Re: Come mai oggi le donne sono così?
Quote:
Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 3010681)
Sapete quanto io frema nel raccontarvi le mie esperienze relazionali. Oggi vorrei condividere con voi un’esperienza personale che ha acceso in me un certo rimuginio ossessivo sulle dinamiche culturali e psico-sociali tra uomini del Nord Europa e quelli italiani. Non pretendo di generalizzare (è bene specificarlo subito e anticipo anche che sono ben consapevole dell'effetto del "paradosso nordico") ma mi ha colpito quanto un semplice incontro possa dischiudere interrogativi più profondi sulla nostra concezione delle relazioni.
Insomma, la faccio breve. Sabato scorso sono uscita con un promettente artista danese (un profilo interessante, ancora giovane). Fin qui nulla di straordinario, eppure l’esperienza è stata illuminante. Ci siamo dati un appuntamento informale, andare a bere qualcosa, mangiare se avessimo avuto fame, niente di definito. Nessuna macchina a far da prolungamento simbolico dell’ego, nessuna ostentazione di status o di potere. È arrivato in bicicletta, vestito come di pomeriggio (malissimo e ho adorato questa cosa) con la naturalezza di chi non avverte il bisogno di impressionare. Nessuna formalità ingessata, nessuna messinscena seduttiva, nessuna di quelle coreografie maschili in cui il corteggiamento diventa una performance autocelebrativa.
Ci siamo seduti a bere qualcosa, e la conversazione ha preso vita senza stratagemmi. Parlava di sé con onestà, ma senza quella pulsione narcisistica che trasforma il dialogo in un monologo. Mi faceva domande, non come pretesto per mettere in scena la propria brillantezza, ma per conoscermi davvero, non sentiva l'esigenza delle comparazioni con continui "anch'io...". Nessun doppio senso sottinteso, nessuna battuta ammiccante per testare confini e ruoli. Un uomo che non gioca a fare l’uomo, ma semplicemente è.
E poi... nessun tentativo di pagare il conto, nessuna di quelle galanterie superflue che spesso sono solo una messa in scena del potere maschile sotto forma di cortesia. Un equilibrio disarmante: nessun bisogno di proteggere o di guidare, solo la libertà di due persone che condividono un momento senza doverlo inscrivere in un copione prestabilito.
Forse è stato questo a colpirmi di più: ci eravamo conosciuti solo il giorno prima, eppure avevo la sensazione di potermi comportare liberamente, come se ci conoscessimo da anni. Senza quei micro-condizionamenti che spesso regolano i primi incontri tra uomini e donne, senza la sensazione di dover dosare gesti e parole per non infrangere aspettative tacite.
Ancora più sorprendente è stata l’assenza di una tensione latente: nessuna pressione, nessuna aspettativa nascosta. Nessun bisogno di collocare la serata entro coordinate prestabilite – flirt, seduzione, conquista. Era come se l’incontro avesse valore in sé, e non in funzione di un esito da raggiungere.
Mi sono chiesta: quanto di tutto questo dipende da una diversa costruzione culturale della mascolinità? Quanto spazio concediamo, nei nostri contesti mediterranei, a una maschilità che non sia performativa, che non debba continuamente provare il proprio valore attraverso la conquista, il potere, l’affermazione di sé?
Non voglio indulgere in facili idealizzazioni, né sugli uomini del Nord Europa né sulla possibilità di emanciparsi del tutto da certi schemi. Ma esperienze come questa aprono domande necessarie: siamo sicuri che il nostro modello relazionale sia il migliore possibile? Siamo sicuri che dietro alla donne che reclamano galanteria e cavalierato non ci sia un indottrinamento che le rende schiave inconsapevoli in pochi mesi? Quanto ancora i ruoli di genere – spesso invisibili, ma pervasivi – condizionano il modo in cui ci percepiamo e ci relazioniamo?
Lavinia Marchetti
Che ne pensate?
|
Che certe donne sono più false dell'oroscopo quando tirano fuori 'sti discorsi qua. Vorrei sapere come evolverebbe la relazione se poi, che so, nel giorno della festa della donna o roba simile, loro stanno insieme, e la tizia mentre guarda tutte le amiche ricevere attenzioni dai compagni (mazzi di fiori, ristoranti ecc.) a lei niente, manco gli auguri, perché il compagno non segue certi schemi stereotipati.
Inoltre vorrei proprio sapere come si sarebbe vestito male il tizio... Con la canotta alla Bossi, petto villoso in vista e magari una bella macchia di sugo sopra?
Il finto vestito male che costa migliaia e migliaia di euro è ben distinguibile dal vero vestito male da mercato e roba simile. Poi anche la bicicletta mica è un mezzo da persone spiantate (certe biciclette costano una marea di soldi comunque), il mezzo pubblico senza pagare il biglietto è da persone spiantate o magari presentarsi con uno scassone di panda.
Poi queste tipe super borghesi che si atteggiano ad antiborghesi a parole, sono le persone più insopportabili per me.
A me dà più fastidio una persona che dà valore a certe cose e si dà le arie sostenendo che non sono importanti, di quella più diretta.
Il primo tipo è diecimila volte peggiore del secondo, ecco quando si parla di radical chic ci avviciniamo a questa tipologia qua di gente, alto borghesi fino al midollo che fanno finta di dar valore alle cose "semplici" della vita e si atteggiano sempre fintamente al di sopra di certi schemi, quando poi magari vanno in giro con biciclette costose e con un rolex al polso, che di auto di merda te ne compri dieci.
Gli status symbol non sono rappresentati solo dall'auto e roba simile, ce ne sono svariati oggi come oggi. Fosse uscita con un operaio o un disoccupato, è uscita con un "artista emergente", magari "vestito male" come ho immaginato io fosse vestito male.
Secondo me è più probabile che esce con una persona realmente fuori norma una donna consapevole davvero di queste cose, che magari poi si rende conto che ci sarebbero difficoltà perché non è due cuori e una capanna quel che desidera (e non sarebbe disposta a rinunciarci davvero ad un certo tenore di vita e a certe cose che desidera dal compagno, sperando magari in un cambiamento), che queste persone qua doppiamente inconsapevoli che a parole dicono di non dare importanza a certe cose ma poi nei fatti gliela danno.
|