Buonasera.
Ho sempre difficoltà nel presentarmi, in modo 'diretto' e non... Ma penso che riuscire a dire qualcosa di me sia già un passo avanti.
Mi chiamo Martina, ho quasi 22 anni e studio Farmacia all'università. La mia ambizione però è di dottorarmi in Biochimica.
È già un po' di tempo che conosco la fobia sociale: o meglio, la conosco da molto ma non sapevo che avesse un nome. Da quando ho iniziato a informarmi un po' meglio, ho subito creduto che come quadro rispecchiasse molto la mia situazione. Lungi da me fare auto-diagnosi di qualsiasi genere. Ho parlato 2 volte con una psicologa, ero ancora alle medie e avevo problemi legati al cibo (troppo, non troppo poco: al momento li sto tenendo a bada abbastanza efficacemente)... Non mi trovai troppo bene, ma quel poco che riuscii a tirar fuori riguardava mio padre (che ritengo responsabile di aver rovinato la via mia e, soprattutto, quella di mia madre). Da allora è stato sempre peggio: mi sono chiusa sempre di più in me stessa, ho avuto relazioni (pochissime, diciamo un paio e per di più brevi) che mi hanno spezzato il cuore, mi sono sentita rifiutata dalle poche amiche che avevo fino al punto (raggiunto abbastanza recentemente) in cui preferisco rimanere a casa ogni giorno piuttosto che uscire e sentirmi a disagio, inadeguata e totalmente fuori posto. Per non parlare degli inviti alle feste che ho quasi sempre declinato: l'ultimo fu per Capodanno (lo passai in casa con genitori e zii), ma ricordo feste di 18 anni a cui non andai con scuse veramente ridicole.
Mi sono iscritta nella speranza di un confronto con qualcuno che sappia a cosa mi riferisco, e che non mi risponda dicendo: "Devi essere più sciolta, meno rigida, è facile!". È facilissimo a dirsi, ma solo a immaginarlo comincio a sentirmi in ansia.
Beh, alla fine penso di aver scritto sin troppo
Voglio solo aggiungere che nonostante tutto questo so essere (o almeno cerco di essere) una persona gradevole e (mi auguro) anche divertente.
Ciao!