Josef K. |
22-07-2014 14:52 |
Re: Che libro state leggendo?
Quote:
Originariamente inviata da Aria.
(Messaggio 1331172)
Io dovrei finirlo oggi, il topic non era una cattiva idea, c'è proprio tanto da dire su questo libro, ormai però a lui hai risposto e io dopo domani non entrerò per parecchio tempo. Comunque sì è sicuramente un bellissimo libro.
Infatti il protagonista ricorda un po' un eroe tragico alla fine, manca giusto il bivio. Poi anche per quello che hai scritto tu sto trovando il libro piuttosto nichilista come visione dell'esistenza in generale, dall'arresto inizia non solo a mutare e perdere importanza l'ordine iniziale della vita del protagonista(attività quotidiane, ordine sociale), ma la sua stessa identità non ha più valore( il rifiuto dell'atto di nascita da parte dei custodi, il fatto che il giudice ignorasse chi fosse..*) finché poi non arriva ad annullarsi completamente con la morte. Anche nella cancelleria si vede come gli accusati perdano identità, viene proprio evidenziato il fatto che si imitino a vicenda e la perdita di dignità. Poi non so magari cambierò idea, in realtà non dovrei dire niente non essendo appena a un quarto del libro..
*Anche se questo in realtà potrebbe essere solo un modo per rendere meglio la metafora.
Comunque domani inizio "Uno nessuno e centomila" di Pirandello.
|
Perdita d'identità che in qualche modo coinvolge anche i soggetti che esercitano il potere, non per meriti specifici, ma piuttosto come strumenti attraverso il quale questo ha scelto occasionalmente di manifestarsi (ne è la conferma il fatto che loro, per primi, non comprendono il funzionamento della macchina della quale fanno parte). Quando le cose accadono senza un perché, non è più possibile distinguere le vittime dai carnefici. E le parti si invertono facilmente, come avrai occasione di notare più volte. La cosa curiosa è che Kafka ha sviluppato questo punto di vista sulla vita e sul mondo partendo dal rapporto con suo padre. In un passo di Lettera al padre, descrivendo l'aspetto più opprimente del suo rapporto con il genitore, afferma che di fronte all'insoddisfazione che questo nutriva sempre e comunque per lui, non aveva più senso obbedire o meno ai suoi comandi, perché qualsiasi condotta non sarebbe comunque valsa a rabbonirlo.
Uno, nessuno e centomila è stato, fino a 22 anni, il mio libro preferito. :)
Quando lo hai finito dimmi cosa ne pensi, sono curioso. :D
|