E' un sottile disagio, un'angoscia persistente, un malessere penetrante e paralizzante, un dolore totalizzante.
Più ti affanni a fare fare fare, meno riesci a sentire, percepire gli stimoli intorno a te, piano piano sei costretto ad escludere tutti gli stimoli ''disfunzionali'' interni ed esterni al tuo cuore e alla tua testa, creandoti un bozzolo di vita, una gabbia dalla quale non esci più se non rincitrullito e con la vista l'udito e i sensi ottusi da una esistenza meschina,mediocre,deprimente.
Certo che se ci fossero due cervelli, uno per fare e l'altro per meditare sulle cose fatte, sarebbe una ottima cosa.
Invece siamo costretti ad avere queste ''disfunzioni di fase'' tossiche, interferenze fra ciò che dobbiamo e ciò che vogliamo, fra ciò che facciamo e ciò che sentiamo.