Salve a tutti.
Ho 52 anni, moglie e due bambini.
Ho un lavoro che mi piace tantissimo ed è in netta contraddizione con la fobia sociale: sono agente di commercio, ma di questo ne parlerò dopo.
Le uniche persone con cui sto sempre bene sono mia moglie, i miei figli e mia mamma. Con gli altri, tutti gli altri, mia sorella e mio cognato compresi con cui ho con ambedue un ottimo rapporto, avverto sempre un disagio.
Alle cene con gli amici, le cosiddette rimpatriate, ci vado poco volentieri perché sento di non essere me stesso, come se temessi il loro giudizio che invece razionalmente non temo. Non parliamo delle cene di coppia o di altre occasioni di incontri, formali o informali che siano. Non sopporto nessuno, tendo a isolarmi o perché non mi interessano i temi trattati o perché non so "entrare" quando invece ci sarebbe l'occasione anche per me di dare un contributo alla discussione. In quelle occasioni mi sento sempre fuori luogo e non vedo l'ora di andare via.
Sul lavoro è diverso: nel 90% degli incontri mi sento a mio agio e riesco a parlare anche in pubblico. Evito però di andare a pranzo e ancor di più a cena e quando ho un direttore commerciale in affiancamento per tutto il giorno il mio sforzo emotivo è molto elevato.
Il controsenso è che vorrei avere e mi piacerebbe una vita sociale e riuscire a parlare con tutti senza quella sensazione di peso sullo stomaco che è parecchio invalidante per iniziare e mantenere i rapporti sociali.
Spero di essere accettato nella vostra comunità.