Winston_Smith |
27-08-2015 15:49 |
Re: Timidezza e verginità
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1580617)
Su quali basi lo dici? Oltretutto tu fai paragoni inappropriati, ovvero confronti persone dalla statura non eccelsa ma non affetti da nanismo con persone con forti problemi di timidezza, talmente forti da pregiudicarne pesantemente autostima, percezione di sé e degli altri, nonché la possiblità di avere una vita sociale. Una persona alta 1.65 non avrà grandi chance, magari gli resteranno le briciole, ma in termini di consistenza del problema, lo paragonerei a chi è solo un po' timido (cit.) e comunque un minimo di vita sociale ce l'ha, non pregiudicandosi del tutto possibilità di incontri e conoscenze. Il paragone invece dovresti farlo con chi è affetto da nanismo allora.
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Ho tirato fuori l'1,70 perché pensavo che ti riferissi agli storici discorsi fatti in passato su questo forum che predicavano la fine di ogni speranza sotto quella quota o giù di lì. Quelle sì che erano esagerazioni. Se intendevi il nanismo allora lo trovo un paragone più ragionevole.
Per la cronaca, il "minimo di vita sociale" serve a poco o niente se non si sa come approcciare le donne (testimoniato anche da diverse esperienze raccontate su questo forum).
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1580617)
Quindi rinunciamo a capire e a indagare?
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Dove ho detto questo? Anzi, se ti contesto di avere già le conclusioni in tasca è proprio perché secondo me c'è ancora molto, se non tutto, da capire e indagare (possibilmente caso per caso, oltre alla conclusione sul "fobico medio").
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1580617)
Lei ha fatto un commento, ma io mi riferisco alla conclusione tratta da Pierrot, il quale ammette che agli occhi della gente devi risultare disgustoso e/o anomale, al che mi viene spontaneo chiedermi: e ai tuoi occhi tu ti vedi normale? Ti piaci? Mi basta leggere ciò che scrive di sé per capire che non è così e che prima cambia certi pareri, meglio è.
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Questo è sicuramente più condivisibile, ma non implica che il giudizio degli altri sia (solo) una paranoia. Quale dei due abbia più influenza o sia venuto prima (giudizio su sé stessi o altrui) non so, io la vedo in maniera più pragmatica e invito a non associare alla verginità dopo x anni un giudizio aprioristico negativo. E' opportuno che tale invito valga anche per la persona coinvolta? Certo, ma per lui/lei si tratta di recuperare forza d'animo e lucidità nella stima di sé, per gli altri si tratta di guadagnare apertura mentale e di rifuggire da facili pregiudizi. Quindi nel primo caso sarà probabilmente necessario un lavoro psicoterapico o similtale, il secondo caso invece è una battaglia culturale.
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