Originariamente inviata da JohnReds
(Messaggio 608372)
Ti consiglio di leggerti "dizionario erotico" di Massimo Fini. E' illuminante. Non tutto quello che dice è vero, però c'è molta verità nelle cose controverse che dice.
Ruolo
Spogliare l'uomo del suo ruolo è stato l'errore fatale delle donne. Senza il ruolo l'uomo non è nessuno, non è niente, non è nulla. Il ruolo è l'armatura culturale che il maschio si era costruito nei millenni per fronteggiare una femmina molto più forte e vitale. E chiuso nel proprio ruolo, difeso, l'uomo aveva un fascino. Denudato, si mostra per quello che è ed è sempre stato: un bambino smarrito. Anche perché sono venuti a mancare quasi tutti i fattori che gli consentivano di recitare dignitosamente la propria parte: la guerra e la forza fisica, fra gli altri. Dopo l'avvento della bomba atomica la guerra, anche quella tradizionale, è diventata il tabù dei tabù, è stata dichiarata pornografica. In quanto alla forza ha perso ogni importanza in una società dove le macchine faticano per noi. Serve tutt'al più per mettere le valigie nelle reticelle degli scompartimenti dei treni.
Destituito del proprio ruolo sociale che gli dava un'intima sicurezza l'uomo l'ha smarrita anche in campo sessuale. È un maschio incerto, tremebondo, timoroso quello che oggi si presenta alla femmina trionfante. Fa pena. Ci vuole un bello sforzo di immaginazione da parte di lei per vedere in questi ameba il Maschio, il Vir, il Guerriero, il Principe Azzurro, il Protettore. Infine con l'inseminazione artificiale e le altre diavolerie genetiche il maschio sta perdendo anche la sua ultima e più vera funzione: quella di fuco. È un essere inutile.
Lo strapotere della donna non l'ha però resa felice. Non è divertente ne eccitante trionfare sul nulla. Nella loro sapienza antica le femmine erano perfettamente consce della propria incommensurabile superiorità sul maschio. Lo lasciavano evoluire, giocare i giochi preferiti, darsela da duro, sapendo benissimo che alla fine del tourbillon si sarebbe prostrato ai loro piedi. «In casa i pantaloni li porta lei», nella loro semplicità i proverbi popolari dicono spesso il vero. Le donne non avevano alcun bisogno di mostrarsi più forti perché lo erano. L'istinto gli suggeriva anzi di sottomettersi per eccitare il piacere di entrambi. Perché il fine ultimo del piacere, al termine di ogni percorso, per quanto elaborato e arzigogolato, è la soddisfazione dell'Ape Regina, non del fuco. E quindi bisogna pur far credere al fuco di avere un ruolo e una funzione anche al di fuori dell'inseminazione della donna. Questo dettava la saggezza prima che le "maschiette", l'emancipazione e il femminismo facessero della donna, per l'uso e il consumo dell'efficentismo industriale, un lavoratore, un uomo senza le palle, un'imitazione, una parodia, mentre nel contempo si degradava il fuco ad ape operaia, disposto anche a mettersi il grembiulino e a lavare i piatti. Adesso al posto dell'uomo c'è solo un bambino che piange in silenzio. Ma a queste donne denaturate, ridicole nelle loro ambizioni da segretariette, è passata anche la voglia di fargli da madre.
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