Sono una donna di 52 anni, di lingua spagnola (chiedo scusa in anticipo se non mi esprimo perfettamente in italiano) e sono inserita nel contesto italiano, dove abito e lavoro da 10 anni.
Sono sempre stata una persona estremamente timida (penso sia uno stigma genetico, quasi tutta la mia famiglia è così). Da piccola, essendo una bambina buona, disciplinata e studiosa, non ricordo di avere sofferto molto del problema. Invece a partire dalla pubertà si è scatenato l’inferno. Per me è stato molto difficile inserirmi nei gruppi di amici dove ho dovuto lottare tra il paradosso di voler starci e volere fuggire allo steso tempo. Non riuscivo a dire una parola e mi sono sentita sempre goffa, inadeguata, stupida… Sono riuscita a sopravvivere sfruttando al massimo i pochi punti a mio favore, come ad esempio l’aura di ingenuità e innocenza che la timidezza imprimeva in me, che insieme a una certa bellezza fisica mi ha permesso di sentirmi apprezzata e non respinta dalla maggior parte delle persone (a dispetto di dover assumere il ruolo di uno stupido pulcino alla ricerca di protezione).
Altre strategie sono state quelle di “volermi bene”, esigermi poco, provare ad accettare il mio handicap (nessuno è perfetto, ecc.), ma devo dire che tutto questo mi ha permesso di attenuare il dolore ma non ha giovato per niente la mia crescita personale.
È evidente che alla mia età e posizione attuale è un atteggiamento dal quale non posso e non voglio più avvalermi.
Mi sono rivolta a questo forum perché 2 giorni fa ho sofferto un trauma, dovuto a una situazione sociale, che pensavo non avrei più dovuto soffrire (dopo tutto il mio percorso di lotta personale). Io faccio la insegnante di spagnolo (paradossalmente riesco a fare lezioni davanti anche a gruppi di 15 o 20 alunni adulti senza troppi problemi, ma ho capito che si tratta di un “ruolo” che svolgo, è una sorta un dispiegamento della personalità).
Questa settimana ho dovuto partecipare a una riunione online con la scuola in cui erano presenti (tutti con la telecamera accesa), il direttore ed il personale della scuola, insieme ad un gruppo di 10 o 12 insegnanti di lingue, in gran parte sconosciuti da me. In un momento della riunione, inaspettatamente il direttore ci ha chiesto di fornire la nostra opinione su un aspetto della didattica abbastanza complesso ed ho capito che anch’io sarei dovuta intervenire. In quel momento ho iniziato a innervosirmi, anche violentemente, con tremori, battiti e pensieri negativi (non riuscirò a fare un discorso coerente, perderò il filo del discorso…) ed, anche se ho provato a scrivermi alcune idee per aiutarmi (idee ed opinioni non mi mancavano), è successo proprio così. Dopo avere balbettato qualche frase mi si è “svuotata la mente” e sono rimasta bloccata, senza poter dire una parola. A questo punto imbarazzatissima ho dovuto mentire dicendo che non mi sentivo bene e sono uscita dalla riunione. Dopo essermi ripresa ho scritto le mie idee al direttore in una mail, chiedendo infinite scuse.
Adesso sono molto preoccupata perché ho il timore che questa fobia sociale possa arrivare a ostacolarmi il lavoro. Mi si sono svegliate insicurezze che erano un po’ addormentate (mai sparite). Ho iniziato a cercare aiuto, forse un trattamento psicologico. Nella ricerca ho trovato questo forum e vorrei condividere problemi e consigli con persone che hanno lo stesso mio problema.
Grazie.
