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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Debole sistro al vento...
Debole sistro al vento d’una persa cicala, toccato appena e spento nel torpore ch’esala. Dirama dal profondo in noi la vena segreta: il nostro mondo si regge appena. Se tu l’accenni, nell’aria bigia treman corrotte le vestigia che il vuoto non ringhiotte. Il gesto indi s’annulla, tace ogni voce, discende alla sua foce la vita brulla. Eugenio Montale |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Devota come ramo
curvato da molte nevi allegra come falò per colline d’oblio, su acutissime làmine in bianca maglia d’ortiche, ti insegnerò, mia anima, questo passo d’addio… Amore, oggi il tuo nome al mio labbro è sfuggito come al piede l'ultimo gradino... Ora è sparsa l'acqua della vita e tutta la lunga scala è da ricominciare. T'ho barattato, amore, con parole. Buio miele che odori dentro diafani vasi sotto mille e seicento anni di lava - ti riconoscerò dall'immortale silenzio. La Tigre Assenza (pro patre et matre) Ahi che la Tigre, la Tigre Assenza, o amati, ha tutto divorato di questo volto rivolto a voi! La bocca sola pura prega ancora voi: di pregare ancora perché la Tigre, la Tigre Assenza, o amati, non divori la bocca e la preghiera... Cristina Campo |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La notte
Ma la notte ventosa, la limpida notte che il ricordo sfiorava soltanto, é remota, é un ricordo. Perdura una calma stupita fatta anch’essa di foglie e di nulla. Non resta, di quel tempo di là dai ricordi, che un vago ricordare. Talvolta ritorna nel giomo nell’immobile luce del giomo d’estate, quel remoto stupore. Per la vuota finestra il bambino guardava la notte sui colli freschi e neri, e stupiva di trovarli ammassati: vaga e limpida immobilità. Fra le foglie che stormivano al buio, apparivano i colli dove tutte le cose del giomo, le coste e le piante e le vigne, eran nitide e morte e la vita era un’altra, di vento, di cielo, e di foglie e di nulla. Talvolta ritoma nell’immobile calma del giomo il ricordo di quel vivere assorto, nella luce stupita. Cesare Pavese |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non dedicarmi troppo tempo
Non dedicarmi troppo tempo, non pormi tante domande. Non sfiorare la mia mano con i tuoi occhi buoni, fedeli. Non seguirmi in primavera lungo le pozzanghere. Lo so: una volta ancora, nulla verrà fuori da questo incontro. Forse pensi: è per superbia che non mi vuole amico. Non la superbia - l’amarezza tiene così alta la mia testa. Bella Achatovna Achmadulina |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Qua la vita ha la morte per amica, lungi da occhi e orecchi umido vento insieme al flutto cereo si affatica, spiriti vanno in frale bastimento alla deriva e ignorano la forza che li spinge: ogni onda qua si smorza, ogni cosa che cresce non fa scorza… Vanno dove non sanno, senza vento. Swinburne |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Che cos'è avvenuto dei miei amici
che tanto mi erano vicini e tanto amavo? Credo che sono troppo sparsi; Non furono ben curati, e sono andati. [...] Sono amici che il vento si porta, e c'era vento di fronte alla mia porta, li portò via Rutebeuf (la traduzione non è il massimo) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Vado a dormire
Denti di fiori, cuffia di rugiada, mani di erba, tu, dolce balia, tienimi pronte le lenzuola terrose e la coperta di muschio cardato. Vado a dormire, mia nutrice, mettimi giù. Mettimi una luce al capo del letto una costellazione; quella che ti piace; tutte van bene; abbassala un pochino. Lasciami sola: ascolta erompere i germogli... un piede celeste ti culla dall'alto e un passero ti traccia un percorso perché dimentichi... Grazie. Ah, un incarico se lui chiama di nuovo per telefono digli che non insista, che sono uscita... Alfonsina Storni |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Io e la mia ombra ci siamo messi in cammino
Come un uccello folle Come un cieco ti seguo Come può una sola stella osare Amore mio, ho già chiesto a tutti i vagabondi Come sei quando apri le ali. (David Grossman) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
a volte penso che sei
come l'acqua che sai si può bere però non si può stringere mai ma è caduta una stella e tutto si avvererà con le dita provo a toccare tutti i sogni che fai a volte sento che sei come il mare e vorrei spogliarmi e tuffarmi giù nel profondo di te |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Pensiero alla fine di una giornata:
Come tutti, rischi di essere un’acquiescente paria Che s’infila nella maglia della quotidiana Realtà, a cui la fiacchezza ben s’adatta. Ma la giovane forza si contrappone E porta avanti, e porta lontano, dove dell’attuale condizione non trovi traccia, né di un male che trasformi in rettili gli esseri dell’umana natura. Là forse troverai l’arco di luce che aiuta a svelarsi Dell’umano un’altra faccia, e dove Puoi guardare indietro con disincanto. Intanto però non sai Chi potrà giungere Alle soglie di quel mondo Più reclamato che visto, a tendere una mano. Giuseppe Solardi. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il Natale
E' natale e tutto tace C'è qualcosa sulla brace Non è pollo nè tacchino P*rco Dio è Gesù Bambino Paolo Chiavator |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Quote:
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Le osterie A me piacciono gli anfratti bui delle osterie dormienti, dove la gente culmina nell’eccesso del canto, a me piacciono le cose bestemmiate e leggere, e i calici di vino profondi, dove la mente esulta, livello di magico pensiero. Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto malvissuto e scostante, meglio l’acre vapore del vino indenne, meglio l’ubriacatura del genio, meglio sì meglio l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite; io amo le osterie che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco, e poi nelle osterie ci sta il nome di Charles scritto a caratteri d’oro. Alda Merini |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Giorno d'autunno
Signore: è tempo. Grande era l’arsura. Deponi l’ombra sulle meridiane, libera il vento sopra la pianura. Fa’ che sia colmo ancora il frutto estremo; concedi ancora un giorno di tepore, che il frutto giunga a maturare, e spremi nel grave vino l’ultimo sapore. Chi non ha casa adesso, non l’avrà. Chi è solo a lungo solo dovrà stare, leggere nelle veglie, e lunghi fogli scrivere, e incerto sulle vie tornare dove nell’aria fluttuano le foglie. Rainer Maria Rilke |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Guai a chi si costruisce il suo mondo da solo.
Devi associarti a una consorteria di violinisti guerci, di furbi larifari, di nani del Veronese, di aiuole militari, di impiegati al catasto, di accòliti della Schickeria. E ballare con loro il verde allegro dello sfacelo, le gighe del marciume inorpellato, inchinarti dinanzi ai feticci della camorra, come Abramo dinanzi al volere del cielo. Guai a chi sulla terra è sprovvisto di santi, guai a chi resta solo come un re disperato fra neri ceffi di lupi digrignanti. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non sappiamo separarci
Non sappiamo separarci, vagabondiamo sempre uniti, inizia già a imbrunire, tu sei pensoso, io taccio. Entriamo in chiesa, vediamo esequie, battesimi, nozze, usciamo senza guardarci... perché per noi non è così? O sediamo sulla neve sfatta del cimitero, sospiriamo appena, e col bastone tu tracci sale dove per sempre staremo insieme Anna Achmatova |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non m'importa che la mia sorte terrena
Abbia assai poco di terreno in sé, che anni d'amore si siano perduti in un solo minuto di rancore. Né mi addolora che altri disperati Di me, mia cara, siano più felici, ma che tu soffra per questo mio destino, che mi porta a fuggire sempre via. -- Edgar Allan Poe -- |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
E DOMANI? Sono il signor Doppelgänger, un’ombra, e ti vengo dietro zoppicando, come un dado nel giuoco dell’Oca. Non appenderti a me, ti abitueresti al mio vano, al mio irsuto brontolio, come al borbottare di una pentola. (Una danza di trombe e omini rossi era quel giorno il tramonto sul mare). Non lasciarti ingannare dalle mie favole, da questo bowling di parole, da questo mastichio disperato di frottole. Che cosa può darti il re delle ciarle, se non un branco di sillabe che hanno pelame di volpe, ma niente coraggio. Sono un ex-voto luccicante, inerte: in me si muovono solo i vocaboli, torride cascate di fonemi. E il cuore piange. (Maschere azzurre coprivano il viso degli alberi, affondavi come una barca nel muschio, la corteccia odorava come un ricordo). Sono il signor Doppelgänger, un’ombra. Non invaghirti di me, non potremmo vivere su una piramide di sedie. A.M. Ripellino |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Abbiamo tutti una vita
Abbiamo tutta una vita da NON vivere insieme. Sugli scaffali di Dio s’impolverano i gesti possibili: le mosche cherubiche insozzano le nostre carezze; stanno appollaiati come gufi i sentimenti impagliati. “Merce inesitata” – griderà l’angelo d’ottone - dieci casse di vite, di possibili. E avremo anche una morte da morire: una morte casuale, innecessaria, distratta, senza te. Giorgio Manganelli |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Se mi stai cercando
mi troverai oltre il regno del nulla. Dietro il regno del nulla c’è un luogo dove nelle vene dell’aria scorrono i soffici semi piumosi che annunciano al più lontano cespuglio il momento della fioritura. Sulla sabbia puoi vedere le lievi impronte del cavaliere che è salito di primo mattino sulla collina del sacrificio rossa di anemoni. Dietro il nulla l’ombrello dei desideri si apre e da lì esce il canto della pioggia quando il vento della sete arriva dalle foglie fino alle radici. Qui si è soli e in questa solitudine l’ombra di un olmo si prolunga nell’eternità. “Se mi vieni a trovare Vieni lentamente e con gentilezza per non spezzare la fragile porcellana Della mia solitudine.” Sohrab Sepehri |
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