Buongiorno a tutti, cercherò di riassumere la mia vita finora, ma non sarà semplice…
I miei problemi si manifestarono nel passaggio dalle scuole medie alle superiori, quando presi coscienza della mia iperidrosi facciale (e purtroppo col tempo non solo più localizzata lì, lo sanno bene le mie ascelle mentre scrivo queste righe...)
Da quel momento credo sia scattato qualcosa nella mia testa che mi ha portato all’isolamento e alla fobia sociale che tuttora a 35 anni mi porto dietro.
Come molti sanno, l’iperidrosi e l’ansia creano un maledetto circolo vizioso che porta a non capire più dove inizia l’una e dove finisce l’altra.
Per evitare situazioni imbarazzanti a causa della mia sudorazione e/o ansia, ho iniziato a ridurre sempre di più contatti con compagni di scuola ed amici, fino al punto di non essere più chiamato dagli stessi per uscite o attività sociali.
Trovavo sempre una scusa diversa per evitare o rifiutare (dopo esperienze negative avute in precedenza) fino ad arrivare ad oggi, dove da anni passo i miei weekend da solo in casa sprecare la mia vita.
Leggo libri e fumetti, vedo film, serie tv e di animazione, seguo lo sport ed il calcio in tv e nulla più.
Veri amici non ne ho, ho quelle che chiamo “conoscenze” con cui capita di tanto di passare una serata nerd, ma raramente ormai e con molto disagio da parte mia.
Non ho mai avuto supporto dalla mia famiglia, anche perché per un motivo o per l’altro ho solo più mia madre (padre morto poco dopo la mia nascita, sorella morta nei miei 14 anni, patrigno morto anche lui intorno ai 23 anni e nessun altro parente stretto).
Come immaginerete mia madre con la morte di mia sorella andò in depressione e tuttora ci convive, di conseguenza non posso fargliene una colpa avendo lei stessa i suoi demoni interiori da affrontare quotidianamente (va avanti a psicofarmaci da allora).
La morte di mio patrigno poi le ha dato un altro colpo e quindi ha tutta la mia comprensione.
Di contro, tutto sommato lei socialmente se la passa meglio, ha una vita attiva e parecchie amicizie.
Aggiungo che ho mollato gli studi universitari verso i 28-29 anni in quanto non vedo molti risultati e questo resta e rimarrà uno dei miei rimpianti (non tanto per il tipo di laurea, ma per aver fallito il conseguimento della stessa).
Nel frattempo avevo iniziato a lavorare ma continuo ad essere un precario senza futuro e che vive con la madre a 35 anni.
Sul lavoro i rapporti sociali li tengo al minimo, fortunatamente i colleghi hanno smesso di chiedermi se voglio un caffè con la scusa di andare in pausa, dato che ho sempre cortesemente rifiutato.
Le pause le trovo fastidiose e noiose, non mi va di far finta di socializzare e non ho molto interesse per i fatti altrui. Inoltre non avendone di miei da raccontare mi sentirei a disagio ancor di più.
Anche in mensa ci vado ma faccio molta fatica, sono situazioni in cui la mia sudorazione e l’ansia vanno a nozze e spesso mi trovo in stile fontana con gli occhi degli altri addosso.
Dimenticavo che soffro anche di DOC e spreco spesso il mio tempo in inutili conteggi e controlli sprecando energie fisiche e mentali.
A volte spero di andare a dormire e non svegliarmi in giorno successivo, così potrei porre fine alla mia non vita.
Di cose da raccontare ce ne sarebbero ancora molte, questo è un sunto di ciò che sono ora.
Grazie per l’attenzione (non sono un buon oratore nè scrittore, mi spiace).