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03-03-2016, 11:39
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#1
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Esperto
Qui dal: May 2015
Messaggi: 470
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- Non ne ho bisogno, non sto poi così male, è solo un capriccio.
- La verità è che finora non mi sono data abbastanza da fare, se mi impegno e la smetto di piangermi addosso posso farcela anche da sola.
- Non mi serve uno psichiatra/psicologo/quello che è, che ci vado a fare? Quello mi ride in faccia a sentire i miei problemucci.
- Gli farei solo perdere tempo, c'è gente che sta male davvero.
E' più o meno quello che penso all'idea di andare da uno psichiatra per la prima volta. In questi giorni dovrei andare a prenotare la visita ma non so ancora quando e ho questi pensieri a frenarmi.
Ieri sono stata dal medico di base per farmi fare l'impegnativa e fino al momento in cui mi ha chiesto come mi sentissi ho pensato di rispondere "Vabè, guardi, ero solo confusa, sto alla grande, ciaone."
Non capisco se sto minimizzando, se è uno scherzo della mia mente per indurmi pure questa volta a evitare di stare meglio, se è paura di quello che potrei scoprire.
Capita? Vi è capitato?
Com'è andata la prima visita?
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03-03-2016, 11:47
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#2
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,850
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ma cos'è che ti manca come obbiettivi?
comunque ti dico cosa pensa nel 99%" delle volte lo psichiatra/psicologo:
"Evvai, ho un altro cliente che mi darà ulteriori soldini. Speriamo/farò in modo che continuerà a darmeli per il maggior tempo possibile.
Ovviamente dell'entità dei suoi problemi non me ne frega un cazzo"
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03-03-2016, 12:00
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#3
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Esperto
Qui dal: May 2015
Messaggi: 470
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Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
"Evvai, ho un altro cliente che mi darà ulteriori soldini. Speriamo/farò in modo che continuerà a darmeli per il maggior tempo possibile.
Ovviamente dell'entità dei suoi problemi non me ne frega un cazzo"
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Non credo, i privati forse sì, ma questi sono del csm e io non devo uscire un soldo.
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03-03-2016, 12:13
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#4
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,850
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Quote:
Originariamente inviata da kitsungi
Non credo, i privati forse sì, ma questi sono del csm e io non devo uscire un soldo.
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non mi riferivo al tuo caso specifico ma in generale considerando i privati almeno..
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03-03-2016, 13:17
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#5
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Esperto
Qui dal: May 2012
Messaggi: 530
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Quote:
Originariamente inviata da kitsungi
Non capisco se sto minimizzando, se è uno scherzo della mia mente per indurmi pure questa volta a evitare di stare meglio, se è paura di quello che potrei scoprire.
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È noto che la malattia si ridimensiona quando il medico bussa alla porta.
Semplicemente, esiste una zona di confine nella quale il malessere, da evidenza, trapassa in qualcosa di questionabile.
I discorsi sull'autosabotaggio si coprono di ridicolo quando fanno leva su distorsioni cognitive, prescrivendo la sostituzione dei pensieri giusti a quelli errati, come se alla fine uno, risvegliato alla valutazione "oggettiva" dei fatti del mondo, dovesse scoprire di aver vissuto fino ad allora nella menzogna totale.
Il vento gira, gli spiragli si aprono, a quanto esercitava su di noi un potere assoluto si riconosce ora un diritto che è solo relativo: trattenere l'avversità nella sfera del questionabile, schivando tanto il rischio della ricaduta quanto quello dell'illusione di un affrancamento permanente, è un compito da dare a sé stessi.
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03-03-2016, 14:05
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#6
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: I'll remain unperturbed by the joy and the madness that I encounter everywhere I turn.
Messaggi: 1,955
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Sì, mi è capitato. Nel mio caso si trattò di incontrare un neurologo amico di famiglia, che dopo un paio di visite mi prescrisse un basso dosaggio di farmaci per limitare i sintomi del mio doc, rinviando la decisione circa l'opportunità di una terapia psichiatrica alla risposta che ne avrei avuto nei mesi successivi. Avevo appena scoperto quale fosse il mio problema e, avvilito all'idea di essere un malato, un disturbato, e atterrito dal peso di pensieri ossessivi che si nutrivano di essa, sperimentai proprio quell'incertezza, le paure e i dubbi di cui parli.
Razionalizzai tutto, come parte di un processo compulsivo che, se sul momento mi permise di "alleggerire" il carico del disagio, col tempo lo cronicizzò, di modo che, quando venne il momento di decidere finalmente se intraprendere o meno la terapia psichiatrica, la mole di merda nella mia testa era lievitata a dismisura. Il mio caso è particolare, perché fondamentalmente si trattava e si tratta di far fronte ad un cortocircuito mentale contro il quale non è tanto questione di cause o contenuto psicologico, ma di capire come funzioni il meccanismo e privarlo per tempo del "carburante" compulsivo che lo alimenta, perciò la mia esperienza può forse contare relativamente rispetto alle domande e i dubbi che poni.
E le mie uniche due sedute psichiatriche sono state un inferno, perché rivelare così dal nulla ad un perfetto sconosciuto paure che tu per primo sai essere assurde, e che per anni hai tenuto dentro a macerare, nella vergogna e nel dubbio comunque costante e debilitante di essere e poter fare tutte quelle cose orribili di cui esse parlavano, è stato veramente difficile. L'idea di aver bisogno di uno psichiatra, di non poter farcela da solo, di dover mettere in discussione tutto quello in cui avessi creduto fino a quel momento, la paura di scoprire che nelle ossessioni ci fosse un fondo di verità era sfiancante, e dopo due sedute ho mollato. Ma non perché non lo ritenessi utile, ma in quanto ero venuto a conoscenza di un metodo per controllare le ossessioni, quello dei quattro gradini, la cui attuazione in sostanza sarebbe stato il punto centrale della mia terapia e che, dopo averne parlato con lo psichiatra, che concordò sull'opportunità di fare un tentativo, applicai da solo, riuscendo pian piano a ridurre i sintomi fino ad esserne quasi del tutto libero.
Al di là delle circostanze particolari che riguardano il mio caso, però, che mi resero possibile un intervento diretto sulla mia patologia (che comunque sarebbe stato sicuramente più efficace se avessi proseguito al contempo la terapia) il mio consiglio è quello di farsi aiutare. Il complesso delle paure e dei dubbi che frenano e rinchiudono in sé quando si vivono certe cose è infatti parte del problema. Se sul momento questa è la sola difesa attuabile, che interviene in modo automatico non essendoci altra possibilità che negare a noi stessi e agli altri quello che stiamo passando - perché siamo i primi a non capirlo e accettarlo - con il tempo essa ci allontana sempre più da ogni cosa, dalla consapevolezza, dagli altri, dalla realtà stessa, che ci viene restituita sempre più distante e spaventosa, incomprensibile e ostile. E per spezzare questo incantesimo bisogna rimettersi in circolo, vedersi dal di fuori e quindi con occhi diversi guardarsi dentro; in una parola, bisogna aprirsi. Con uno specialista, per avere una prima occasione per proiettare i nostri problemi all'esterno affinché se ne possa avere valutazione e un aiuto qualificato; quindi, anche grazie a lui, e alla nuova forza e consapevolezza derivante dalla nostra libera scelta, dall'aver accettato di avere un problema ma allo stesso tempo volerlo combattere, anche con chi ci stia intorno e ci voglia bene.
È importante capire, al di là di tutto, che i nostri disagi sono parte di noi, testimoniano di una fragilità che è "nostra" e autentica quanto e forse più di tutto il resto; perché un pregio te lo puoi scegliere e "costruire", una debolezza invece ti sceglie, ti vive accanto ed è con te che tu lo voglia o meno. E far finta di niente non la fa sparire, ma peggiora soltanto le cose. Accettando che ci sia, invece, e guardandola in faccia, incontrandola pian piano e con rispetto - nella fiducia che offriamo agli altri permettendo loro di conoscerla e perciò conoscerci, e quella che otteniamo nell'esser stimati per quel che siamo, e non più nell'immagine "perfetta", forzata e quindi asfissiante in cui pretendiamo di rispecchiarci - finiremo per accorgerci che i suoi lineamenti corrispondono ai nostri, e che per tanto tempo ci eravamo nascosti a noi stessi.
Perciò ora non colpevolizzarti se questi pensieri ti vengono incontro, e ti respingono sulla via che stai cominciando a percorrere; è normale aver paura quando si decida di mettersi in gioco così, e dubitare di sé, degli altri e del valore di quanto si stia facendo. Ma, indipendentemente da come potrà andare nello specifico la tua terapia, è la scelta di prendere in mano la situazione che ti sta già liberando, ti avvicinerà sempre di più a te stessa e ti farà scoprire, riscoprire e anche amare parti di te con cui ora non riesci a comunicare, ma con le quali intraprendendo questo percorso stai già cominciando a dialogare.
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Ultima modifica di Josef K.; 03-03-2016 a 17:20.
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03-03-2016, 14:10
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#7
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Esperto
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: Provincia di Torino
Messaggi: 6,235
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Per me è stata una liberazione ..poter parlare con qualcuno dei miei problemi senza che li sminuisse o mi criticasse è stato bellissimo.
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03-03-2016, 15:54
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#8
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Principiante
Qui dal: Jan 2016
Messaggi: 39
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boh forse dovresti aspettare un po' prima di dire se serve a qualcosa o no..io per ora non ho mai provato..
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03-03-2016, 19:03
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#9
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Esperto
Qui dal: May 2015
Messaggi: 694
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Io ci ho messo tantissimo sia per riuscire a chiedere l'impegnativa al medico di base, sia per prenotare poi la prima visita.
All'inizio anch'io la pensavo più o meno come te, e credevo che con un po' di impegno avrei potuto risolvere tutto da sola, ma a bloccarmi era soprattutto la paura. Del cambiamento, di quello che avrei potuto scoprire, di espormi e aprirmi con uno sconosciuto, di affrontare davvero una volta per tutte quello che mi faceva stare male.
Durante la prima visita ero abbastanza in ansia. Prima di andarci avevo in mente un sacco di cose da dire, ma quando sono entrata mi si è svuotata la testa. Sono riuscita comunque a parlare molto, perché avevo chiaramente bisogno di sfogarmi ed esternare tutto, dopo anni passati soltanto ad accumulare.
Dopo mi sono sentita sollevata, come se mi fossi liberata di un peso enorme, anche se mi sono resa conto di aver tralasciato tantissime cose importati e di aver parlato in modo piuttosto "disordinato".
Per la prima volta, ti consiglio magari di segnare da qualche parte i punti chiave di cui vorresti parlare subito, giusto per partire con le idee più chiare. A me avrebbe fatto comodo, ripensandoci adesso.
Ci sto andando da novembre: vedo la psicologa una volta alla settimana e lo psichiatra una volta al mese, ed è sempre una liberazione parlare con loro, perché non mi sminuiscono e non mi sento giudicata.
Buona fortuna!
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03-03-2016, 19:10
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#10
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Intermedio
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 211
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Ultima modifica di ansiosa; 28-04-2016 a 12:38.
Motivo: privacy
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03-03-2016, 19:12
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#11
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 837
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Scusate l'OT,mi potreste dire la differenza tra psicologo,psichiatra e psicoterapeuta?
Inviato dal mio LG-D320 utilizzando Tapatalk
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03-03-2016, 19:14
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#12
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,743
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Come fate a essere sicuri che lo psichiatra, psicologo o quello che è non vi giudica e non sminuisce i vostri problemi?
Per dire, anche la parrucchiera non vi dice in faccia che avete dei capelli orribili, ma poi una volta che siete usciti...
Chiedo scusa per l'intromissione.
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03-03-2016, 19:17
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#13
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Esperto
Qui dal: Oct 2015
Messaggi: 3,954
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Quote:
Originariamente inviata da Leucina
Come fate a essere sicuri che lo psichiatra, psicologo o quello che è non vi giudica e non sminuisce i vostri problemi?
Per dire, anche la parrucchiera non vi dice in faccia che avete dei capelli orribili, ma poi una volta che siete usciti...
Chiedo scusa per l'intromissione.
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Può anche essere ma che importa fintanto che può e sa aiutarti?
Riprendendo il paragone con la parrucchiera: che ti importa? Conta solo che entri con i capelli in disordine ed esci con i capelli sistemati.
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Ultima modifica di Antonius Block; 04-03-2016 a 03:39.
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03-03-2016, 19:22
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#14
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Intermedio
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 211
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Ultima modifica di ansiosa; 28-04-2016 a 12:37.
Motivo: privacy
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03-03-2016, 19:31
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#15
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Intermedio
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 211
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.....................
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Ultima modifica di ansiosa; 28-04-2016 a 12:37.
Motivo: privacy
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03-03-2016, 20:41
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#16
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Esperto
Qui dal: Jul 2015
Ubicazione: torino
Messaggi: 756
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se non sbaglio lo psichiatra è per problemi davvero gravi diverso dallo psicologo. cmq fai bene ad andarci per alcuni possono essere soldi buttati ma per altri può essere il punto di partenza per "uscire dal tunnel".
Io c sono andato e fidati forse era meglio se c andavo prima invece di farmi troppi problemi, non avrò risolto molto ma ho capito molte cose.
ps. pure io l'ho fatto al csm.
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03-03-2016, 21:05
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#17
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Con gli psicologi il rapporto è stato burrascoso con gli psichiatri un po' meno, capisco anche che chi ha un problema un po' complesso sia un po' più difficile trovare una soluzione, ma avere la fortuna di incontrare il medico giusto può migliorare la qualità di vita.
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03-03-2016, 22:21
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#18
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Esperto
Qui dal: May 2015
Messaggi: 470
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Vi devo ringraziare, speravo che aprire questo topic potesse farmi del bene e così è stato ed è rincuorante leggere che le mie paure sono state condivise anche da qualcun altro.
Come mi ha suggerito ninfee mi segnerò le cose più importanti di cui parlare subito. La verità è che io non vedo l'ora di riuscire a parlarne, ma tra il volerlo fare e il farlo c'è un abisso, spero di riuscirci e di trovare qualcuno che mi faccia dimenticare di questo abisso. Il rischio che la persona con cui mi troverò sia un incapace c'è, ma non è questo che mi spaventa, se lui/lei non va bene posso sempre rivolgermi a qualcun altro.
Vabè, comunque, tutto questo per dire alla fine che entro la prossima settimana dovrò andare a prenotare la visita. L'ho scritto così non posso rimangiarmelo più
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03-03-2016, 22:29
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#19
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Esperto
Qui dal: May 2015
Messaggi: 470
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Quote:
Originariamente inviata da Leucina
Come fate a essere sicuri che lo psichiatra, psicologo o quello che è non vi giudica e non sminuisce i vostri problemi?
Per dire, anche la parrucchiera non vi dice in faccia che avete dei capelli orribili, ma poi una volta che siete usciti...
Chiedo scusa per l'intromissione.
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Infatti non ne puoi essere sicura, esisteranno anche psichiatri e psicologi incapaci, ma se hai un bisogno non puoi farti frenare da questo dubbio... Tanto lo si capisce abbastanza in fretta se una persona fa o non fa per te, e puoi sempre salutarla e andartene, nessuno ti costringe a continuare a vederla.
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