Salve
ho 42 anni, sono sposato, con 2 figli di 7 e 3 anni.
il mio problema e' che ho grosse difficolta' a relazionarmi con gli altri: sono molto timido e mi servono mesi (se non anni) perche' cominci a trattare le persone che mi stanno vicino con confidenza.
Non sono fobico al punto tale da rifiutarmi dal frequentare nuove persone, ma, quando questo accade, ho grandi difficolta' a sostenere ed anche a seguire i discorsi che si fanno: parlare con una nuova persona mi genera una sorta di "ansia da prestazione", temo che quello che diro' potrebbe essere giudicato banale o fuori luogo. In pratica, sto piu' a pensare quale potrebbe essere la prossima battuta che a sentire quello che l'altro mi dice. Il peggio di me lo do' nelle uscite in comitiva con persone che conosco superficialmente: spesso, seduto al tavolo della pizzeria o del pub, non dico niente (niente!) tutta la serata: parlare davanti a un pubblico di sconosciuti mi fa venire ansia, che la mia testa combatte facendo partire delle fantasie (io potrei dire questo, alche' mi risponderebbero quest'altro...) cosi' presenti ed invandenti che io mi ci perdo e mi ritrovo solo con me stesso in mezzo ad una intera comitiva.
Questa situazione mi capita spesso, in quanto io, in pratica, non ho amici (diciamo cosi', io non ho rapporti di amicizia profondi) fuori dall'ambito lavorativo ed esco sempre con gli amici di mia moglie. (mia moglie mi riferisce che gran parte dei suoi amici pensa che io non li sopporti, perche' non partecipo - ma non e' cosi', in genere si tratta di persone anche simpatiche ...)
Probabilmente questa fastidiosa timidezza mi deriva da come ho vissuto da bambino: io abitavo in una casa in aperta campagna ed ho passato tutta la mia infanzia in una specie di isolamento. I miei non mi facevano frequentare nessuno (non si ponevano neanche il problema) e nessuno frequentava me. Ho un fratello che, pero', mi e' stato sempre contro, fino all'eta' di 15 anni: e' stato piu' un ulteriore problema da risolvere o evitare, che un appoggio per me. Gli unici rapporti li avevo con i compagni di scuola, ma in quel contesto uno non si deve impegnare: il compagnetto sara' sempre seduto li' al suo posto a prescindere da quello che uno dice (o, nel mio caso, non dice...).
Ora e' ancora cosi': le uniche persone che frequento sono i miei colleghi e mi trovo "bene" solo con quelli che conosco da anni: recentemente la collega che aveva la scrivania di fronte alla mia, e con cui, dopo 5 anni (!) avevo finalmente legato, e' stata trasferita: ora di fronte a me c'e' un ragazzo simpatico, spiritoso, mi invita sempre ad andare a prendere il caffe' assieme nelle pause, ma niente: non riesco a parlarci e probabilmente si sta facendo l'idea che sono un po' str... (sono due mesi che sta li' di fronte a me: qualcosa dovrei pure dirla!...)
Io vorrei confrontarmi con altri che hanno (piu' o meno) questi miei stessi problemi: e' difficile che due timidi interagiscano nella vita reale, ma magari su questo forum posso trovare altri che possono dirmi qualche cosa di utile per uscire da questa situazione.