Ciao a tutti, sono un ragazzo di 27 anni, ho una laurea in medicina, ottenuta con grande difficoltà e adesso sto per intraprendere la specialista (se il test dovesse andare bene). Questa scelta della specialità mi ha sempre angosciato tantissimo. È da quattro anni che ci penso e rimugino e vaglio tutte le opzioni. L'ultima volta che ci ho pensato sono entrato in una depressione così nera da non riuscire a toccare libro e voler mollare l'università. Adesso, grazie al mio psicologo e a una mia vecchia compagna di università con cui ho mantenuto i rapporti mi sono "deciso" verso la neuropsichiatria infantile e dell'adolescenza. Tanta paura di non riuscire a farcela, di essere sbagliato per questa cosa, che tutta medicina sia la scelta sbagliata. Tanta paura di confrontarmi con persone di roccia che mi facciano capire che son troppo fragile/debole/instabile per fare queste cose.
Nei periodi di forte ansia, come questo che dura ormai da tre mesi, mi capitano sempre le stesse cose: abbandono le persone con cui ho legami, rifuggo da tutte le situazioni sociali, tranne quelle in cui mi sento sicuro e protetto, oppure quelle in cui ho delle funzioni precise da svolgere (tipo studiare o lavorare). È come una condanna al supplizio. Mi isolo, guardando film e se va bene leggendo libri. Però poi quando ho occasione di vedere qualcuno non riesco a godere del momento. Invidio la loro felicità e semplicità, mi sento permantemente estraneo e mi angoscio come di dover nascondere quello che penso o quello che sento. Quindi torno solo, per far passare l'ansia.
I miei rapporti con gli altri sono sempre stati un problema. Da quando riesca a ricordare ho sempre avuto l'angoscia di non avere sufficienti amici, di rimanere solo troppo tempo. Alle elementari-medie venivo preso per il culo e effettivamente non avevo nessun amico. I miei rapporti con gli altri sono migliorati un po' quando ho avuto la mia prima ragazza, ormai dieci anni fa, che mi ha fatto sentire accettato, anche se poi mi ha lasciato seicento volte facendomi sentire inadeguato fino al momento in cui l'ho lasciata io. Non ho idea di cosa fare quando qualcuno mi aggredisce, vado in paranoia dura e non so difendermi, specie nei confronti dei maschi.
La mia fobia sociale è un po' strana perchè ho paura a incontrare persone nuove e a fare cose nuove. Mi sento inadatto. In più provo un fortissimo senso di angoscia e di abbandono quando quelli che considero essere i miei amici non mi cercano e mi ritrovo solo (da questo punto di vista vivere solo non aiuta). Però allo stesso tempo, quando tiro su una relazione di amicizia o di intimità, dopo poco tempo noto tutti i difetti dell'altro, specie quelli estetici nelle donne e quelli di "sfighitudine" negli uomini, per cui abbandono quelle relazioni, perchè non le sento all'altezza. Perchè i difetti mi ossessionano. Questo meccanismo è aumentato quando qualcuno esprime un giudizio negativo su di loro.
Una volta distrutte queste relazioni torno a stare solo, che è la peggiore delle cose possibili.
Proprio oggi ho parlato con uno psichiatra che mi ha prescitto della paroxetina per il mio stato di ansia e dell'umore.
Ho letto diversi topic di queso forum. Alcuni mi sono sembrati la mia fotocopia sputata, altri hanno riportato casi di isolamento sociale e riduzione della funzionalità sicuramente peggiori del mio. Però mi piacerebbe potermi confrontare con persone che hanno delle problematiche simili alle mie. Mi sentirei meno un alieno.
Scrivendo questa presentazione mi viene l'ansia allo stomaco di non essere adatto neanche a un forum sulla fobia sociale (di persone che non si sentono adatte socialmente). È quasi ironico, ma mi rendo conto che ho un problema.
