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Vecchio 20-04-2012, 21:43   #1
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Per quanto sappia che le mie righe siano difficili e noiose da seguire, vorrei scrivere per non tenermi tutto dentro e magari trovare conforto in qualche parola solidale, colta dall'ennesimo attacco di panico per chissà quale motivo.
Per cercare di distrarmi, ho iniziato a suonare. La musica non la ricordo neanche, eran tutte note mie raccolte in una sinfonia malinconica e, forse, stonata. Quel che resta è il pensiero successivo, partorito a metà tra la lucidità ed il panico, oltre ad un senso di vuoto e tristezza.

Mi meraviglio di quanto la gente comune, quella "normale", cerchi rifugio in ordinarie dosi di follia, fuggendo, forse, la monotonia e soddisfando il fisiologico desiderio della sfida, del diverso, di quello che loro stessi considerano anormale.
Persone che, così facendo, dimostrano di non possedere neanche la minima capacità di scrivere la propria storia, tracciare il proprio destino, ed io mi chiedo come possano tentare di fuggire da ciò che hanno, la normalità.
Non si rendono conto di quanto sia fondamentale possederla e di quanto impegno costi, ad alcuni, raggiungerla, raggiungere l'autonomia.
Nasce, così, la decisione di abbandonarsi all'ignoto, crogiolarsi nell'incapacità di compiere scelte concrete, di decidere, scatenando la paura, questa mostruosa bestia che si nutre dell'innata fragilità umana, più evidente in certi soggetti.
"Cambiare", "agire", "subire le conseguenze", i tre verbi forse più temuti, da tutti. Io distinguo due categorie di persone: quelle che, in cerca d'avventura destabilizzano il proprio equilibrio, per provare la scarica d'adrenalina e nulla più; e quelle che sono alla costante ricerca dell'equilibrio, non considerando che la loro stessa esistenza costituisce l'equilibrio tra tutti più difficile da mantenere, quello tra la vita e la morte.
Questo pensiero è nato ascoltando la mia stessa musica, non composta dal susseguirsi frenetico o malinconico di note, ma da infiniti e microscopici frammenti d'anima.
Questi frammenti costituiscono i miei attimi di vita, quelli nei quali la mia esistenza non era assopita, come adesso.
Osservo la mia vita, allora. La vedo scorrere davanti ai miei occhi, mi attraversa come fosse reale, sento persino un brivido, è inesorabile, non son protagonista, posso solo assistere al crescendo del ritmo di immagini e sensazioni che furono.
La mia vita è lì, davanti a me, ma è filtrata da un velo che rende tutto confuso, impersonale, opaco. Mi ricorda, forse, che tutto è già passato e, allora come adesso, non ho fatto altro che assistere impotente.
Ho la sensazione di non possedere i miei pensieri, di non farne parte.
Li osservo, come si osserva un quadro od un paesaggio che ci incanta, ne sono sicura: non c'è nulla di me in loro, o almeno non più. Mi stanno raccontando la mia storia.
E' triste, sono spettatrice di quella che considero la parte più profonda, segreta ed inaccessibile di me.
D'altronde, come potrei rivivere in loro? Frammenti di tutto, frammenti di niente, frammenti incorporei e senza tempo.
Io, invece, posso solo eguagliarmi ad una candela che brucia in presenza d'ossigeno: senza, non avrei modo d'esistere, con, sono destinata a spegnermi lentamente. Con la stessa lentezza con la quale avverto il potere paralizzante della paura: le ho permesso ancora di farmi prigioniera della sua illusoria realtà.
Vecchio 20-04-2012, 21:49   #2
Avanzato
L'avatar di ayrtonsenna
 

io vivo da pecora ogni giorno!!!! e invece vorrei essere una tigre... e provare adrenalina... invece mi copro la testa con un lenzuolo!
Vecchio 20-04-2012, 21:53   #3
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Originariamente inviata da ayrtonsenna Visualizza il messaggio
io vivo da pecora ogni giorno!!!! e invece vorrei essere una tigre... e provare adrenalina... invece mi copro la testa con un lenzuolo!
Io, ormai, non mi sento neanche più sicura di vivere.
Vivere nell'ombra delle mie paura mi impedisce il vivere stesso, in realtà. Praticamente non faccio più nulla.
Vecchio 20-04-2012, 22:25   #4
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hai seguito i miei consigli, vedo
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Originariamente inviata da Layla Visualizza il messaggio
La mia vita è lì, davanti a me, ma è filtrata da un velo che rende tutto confuso, impersonale, opaco. Mi ricorda, forse, che tutto è già passato e, allora come adesso, non ho fatto altro che assistere impotente.
queste parole la sento molto anche mie
Vecchio 20-04-2012, 22:27   #5
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Originariamente inviata da rainy Visualizza il messaggio
hai seguito i miei consigli, vedo


queste parole la sento molto anche mie
Avevi dubbi?
Vecchio 20-04-2012, 22:29   #6
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Originariamente inviata da Layla Visualizza il messaggio
Avevi dubbi?
no, assolutamente
Vecchio 20-04-2012, 22:41   #7
Avanzato
L'avatar di ayrtonsenna
 

impotente di reagire.... verso una vita... piena di paure e dubbi..... per problemi famigliari... e per lavoro quasi inesistente... precarietà economica.
almeno ho l'amore condiviso della mia ragazza... se non ci fosse lei non sarei qui!
Vecchio 20-04-2012, 22:48   #8
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Originariamente inviata da ayrtonsenna Visualizza il messaggio
impotente di reagire.... verso una vita... piena di paure e dubbi..... per problemi famigliari... e per lavoro quasi inesistente... precarietà economica.
almeno ho l'amore condiviso della mia ragazza... se non ci fosse lei non sarei qui!
Per quanto le cose possano andar male, c'è sempre almeno un motivo che ti tiene saldamente ancorato alla vita. Solo che io lo cerco in me stessa, perchè so che da qualche parte risiede la mia forza, non è andata perduta.
Le cose andranno meglio, prima o poi.
Vecchio 20-04-2012, 22:49   #9
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Mi sembra che tu soffra di disturbo dissociativo, questo perdere i contatti con la realtà, che può essere un'esperienza molto ricca e originale... quando diventa l'unica possibilità diventa una prigione, come tu dici.

Sentirsi irreali, indefiniti, perdere i contatti... sono tutti esempi di questo.

Gli attacchi di panico sono la tua reazione a questa perdita di controllo sulla realtà e su te stessa.
Vecchio 20-04-2012, 22:54   #10
Esperto
L'avatar di stupido
 

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Originariamente inviata da Layla Visualizza il messaggio
Ho la sensazione di non possedere i miei pensieri, di non farne parte.
Li osservo, come si osserva un quadro od un paesaggio che ci incanta, ne sono sicura: non c'è nulla di me in loro, o almeno non più. Mi stanno raccontando la mia storia.
E' triste, sono spettatrice di quella che considero la parte più profonda, segreta ed inaccessibile di me.
D'altronde, come potrei rivivere in loro? Frammenti di tutto, frammenti di niente, frammenti incorporei e senza tempo.
Io, invece, posso solo eguagliarmi ad una candela che brucia in presenza d'ossigeno: senza, non avrei modo d'esistere, con, sono destinata a spegnermi lentamente. Con la stessa lentezza con la quale avverto il potere paralizzante della paura: le ho permesso ancora di farmi prigioniera della sua illusoria realtà.
no, infatti nn possediamo i nostri pensieri sono loro che possiedono noi.
e questa è praticamente una illusione dato che chi agisce nel momento presente nn pensa, agisce e basta.( il pensiero esiste in pratica perchè proiettiamo delle immagini in un futuro,da quello che ho letto) nel nostro caso i pensieri ci danno paura.
e allora gli altri come fanno? si illudono diversamente solo che noi stiamo dalla parte sbagliata......
Vecchio 20-04-2012, 23:03   #11
Esperto
L'avatar di Dedalus
 

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Originariamente inviata da stupido Visualizza il messaggio
agisce e basta.
E per agire devi pensare.
Vecchio 20-04-2012, 23:06   #12
Esperto
L'avatar di stupido
 

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Originariamente inviata da Dedalus Visualizza il messaggio
E per agire devi pensare.
no nel momento presente nn si pensa, nn è facile da spiegare e nn puoi capirlo in un minuto ma ci sono diversi libri sull'argomento.
Vecchio 20-04-2012, 23:09   #13
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Originariamente inviata da stupido Visualizza il messaggio
no, infatti nn possediamo i nostri pensieri sono loro che possiedono noi.
e questa è praticamente una illusione dato che chi agisce nel momento presente nn pensa, agisce e basta.( il pensiero esiste in pratica perchè proiettiamo delle immagini in un futuro,da quello che ho letto) nel nostro caso i pensieri ci danno paura.
e allora gli altri come fanno? si illudono diversamente solo che noi stiamo dalla parte sbagliata......
Magari è vero che ci costruiamo tante illusioni.
Ma riguardo al non pensare non son d'accordo. A me riesce praticamente impossibile fare qualcosa senza pensarci, come credo sia comune. E' un circolo vizioso, forse. Più si pensa, più non si agisce. Più non si agisce, più si pensa e così all'infinito.
Vecchio 20-04-2012, 23:10   #14
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Originariamente inviata da Dedalus Visualizza il messaggio
E per agire devi pensare.
Ecco, son d'accordo.
Vecchio 20-04-2012, 23:10   #15
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Originariamente inviata da Hexley Visualizza il messaggio
Mi sembra che tu soffra di disturbo dissociativo, questo perdere i contatti con la realtà, che può essere un'esperienza molto ricca e originale... quando diventa l'unica possibilità diventa una prigione, come tu dici.

Sentirsi irreali, indefiniti, perdere i contatti... sono tutti esempi di questo.

Gli attacchi di panico sono la tua reazione a questa perdita di controllo sulla realtà e su te stessa.
Non saprei davvero dirti.
Vecchio 20-04-2012, 23:11   #16
Esperto
L'avatar di Dedalus
 

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Originariamente inviata da stupido Visualizza il messaggio
no nel momento presente nn si pensa
Si pensa comunque, anzi, solo in quel modo si pensa. Hic et nunc. Tu credi che il pensare riguarda una dimensione interiore in cui ci si ritrae isolandosi dal mondo esterno.

Sbagli.
Vecchio 21-04-2012, 14:23   #17
Esperto
L'avatar di stupido
 

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Originariamente inviata da Dedalus Visualizza il messaggio

Sbagli.
quello che ho scritto lo dicono osho, Eckhart Tolle,Jiddu Krishnamurti.
Vecchio 21-04-2012, 14:38   #18
Esperto
L'avatar di Dedalus
 

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Originariamente inviata da stupido Visualizza il messaggio
quello che ho scritto lo dicono osho, Eckhart Tolle,Jiddu Krishnamurti.
Tre che con queste scemenze si son fatti i soldi.
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