FobiaSociale.com

FobiaSociale.com (https://fobiasociale.com/)
-   Forum Libri (https://fobiasociale.com/forum-libri/)
-   -   Il verso giusto. L'angolo della poesia. (https://fobiasociale.com/il-verso-giusto-langolo-della-poesia-21354/)

Ergo Proxy 15-03-2020 04:05

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
« Lontano da tutte le buie valli
giunge il dolce canto del merlo,
ed in un muto tormento il mio cuore
ascolta e trema fino al mattino.

Per lunghe ore, illuminate dalla luna,
la mia brama sta in guardia,
soffre di ferite segrete
e si dissangua nella notte.

Un violino nei giardini manda
con arcata leggera il suo pianto fino a qui,
ed una profonda stanchezza
giunge liberante sopra me.

O violinista straniero che là in basso
piangi con aria sì tenera e cupa,
dove hai trovato la melodia
che contiene tutte le mie brame? »


Hermann Hesse, Un violino nei giardini.

Antares93 03-05-2020 00:48

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Misuro ogni dolore che incontro
con occhi penetranti, stretti -
mi chiedo se pesa come il mio -
o ha misura più facile.
Mi chiedo se l'hanno portato a lungo -
o è appena cominciato -
non saprei dire la data del mio -
sembra tanto vecchio -
Mi chiedo se fa male vivere -
e se devono sforzarsi -
e se - potessero scegliere -
non preferirebbero - morire -
Noto che alcuni - pazienti a lungo -
dopo un po', rinnovano il sorriso -
l'imitazione di una luce
che ha tanto poco olio -
Mi chiedo se con l'ammucchiarsi degli anni -
qualche migliaio - sul male -
che presto li ferì - questo intervallo
dia loro qualche sollievo -
se continuerebbero a sentire pena
per secoli di sensibilità -
illuminati a un più grande dolore -
in contrasto con l'amore –
dolenti - sono tanti - mi dicono -
c'è varietà di cause -
la morte - è una sola - e viene una volta -
e solo inchioda gli occhi -
C'è dolore di mancanza - e dolore di freddo
un tipo detto "disperazione" -
c'è l'esilio dagli occhi nativi -
in vista dell'aria nativa -
E anche se non indovino il tipo -
correttamente - tuttavia
un conforto pungente mi dà
quando passo dal Calvario -
notare le maniere - della Croce -
e come è portata di solito -
sempre affascinata dall'idea
che qualcuna - sia come la mia -

Emily Dickinson - Misuro ogni dolore che incontro

Antares93 07-05-2020 23:29

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Pregavo, all'inizio, bambina,
perché mi dicevano di farlo -
ma smisi, quando fui capace di immaginare
come la preghiera sarebbe apparsa -a me

se avessi creduto che Dio si guardava attorno,
ogni volta che il mio occhio fanciullo
si fissava tutto, fermamente, sul suo,
con infantile onestà -

e gli diceva quel che avrei voluto, oggi,
e le parti del suo distante programma
che mi sfuggivano -
il lato misto
della sua divinità -

E da allora spesso, nel pericolo,
penso la forza che darebbe
avere un Dio così forte che
tenesse la mia vita per me

finché potessi trovare l'equilibrio
che ora così spesso vacilla,
ci vuole tutto il tempo per arrivarci
e poi - esso non dura -

Emily Dickinson

Ergo Proxy 17-05-2020 00:38

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
« Semplici, rari e solenni
noi siamo,
soli sui colli di Cernie,
lontano,
con folli e dolci Espressioni
sul viso antico,
belle ed insolite,
così ci dicono
gli esseri alati dell'Aria
che passano
e spirano
la notte che gli Alberi-scheletro
danzano e gridano.

Teneri, rari e solenni...
Teneri, rari e solenni...

Semplici, rari e solenni
noi siamo,
quando c'incamminiamo
verso il mare violetto
con folli, dolci Espressioni,
sull'antico, nobile Volto,
belle ed insolite, molto,
nell'Unica Notte dell'anno
quando le nuvole
s'aprono
in bioccoli e gli Alberi-scheletro
danzano e gridano.

Teneri, rari e solenni...
Teneri, rari e solenni... »


Tratta da Tito di Gormenghast.

Ergo Proxy 17-05-2020 12:49

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
« Chiederti in quali templi
bruciasti come incenso
solingo e fiero forse
è sogno metafisico:
nel sacrificio incredulo
del tuo essere antico,
il mio risveglio è pure
il più profondo dei sogni miei.
A te volte, ora sorridono
stelle lontane come lanterne
ardenti di volontà remote.
Luce e calore traboccano
gli occhi atarattici del cielo
là dove, nella fredda notte,
albeggia il sole interiore. »

Ergo Proxy 22-05-2020 20:55

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
« Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde

Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto. »


Giuseppe Ungaretti, Il Porto Sepolto.



« Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita. »


Giuseppe Ungaretti, Veglia.

Biancalatte 22-05-2020 21:40

Ne scrivo una che invento sul momento, poi se qualcuno vuole puó aprire il topic poesie create sul momento, dal cell non ci riesco.

È arrivato Tino,
Il piccolo gattino
Non si sa se é giovane
O vecchiettino.
I suoi occhi son ciechetti
Sorpresi ovunque tu li metti.
Stupore candido e dolcezza
Mi fan venire tenerezza.
Mi addormento pensando a Tino
E la magia entra nel mio cervellino.

Kanon 22-05-2020 22:53

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Una volta, a mezzanotte, mentre stanco e affaticato
meditavo sovra un raro, strano codice obliato,
e la testa grave e assorta — non reggevami piú su,
fui destato all’improvviso da un romore alla mia porta.
«Un viatore, un pellegrino, bussa — dissi — alla mia porta,
solo questo e nulla più!»

Oh, ricordo, era il dicembre e il riflesso sonnolento
dei tizzoni in agonia ricamava il pavimento.
Triste avevo invan l’aurora — chiesto e invano una virtù
a’ miei libri, per scordare la perduta mia Lenora,
la raggiante, santa vergine che in ciel chiamano Lenora
e qui nome or non ha più!

E il severo, vago, morbido, ondeggiare dei velluti
mi riempiva, penetrava di terrori sconosciuti!
tanto infine che, a far corta — quell’angoscia, m’alzai su
mormorando: «È un pellegrino che ha battuto alla mia porta,
un viatore o un pellegrino che ha battuto alla mia porta,
questo, e nulla, nulla più!».

Calmo allor, cacciate alfine quelle immagini confuse,
mossi un passo, e: «Signor — dissi — o signora, mille scuse!
ma vi giuro, tanto assorta — m’era l’anima e quassù
tanto piano, tanto lieve voi bussaste alla mia porta,
ch’io non sono ancor ben certo d’esser desto». Aprii la porta:
un gran buio, e nulla più!

Impietrito in quella tenebra, dubitoso, tutta un’ora
stetti, fosco, immerso in sogni che mortal non sognò ancora!
ma la notte non dié un segno — il silenzio pur non fu
rotto, e solo, solo un nome s’udì gemere: «Lenora!»
Io lo dissi, ed a sua volta rimandò l’eco: «Lenora!»
Solo questo e nulla più!

E rientrai! ma come pallido, triste in cor fino alla morte
esitavo, un nuovo strepito mi riscosse, e or fu sì forte
che davver, pensai, davvero — qualche arcano avvien quaggiù,
qualche arcan che mi conviene penetrar, qualche mistero!
Lasciam l’anima calmarsi, poi scrutiam questo mistero!
Sarà il vento e nulla più!

Qui dischiusi i vetri e torvo, — con gran strepito di penne,
grave, altero, irruppe un corvo — dell’età la più solenne:
ei non fece inchin di sorta — non fe’ cenno alcun, ma giù,
come un lord od una lady si diresse alla mia porta,
ad un busto di Minerva, proprio sopra alla mia porta,
scese, stette e nulla più.
Quell’augel d’ebano, allora, così tronfio e pettoruto
tentò fino ad un sorriso il mio spirito abbattuto:
e, «Sebben spiumato e torvo, — dissi, — un vile non sei tu
certo, o vecchio spettral corvo della tenebra di Pluto?
Quale nome a te gli araldi dànno a corte di Re Pluto?»
Disse il corvo allor: «Mai più!».

Mi stupii che quell’infausto disgraziato augello avesse
la parola, e benché quelle fosser sillabe sconnesse,
trasalii, ché, in niuna sorta — di paese fin qui fu
dato ad uom di contemplare un augel sovra una porta,
un augello od una bestia aggrappata ad una porta
con un nome tal: «Mai più!».

Ma severo e grave il corvo più non disse e stette come
s’egli avesse messo tutta quanta l’anima in quel nome:
sovra il busto, appollaiato — non parlò, non mosse più
finché triste ebbi ripreso: «Altri amici m’han lasciato!
il mattin non sarà giunto ch’egli pur m’avrà lasciato!».
Disse allor: «Mai più! mai più!».

Scosso al motto ch’or sì bene s’era apposto al mio pensiere,
«Certo, — dissi, — queste sillabe sono tutto il suo sapere!
e chi a tale ritornello — l’addestrò, forse quaggiù
sarà stato sì infelice ch’ogni canto suo più bello
come un requiem, non aveva ogni canto suo più bello
a finir che in un mai più!»

Ma un pensier folle ancor voltomi a un sorriso il labbro torvo:
scivolai su un seggiolone fino in faccia al busto e al corvo,
e qui, steso nel velluto — presi intento a studiar su
cosa mai volesse dire quel ferale augel di Pluto,
quel feral, sinistro, magro, triste, infausto augel di Pluto
col suo lugubre: «Mai più!».

Così assorto in fantasie stetti a lungo, e sempre intento
all’augello i di cui sguardi mi riempivan di spavento,
non osai più aprire labro — sprofondato sempre giù
fra i cuscini accarezzati dal chiaror di un candelabro
fra i cuscini rossi ov’ella, al chiaror di un candelabro,
non verrà a posar mai più!

Allor parvemi che a un tratto si svolgesse in aria, denso
e arcan, come dal turibolo d’un angelo, un incenso.
«O infelice, dissi, è l’ora! — e infin ecco la virtù
e il nepente che imploravi per scordar la tua Lenora!
Bevi, bevi il filtro e scorda! scorda alfin questa Lenora!»
Mormorò l’augel: «Mai più!».

«O profeta — urlai — profeta, spettro o augel, profeta ognora!
o l’Averno t’abbia inviato — o una raffica di bora
t’abbia, naufrago, sbalzato — a cercar asil quaggiù,
in quest’antro di sventure, di’ al meschino che t’implora,
se qui c’è un incenso, un balsamo divino! egli t’implora!»
Mormorò l’augel: «Mai più!»
.

«O profeta — urlai — profeta, spettro o augel, profeta ognora!
per il ciel sovra noi teso, per l’Iddio che noi s’adora
di’ a quest’anima se ancora — nel lontano Eden, lassù,
potrà unirsi a un’ombra cara che chiamavasi Lenora!
a una vergine che gli angeli ora chiamano Lenora!»
Mormorò l’augel: «Mai più!».

«Questo detto sia l’estremo, spettro o augello — urlai sperduto.
Ti precipita nel nembo! torna ai baratri di Pluto!
non lasciar piuma di sorta — qui a svelar chi fosti tu!
lascia puro il mio dolore, lascia il busto e la mia porta!
strappa il becco dal mio cuore! t’alza alfin da quella porta!»
Disse il corvo: «Mai, mai più!»

E la bestia ognor proterva — tetra ognora, è sempre assorta
sulla pallida Minerva — proprio sopra alla mia porta!
Il suo sguardo sembra il guardo — d’un dimon che sogni, e giù
sui tappeti il suo riflesso tesse un circolo maliardo,
e il mio spirto, stretto all’ombra di quel circolo maliardo
non potrà surger mai più!

Iac80 29-05-2020 18:53

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Certo, certo, è giusto ma, ah ah!
E' giunta l'ora, amiche care, ormai di chiacchierar
di cappellini, di chiffon, di cavoli e di re
di come il mare dà calor, se i gatti san volar
Orsù allegria, venite via,
coi cavoli e coi re

Ergo Proxy 30-05-2020 15:12

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Jonathan Swift Somers

« Quando vi siete arricchita l'anima
fino al massimo,
con libri, pensiero, sofferenza, comprensione,
la capacità d'interpretare occhiate, silenzi,
le pause nei mutamenti importanti,
il genio della divinazione e della profezia;
tanto da sentirvi capace, a momenti, di tenere il mondo
nel cavo della mano;
allora, se, per l'affollarsi di così grandi poteri
nel recinto della vostra anima,
l'anima prende fuoco,
e nell'incendio
il male del mondo è illuminato e reso limpido -
siate grati se in quell'ora della visione suprema
la vita non vi canzona. »



Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River.

Antares93 14-06-2020 19:15

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"Sogno. Non so chi sono in questo momento.
Dormo sentendomi. Nell’ora calma
il mio pensiero dimentica il pensiero,
non ha anima la mia anima.
Se esisto, è un errore saperlo. Se mi desto
mi sembra di sbagliare. Sento di non sapere.
Nulla voglio né possiedo né ricordo.
Non ho essere né legge.
Intervallo della coscienza fra illusioni,
mi limitano fantasmi e mi contengono.
Inconsapevole di cuori altrui,
dormi, cuore di nessuno!"

Fernando Pessoa

Odradek 15-06-2020 00:00

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Molti leggono ancora «Mein Kampf»

e sognano di far bollire
il prossimo su una graticola,
molti curano l’anemia del mondo
coi paroloni bavosi come lumache,
manovrando i reostati di mostruosi magneti,
con lingua di formichiere essi leccano
il pube della violenza.
Dal coito dell’onore e della forza
nasce, pidocchiosa, la tortura.

Quante verdi cose scricchiano, piangendo
nelle rozze mani di costoro.
Come lampade, gli eroi si schiantano
sotto i loro tacchi di ghisa.
Con le pinze attaccate al lobo d’un orecchio
saltano come ranocchie
in un fiume disseccato,
hanno la gola secca
ma non parleranno, perché non è morta
la forza, la dignità degli uomini

A.M. Ripellino

Iac80 20-06-2020 16:14

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c'è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggiera.
Nel giorno, che lampi! che scoppi!
Che pace, la sera

berserk 27-07-2020 09:32

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"Si farà una gran fatica, qualcuno / direbbe che si muore / ma a quel punto /ogni cosa che poteva succedere / sarà successa e noi / davanti agli occhi non avremo / che la calma distesa del passato /... ./ E tutto, anche le foglie che crescono, / anche i figli che nascono / tutto, finalmente, senza futuro"

da Barlumi di storia di Giovanni Raboni

Pluvia 28-08-2020 18:04

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Zeus dell'Olimpo, compi tu questo mio voto giusto:
dammi per tanto male un po' di bene.
O la morte, se a tante angosce amare io non mi trovo
una tregua, esigendo occhio per occhio.
La norma è questa. Eppure una rivalsa io non la vedo
su chi m'ha depredato, con la forza,
di tutto. Io sono il cane che varcò la forra
cedendo tutto alla rapina d'acqua.
Ch'io beva il loro sangue nero, e spunti un dio
buono, che compia tutto a modo mio.

(Teognide, I 341-350)

Angus 30-08-2020 23:03

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
So there it is in words
Precise
And if you read between the lines
You will find nothing there
For that is the discipline I ask
Not more, not less
Not the world as it is
Nor ought to be -
Only the precision
The skeleton of truth
I do not dabble in emotion
Hint at implications
Evoke the ghosts of old forgotten creeds.
All that is for the preacher
The hypnotist, therapist and missionary
They will come after me
And use the little that I said
To bait more traps
For those who cannot bear
The lonely
Skeleton
of Truth

(The Manuscript, Gregory Bateson)

Ergo Proxy 02-09-2020 16:26

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
« Quando la notte attendo il suo arrivo,
la vita sembra sia appesa a un filo.
Che cosa sono onori, libertà, giovinezza
di fronte all’ospite dolce
col flauto nella mano? Ed ecco è entrata.
Levato il velo, mi guarda attentamente.
Le chiedo: “Dettasti a Dante tu
le pagine dell’Inferno?” Risponde: “Io”. »



Anna Achmatova, La Musa.

dharma 16-09-2020 14:15

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
adoro Ferlinghetti

Rischiando continuamente assurdità
e morte
dovunque si esibisca
sulle teste
del suo pubblico
il poeta come un acrobata
s’arrampica sul bordo
della corda che s’è costruita
ed in equilibrio sulle travi degli occhi
sopra un mare di volti
marcia per la sua strada
verso l’altra sponda del giorno
facendo salti mortali
trucchi magici coi piedi
e altri mirabili gesti teatrali
e tutto senza sbagli
ogni cosa
per ciò che forse non esiste
Perché egli è il super realista
che deve per forza capire
una tersa verità
prima di affrontare passi e posizioni
nel suo supposto procedere
verso quell’ancor più alto posatoio
dove la Bellezza sta e aspetta
con gravità
l’avvio della sua girandola di morte
E lui
un piccolo Charlot
che potrà cogliere o no
la sua dolce forma eterna
con le braccia distese in croce nell’aria vuota
dell’esistenza

Odradek 16-09-2020 14:35

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Crepuscolo

Le crode non hanno più rose:
il sole le ha tutte portate
con sé
nel suo morire.

Anima, del tuo sfiorire
perché ti duole?
Lo stesso tuo pallore
è sulla fronte
d'ogni montagna,
lo stesso tuo desio
d'assopimento.
Vedi le grandi cime
come si sbiancano:
gli immensi volti
come distendono
sul dolore degli occhi
le palpebre
e giacciono puri,
protesi
a una carezza stellare.

O non attendi anche tu
per la tua vita
che si scolora
il bagliore supremo?

S. Martino di Castrozza, gennaio 1933

A. Pozzi

Norlit 16-09-2020 21:56

Poesia scritta di mio pugno circa un anno e mezzo fa:

Il cielo è terso, avevo qualcosa e l'ho perso,
ci penso, ma non ricordo dove l'ho messo,
in mezzo a questo mare grigio e immenso
mi ritrovo immerso, mentre il vento si fa più intenso.

Annego, mentre sto mare si fa nero, della pressione si fa a meno,
intravedo il cielo che si è fatto sereno,
da tutto mi eclisso, affondo in questo abisso
profondo, sprofondo, finché non tocco il fondo.

Nessuna barca rimasta, neanche un'anima rimasta,
a parte un aeroplano, che vola piano, che sento malgrado sia lontano,
con la gente che guarda, con la mente bastarda,
che spera che io non ce la faccia a tornare a galla.

Inizia a mancarmi l'aria nei polmoni,
a non mancarmi sono quei coglioni,
a marcarmi l'anima sono quei timori,
che guidano il mio corpo come se fossero timoni.

Fuori di me un maremoto, pericoloso ma remoto,
dentro di me un terremoto, pericoloso allo stesso modo,
inizio a non reggere, il senno sto per perdere,
con le poche forze nuoto verso un bagliore che sembra splendere.

Sono nel punto più basso del fondale, la depressione mi assale,
banchi di squali bianchi da affrontare, ostriche ostiche da evitare,
dopo tutto sto tragitto, raggiungo un antico relitto
nel quale è nascosto uno scrigno, e mi ci butto a capofitto.

Lo apro, è pieno d'oro, sembra appena uscito da una zecca,
ma sul più bello scende dall'alto una canna da pesca
con una grande esca, che subito mi adesca
ad aggrapparsi ad essa e a porre fine a questa tempesta.

Devo fare una scelta, ma devo fare alla svelta,
essa è immediata, ma neanche così scontata,
rinuncio all'oro per tornare in superficie,
finalmente la vita assaporo, nonostante le sue mille insidie.

Sono arenato, rinato.

Arenato, rinato.

Angus 08-10-2020 22:30

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
«L’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia,
ma una vita senza senso è la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio.
È una barca che anela al mare eppure lo teme».

Edgar Lee Masters

Odradek 10-10-2020 15:13

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
The Drowned Children

You see, they have no judgment.
So it is natural that they should drown,
first the ice taking them in
and then, all winter, their wool scarves
floating behind them as they sink
until at last they are quiet.
And the pond lifts them in its manifold dark arms.

But death must come to them differently,
so close to the beginning.
As though they had always been
blind and weightless. Therefore
the rest is dreamed, the lamp,
the good white cloth that covered the table,
their bodies.

And yet they hear the names they used
like lures slipping over the pond:
What are you waiting for
come home, come home, lost
in the waters, blue and permanent.

Louise Gluck

XL 06-12-2020 09:49

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
https://www.napolinpillole.it/lassammo-fa-dio/

gaucho 21-01-2021 21:58

Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Apelle
Figlio di Apollo
Fece una palla
Di pelle di pollo
Tutti i pesci
Vennero a galla
Per veder la palla
Di pelle di pollo
Fatta da Apelle
Figlio di Apollo

[applausi]

Angus 08-04-2021 03:18

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Il ritorno della cometa



Sono qui nell'ombra declinante degli anni

e leggo sui giornali che sta per arrivare

la cometa di Halley.

Pochi la vedono due volte, c'è

chi nasce dopo il suo passaggio e muore

prima del suo ritorno.

Il suo corno è puntato

verso un futuro che precipita subito

in sale di memorie.

Si rituffava in quella sua

intervallata lunga oscurità

e già l'infanzia dei padri sbiadiva

nei deboli contrasti di una pellicola muta.

Gli uccelli e le cicale

non ricordano niente delle stelle:

per becchi per èlitre

il tempo è una borra di primavere morte.

La fuga indecifrabile delle stagioni terrestri

si fissa in rughe umane.

Da ragazzo ho seguito Gordon Pym

fino all'imbuto bianco che lo inghiotte.

Adesso è tutto conosciuto, tutto

già scritto. Solo il cielo resta chiuso

nei suoi sette sigilli.


(Fernando Bandini)

Angus 10-04-2021 18:56

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
A Beatriz Bibiloni Webster de Bullrich

I

L’alba vana mi coglie sull’angolo deserto di una strada; sono sopravvissuto alla notte.
Le notti sono onde altere: onde di tenebra blu, dalle cime incombenti, cariche d’ogni sfumatura del bottino abissale, di cose incredibili e desiderabili.
Le notti offrono sempre misteriosi regali e rifiuti, cose metà cedute, metà trattenute, gioie con un emisfero cupo. È così che si comportano le notti, te lo giuro.
I flutti, quella volta, mi hanno lasciato i soliti relitti, i consueti detriti: qualche amico aborrito per parlare, musica per i sogni, e il fumo di ceneri amare. Cose del tutto inutili per un cuore affamato.
La grande ondata ha portato te.
Parole, parole qualsiasi, la tua risata; e tu così pigramente, così incessantemente bella. Abbiamo parlato e tu hai dimenticato le parole.
L’alba disastrosa mi coglie in una strada deserta della mia città.
Il tuo profilo che si volta e si allontana, i suoni che compongono il tuo nome, la cadenza della tua risata: ecco gli splendenti giocattoli che mi hai lasciato.
Li osservo nella luce nascente, li perdo, li ritrovo; li descrivo ai pochi cani randagi, alle poche stelle randagie dell’alba.
La tua vita ricca e oscura…
Devo raggiungerti in qualche maniera: metto via gli splendenti giocattoli che mi hai lasciato, voglio il tuo sguardo nascosto, il tuo vero sorriso, quel sorriso beffardo e solitario che il tuo impassibile specchio conosce.

II

Con cosa posso trattenerti?
Ti offro povere strade, tramonti disperati, la luna dei laceri sobborghi.
Ti offro l’amarezza di un uomo che ha guardato a lungo, molto a lungo, la luna solitaria.
Ti offro i miei antenati, i miei morti, i fantasmi che i vivi hanno onorato oggi col bronzo: il padre di mio padre ucciso ai confini di Buenos Aires con due pallottole dentro i polmoni, morto barbuto che i suoi soldati avvolsero in una pelle di vacca; il nonno di mia madre, ventiquattrenne appena quando guidò la carica dei suoi trecento uomini in Perù, ormai spettri su cavalli svaniti.
Ti offro ogni intuizione racchiusa nei miei libri e quanta virilità o buon umore ha la mia vita.
Ti offro la lealtà di un uomo che non fu mai leale.
Ti offro la mia essenza, salvata non so come, quel centro del cuore che non tratta parole, non traffica coi sogni e non è mai toccato dal tempo, dalla gioia o dalle avversità.
Ti offro il ricordo di una rosa gialla vista anni fa al tramonto, prima che tu nascessi.
Ti offro spiegazioni di te stessa, teorie su di te, notizie vere e sorprendenti al tuo riguardo.
Ti posso dare la mia solitudine, le mie tenebre, la fame del mio cuore; cerco di allettarti con l’incertezza, il pericolo, la sconfitta.

(Borges)

HelterSkelter 16-04-2021 12:21

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
se mi stacco da te, mi strappo tutto:
ma il mio meglio (o il mio peggio)
ti rimane attaccato, appiccicoso, come un miele, una colla, un olio denso:
ritorno in me, quando ritorno in te: (e mi ritrovo i pollici e i polmoni):
tra poco atterro a Madrid:
(in coda qui all’aereo, selezionati miei connazionali
gente d’affari, dicono numeri e numeri, mentre bevono e fumano, eccitati,
agitatamente ridendo):
vivo ancora per te, se vivo ancora:



Edoardo Sanguineti

HelterSkelter 17-04-2021 15:03

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Perché tu non mi ami

Sorrido - e il sorriso mi cola e langue
dalle labbra, come un fil di sangue
perché tu non mi ami
Danzo - e le mie braccia sono due ancore
che strascico al suolo. Sbianco
perché tu non mi ami.
Fumo - e il fumo, nel panico dell'ora,
mi strozza come la sciarpa di Isadora
perché tu non mi ami

N. Cassian

HelterSkelter 19-04-2021 11:19

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
A volte nel rifugio del mio angolo
credo di metterti in quel muro
o in quell’altro
che nell’angolo s’incontrano
mai invece potrò metterti in mostra
o coi modi invisibili del cuore
in un posto portarti
sei in me e dovunque
come un salnitro
da gran tempo abiti anche i muri

Bartolo Cataffi

Antares93 08-06-2021 19:40

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Cogli questo piccolo fiore e prendilo.
Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.

Non so se potrà trovare posto
nella tua ghirlanda,
ma onoralo
con la carezza pietosa della tua mano
e coglilo.

Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l’ora dell’offerta.

Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore finché c’è tempo
e coglilo.

Rabindranath Tagore

Norlit 10-06-2021 17:43

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Non è una poesia vera e propria ma ci tengo a riportare questo mio componimento in rima.
All'ITS che stavo frequentando, alla fine di una lezione sui pannelli fotovoltaici, il prof ci chiese di riassumere il programma nel modo che volevamo e io lo riassunsi con questa "poesia":

"Buongiorno, sono D.M. il professore!"
Quest'uomo mi fa subito un'ottima impressione!
"Sono il vostro insegnante di fotovoltaico!"
Speriamo spieghi bene, che non spieghi in aramaico!
Inizia a illustrarci i vari tipi di impianti,
speriamo che questi argomenti siano interessanti!
Impianti monofase, trifase, stand-alone.
Ascolto la lezione e dico "Però!"
Quadri elettrici, inverter, contatori,
la mia mente sprizza energia da tutti i pori!
Come si trasforma il solare il elettrico?
Ecco a te la spiegazione, non essere scettico!
Dei pannelli fotovoltaici l'angolazione,
del Sole la posizione e la radiazione
e infine l'ombreggiatura: tutte cose a cui
bisogna prestare moltissima attenzione!
All'improvviso il prof dice: "Disegnate una mela!",
nel frattempo mi chiedevo: "Come mai questa richiesta?"
Ma poi fui preso da una voglia lesta
di fare una natura morta, ma su carta, non su tela!
Dopodiché il prof mette sulla cattedra dei sacchetti,
con al loro interno 3 differenti oggetti.
Dobbiamo riconoscerli tramite il solo tatto:
tutti noi speriamo di non andare di matto!
I 3 oggetti erano una mela, un interruttore e una lampadina,
la maggior parte di noi riconosce solo la prima.
Eccoci spiegato di conoscenza il concetto,
in un modo pressoché perfetto!
Ma di certo non finiscono qui gli argomenti:
scaricatori, sovratensioni, sovracorrenti!
Abbiamo diversi tipi di cavi:
unipolari, con guaina, senza guaina, multipolari...
Cavi FG7, FG21M21:
non ce ne sfugge proprio nessuno!
Identifichiamo i conduttori tramite il colore:
blu quelli di neutro, giallo-verdi quelli di protezione!
Bene, ogni argomento è stato messo in rima,
non vedo l'ora di continuare questa avventura, fino a raggiungere la cima!

Angus 16-06-2021 22:13

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
.

Angus 17-06-2021 18:09

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Ho trovato questa.

In quale trappola sono caduta

Mio padre in me digeriva
le perdite. Io non me ne curavo
ma sentivo il babbo
nelle mie mascelle strette
la notte, schiacciare e smaltire
l’osso della rovina.

Io sentivo come quando anche lui
non dormiva assediato da conti
pessimi – con quel peso sul capo
e un’ulcera. Sentivo il babbo
la notte che in me digeriva
il disastro. Il dissesto. L’ansia
nelle mie mascelle la notte
afferrava la faccia e la stritolava

(Mariangela Gualtieri, da Le giovani parole, Einaudi 2015)

Angus 22-07-2021 00:33

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quando ieri spuntò la luna, immaginai che essa volesse generare un sole: tanto larga e gravida appariva all'orizzonte.

Ma essa mentiva con la sua gravidanza; e preferisco credere a quanto v'è d'uomo che a quanto v'è di donna nella luna.

In verità ha poco dell'uomo questa timida sognatrice notturna. In verità, essa è con cattiva coscienza che cammina in alto sui tetti.

Poiché è pieno di libidine e gelosia il monaco nella luna, di libidine per la terra e per tutte le gioie degli amanti.

No, non amo questo gatto sui tetti! Ripugnanti mi sono tutti quelli che sgusciano intorno a finestre socchiuse.

Pia e silente cammina su tappeti di stelle: ‑ ma io non amo piedi virili che non fanno rumore, a cui non tintinna sperone.

Il passo d'ogni uomo leale parla; il gatto, invece, scivola sul suolo. Vedi, come un gatto si accosta la luna, e slealmente. ‑

Questa similitudine do a voi sensibili ipocriti, voi della «conoscenza pura»! Voi chiamo ‑libidinosi!

Anche voi amate la terra e il terrestre: ho indovinato come siete! ‑ ma vergogna c'è nel vostro amare e cattiva coscienza: uguali alla luna siete!

Al disprezzo del terrestre hanno indotto il vostro spirito, ma non le vostre viscere: e queste sono in voi la cosa più forte!

E ora il vostro spirito si vergogna di essere prono alle vostre viscere e sfugge alla propria vergogna per sentieri nascosti e sentieri di menzogne.


(Nietzsche, Dell'immacolata conoscenza)

MoussakaChaos94 25-07-2021 15:20

EUGENIO MONTALE
Ho sceso, dandoti il braccio, un milione di scale


Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Antares93 25-11-2021 21:38

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Fine dell’estate

Dopo che mi vennero in mente tutte le cose,
mi venne in mente il vuoto.

C’è un limite
al piacere che trovavo nella forma…

In questo non sono come voi,
non ho risoluzione in un altro corpo,

non ho bisogno
di un riparo fuori di me…

Mie povere ispirate
creazioni, siete
distrazioni, in ultimo,
puri inceppi; siete
alla fine troppo poco simili a me
per piacermi.

E così candide:
volete essere ripagate
della vostra scomparsa,
pagate tutte con qualche parte della terra,
qualche ricordo, come una volta eravate
compensate per il lavoro,
lo scriba pagato
con argento, il pastore con orzo
per quanto non è la terra
a durare, non
queste schegge di materia…

Se apriste gli occhi
mi vedreste, vedreste
il vuoto del cielo
specchiato in terra, i campi
di nuovo nudi, senza vita, coperti di neve…

poi luce bianca
non più travestita da materia.

Louise Glück

Angus 03-02-2022 23:59

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Era il tempo che si stava | insieme senza sapere. | Ora che conosciamo | non s'ha tempo di rimanere. (F. Fortini)

varykino 04-02-2022 00:31

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
''Quelli in corsa verso la Morte
Quelli che aspettano
Quelli che si preoccupano''

Ruoppolo 04-08-2022 01:30

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Aranzulla

Carissimo Aranzulla
mi dispiace ma sei il nulla
hai fatto il grano con gente citrulla
ti dovevano strozzare nella culla.
Sarai anche nato con la camicia
ma con quei pettorali non vedrai tanta micia
coi muscoli finti ti credi un gran fico
ma resti uno sgorbio, io te lo dico.
Tu sei forte solo grazie ai tuoi soldi
ma sei pariestetico di Massimo Boldi
mi dispiace, non sei De Sica
solo col cash tu vedrai la fica.
Sarebbe stato molto più utile
se fossi rimasto un pochino più umile
invece sei solo uno stronzo classista
col tipico atteggiamento da arrivista
ma ricorda, sei un parvenu
e io ti mando affancù.

Norlit 22-08-2022 12:32

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Non so perchè ma mentre guardavo il mio profilo mi è venuta la bizzarra idea di comporre un "poema" utilizzando i nomi degli utenti che ho nella lista amici:


E' notte fonda e guardo la LUNA piena, tonda come una MELA, e in essa SINTRAvede la speranza di non essere SCONFITTO dall'ansia e dalla paranoia.

Sento il bisogno di ascoltare HELTERSKELTER dei Beatles ma forse PRIMA sarebbe meglio leggere un libro di LOVECRAFT...

Per scacciare le tenebre dentro di me ci vorrebbe la TRINACRIA...

XCHENNPOSSOREGgere tutto questo?


Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 14:55.

Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.