Ciao a tutti,
sono un uomo che ha passato la quarantina, single, vivo da solo, non ho figli.
Ho notato questo forum da un pò di tempo e, dato che soffro di disturbi e problematiche qui discussi, mi sono (finalmente) deciso a iscrivermi.
Sono sempre stato una persona fondamentalmente introversa e timida.
Da piccolo già manifestavo questa introversione isolandomi - devo precisare non completamente - sia per indole che per paura di essere giudicato dagli altri: inferiore, inadeguato, non attraente per le donne, ecc...Fino ad una certa età (14 anni) compensavo mentalmente tutto con il successo per un ottimo rendimento scolastico poi, venuto a calare vertiginosamente quest'ultimo, sono caduto in depressione e sono stato vittima di bullismo psicologico (fino ai 16 anni). Una lenta ripresa con le ossa rotte, una autoricostruzione personale dopo il diploma. Il lavoro mi ha aiutato tantissimo sul piano dell'autostima. Meno male che c'è (anche se ora è parzialmente precario per via della crisi).
Mi sono creato maschere per sentirmi accettato in un mondo che considera positivamente e premia solo gli estroversi, gli spontanei, i sicuri di sé, i magnetici, i venditori di sé stessi, gli affascinanti, e così via. Il cosiddetto culto della personalità.
Conscio della mia diversità che gli altri percepiscono, sono arrivato ad un punto in cui sono stanco di sentirmi dire cosa dovrei fare: smollarmi, non fare il pensionato, non essere ingessato, essere positivo.
Soffro di ansia generalizzata e sonno interrotto. Sono un disastro con le donne. Non sono un allegrone. Passo pure fasi di umore molto basso.
Il mio "eremitaggio" mi porta ad uscire poco e con pochi amici. Non vado quasi mai in discoteca. Agli aperitivi o ritrovi sociali organizzati sui social ci vado molto saltuariamente. Evito invece per esperienze negative di andare agli eventi per single: li trovo personalmente imbarazzanti.
Seppur con ansia (soprattutto da risultato e da giudizio) non mi tiro indietro se si tratta, ad esempio, di: andare all'estero, prendere aerei, interloquire e addirittura (quando mi capita) relazionarmi per lavoro con gli stranieri. Sono stimoli per me ma pure faticose e snervanti sfide.
Sono in cura attualmente da uno psicologo. Alla lunga scoperta di me stesso. Ogni tanto prendo il Tavor - lo assumo per qualche notte per via del sonno interrotto.
Cosa mi aspetto da questo forum? Perchè sono qui? Vorrei parlare dei miei disagi e confrontarmi con altre persone di problematiche legate alla socialità e...chissà che io non riesca pure a trovare risposte.