Ebbene sì ragazzi dopo numerosi sforzi e fatiche sono qui a riscrivervi….
Purtroppo la mia condizione di vita e una serie di eventi negativi mi ha portato ai primi attacchi di panico.
Questi si sono manifestati in ufficio inconsapevolmente quando meno me lo aspettavo a causa di un susseguirsi di piccoli problemi (piccola malattia, carichi e responsabilità al lavoro non volute, atteggiamento insensibile delle persone che mi circondano nei miei confronti, abbandono da parte di tutti etc…).
Tutto iniziò infatti con dei maledetti antibiotici che probabilmente mi enfatizzarono alcuni aspetti d’ansia preesistenti (che in passato riuscivo comunque a gestire) e che quindi esplosero incredibilmente.
In pratica subivo come uno switch: stavo malissimo, mal di testa e depressione per poi ri-switchare ad uno stato “normale” dove mi chiedevo cosa mi era successo…era incredibile. Una esperienza mai provata prima. E che adesso capisco perfettamente chi ne soffre.
L’esperienza fu devastante perché l’attacco di panico emerse in parecchie situazioni (soprattutto al lavoro o in condizioni sociali) ma fui “bravo” a tenere tutto dentro e a non mostrare nulla fuori… non so sinceramente come ho fatto e questo per più di un mese…
Alla fine non ce la feci da solo, l’asia era molto alta e mi faceva male la testa. Ed ebbi il coraggio di andare da una psicologa per la prima volta.
La psicologa molto brava mi lasciò parlare e gli snocciolai tutte le mie problematiche (di cui ero comunque conscio):
1-pochi o nulla amici (fobia sociale)
2-no ragazza (insicurezza, poca autostima)
3-pochi soldi (paura di non farcela, paura dell’imprevisto, eventuale licenziamento, povertà…)
4-insoddisfazione al lavoro (routine che non porta a nulla, costrizione, colleghi falsi…)
.. e chi più ne ha più ne metta…
Vi racconto questo episodio. “Incazzato” e per accelerare il mio processo di analisi dalla psicologa presi (nei momenti di depressione e panico la sera quando ero un “fiume in piena”) carta e penna e scrissi tutto ciò che mi faceva soffrire. Fu devastante… ma lo condii con delle frasi “controfattuali positive (per modo di dire)” per non rendere tutto negativo - ma per darmi una piccola speranza - in pratica mi dicevo:
-non ho amici che mi considerano: poi aggiungevo “poco male, vorrà dire che me ne farò degli altri di nuovi e migliori”. In realtà anche i miei conoscenti ne hanno pochi a dispetto di quello che mostrano su FB e spesso sono stati anche traditi…
-non ho la ragazza e non mi danno valore. “poco male, anche gli altri hanno problemi con le proprie donne, alcuni che conoscono e sono sposati spesso litigano e ciò significa che hanno fatto una scelta sbagliata o non sono in sintonia - si sono divorziati; in ogni caso alcune ci hanno provato con me, ma sono stato io a rifiutarle sbagliando quindi devo lavorare su me stesso…
Questo per contrastare il mio pensiero negativo fisso impostato su un certo registro ormai consolidato. Con qualcosa che lo contrastasse almeno come inizio…
………e ne scrissi una infinità tanto che mi faceva male la mano………
Alla fine l’elemento che agli inizi della depressione mi colpiva di più era l’aspetto dell’“l’infinito” in pratica il futuro e le cose incontrollabili della vita…non riuscivo neanche a guardare l’acqua nel fiume perché mi richiamava l’infinito e l’incontrollabilità delle cose (in pratica la mia vita era incontrollabile perché frutto più delle scelte altrui che delle mie)…e mi girava la testa…
Ero così preso male che pensate che non riuscii a scrivere “infinito” nel foglietto. Riuscii a malapena a disegnarne il simbolo. Quando ce la feci mi misi a tremare per 15/20 minuti buoni a letto dalla paura. Ero devastato.
in pratica era come la paura a parlare e non la razionalità… e mi spaventai parecchio. ma ce la feci e mi sentii meglio in pratica superai quel pensiero.
una piccola cosa ma ce la feci.
Alla fine raccontai tutto alla psicologa la quale mi ha fatto notare tutti i miei contrasti di pensiero. Da una parte quello razionale (che si accorge delle stupidate che penso e che tenta di placarle) a quelle emotive che sono incontrollabili e devastanti e non basate su fondamenti).
Dopo circa 6 sedute ancora combatto con gli attacchi di panico. Ma riesco un po’ a controllarli, quello che ho è però un fortissimo mal di testa. Come se mi scoppiasse tutto….
….
Un giorno dalla psicologia gli parlavo dei miei stati d’animo e delle sensazioni che ho negli ambienti… emerse una cosa che mi fece piangere tantissimo … e che credo mi abbia distrutto dentro da quella volta fino ad ora per più di 15 anni… il bullismo alle superiori e il rapporto conflittuale con i genitori.
……
Nel caso delle superiori non ho infatti quasi alcun ricordo, come se avessi cancellato tutto e tutti!! Rimasi stupito anch’io di come questi ricordi emersero con la psicologa.
È incredibile..ma purtroppo la memoria non cancella gli eventi negativi ma è tenuta a bada, nascosta, evidentemente da altri processi mentali e/o pensieri… ed è lì che nasce il nervosismo, la tensione, l’ansia e tutto quanto…
In pratica c’è un cortocircuito che va sistemato…
Adesso come prima autoterapia (che mi sono imposto io) ho capito che devo cambiare modo d’essere. Ho cambiato anche genere musicale con canzoni più allegre e soft, tento di essere più loquace anche quando non lo sono, tento di fregarmene di tutto: non ho amici – amen; mi licenzieranno – pazienza troverò altro; mi prenderanno in giro – peggio per loro perché saranno a loro volta presi in giro da altri; non sono abile a fare X – pazienza si vede il mondo come va (di mer*a) e quindi non credo ci sia qualcuno molto più abile di me… alla fine…
Ecco il mio sfogo è finito… spero ciò possa essere d’aiuto o di spunto… l’importante è non mollare anche se so che è difficilissimo…