Ciao a tutti, il mio titolo vi sembrerà fuori luogo ma leggendo scoprirete che non è affatto così.
Ho più di 30 anni e vedo oggi come la data in cui io non sono più sociofobico, ma fino a ieri lo ero anche se in minima parte.
Ho attraversato tre fasi nella mia vita, la prima è quella da sociofobico invalidante che potrei dire essere durata da quando sono nato fino a 17 anni. In questi anni soffrivo molto stare con gli altri, alcuni posti non potevo frequentarli, alcune persone non riuscivo ad avvicinarle, con altre persone ero invece normale, ma solo all'apparenza.
Sono avvenuti dei cambiamenti, se qualcuno è interessato a conoscere racconterò in un secondo momento.
Per anni sono stato "semi normale", ho avuto le esperienze normali anche se fino a 17 anni molte cose le avevo perse, dai 17 anni fino ad oggi sono stato semi normale ma anche qui ad un occhio attento capirebbe che tante cose non andavano.
Nonostante questa situazione "positiva" ho vissuto con la consapevolezza continua che avessi dei problemi, alcuni periodi li ignoravo, alcuni periodi volevo considerarmi normale, ma di fondo ho sempre saputo di essere danneggiato.
Non ho mai avuto particolare fiducia nel genere umano, non ho mai considerato nemmeno per un secondo la possibilità di affidarmi ad uno psicologo, ho scelto di automedicarmi studiando psicologia, anche se l'università mi ha deluso molto e con essi tutti quella che la studiavano confermandomi in parte ciò che pensavo (vi sconsiglio caldamente di seguire questa strada, se siete amanti della lettura leggetevi direttamente i psicologi più importanti, il loro pensiero e poi passate a libri di psicoterapia). Ho passato anni e anni sui libri, ne avrò divorati almeno un centinaio, considero la mia laurea in psicologia un'inezia rispetto alla cultura che mi sono fatto per conto mio. Ho scritto molto, ho frequentato questo forum giornalmente per tantissimi anni e da buon vero sociofobico non ho mai trovato il coraggio/voglia di iscrivermi. Probabilmente sono uno degli utenti più longevi qui dentro, ma sono stato un fantasma e sebbene io conosca tutti quelli che hanno scritto qui, voi non conoscete me.
Più guarivo e più le paure per gli altri mi passavano, sono riuscito a fare di tutto, perfino filmarmi e caricare i miei video su facebook o youtube, parlare come se niente fosse con persone sconosciute, reagire a qualsiasi cosa mi venisse detta. La mia sociofobia ogni giorno diventava più grigia, non ho mai visto la sociofobia in bianco e nero, ognuno di noi qui dentro vive una sfumatura diversa di uno stesso disturbo e io mi rendevo conto che più facevo progressi più il nero sbiadiva. Gli altri non mi fanno più paura, ho sviluppato tutte le abilità sociali che mi mancavano, ho smantellato e capito ogni pezzo che regola questa società, capisco la mente di qualsiasi persona mi parli e il tutto anche molto rapidamente. Voi direte, perché allora proprio oggi sei venuto qui? Perché ci stai dicendo tutto questo? La risposta è che oggi per me invece di essere un giorno di festa è un giorno un po' così così. Sono qui perché volevo guarire e nonostante io mi senta totalmente guarito mi sento anche cambiato e non mi sento comunque normale.
Sto scrivendo qui per mettere nero su bianco qualcosa, avere lo spunto per riordinarmi le idee.
Oggi ho tirato un po' tutte le somme e mi sono reso conto di diverse cose non molto positive che ora vi elencherò.
Per fare un esempio, prendete qualsiasi normaloide lì fuori, è un soggetto con un po' di ansie, perché le ansie sono normali, un soggetto che fa mediamente degli errori, la normalità non è essere super bravi, non è capire tutto, questi soggetti non se ne rendono conto ma sono fortunati perché sono nella media e non hanno bisogno di migliorarsi per vivere perché non hanno nessun problema invalidante dentro di loro. Noi per guarire dobbiamo necessariamente fare un percorso che ci istruisce, anche solo parzialmente. Per controllare un problema è necessario sviluppare qualcosa per farlo, e questo ha delle conseguenze, ti cambia.
Io ero combinato molto male, senso di inferiorità, timidezza, paura di qualsiasi tipo di giudizio, rossore in volto e ho dovuto lavorare molto su di me per guarire, sono diventato troppo diverso da quello che ero prima.
Ho dovuto capire molte cose e quelle stesse cose che mi servivano per capire me ora le posso usare per capire gli altri.
Più cose capisci e più vedi quanto questa società faccia schifo, quante le persone nella loro normalità facciano schifo e questo ad oggi mi ha trasformato in un misantropo.
Per anni ho sognato di fare lo psicologo, mentre studiavo fra me e me pensavo, non vedo l'ora di far vedere quanto sono bravo in un mondo di psicologi mediocri.
Oggi mi viene la nausea al solo pensiero di avere a che fare con una persona che probabilmente è nella situazione in cui mi trovavo io, aiutarla a cambiare la visione di alcune cose, dargli la forza di colmare delle lacune importanti, dargli la forza di fare cambiamenti nella vita, dargli la forza di rialzarsi durante fallimenti che inevitabilmente incontrerà. Il solo pensiero di fare questo percorso mi nauseava, non volevo avere a che fare con quel genere di problemi, con quel genere di persone.
Ho scelto un lavoro diverso buttando all'aria anche significativi investimenti nella mia formazione universitaria, per questo dico che comunque facendo mente locale non può essere un giorno molto felice questo per me oggi che sto realizzando un po' tante cose.
Voglio fare una piccola specificazione, se qualcuno di voi mi chiedesse se sono felice risponderei di si, ho una casa, un lavoro, non ho i milioni, ma in questo momento storico anche solo avere una casa di proprietà e un lavoro vuol dire essere nella media se non al di sopra.
Ho amici, ho legami importanti, sono riuscito con gli anni a trovarmi delle perle e tenermele, per me la vera intelligenza è questa, non fare cazzate e conservarsi le cose belle che uno si trova, cogliere le opportunità.
Ma il punto è che quando mi guardo in giro, quando vedo oltre le mie "perle" vedo una massa ignorante, una massa "normale" di persone che vivono senza particolari problemi, incuranti di tutto, con le loro convinzioni, anche qui dentro è pieno di gente così ed è stato uno dei motivi per cui non mi sono mai registrato, non vedevo un ambiente simile a quello che vivevo io, infatti non mi meraviglio che la gente qui dentro non guarisca mai e ci rimanga per anni impantanata sempre nei stessi problemi.
Queste persone l'un l'altro stanno bene, è tutta una idealizzazione, illusione, nessuno capisce niente, tutti voglio vedere quello che gli fa comodo, la normalità va avanti in un modo che mi è del tutto alieno, non riuscirei a fare altrettanto perché a differenza loro io vedo.
Oggi mi sono registrato perché spero che qualcuno, che abbia fatto il mio stesso percorso e si trovi davanti a me nel percorso mi dica se questa misantropia passa o rimane, se devo convivere con questo "odio" generale verso l'esterno. Che poi odio non è nemmeno la parola giusta, è come se non mi ci trovassi, spesso con le persone a me vicine intavolo discussioni belle e profonde che durano ore, il tempo sembra volare e non si fa a gara a chi ha ragione ma si discute con piacere, poi mi chiedo ma che senso ha perdere tempo con altre persone lì fuori con cui non potrei mai parlare così? Che dico una cosa e ne capiscono un'altra, che hanno solo le loro convinzioni limitate? Che mi giudicano sulla base dei loro preconcetti?
Prima quando mi rendevo conto che una persona mi giudicava in modo sbagliato, pensando di me una cosa non vera, io mi sentivo male, ma male male, mal di stomaco, mi sentivo svenire, sentivo le fiamme invadere il mio volto. Soffrivo come un cane. Ora sorrido se succede e penso "ecco un altro coglione da tenere lontano da me". A volte, raramente, complice un bicchiere di vino si può fare festa anche in modo superficiale con queste persone ma non potrà mai essere la normalità e il senso di misantropia rimane.
Che senso ha farsi guardare da chi ti vede e percepisce un'immagine distorta di te?
Vorrei capire cosa si prova ad essere normali, ad avere un QI nella media, a non essere stati danneggiati e semplicemente vivere senza tutta questa consapevolezza, vivere con leggerezza e non vedere tante cose e stare bene comunque.
Quello che a noi ci pugnalava agli altri era come un pizzico, noi non potremmo mai capire loro e loro non potranno mai capire noi.
Non pensavo al passato da anni ormai, oggi mi sono guardato indietro e ho visto il me bambino, mi sono concentrato su quegli episodi dove la sociofobia ha fatto da padrona e mi chiedo, chissà come sarebbe stata la mia storia se quel bambino non fosse stato danneggiato, come avrei vissuto tutte quelle esperienze.
Perché è questo quello che ci è stato tolto quando da piccoli ci hanno danneggiato, ci hanno tolto la possibilità di vivere leggeri, far passare la vita dando il giusto peso alle cose e riuscendo ad essere spontanei.
Non so nemmeno se tutti quelli che guariscono poi diventano come me, forse io sono un'anomalia, non lo so, non ho mai parlato con un vero sociofobico che poi sia realmente e veramente guarito.