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Re: Depressione e solitudine
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Mi trovo in accordo pure con quanto scritto da Claire sul fatto che sia troppo astratto come concetto e poco misurabile per poterne garantire un risultato |
Re: Depressione e solitudine
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La felicità è un mistero, bella espressione. Resta tuttavia indubbio che alcuni fattori la favoriscano. Non possiamo garantire la felicità di nessuno, ma almeno possiamo provare a favorirla In questo messaggio non vedo dove sia l'errore. Lo Stato fa già tutto il possibile per favorire la felicità delle persone? Non credo proprio. Se facesse qualcosa in più sbaglierebbe? Sarebbe assurdo, non ci sono sbagli quando si fa del bene. Quote:
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Re: Depressione e solitudine
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Re: Depressione e solitudine
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Re: Depressione e solitudine
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Re: Depressione e solitudine
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È meglio pensare a migliorare piuttosto che dire "le cose stanno così e non c'è modo di cambiarle" e accettare la situazione in modo passivo. Un'accettazione passiva non porta a niente. |
Re: Depressione e solitudine
La vita è ingiusta e rimarrà sempre così, sono troppo importanti: la genetica, l'educazione che si riceve, la famiglia, l'ambiente sociale in cui si cresce. La mia tutor è una donna bellissima, è nipote della direttrice della scuola. Lei è molto brava non parlerei di raccomandazione, però insomma, dalla vita ha avuto tanto, tutto...lo stato potrebbe aiutarmi di più ma non si riempirà mai la voragine che ho per essere nato all'opposto di lei...ma amen mica è colpa sua, è la natura ad essere matrigna. Più che tutto ricordo che noi siamo qui a disquisire sul queste cose ma la stra grande maggioranza del mondo in questo momento sta vivendo in favelas, fogne, in povertà (vera), sotto regimi dittatoriali (veri). Insomma, è benaltrismo e qualunquismo, lo so. Però è così. Come la ripaghi la donna che è nata in Ruanda (non a Milano!!) negli anni 90, come lo ripaghi il brasiliano nero e omosessuale che nasce nelle favelas brasiliane, come ripaghi chi è nato in Namibia, Afghanistan ecc. Bisogna avere capacità di autoanalisi e sì, anche coping, raccontarsela. Questo signore intanto ha ragione Jerico, si riferiva alla sua salute fisica, ma cavolo poteva NON lavorare a 46 anni, potenzialmente essere mantenuto dai genitori a vita vivendo in una metropoli europea. Avere la possibilità di non lavorare e avere genitori sani è qualcosa che ti rende privilegiato di default rispetto alle stragrande maggioranza della popolazione MONDIALE. Poi lo so è benaltrismo, anche io non penso a chi sta peggio ma a chi sta meglio e rosico, è ovvio, so che funziona così. Vorrei tanto avere il welfare scandinavo, invece abbiamo uno stato che delega tutto alla famiglia e non fa niente per la salute dei suoi cittadini
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Re: Depressione e solitudine
Comunque per me i primi anni della vita sono troppo importanti, la penso come i deterministi, sei segnato dai primi anni di vita, anche col migliore welfare al mondo se nei primi anni subisci magari abusi rimarrai sempre con una croce, un'infelicità di fondo, però certo ovviamente lo stato ti dovrebbe aiutare per lo meno nell'educazione, nella formazione, fornendoti un sostegno, ma siamo in Italia ormai siamo nel secondo mondo e quando moriranno le vecchie generazioni mi sa che sprofonderemo nel terzo
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Re: Depressione e solitudine
Circa una decina di anni fa un'assistente sociale con i contributi della regione,organizzò un progetto di inserimento sociale per coloro che soffrivano di disturbi psichici nella mia zona,infatti 2 volte alla settimana ci incontravamo in un centro in cui un gruppo di assistenti sociali tra le quali un tecnico della riabilitazione psichiatrica ci ascoltavano e ci davano dei consigli;inoltre si organizzavano delle gite in cui ci facevano visitare i paesi nei dintorni ci portavano anche a mangiare nei ristoranti(non sempre ovviamente),lo scopo era di inserirci nella società,ma purtroppo alle persone in genere non gliene frega niente degli emarginati sociali.
Passati i 3 anni avevano chiesto altri contributi per fare ripartire il progetto,ma la regione non gli diede più un euro,non rimasi più in contatto con nessuno anche perchè eravamo tutti lontani come paese. Questi la buona volontà per aiutarci c'è l'avevano messa,ma è molto difficile fare cambiare opinione alle persone in generale,infatti non si può agire sulla volontà degli altri. Neanche i medici possono farlo. |
Re: Depressione e solitudine
Tutto sta in una sola parola. Disadattati. Quale è il contrario di questa parola? Adattati.
Il concetto sta lì, già dentro queste due parole. Se non ti adatti socialmente agli altri, a quello che fanno gli altri, perché hai problemi, sei disadattato sociale e gli altri non hanno tempo ne voglia di aspettare /capire una persona problematica che non si adatta. E si finisce soli. Non c'è tanto da fare chissà quali altri discorsi. Il concetto è questo |
Re: Depressione e solitudine
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Ma ad uccidere la gente sono anche gli "adattati", perciò il discorso sul disadattamento é meglio farlo slegato dai certi casi di omicidio. La società malvagia che ha generato l'accoltellatore di Assago è la stessa che ha generato i Bianchi. E Benno? Adattato non era di certo, ma era fisicato, aveva lavoro e donne a volontà. La Franzoni era una normale mamma di paese prima del fattaccio. La Pifferi invece una "disadattata". Se vogliamo togliere responsabilità al singolo e farne un discorso di "mondo che genera mostri", valga per tutti. Non si può andare a sentimento. |
Re: Depressione e solitudine
E come se io fossi infelice di prendere mille euro di sussidi e stare a malta ,solo sono solo ma c'è chi se la passa peggio,la società ti porta sempre a guardare cosa ha in più l'altro,questo non era un malato mentale,e uno che ha reagito male ad un problema di salute,forse anche perché lasciato solo,e più normale sbracare di fronte a lutti e malattie,che fosse figli di gente normale non vuol dire nulla,tutto è niente..voglio sentire la bruzzone se sarebbe uscita con lui..
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Re: Depressione e solitudine
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Re: Depressione e solitudine
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Re: Depressione e solitudine
Ha reagito male sicuramente però non lo si può far passare per uno che era pericoloso,il brigadiere di asso,era stato sospeso,andava dallo psicologo non dovevano riammetterlo in servizio,chi lo aveva in cura passerà i guai riceverà denunce e processi più che leciti..
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Re: Depressione e solitudine
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Se fosse stato un mafioso, o magari un violento per cultura/educazione, allora sì, si sarebbe potuto definire l'atto come "reagire male". Il tizio pare non fosse violento né avesse precedenti, quindi ha agito in uno stato mentale non sano. |
Re: Depressione e solitudine
Quindi se fosse stato in cura da uno psichiatra la percezione era diversa perché si stava curando
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Re: Depressione e solitudine
Penso di aver empatizzato anche troppo con questo 46enne. Alla fine se hai ammazzato una persona sei un assassino, e come tale devi essere considerato. Non c'entra niente se uno è emarginato, solo, etc. che poi bisogna vedere, magari lo era in quanto aveva un'atteggiamento ostile con tutti. Se sei un normale depresso emarginato ti prendi le medicine o ti alcolizzi come tutti i depressi, non vai ad ammazzare cristiani che con la tua sfiga non c'entrano niente.
Non mi ci identifico e non empatizzo per nulla, mi dispiace, ma è senza perdono, perché è un violento del cazzo. Un fobico solo e depresso non avrebbe ne la forza, ne la volontà di terrorizzare un intero supermercato e ammazzare e ferire numerose persone, operazione che richiede anche una certa forza. |
Re: Depressione e solitudine
Un’altra domanda che mi pongo è: se quest’uomo avesse avuto la possibilità di scegliere il suicidio assistito, tutto questo sarebbe successo?
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Re: Depressione e solitudine
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Non vedo nessun motivo per cui uno stato debba non impegnarsi a facilitare/aumentare la felicità dei suoi membri. La garanzia è necessaria solo perché il nostro sistema statale si basa sui diritti, lo stato non può fare qualcosa "liberamente, perché gli va". |
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