mary Woolnoth kept the hours
With a dead sound on the final stroke of nine.
There I saw one I knew, and stopped him, crying: 'Stetson!
‘You who were with me in the ships at Mylae!
‘That corpse you planted last year in your garden,
‘Has it begun to sprout? Will it bloom this year?
‘Or has the sudden frost disturbed its bed?
‘Oh keep the Dog far hence, that’s friend to men,
‘Or with his nails he’ll dig it up again!
‘You! hypocrite lecteur!—mon semblable,—mon frère!”

---

Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
L’inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera.
L’estate ci sorprese, giungendo sullo Starnbergersee
Con uno scroscio di pioggia: noi ci fermammo sotto il colonnato,
E proseguimmo alla luce del sole, nel Hofgarten,
E bevemmo caffè, e parlammo un’ora intera.
Bin gar keine Russin, stamm’ aus Litauen, echt deutsch.
E quando eravamo bambini stavamo presso l’arciduca,
Mio cugino, che mi condusse in slitta,
E ne fui spaventata. Mi disse, Marie,
Marie, tieniti forte. E ci lanciammo giù.
Fra le montagne, là ci si sente liberi.
Per la gran parte della notte leggo, d’inverno vado nel sud.

Quali sono le radici che s’afferrano, quali i rami che crescono
Da queste macerie di pietra? Figlio dell’uomo,
Tu non puoi dire, né immaginare, perché conosci soltanto
Un cumulo d’immagini infrante, dove batte il sole,
E l’albero morto non dà riparo, nessun conforto lo stridere del grillo,
L’arida pietra nessun suono d’acque.
C’è solo ombra sotto questa roccia rossa,
(Venite all’ombra di questa roccia rossa),
E io vi mostrerò qualcosa di diverso
Dall’ombra vostra che al mattino vi segue a lunghi passi, o dall’ombra
Vostra che a sera incontro a voi si leva;
In una manciata di polvere vi mostrerò la paura.

Frisch weht der Wind
Der Heimat zu
Mein Iriscb Kind,
Wo weilest du?


“Mi chiamarono la ragazza dei giacinti.”
– Eppure quando tornammo, a ora tarda, dal giardino dei giacinti,
Tu con le braccia cariche, con i capelli madidi, io non potevo
Parlare, mi si annebbiavano gli occhi, non ero
Né vivo né morto, e non sapevo nulla, mentre guardavo il silenzio,
Il cuore della luce.
Oed’ und leer das Meer.

Madame Sosostris, chiaroveggente famosa,
Aveva preso un brutto raffreddore, ciononostante
E’ nota come la donna più saggia d’Europa,
Con un diabolico mazzo di carte. Ecco qui, disse,
La vostra carta, il Marinaio Fenicio Annegato
(Quelle sono le perle che furono i suoi occhi. Guardate!)
E qui è la Belladonna, la Dama delle Rocce,
La Dama delle situazioni.
Ecco qui l’uomo con le tre aste, ecco la Ruota,
E qui il mercante con un occhio solo, e questa carta,
Che non ha figura, è qualcosa che porta sul dorso,
E che a me non è dato vedere. Non trovo
L’Impiccato. Temete la morte per acqua.
Vedo turbe di gente che cammina in cerchio.
Grazie. Se vedete la cara Mrs. Equitone,
Ditele che le porterò l’oroscopo io stessa:
Bisogna essere così prudenti in questi giorni.

Città irreale,
Sotto la nebbia bruna di un’alba d’inverno,
Una gran folla fluiva sopra il London Bridge, così tanta,
Ch’io non avrei mai creduto che morte tanta n’avesse disfatta.
Sospiri, brevi e infrequenti, se ne esalavano,
E ognuno procedeva con gli occhi fissi ai piedi. Affluivano
Su per il colle e giù per la King William Street,
Fino a dove Saint Mary Woolnoth segnava le ore
Con morto suono sull’ultimo tocco delle nove.
Là vidi uno ch e conoscevo, e lo fermai, gridando: « Stetson!
Tu che eri con me , sulle navi a Milazzo!
Quel cadavere che l’anno scorso piantasti nel giardino,
Ha cominciato a germogliare? Fiorirà quest’anno?
Oppure il gelo improvviso ne ha danneggiato l’aiola?
Oh, tieni il Cane a distanza, che è amico dell’uomo,
Se non vuoi che con l’unghie, di nuovo, lo metta allo scoperto!
Tu, hypocrite lecteur! – mon semblable, – mon frère!

varykino 07-07-2024 00:17

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Banchieri, pizzicagnoli, notai,
coi ventri obesi e le mani sudate
coi cuori a forma di salvadanai
noi che invochiam pietà fummo traviate.

Navigammo su fragili vascelli
per affrontar del mondo la burrasca
ed avevamo gli occhi troppo belli:
che la pietà non vi rimanga in tasca.

Giudici eletti, uomini di legge
noi che danziam nei vostri sogni ancora
siamo l'umano desolato gregge
di chi morì con il nodo alla gola.

Quanti innocenti all'orrenda agonia
votaste decidendone la sorte
e quanto giusta pensate che siauna sentenza che decreta morte?

Uomini cui pietà non convien sempre
male accettando il destino comune,
andate, nelle sere di novembre,
a spiar delle stelle al fioco lume,
la morte e il vento, in mezzo ai camposanti,
muover le tombe e metterle vicine
come fossero tessere giganti
di un domino che non avrà mai fine.

Uomini, poiché all'ultimo minuto
non vi assalga il rimorso ormai tardivo
per non aver pietà giammai avuto
e non diventi rantolo il respiro:
sappiate che la morte vi sorveglia
gioir nei prati o fra i muri di calce,
come crescere il gran guarda il villano
finché non sia maturo per la falce.

Hassell 07-07-2024 04:26

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
CATULLO

Mi chiedi, Lesbia, quanti tuoi baci
bastino per saziare la mia voglia di te.
Quanti sono i granelli di sabbia africana
che è sparsa in cirene ricca di silfio,
tra l'oracolo torrido di giove
e il sacro sepolcro dell'antico batto;
o quante stelle nella notte silente
spiano gli amori furtivi degli uomini:
questo è il numero di baci
che vuole Catullo, pazzo di te.
Che i curiosi non possono contarli
né una lingua maligna maledirli.


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