Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
Se l'italiano, il cittadino medio seguirà questa via (vedi gif) sicuramente non ci sarà alcuna lotta, anzi potrebbero pure calpestarci sopra con la scarpe chiodate.
http://33.media.tumblr.com/9cd626c8a...hql5o1_400.gif L'anarchia utopistica, come pure il comunismo o qualsiasi altra forma sociale ideale per la comunità esiste solo per pura teoria. La lotta di classe ormai la fanno con Candy Crush :testata: |
Re: Una vita da disoccupati
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Risultato? Una volta scaduto l'incarico tutti a casa. TUTTI. Studierò di più. |
Re: Una vita da disoccupati
Bo... Io non capisco qual è il nemico.
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Re: Una vita da disoccupati
prima del capitalismo invece, l'umanità ha invece passato migliaia di anni dove le condizioni generali dei lavoratori erano nettamente migliori ?
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Re: Una vita da disoccupati
bene allora stiamo andando in meglio, verso il precapitalismo, di che vi lamentate?
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Re: Una vita da disoccupati
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La mentalità non è cambiata negli ultimi decenni, anzi è degenerata come pure l'identità del singolo nella società, quindi figuriamoci se potrà cambiare nel giro di qualche anno. Se il 99 % preferisce attendere (e morire nell'attesa) un cambiamento il rimanente 1 % o ha la forza per farlo, o viene inglobato e muore un pò alla volta. Basta guardare indietro al '68, alle proteste giovanili (e non) e vedere a quale società governata da "vampiri elitari" siamo arrivati. Quote:
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Devi vederla anche dal punto di vista del datore di lavoro, un laureato potrebbe essere un impertinente, proprio perché frustrato di lavorare con gente con la terza media, mentre un 40enne disoccupato sarebbe molto fedele visto che difficilmente troverebbe altri lavori. Io la vedo cosí |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Anche perchè, nel caso specifico della distanza, se io dico chiaramente che nel giro di 2-3 giorni trovo casa in affitto a due passi dall'azienda, il problema non esiste più, anzi si trasforma in vantaggio... e se questo un'azienda non lo capisce, sono caxxi suoi. |
Re: Una vita da disoccupati
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Non sono "cazzi dell'azienda", sono cazzi tuoi che non trovi lavoro: chi ci rimette è il lavoratore. Di fronte a simile sciacallaggio, una piccola bugia non è nient'altro che legittima difesa per la sopravvivenza. |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Per me è una domanda perfettamente equivalente a "quanto ce l'ha lungo?", da questo punto di vista, a cui mi sento legittimato a rispondere come cavolo mi pare. Rendendo la vita un pelo meno facile ad approfittatori e sfruttatori di turno. |
Re: Una vita da disoccupati
Dipende anche da quanto si mente perchè se dico che sto entro 20 km dall'azienda e magari mi dicono venga domani mattina per un colloquio e in realtà sto in sicilia e l'azienda è in veneto, che mi invento?
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
La storia dell'età, del sapere dove uno abita, sono d'obbligo solo qui da noi, perché nel Regno Unito ad esempio se un'azienda è interessata al tuo cv ti chiama e si fa un colloquio conoscitivo e poi se va bene si organizza la fase successiva di avvicinamento. E le agenzie (non quelle italiane che fregano italiani) a differenza di qui hanno solo interesse a promuovere talenti, a dare una garanzia di affidabilità. Inoltre anche fototessera, età, residenza non devono essere incluse.
Qui invece sei scartato solo in base a parametri anagrafici, geografici o chissà che altro, per non parlare delle agenzie interinali che tagliano le gambe per motivi che conoscono solo loro. Comunque sul fatto del non abitare vicino all'azienda fregatene. Una volta un mio amico disse di abitare dove sto io proprio per aggirare questo problema, anche se alla fine se vogliono possono sgamarti, ma quella è un'altra storia perché se un'azienda ti scarta perché abiti a 40 Km invece di 20Km è poco seria, almeno per me, visto che ci sono centinaia, migliaia di pendolari che si alzano presto la mattina per farsi le loro ore di macchina. Solo il mio vicino ad esempio ogni giorno parte alle 6 e fa 1 ora e mezza di autostrada per andare al lavoro. Se però abiti a centinaia di Km di distanza beh quella è un'altra storia e devi sapertela gestire e nel caso di assunzione trovarti una sistemazione. E non sei obbligato a dire via, numero civico di dove abiti. Esiste la privacy e certe cose non sono obbligatorie. Puoi dire semplicemente che abiti a "Città a caso dell'annuncio", o che sei arrivato da poco e ti stai sistemando. |
Re: Una vita da disoccupati
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Domicilio: in trasferimento a [città dell'azienda] Residenza: (Città effettiva) In questo modo potrei dare l'impressione di essere intenzionato o di aver già deciso il trasferimento a prescindere dalla chiamata o meno dell'azienda :pensando: insomma sembra qualcosa di imminente, che richiede solo pochi giorni. Inoltre si tratterebbe di auto-candidature, non risposta ad annunci, quindi in teoria le aziende dovrebbero avere tutto il tempo per valutare un possibile interesse per la mia candidatura a medio-lungo termine, senza bisogno di pretendere il domicilio subito in zona, come quando hanno fretta di trovare qualcuno. :pensando: |
Re: Una vita da disoccupati
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