Winston_Smith |
13-10-2019 17:09 |
Re: come smettere di essere bravi ragazzi e diventare persone di valore e assertive
Quote:
Originariamente inviata da Angus
(Messaggio 2354359)
A me il punto sembra sempre lo stesso.
Qualità, difetti, caratteristiche hanno un'importanza relativa, come hanno detto molti.
Ad avere un valore determinante è l'atteggiamento che si ha, in primis nei confronti delle relazioni.
Le persone che scrivono qui hanno, chi più chi meno, un atteggiamento evitante, frustrante, rifiutante, non hanno molta voglia di essere vivi, hanno (a volte) poco da condividere (perché vivono poco), e non sono comunque disponibili a farlo.
Oppure, in alternativa, sono disponibili ad essere "presenti", ma solo a precise condizioni, tanto irrealistiche da essere irrealizzabili.
Se si impegnano a mostrare il contrario, è spesso per conformismo. Che non è una malattia o un difetto, ma desiderio di nascondersi nella massa, per non mostrare la propria indisponibilità a vivere. Anche perché, se lo facessero, già starebbero vivendo.
Sul piano delle relazioni, ovviamente trovare qualcuno adatto è impossibile, a meno che non si accontenti davvero di poco. Poco non in termini di pancetta, timidezza, scarsa assertività (che non è una competenza acquisibile andando a scuola di ballo o facendo le flessioni, ma espressione di un modo di porsi generale) o quant'altro, ma in termini di condivisione del proprio tempo con una persona che è presente fisicamente, ma poco più.
E' anche vero, comunque, che la diffusa incapacità o indisponibilità a comprendere gli altri non aiuta. Frequentare persone che ci identificano con la maschera che proponiamo (irrealisticamente positiva o negativa che sia), è piuttosto scoraggiante.
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Questo ragionamento sembra abbastanza logico, ma a mio parere non tiene conto di determinati aspetti tutt'altro che trascurabili.
1) Il rimprovero rivolto agli utenti del forum per la loro scarsa disponibilità alla condivisione col prossimo o per la loro disponibilità solo a condizioni irrealistiche non tiene conto IMO del motivo di questa indisponibilità: non tutti siamo uguali e non a tutti può essere chiesto lo stesso modo di conformarsi e comportarsi: da ciascuno secondo le sue possibilità a e a ciascuno secondo i suoi bisogni (cit.)
2) Sviluppo il punto precedente parlando della possibile relativizzazione del rimprovero di cui sopra: chi decide che le disponibilità di un individuo è scarsa o irrealistica? tutti (fobici e non) abbiamo dei limiti nella disponibilità che mostriamo a condividere noi stessi e il nostro tempo con gli altri, non sarà che i fobici (o una parte di essi) sono penalizzati anche dal modo con cui le dinamiche sociali si sono evolute e consolidate?
Mi spiego forse meglio con un esempio: la mia modalità di socializzazione ideale prevederebbe il ritrovo di un gruppo di persone, magari in un circolo serale, tutte seriamente intenzionate ad eviscerare tutti gli aspetti artistici, psicologici e storici del XXVII canto dell'Inferno, anche fino all'alba se necessario, senza rompersi i coglioni e passare ad altro dopo 5 minuti ma discutendo con passione di quell'argomento senza farselo bastare mai, e avere voglia di ripetere quell'esperienza ancora e ancora e ancora. E così via per tutti gli altri canti.
Le reazioni più scontate ("questo è pazzo", "ma che caspita va trovando?", ecc. ) non farebbero che confermare quello che penso, e cioè che la mia sfortuna è quella di avere come dinamica di socializzazione preferita una dinamica non "mainstream", ritenuta irrealistica e quindi irrealizzabile solo perché alla stragrandissime maggioranza delle persone piacciono altri modi per socializzare.
Non mi venite a dire che discutere della DC non è condividere se stessi con gli altri: secondo me può esserlo molto più che uscire a sbevazzare nei locali (come già detto, non tutti realizzano sé stessi nelle stesse modalità). Rimando alla mia firma (secondo quote) per il commento finale.
3) Nell'ambito più ristretto delle relazioni di coppia "trovare qualcuno di adatto è impossibile" è una frase contraddetta dal fatto che qualche coppia qui è nata (sottobosco docet) e non ho capito quanto sia intesa in maniera unisex o no, dato anche il taglio del topic. In ogni caso sostituirei "impossibile" con "difficile/molto difficile", e soprattutto lo motiverei con il fatto che è difficile/molto difficile trovare persone che vadano oltre o non si ritrovino nelle dinamiche sociali più comuni.
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