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18-06-2010, 12:03
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#61
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Intermedio
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 139
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Bisogna uscirne perchè questa condizione è un problema e va superato, o perlomeno ridimensionato a tal punto in cui non sia più così invalidante per la nostra vita.
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18-06-2010, 12:10
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#62
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
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Quote:
Originariamente inviata da Thomas
Bisogna uscirne perchè questa condizione è un problema e va superato, o perlomeno ridimensionato a tal punto in cui non sia più così invalidante per la nostra vita.
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Sono d'accordo: non bisogna uscirne perchè dobbiamo per forza diventare come gli altri , come tanti che si vedono in giro per pub, discoteche ecc, dobbiamo uscirne per noi, perchè cosi come stiamo sprechiamo molte doti e potenzialità che abbiamo.
Indubbiamente una parte di me, specie nel passato, poteva desiderare adeguarsi ai modelli dominanti quanto a relazioni sociali, ora onestamente interesse particolare per quelli stili di vita ne ho poco, il che non vuol dire rimanere così e stop, può esistere anche una "terza via" molto soddisfacente anche se a "socialità ridotta".
P.s. Poi esiste anche una Quarta Via.
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Ultima modifica di Myway; 18-06-2010 a 12:16.
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18-06-2010, 12:16
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#63
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
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davvero? non mi pare che Leopardi "fosse uscito" e abbia sprecato delle potenzialità. anzi.
parliamo di questa terza e quarta via. cosa sarebbero?
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18-06-2010, 12:25
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#64
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
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Quote:
Originariamente inviata da LordDrachen
davvero? non mi pare che Leopardi "fosse uscito" e abbia sprecato delle potenzialità. anzi.
parliamo di questa terza e quarta via. cosa sarebbero?
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Uscirne non vuol dire far sparire nel nulla determinate manifestazioni di certi problemi, ma magari utilizzarne al meglio l'energia, un modo può essere quello di Leopardi ad esempio.
Ri-solvere una problema vuol dire "solverlo", scioglierlo per poi creare , coagulare, una nuova situzione migliore e più idonea della precendente.
Quando ho detto terza via intendevo dire che non esistono solo fobici e super estroversi , si può stare bene anche con poche amicizie e senza stare tutte le sere per locali, avendo anche altri interessi da coltivare ecc.
Quella sulla Quarta Via era in parte una battuta, visto che non c'è 2 senza 3, forse non c'è neanche 3 senza 4 ,
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18-06-2010, 12:30
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#65
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
Quando ho detto terza via intendevo dire che non esistono solo fobici e super estroversi , si può stare bene anche con poche amicizie e senza stare tutte le sere per locali, avendo anche altri interessi da coltivare ecc.
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a me sembra che questa sia una forma moderata di sociofobia.
il che non significa che sia un male, ma una semplice caratteristiche degli introversi.
quando prima veniva descritta la situazione classica di un sociofobico che
"sul momento" ha la mente in standby non significa che poi lo stesso
sociofobico non riesca a fare quello che ho quotato del tuo intervento.
io per es. sono così. ho un gruppo di amici coi quali esco.
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18-06-2010, 12:32
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#66
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Intermedio
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 139
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
Uscirne non vuol dire far sparire nel nulla determinate manifestazioni di certi problemi, ma magari utilizzarne al meglio l'energia, un modo può essere quello di Leopardi ad esempio.
Ri-solvere una problema vuol dire "solverlo", sciglierlo per poi creare , coagulare una nuova situzione migliore e più idonea della precendente.
Quando ho detto terza via intendevo dire che non esistono solo fobici e super estroversi , si può stare bene anche con poche amicizie e senza stare tutte le sere per locali, avendo anche altri interessi da coltivare ecc.
Quella sulla Quarta Via era in parte una battuta, visto che non c'è 2 senza 3, forse non c'è neanche 3 senza 4 ,
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Bravo, hai colto nel segno. E' chiaro che, miracoli a parte, nessun fobico et similia diventerà mai il Costantino Vitagliano di turno (ma poi sarà questo gran male, non diventarlo? ).
Ma tra questo e lo stare chiusi in casa tutto il giorno a maledire il fato cinico e baro, ad aver paura di prendere una metro o un autobus perchè la gente ci guarda male, ad aver paura di comprare un pacchetto di gomme al supermercato perchè siamo "troppo inferiori perfino per questo" e per finire, molto più importante, al precluderci del tutto amicizie e relazioni sentimentali... beh ce ne passa, e queste ultime cose, secondo me, non c'è gene sbagliato che possa negarcele se veramente ci impegnamo ad ottenerle, ci mettiamo in gioco e via dicendo.
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18-06-2010, 12:36
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#67
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
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Quote:
Originariamente inviata da Thomas
Mi è piaciuta l'analogia di Warlordmaniac, e sostanzialmente sono d'accordo:
con una piccola ma vitale differenza però: PARLARE LO SAPPIAMO FARE TUTTI!
E proprio come il ballerino si allena a ballare, il pianista a suonare, il pugile a tirare di boxe, tutto quello che dobbiamo fare noi... è allenarci a parlare! Ogni volta che se ne ha occasione sperimentare, tentare, esporci allo stress, vedere cosa non va e correggere... proprio come i professionisti, bisogna trovare un metodo e farlo nostro, una specie di palestra di vita.
Dai che bisogna uscirne!
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Il cervello è dentro, il fisico è fuori. Più l'attività è interna e più è difficile parlare di allenamento. L'allenamento è valido se segue leggi scientifiche la cui veridicità è riproducibile. Nella fisiologia muscolare ormai ci sono conoscenze che portano chi sa, ad avere maggiori risultati di chi non sa, ovviamente se poi si mettono in atto quelle conoscenze. E' per questo che nelle palestre e nelle società sportive ci sono fitness trainer e preparatori atletici.
Però, per quanto riguarda il nostro carattere e come cambiarlo è tutto più difficile perché ci sono meno cose che si sanno o semplicemente più cose che non si sanno. E così che "allenare il carattere" diventa sinonimo di "imitare il modello di riferimento, negando se stessi e facendo finta che siamo tutti uguali". Della serie: "Vuoi crescere? Piglia un bilanciere e pompa a più non posso".
Neanche nelle capacità condizionali si può tutto: io non sarò mai per caratteristiche fisiche, un centometrista da sotto gli 11", o uno che si gira da in piedi a 360° senza spostare l'appoggio dei piedi, o saltare toccando un oggetto alto 3,50 m.
Parlava così un giovane Warlord:
http://digiland.libero.it/forum/view...79534&t=249250
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Ultima modifica di Warlordmaniac; 18-06-2010 a 12:39.
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18-06-2010, 12:39
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#68
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
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Quote:
Originariamente inviata da LordDrachen
a me sembra che questa sia una forma moderata di sociofobia.
il che non significa che sia un male, ma una semplice caratteristiche degli introversi.
quando prima veniva descritta la situazione classica di un sociofobico che
"sul momento" ha la mente in standby non significa che poi lo stesso
sociofobico non riesca a fare quello che ho quotato del tuo intervento.
io per es. sono così. ho un gruppo di amici coi quali esco.
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Quote:
Originariamente inviata da Thomas
Bravo, hai colto nel segno. E' chiaro che, miracoli a parte, nessun fobico et similia diventerà mai il Costantino Vitagliano di turno (ma poi sarà questo gran male, non diventarlo? ).
Ma tra questo e lo stare chiusi in casa tutto il giorno a maledire il fato cinico e baro, ad aver paura di prendere una metro o un autobus perchè la gente ci guarda male, ad aver paura di comprare un pacchetto di gomme al supermercato perchè siamo "troppo inferiori perfino per questo" e per finire, molto più importante, al precluderci del tutto amicizie e relazioni sentimentali... beh ce ne passa, e queste ultime cose, secondo me, non c'è gene sbagliato che possa negarcele se veramente ci impegnamo ad ottenerle, ci mettiamo in gioco e via dicendo.
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Infatti non è detto che la situazione descrittaad esempio da Thomas sia quella di tutti, la cosa può essere anche più leggera, ma se scriviamo qui è perchè comunque in parte non ci va bene, qualcosa dentro di noi si agita e non si accontenta, il che può essere anche uno sprone ed un'occasione per cercare comunque di auto-conoscersi, prima e migliorarsi ,poi, non soltanto relativamente al carattere un pò chiuso, ma già che ci siamo in generale.
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18-06-2010, 12:46
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#69
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
qualcosa dentro di noi si agita e non si accontenta
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io invece credo che il problema sta proprio in quel "non accontentarsi" che è
inculcato dalla società e dalla cultura moderna di stampo anglosassone-puritana, della filosofia del vincente, ecc.
la nostra società vive in una schizofrenia da assenza di "senso del limite".
quindi i sociofobici la sentono moltiplicata anche quando magari hanno
fatto una marea di progressi ma non sanno quando è abbastanza e continuano
a tormentarsi.
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18-06-2010, 12:47
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#70
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Intermedio
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 139
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Il cervello è dentro, il fisico è fuori. Più l'attività è interna e più è difficile parlare di allenamento. L'allenamento è valido se segue leggi scientifiche la cui veridicità è riproducibile. Nella fisiologia muscolare ormai ci sono conoscenze che portano chi sa, ad avere maggiori risultati di chi non sa, ovviamente se poi si mettono in atto quelle conoscenze. E' per questo che nelle palestre e nelle società sportive ci sono fitness trainer e preparatori atletici.
Però, per quanto riguarda il nostro carattere e come cambiarlo è tutto più difficile perché ci sono meno cose che si sanno o semplicemente più cose che non si sanno. E così che "allenare il carattere" diventa sinonimo di "imitare il modello di riferimento, negando se stessi e facendo finta che siamo tutti uguali". Della serie: "Vuoi crescere? Piglia un bilanciere e pompa a più non posso".
Neanche nelle capacità condizionali si può tutto: io non sarò mai per caratteristiche fisiche, un centometrista da sotto gli 11", o uno che si gira da in piedi a 360° senza spostare l'appoggio dei piedi, o saltare toccando un oggetto alto 3,50 m.
Parlava così un giovane Warlord:
http://digiland.libero.it/forum/view...79534&t=249250
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Beh sì, è chiaro che le due cose (miglioramento fisico contrapposto al mentale) siano molto diverse nella pratica. Il mio voleva essere solo un paragone abbastanza alla lontana fra le due cose... che sono sì diverse alla base, ma che seguono uno stesso principio alla fine (fare tante tante volte la stessa cosa per creare un'abitudine positiva).
Riguardo all'imitare modelli di riferimento e diventare tutti uguali... non sono d'accordo. Io non voglio imitare nessuno.. io voglio perseguire l'immagine POSITIVA che ho di me stesso, cioè quello che non diventa rosso, non si imbarazza a parlare con una ragazza, non ha paura di rispondere ad alta voce e dire la sua, e via dicendo. E se anche questo fosse imitare un modello, se la cosa mi rende in qualche modo felice-migliore, non vedo dove stia il male in tutto ciò, posto che qualora uno riesca in quelle cose non diventa un automa o un robot uguale alla massa, ma conserva anche le sue peculiarità, la sua sensibilità, la sua esperienza e via dicendo. Si migliora, diciamo.
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Ultima modifica di Thomas; 18-06-2010 a 12:49.
Motivo: ho sostituito IDEALE con POSITIVA, mi pare più adatto e meno teso a fraintendimenti.
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18-06-2010, 12:52
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#71
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: Roma..ma vorrei essere altrove.
Messaggi: 3,149
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Quote:
Originariamente inviata da Oceanus88
per l'ennesima volta: voi vi fate tanti problemi a raccontare una balla a una persona mentre gli altri non si fanno alcun problema a prendere per il culo a voi...quella che ha detto all'amica davanti a te "questo è muto" è una che disprezza i timidi...non li considera nemmeno normali...e tra i giovanissimi sono in tante/i a pensarla così....se tu ti dimostri timido o con problemi sociali ti eviteranno come la peste...al massimo ti fanno un sorrisino dicendo "ci risentiamo" ma poi se siete molto timidi, senza amici ecc col cazzo che si fanno più sentire e perdono tempo con voi...
La prima cosa che dovete fare è pensare per voi stessi...poi agli altri.
Non sapete che dire a una ragazza o a un conoscente perchè la vostra vita l'avete passata sempre dentro casa? inventate...all'inizio inventerete qualche balla giusto per non dimostrarvi sfigati e non essere evitati da tutti, poi mano a mano potete farvi gli amici, comincierete a uscire e non avrete più bisogno di raccontare balle ma avrete da raccontare esperienze che avete davvero vissuto...e non vi troverete più in inbarazzo quando gli altri hanno tante cose da raccontare e voi nulla...
se siete in un gruppo e non parlate mai proprio perchè non c'avete nulla da raccontare sareste giudicati degli sfigati...poi voi potete pensare di no, fare i moralisti ma è così....l'ho provato sulla mia pelle...
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Non tutte le ragazze sono cosi ringraziando il cielo e nemmeno tutte le giovanissime...piuttosto che omologarsi e fingere come ti consiglia ocenaus è preferibile cercare le poche ma buone che sempre esistono.Poi se vuoi diventare come tutti gli altri per piacere a qualche ragazzina vuota e senza cervello fai pure.
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18-06-2010, 12:52
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#72
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
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Quote:
Originariamente inviata da LordDrachen
io invece credo che il problema sta proprio in quel "non accontentarsi" che è
inculcato dalla società e dalla cultura moderna di stampo anglosassone-puritana, della filosofia del vincente, ecc.
la nostra società vive in una schizofrenia da assenza di "senso del limite".
quindi i sociofobici la sentono moltiplicata anche quando magari hanno
fatto una marea di progressi ma non sanno quando è abbastanza e continuano
a tormentarsi.
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A tormentarsi hanno continuato , spesso fino alla fine ,anche Santi, Illuminati, Scienziati , Imperatori, Filosofi ecc, solo che non si accontentavano di tormentarsi e basta.
Anche Budda o Gesù o Maometto o chi ti pare si sono tormentati quasi fino all'ultimo, senza comunque "accontentarsi", e se non erano stanchi di evolvere loro, figuriamoci se possiamo già esserlo noi...
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18-06-2010, 12:53
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#73
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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Quote:
Originariamente inviata da Thomas
E se anche questo fosse imitare un modello, se la cosa mi rende in qualche modo felice-migliore, non vedo dove stia il male in tutto ciò, posto che qualora uno riesca in quelle cose non diventa un automa o un robot uguale alla massa, ma conserva anche le sue peculiarità, la sua sensibilità, la sua esperienza e via dicendo. Si migliora, diciamo.
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perché è un surrogato della felicità (che poi "felicità" che parola grossa e abusata.....).
il miglioramento è, ripeto, una paturnia. il problema semmai è accettarsi per quello che si è e evitare di sentirsi inferiore o inadeguato solo perché si hanno
caratteristiche diverse.
anche perché uno dei nodi cruciali è il rapporto con l'altro sesso, perché gli amici forse te li fai, ma con le donne.....
un sociofobico che "migliora" come dici tu rimane sempre una seconda (millesima?) scelta.
per questo io trovo più produttivo sottolineare le proprie differenze che mascherarle. le controculture han sempre fatto bene alla società.
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18-06-2010, 12:57
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#74
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Quote:
Originariamente inviata da Thomas
Beh sì, è chiaro che le due cose (miglioramento fisico contrapposto al mentale) siano molto diverse nella pratica. Il mio voleva essere solo un paragone abbastanza alla lontana fra le due cose... che sono sì diverse alla base, ma che seguono uno stesso principio alla fine (fare tante tante volte la stessa cosa per creare un'abitudine positiva).
Riguardo all'imitare modelli di riferimento e diventare tutti uguali... non sono d'accordo. Io non voglio imitare nessuno.. io voglio perseguire l'immagine IDEALE che ho di me stesso, cioè quello che non diventa rosso, non si imbarazza a parlare con una ragazza, non ha paura di rispondere ad alta voce e dire la sua, e via dicendo. E se anche questo fosse imitare un modello, se la cosa mi rende in qualche modo felice-migliore, non vedo dove stia il male in tutto ciò, posto che qualora uno riesca in quelle cose non diventa un automa o un robot uguale alla massa, ma conserva anche le sue peculiarità, la sua sensibilità, la sua esperienza e via dicendo. Si migliora, diciamo.
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Sì, in effetti è anche quello imitare un modello.
Il male in tutto ciò sta nel seguire un programma di allenamento del vecchio palestraro che invece di farti diventare grosso come lui dopo un anno, diventi lombalgico e tendinopatico dopo un mese. Fare uno sforzo scriteriato per avere solo danni. E' questo di cui ho paura e che bisogna scongiurare.
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18-06-2010, 13:02
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#75
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
A tormentarsi hanno continuato , spesso fino alla fine ,anche Santi, Illuminati, Scienziati , Imperatori, Filosofi ecc, solo che non si accontentavano di tormentarsi e basta.
Anche Budda o Gesù o Maometto o chi ti pare si sono tormentati quasi fino all'ultimo, senza comunque "accontentarsi", e se non erano stanchi di evolvere loro, figuriamoci se possiamo già esserlo noi...
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Lao Tzu diceva che non v'è peccato più grande che non sapersi accontentare, Buddha addirittura diceva che sono i desideri la fonte del dolore e quindi che le cose sono perfette così come sono (è l'uomo col cuore impuro che le vede buone o cattive, ma invece la realtà è non-duale).
sul Corano non ti saprei dire, ma il Sufismo ha tanti punti di contatto con l'Oriente. nessuno di loro parla di evoluzione, perché nessuno di loro ha
un'idea di tempo lineare, ma circolare. ogni cambiamento è temporaneo, ogni cosa tende a ritornare (difetti in primis).
poi voglio dire, loro erano rivoluzionari, voi state facendo un elogio al conformismo. sarebbe molto più coerente sottolineare, ripeto, il valore
alternativo dell'introversione che avvicinarvi a modelli già presenti.
credo che gli introversi possano essere esempio per un modo di vivere diverso
che per forza di cosa non può usare le strutture create dagli estroversi.
è che siamo così bombardati da questi modelli e valori che non sappiamo
pensare a modi di vivere differenti.
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18-06-2010, 13:09
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#76
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Intermedio
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 139
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Quote:
Originariamente inviata da LordDrachen
perché è un surrogato della felicità (che poi "felicità" che parola grossa e abusata.....).
il miglioramento è, ripeto, una paturnia. il problema semmai è accettarsi per quello che si è e evitare di sentirsi inferiore o inadeguato solo perché si hanno
caratteristiche diverse.
anche perché uno dei nodi cruciali è il rapporto con l'altro sesso, perché gli amici forse te li fai, ma con le donne.....
un sociofobico che "migliora" come dici tu rimane sempre una seconda (millesima?) scelta.
per questo io trovo più produttivo sottolineare le proprie differenze che mascherarle. le controculture han sempre fatto bene alla società.
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Non sono d'accordo. Se uno ha dei lati di sè che ritiene sbagliati, fa bene a cercare di cambiarli, o quantomeno di adattarli al contesto.
Se uno poi si trova bene con quello che ha, che prosegua con quello che ha. Ma non mi si venga a dire che cercare il miglioramente di sè stessi è una paturnia o un surrogato, perchè non è così (o perlomeno non lo è per tutti). Peace!
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18-06-2010, 13:14
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#77
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,532
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Quote:
Originariamente inviata da LordDrachen
Lao Tzu diceva che non v'è peccato più grande che non sapersi accontentare, Buddha addirittura diceva che sono i desideri la fonte del dolore e quindi che le cose sono perfette così come sono (è l'uomo col cuore impuro che le vede buone o cattive, ma invece la realtà è non-duale).
sul Corano non ti saprei dire, ma il Sufismo ha tanti punti di contatto con l'Oriente. nessuno di loro parla di evoluzione, perché nessuno di loro ha
un'idea di tempo lineare, ma circolare. ogni cambiamento è temporaneo, ogni cosa tende a ritornare (difetti in primis).
poi voglio dire, loro erano rivoluzionari, voi state facendo un elogio al conformismo. sarebbe molto più coerente sottolineare, ripeto, il valore
alternativo dell'introversione che avvicinarvi a modelli già presenti.
credo che gli introversi possano essere esempio per un modo di vivere diverso
che per forza di cosa non può usare le strutture create dagli estroversi.
è che siamo così bombardati da questi modelli e valori che non sappiamo
pensare a modi di vivere differenti.
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Lungi da me condannare l'ntroversione ed elogiare apertamente l'estroversione o ancora meno il conformismo, sono modi di manifestazione dell'essere entrambi con pregi e difetti.
Pensa agli esempi che hai citato ( a proposito complimenti ) sono tutte Vie e le Vie vanno anzitutto percorse, e non è una cosa facile, una delle cose da evitare e senz'altro la ricerca continua di soddisfazione o la totale identificazione coi nostri desideri (ammesso che siano realmente nostri) o le nostre brame.
Sulla dualità e sul tempo circolare hai ragione, in assoluto possono essere così, ma se al nostro livello di esistenza è presente la dualità ed il tempo lineare un motivo ci sarà, tipo che poi queste cose alla fine si debbano trascendere.
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Ultima modifica di Myway; 18-06-2010 a 13:31.
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18-06-2010, 13:20
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#78
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Esperto
Qui dal: May 2010
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Messaggi: 2,959
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Quote:
Originariamente inviata da LordDrachen
(è l'uomo col cuore impuro che le vede buone o cattive, ma invece la realtà è non-duale).
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o: il dolore è la pretesa di risposta [negativa o positiva non importa] che si vuole da un mondo che rimane sempre lì, indifferente.
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18-06-2010, 13:51
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#79
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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Quote:
Originariamente inviata da Thomas
Se uno ha dei lati di sè che ritiene sbagliati
Ma non mi si venga a dire che cercare il miglioramente di sè stessi è una paturnia o un surrogato, perchè non è così (o perlomeno non lo è per tutti). Peace!
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secondo me l'errore è ritenerli sbagliati: diventa un adeguarsi al prossimo.
spesso alla base di questo c'è un condizionamento esterno (sociale, amici, parenti, ecc.).
facciamo un esempio cretino? ai metallari secondo te gliene frega qualcosa
se il 99% delle persone li considera sfigati, disadattati, adoratori del diavolo, brutti, sporchi e zozzi? no. anzi, ci ridono sopra.
una frase bellissima di Sam Dunn, antropologo e documentarista metallaro, alla fine del suo primo doc. Metal: An Headbanger's Journey dice così:
"Ever since I was 12 years old I had to defend my love for heavy metal against those who say it's a less valid form of music. My answer now is that you either feel it or you don't. If metal doesn't give that overwhelming surge of power that make the hair stand up at the back of your neck, you might never get it, and you know what? That's okay, because judging by the 40,000 metalheads around me we're doing just fine without you. "
è ora che gli introversi comincino a dire: "we're doing just fine without you".
se un introverso sente di non piacere per la sua introversione, per il fatto che la pazienza che serve per fare breccia nella sua "sociofobia" è assente nella maggioranza della gente, perché se ne deve fare un problema?
siamo poi sicuri che certi rapporti sociali diano poi la soddisfazione che si agognava? a volte è meglio stare soli.
anzi, la solitudine (non perenne, ovviamente) è una grande compagna di viaggio.
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18-06-2010, 14:08
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#80
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Non confondiamo introversione e sociofobia.
Esistono sociofobici estroversi (ne ho conosciuto almeno uno), cioè persone che sarebbero per carattere tendenzialmente estroversi e aperti MA sono bloccati dall'ansia o dalla paura.
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