Salve a tutti, mi chiamo Raffaele ed ho 25 anni. Che dire? Mi sono iscritto con la semplice volontà di condividere alcune riflessioni che ritengo importanti, per poter trovare almeno un piccolo spazio di discussione e conforto su questa rognosa problematica. Sinceramente non voglio etichettarmi come “fobico sociale” o con qualsiasi altra etichetta, ma è indubbio che se sono qui significa che sento di avere senza alcun dubbio delle tendenze sociofobiche. Vado in analisi, orientamento psicoanalitico classico, da circa 4 anni. Che dire sull’analisi? Un campo di battaglia molto duro e pieno di ostacoli, con l’analista cerco di aprirmi sempre nel miglior modo possibile, cerco di dire qualunque cosa, ma oscillo molto nell’andamento del percorso, passo periodi in cui sento di poter ricavare qualcosa dal duro lavoro analitico ed altri periodi (purtroppo frequenti) in cui sono completamente sfiduciato perché sento riapparire difficoltose resistenze e profondissime inquietudini ecc..
Non metto in dubbio che l’analisi debba continuare, sono sicuro che prima o poi riuscirò a trovare il perno su cui ruota il tutto dietro queste problematiche ma, nel frattempo, da comune mortale, soffro abbastanza e quindi registrarmi qui significa trovare almeno uno spazio ulteriore in cui sentirmi “umano tra gli umani” e non “mostro incomprensibile” tra umani tendenzialmente abbastanza normali.